Bibliografia

venerdì 28 febbraio 2020

Seguire due tipi di denaro: fasullo e reale





di Francesco Simoncelli


Per capire in che condizioni versa l'economia, gli economisti utilizzano varie teorie. Ma quali sono i criteri per decidere se la teoria utilizzata è utile per accertare i fatti? Secondo il modo di pensare generale, la nostra conoscenza del mondo dell'economia è inafferrabile, pertanto si ritiene che il criterio per la selezione di una teoria dovrebbe essere il suo potere predittivo. Finché la teoria "funziona", è considerata valida per quanto riguarda la valutazione di un'economia. Una volta che la teoria smette di essere buona, inizia la ricerca di una nuova.

La teoria economica dovrebbe spiegare l'attività economica, tuttavia i metodi statistici non sono di alcun aiuto al riguardo. Tutto ciò che possono fare è confrontare i movimenti di varie informazioni storiche senza riuscire ad identificare le forze trainanti alla base. Contrariamente al pensiero generale, l'economia non riguarda il prodotto interno lordo, l'indice dei prezzi al consumo, o altri indicatori, bensì gli esseri umani che interagiscono tra loro. Le persone operano all'interno di una struttura di mezzi e fini: usano vari mezzi per arrivare a determinati fini e l'azione intenzionale è la cinghia di trasmissione tra questi due fenomeni. Ciò che limita il raggiungimento di vari fini è la scarsità di mezzi, quindi una volta che aumenteranno di volume questi ultimi sarà possibile perseguire un numero maggiore di fini o obiettivi, vale a dire, aumenteranno gli standard di vita delle persone.

Il fatto che le persone perseguano consapevolmente azioni intenzionali ci fornisce una conoscenza definita, che è sempre valida per quanto riguarda gli esseri umani. Questa conoscenza crea la base per un quadro coerente che consenta una valutazione significativa dello stato di un'economia. Ad esempio, durante una crisi economica, si osserva un calo generale della domanda di beni e servizi. Dobbiamo quindi concludere che tale calo rappresenta la causa di una recessione? Sappiamo che le persone cercano costantemente di migliorare la loro vita e il proprio benessere, di conseguenza il calo della domanda generale è il risultato dell'incapacità delle persone di sostenere la loro di domanda. A sua volta questo significa che non riescono a sviluppare la loro offerta di beni con cui presentarsi sul mercato e successivamente sostenere la loro domanda di beni/servizi con quelli venduti in precedenza. I problemi sul versante della produzione sono le cause di un generale calo della domanda.

Sapere che le persone agiscono intenzionalmente ci consente anche di sconfessare l'idea mainstream secondo cui il "motore" di un'economia è la spesa dei consumatori, ovvero, la domanda crea l'offerta. Sappiamo che senza mezzi, nessun obiettivo può essere raggiunto. Tuttavia i mezzi non spuntano fuori dal nulla, devono essere creati per primi. Quindi contrariamente al pensiero generale, la forza trainante è l'offerta non la domanda. Senza contare che ogni individuo decide quanto del suo reddito utilizzerà per il consumo e quanto per gli investimenti.

O, ad esempio, per contrastare una crisi economica vari esperti sollecitano la banca centrale ad aumentare il ritmo del pompaggio monetario. Il denaro creato dal nulla non promuove la creazione di ricchezza reale, in quanto può svolgere solo il ruolo di mezzo di scambio. Un aumento dell'offerta di denaro non farà altro che indebolire il processo di generazione di ricchezza reale e metterà in moto il ciclo boom/bust.



UNA BUONA TEORIA ECONOMICA SI FOCALIZZA SULLE SPIEGAZIONI, NON SULLE PREVISIONI

La teoria Austriaca del ciclo economico spiega le conseguenze se e quando le banche centrali, in stretta collaborazione con le banche commerciali, aumentano la quantità di denaro nell'economia attraverso l'espansione del credito, ovvero un aumento dei prestiti bancari non coperto da risparmi reali. L'aumento dell'offerta di credito abbassa inizialmente il tasso d'interesse di mercato al di sotto del suo "livello naturale", scoraggiando il risparmio ed incoraggiando i consumi. L'economia entra in un boom, tuttavia dopo che l'iniezione iniziale di nuovo credito ha avuto un impatto sui prezzi e sui salari, le persone si rendono conto che il boom è insostenibile e tornano al loro rapporto risparmio/consumo pre-boom (il tasso d'interesse di mercato torna al livello di quello naturale). Questo è il processo che innesca il bust.

Per evitare questa trasformazione, le banche centrali agiscono per abbassare ulteriormente i tassi d'interesse di mercato, perché se cala ancora di più, la struttura di produzione ed occupazione può essere sostenuta un po' di più e il boom può andare avanti.

Dalla crisi finanziaria del 2008/2009, le banche centrali hanno assunto sempre più il controllo dei tassi d'interesse di mercato. Non si limitano più ad impostarli nel breve termine, ma stanno sforando sempre di più nel lungo termine. Non solo i tassi d'interesse di mercato sono stati distorti ed ancorati ad un livello troppo basso attraverso la politica monetaria, ma viene impedito loro di tornare a livelli economicamente ragionevoli. Controllando i tassi d'interesse di mercato, le banche centrali hanno messo una "rete di sicurezza" sotto le economie ed i mercati finanziari. Poiché le banche centrali hanno segnalato al pubblico di sentirsi responsabili di un'economia sana e, in particolare, di garantire la prevalenza della "stabilità nei mercati finanziari", gli investitori hanno fatto due più due: se le economie o i mercati finanziari dovessero arrivare al limite del collasso, gli investitori possono aspettarsi che le banche centrali intervengano combattendo la crisi. Questa conclusione incoraggia gli investitori ad assumersi ulteriori rischi, ad intensificare i propri investimenti, ad ignorare e sottovalutare il rischio.

La "rete di sicurezza" delle banche centrali produce quindi un mercato finanziario truccato: i prezzi sono ingiustificatamente più alti ed i rendimenti inferiori. In tali condizioni il boom può continuare a durare molto più a lungo rispetto ad uno scenario in cui le forze del libero mercato sono autorizzate a fare il loro lavoro. Ciononostante sarebbe un errore concludere che un boom può essere sostenuto indefinitamente se le banche centrali abbassano il tasso d'interesse di mercato a zero o addirittura lo spingono in territorio negativo. Infatti senza un tasso d'interesse di mercato positivo (in termini reali), l'economia moderna, che poggia sulla divisione del lavoro e sui complessi processi di produzione, non potrebbe esistere.

La manifestazione della preferenza temporale nel mercato è il "tasso di interesse naturale", indica lo sconto sul valore presente o futuro di un bene. La preferenza temporale dell'uomo è, per ragioni logiche, sempre positiva. Potrebbe avvicinarsi allo zero, ma non può mai raggiungerlo, figuriamoci diventare negativa. Quindi, se il tasso d'interesse di mercato è zero, nessuno risparmia più nei processi di produzione, le persone non sono disposte ad offrire i propri risparmi per investimenti sostitutivi o nuovi investimenti accumulandoli sotto il materasso, il consumo di capitale diviene preponderante, ecc. In altre parole, portando il tasso d'interesse di mercato a zero, le banche centrali hanno distrutto l'economia.

Infatti nonostante tutto il loro intervenire non hanno affatto posto fine al ciclo boom/bust e sebbene abbiano prolungato la fase di boom è errato presumere che portando a zero i tassi d'interesse di mercato si potrebbe creare un boom perpetuo. Tale politica è autolesionista: una volta trascinati a zero tutti i tassi d'interesse di mercato, l'attuale sistema economico crollerà.



SEGUIRE IL DENARO (FASULLO)

E la strada è tracciata da come si può leggere dalle ultime notizie sui media generalisti, soprattutto da quello che dice Jerome Powell, ovvero, la FED è pronta a sfoderare un QE ancor più aggressivo di quelli visti finora. Allora diventa chiaro che l'inversione di marcia vista a settembre dello scorso anno non era affatto un caso che coincidesse con una rinnovata spinta al mercato azionario. E sebbene chiunque nel FOMC si sia sbracciato per dire che non si trattasse di un QE, in realtà abbiamo ormai capito che invece le cose stavano così. Ovviamente implementando il ragionamento sin qui adottato si poteva arrivare a tale conclusione ben prima che venisse affermato palesemente, era un'inevitabilità data la fragilità dei mercati stessi a causa della sopraccitata "rete di sicurezza", ma la teoria Austriaca non è una teoria accreditata a livello accademico e mainstream. Non ancora almeno...

Quindi c'è bisogno che qualcuno di "autorevole" si faccia avanti e faccia notare l'ovvio. In fin dei conti è come per le catastrofi, nessuno guarda fino a quando il cataclisma non è alle porte. Lo stesso vale per il rinnovato QE dello scorso settembre. Dapprima il presidente della FED di Dallas ha velatamente raccontato la verità, adesso abbiamo una banca che con un paper di studio ha minuziosamente descritto l'effettiva connessione tra QE e azioni.



Ma attenzione, perché non si tratta solo della FED, come detto nelle sezioni precedenti tutte le banche centrali del mondo sono coordinate per iniettare liquidità ed intervenire in modo permanente nei mercati. Infatti il recente intervento della PBOC nei mercati cinesi per sostenerli e prevenire una rottura della supply-chain della Cina non ha fatto altro che diffondersi nel resto delle borse mondiali. Questa manipolazione senza precedenti ha distorto praticamente tutto quello che si poteva distorcere all'interno del panorama economico, facendo viaggiare l'economia lungo due binari paralleli: uno illusorio e l'altro reale. Nel primo la manna monetaria ha garantito guadagni galattici a chi ha fatto front-running alle banche centrali e ha investito pesantemente (volumi) in strumenti finanziari. Il bilancio della FED è esploso di $500 miliardi in tre mesi e ha portato ad afflussi annuali giganteschi in obbligazioni, titoli tecnologici e persino fondi sanitari.
  • Afflussi in obbligazioni $918 miliardi (annualizzati, $481 miliardi nel 2019)
  • Afflussi in obbligazioni IG $587 miliardi (annualizzati, $308 miliardi nel 2019)
  • Afflussi in debiti dei mercati emergenti e capitali azionari $166 miliardi (annualizzati, $133 miliardi nel 2017)
  • Afflussi in titoli azionari legati alla tecnologia $54 miliardi (annualizzati, $18 miliardi nel 2017).

In breve, per coloro che hanno bisogno di prove sia dell'euforia sia di una bolla gonfiata dalla FED, i quattro grafici qui sopra dicono tutto quello che bisogna sapere. Ho volutamente lasciato per ultima la chicca di questa storia, con la Lagarde che ammette placidamente come le manipolazioni delle banche centrali creino due tipi di economie. Inutile ricordare infatti che anche la BCE è unita alla carovana delle banche centrali che attivamente stanno distorcendo rischi e valutazioni nei mercati, entrate in quella spirale da cui è ormai impossibile uscire pena una correzione severa degli errori economici fin qui nascosti sotto il tappeto. Non scordiamoci, però, quanto detto nelle sezioni precedenti, perché queste scelte hanno un costo e viene pagato dall'altro binario parallelo, quello popolato da Main Street. Infatti se prendiamo ad esempio l'Europa notiamo che a fronte di tutti gli interventi finora messi in piedi, l'economia della gente comune è al palo e continua a scivolare lentamente nell'oblio.




Lo stesso vale per gli Stati Uniti. Sebbene a livello nominale sembra che tutti siano più ricchi, a livello reale la maggior parte delle persone sta peggio. Infatti le politiche monetarie allentate non hanno fatto nulla per la gente comune, anzi hanno esacerbato ancor di più l'ineguaglianza sociale. Perché? Perché è così che funziona l'inflazione monetaria e successivamente quella dei prezzi. Creare denaro fasullo è un'azione ordita per fregare qualcuno, di solito quelle persone che ricevono il denaro creato ex novo per ultimi o non lo ricevono affatto. I pensionati, ad esempio, vivono con i soldi guadagnati decenni prima. Quando i prezzi al consumo aumentano, perdono potere d'acquisto.

Ma l'inflazione agisce in modo nascosto e sfuggente. Nell'ultimo mezzo secolo la maggior parte del denaro creato ex novo è stato investito in asset. Ecco perché i ricchi sono diventati molto più ricchi. La maggior parte delle persone, senza risorse finanziarie, è il 30% più povera di 20 anni fa. E il tipico stipendio di una famiglia vale meno in denaro reale rispetto a 45 anni fa.

L'inflazione deve fregare qualcuno, altrimenti perché preoccuparsi di gonfiare l'offerta di denaro? Lo stato controlla il sistema monetario e non produce ricchezza, tutto ciò che fa è "ridistribuire" quella esistente. L'inflazione è solo un altro modo di farlo.




Questa fregatura diviene più chiara se mettiamo il quadro generale in prospettiva: sin da quando nel 1971 è stato dichiarato il denaro fasullo tanto buono quanto quello reale (coperto dall'oro), la fregatura ha preso definitivamente forma. L'idea originale era quella di fregare i francesi e gli altri stranieri che detenevano dollari. A loro era stata promessa un'oncia d'oro per ogni $35; oggi avrebbero dovuto presentarsi con $1.500+ per ottenere esattamente la stessa oncia d'oro. Una fregatura del 97,7% dei loro soldi.

Ma quello era solo l'inizio. Fino al 1970 gli Stati Uniti avevano sempre avuto un surplus commerciale in ogni singolo anno sin dalla fine del 1800. Quando poi è stato introdotto il denaro fasullo, gli americani avrebbero potuto fregare gli stranieri due volte, pagando beni e servizi con pezzi di carta verdi e non doverli mai rimborsare in oro. Dopo il 1975 non hanno mai più avuto un avanzo commerciale. I nuovi dollari fasulli si sono rivelati utili anche per fregare gli stessi americani, permettendo ai pianificatori centrali di acquisire risorse senza dover aumentare le tasse.

E oggi sono arrivati a spendere più di mille miliardi di dollari all'anno, la maggior parte dei quali presi in prestito attraverso l'emissione di obbligazioni piuttosto che con un aumento delle tasse. Questo era solo un modo per fregare le generazioni future, chi ancora non è nato non si lamenta e non vota. Ma poi il 17 settembre 2019 il futuro si è ribellato: gli americani non erano più disposti o in grado di sostenere l'enorme ammontare di finanziamenti necessari per rifinanziare il debito degli Stati Uniti.

Quindi ora la FED "stampa". Ma attenzione, perché sebbene di primo acchito questa cosa possa sembrare avere una vita indefinita non è così. A differenza del denaro fasullo, quello reale non è infinito. Rudolf Havenstein ne rimase a corto nel 1920 per pagare le spese del governo; Gideon Gono ne rimase a corto nel 2005 per pagare l'esercito dello Zimbabwe; Hugo Chavez ne rimase a corto nel 2001. E al giorno d'oggi il denaro reale ha assunto una forma estranea e incontrollabile per i pianificatori monetari centrali.



SEGUIRE IL DENARO (REALE)

Nell'ultimo decennio un'inflazione virulenta dei prezzi degli asset e un'inflazione al consumo bassa hanno confuso chi ricercava una moneta sana ed onesta. Nel prossimo decennio un equilibrio diverso tra le suddette forze creerà un'opportunità per chi ha capito le meccaniche alla base dell'attuale sistema economico. Le influenze deflazionistiche non monetarie della globalizzazione e della digitalizzazione, che hanno tenuto a bada l'inflazione dei prezzi al consumo negli ultimi dieci anni, si stanno già dissipando e il ritmo della globalizzazione potrebbe aver già raggiunto il picco. Gli investimenti non produttivi, alimentati dall'inflazione monetaria, hanno contribuito a velocizzare questo processo.

La digitalizzazione ha camuffato l'inflazione monetaria nei mercati dei beni e dei servizi, con il suo forte impatto sulla determinazione dei salari e ha forgiato imprese di successo con un considerevole potere monopolistico in ogni settore industriale. Gli ostacoli che impediscono al loro know-how tecnologico e organizzativo di filtrare verso i concorrenti impedisce ai salari di essere aumentati nello stesso in modo in cui è accaduto durante il passato; ciò riflette il fatto che molti investimenti sono ora sotto forma di beni immateriali specifici dell'impresa. Tuttavia tali ostacoli tendono a perdere la loro efficacia nel tempo.

Man mano che questo tipo di deflazione svanisce, la tassa della repressione monetaria si farà sempre più palese trasformandosi in alta inflazione dei prezzi al consumo (soprattutto date le condizioni disastrate delle finanze dei vari stati mondiali) e allo stesso tempo l'inflazione degli asset procederà lungo un nuovo percorso fatto di crash repentini e consistenti.



La combinazione di queste due forze, quindi, che fa da anfitrione ad una crisi economica, rappresenta quel segnale che incentiva lungo tutto il tessuto economico un ritorno al denaro sano ed onesto. È sempre stato così ed ora più che mai. L'ultima volta che abbiamo visto la combinazione di un'inflazione elevata dei beni unita a mercati degli asset soggetti a crash è stato proprio negli anni '70. In sintesi, dato che il camuffamento dell'inflazione di beni e servizi si assottiglia, un aumento dell'inflazione dei prezzi al consumo andrà ad indebolire il mercato azionario e porterà ad una bella dose di deflazione dei prezzi degli asset. Gli stati, come già abbiamo visto con Powell all'inizio di questo pezzo, accelereranno la stampa di denaro fasullo e il denaro sano ed onesto emergerà come ancora di salvataggio.

L'entità degli investimenti improduttivi durante l'inflazione monetaria degli ultimi decenni e l'effettiva carenza di capitale risultante dall'obsolescenza forzata significherà che l'inflazione dei prezzi di beni e servizi salirà più rapidamente e prima di quanto possano suggerire i modelli macroeconomici convenzionali. Infatti tutto questo lascerà un vuoto sia a livello di sistema monetario affidabile sia a livello di teoria accademica affidabile. Il keynesismo infatti diventerà uno zimbello nella professione economica (già lo è) e si invertirà quel processo iniziato nel 1936 che l'ha portato ad essere una "teoria" seguita dalla maggior parte del mondo accademico. Lo stesso accadrà a tutti i figli deformi che ha partorito: monetarismo, MMT, ecc.

Il vuoto nel sistema monetario, invece, verrà colmato dall'unica forma di denaro attualmente affidabile e non controllabile in maniera top-down: Bitcoin. Ha introdotto un cambio di paradigma notevole: è la prima tecnologia per trasferire "beni" digitali scarsi. Da quando l'era digitale ha fatto la sua apparizione è stato possibile inviare dati e "beni" digitali tra computer, ma un tale "trasferimento" in realtà inviava solo una copia al destinatario. Utilizzando la crittografia a chiave pubblica-privata su un registro decentralizzato, Bitcoin consente di archiviare su tale registro e di limitarne la proprietà alla persona che possiede la chiave appropriata. Come tale, Bitcoin è la prima moneta digitale che porta scarsità ed irreversibilità dalle transazioni fisiche al regno digitale e, soprattutto, consente transazioni digitali senza la necessità di intermediari fidati. Questo, da solo, è un duro colpo ai tentativi degli stati di controllare finanziariamente le persone.

Adesso qualsiasi ammontare di valore può essere spostato a livello globale senza che gli stati abbiano alcuna possibilità di fermarli. Ma più importante delle transazioni senza autorizzazione è la politica monetaria di Bitcoin e la formidabile sconfitta che infligge alla sovranità monetaria monopolizzata. Mentre gli stati e le banche centrali hanno continuato a gonfiare le loro valute fiat, gli attori di mercato sono stati privati ​​di uno strumento affidabile per salvaguardare la loro ricchezza. Bitcoin è la soluzione tecnologica a questo problema. Essendo una rete decentralizzata e distribuita, Bitcoin non ha un punto centrale di errore che potrebbe essere trasformato in una falla di sicurezza. La veridicità della registrazione delle transazioni è garantita dalla potenza di elaborazione chiamata Proof-Of-Work. I membri della rete che spendono elettricità e potenza di elaborazione per la verifica delle transazioni vengono premiati con l'emissione di nuovi Bitcoin. Questo modello di sicurezza economica ha generato incentivi molto forti affinché chi si impegnasse in questo esercizio proteggesse la rete Bitcoin, e l'ha portato oggi a diventare di gran lunga la più grande rete di computer al mondo.

Incanalando la potenza delle reti distribuite, incentivi economici e bassi tassi d'inflazione, Bitcoin ha fornito una soluzione trasparente ai problemi che la maggior parte delle persone aveva a lungo considerato di competenza esclusiva dello stato. L'affidabilità impeccabile del programma di inflazione e la veridicità delle transazioni, senza la necessità di affidarsi a terze parti di fiducia, rendono Bitcoin la moneta sana ed onesta ideale per scardinare la coercizione statale nel campo monetario.



CONCLUSIONE

La teoria Austriaca del ciclo economico è la migliore spiegazione teorica che abbiamo per inquadrare l'attuale situazione economica. Dapprima introdotta da Carl Menger, è stata perfezionata dall'inclusione della teoria del capitale di Eugen von Böhm-Bawerk, dove inserisce il tempo ed i processi di produzione come fattori nell'analisi economica. L'input principale, a parte il capitale, è il tempo, il quale viene impiegato nella produzione in relazione ai profitti (interessi) futuri attesi, mentre il consumo di capitale viene ignorato nel momento t, prevedendo che sia maggiore al momento t + 1 grazie alla creazione di valore.

Friedrich Hayek e Ludwig von Mises hanno ulteriormente perfezionato la teoria spiegando che armeggiare con i tassi d'interesse porta ad aumenti innaturali dell'offerta di moneta, cosa che sfocia inevitabilmente in un ciclo di boom/bust. I boom sono costituiti da spese eccessive, bassi risparmi ed investimenti in attività economiche altrimenti improduttive che generano prospettive di profitto false.

Grazie a questa metodologia d'indagine chiara e coerente, si possono scovare dove si trovano le storture nell'attuale panorama economico seguendo il denaro fasullo e ci si può proteggere dai contraccolpi seguendo invece il denaro reale. Molte persone si fidano di chi sta sopra di loro, ignorando il proprio giudizio in merito a questioni che invece dovrebbero essere loro a dirimere. I contribuenti ignari finiranno per essere i finanziatori di ultima istanza di un sistema morente. Non hanno voce in capitolo. Possono cercare vie di fuga, ma ogni via di fuga per loro è tassata. Perché? Perché non sanno pensare al di fuori degli schemi del denaro fasullo. La loro pigrizia avrà un costo.

Ci saranno vincitori e perdenti nella Grande Debacle che ci aspetta, ma la maggior parte delle persone finirà tra le fila dei perdenti.


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