Bibliografia

mercoledì 26 febbraio 2020

Le criptovalute sono il sistema bancario degli anarchici e delle persone comuni





di Wendy McElroy


"Le criptovalute sono per i ricchi", questo mito dannoso fa sì che le persone ne siano sospettose. Un numero impressionante di utenti ha fatto fortuna scommettendoci sin da subito o investendo con astuzia, è vero, ma il principale beneficiario delle criptovalute è stata la gente comune. Esse livellano il campo di gioco finanziario tra i ricchi e la classe operaia.

È relativamente facile per i ricchi preservare la privacy, evitare una tassazione alta ed essere trattati bene dagli istituti finanziari. Hanno avvocati, commercialisti e altri esperti che custodiscono con zelo i loro interessi. Hanno conti bancari esteri, partecipazioni diversificate e scappatoie fiscali. Per i ricchi è anche facile diventare investitori accreditati, uno status legale che apre l'accesso agli investimenti più redditizi, come le azioni nelle start-up.

Al contrario la persona media gestisce essa stessa i propri soldi, o li fa gestire da un fondo per l'impiego, come un piano di previdenza registrato. Non può permettersi di consultare esperti, figuriamoci assumerli a tempo pieno. Non ha un conto bancario estero, nessun investimento degno di nota, né agevolazioni fiscali significative. È estremamente difficile diventare un investitore accreditato, il che la esclude dalle opportunità più redditizie. Il sistema è truccato per andare contro gli interessi finanziari della gente media.

Le criptovalute rappresentano un punto di svolta. Richiedono solo una comprensione di base del loro funzionamento e questo è disponibile gratuitamente su una moltitudine di siti che forniscono manuali di istruzioni, tutorial video, esperti online, forum di utenti e articoli su come iniziare e come proteggersi. Con un modesto investimento di tempo e denaro, la persona media può diventare il proprio banchiere, controllare la propria ricchezza, accedere ai mercati globali e sfuggire alla tirannia del sistema finanziario statalista.

Per apprezzare meglio i vantaggi che offrono le criptovalute alle persone medie basta guardare al passato e vedere quanto fosse difficile avere libertà finanziaria.



Anthony L. Hargis, banchiere di anarchici e gente media

Per circa ventotto anni, fino alla sua breve prigionia nel 2004, Anthony L. Hargis ha gestito una banca a Fountain Valley, in California, frequentata da libertari; il fondo azionario si chiamava Anthony Hargis & Company (ALH & Co). Una warehouse bank è quella che nasconde singole transazioni e identità dei clienti mescolando fondi che vengono depositati e pagati attraverso un altro istituto finanziario. Le warehouse bank sono spesso utilizzate per evitare gli oneri fiscali, pertanto l'occultamento delle identità dei depositanti è l'aspetto chiave sia del valore della banca che della sua presunta criminalità.

Negli Stati Uniti l'Internal Revenue Service (IRS) persegue in modo aggressivo le warehouse bank. Un comunicato del Dipartimento di Giustizia del 16 marzo 2004, "Presunto promotore di frode fiscale mandato in prigione", dichiarava:
La scorsa settimana il Dipartimento di Giustizia ha fatto causa a Hargis, sostenendo nei documenti giudiziari che la sua warehouse bank accetta fondi da circa 253 clienti e quindi inserisce i fondi combinati in nove conti bancari commerciali, intestati a suo nome o ai nomi dei suoi associati. Hargis utilizza quindi i conti bancari commerciali per firmare assegni e pagare i conti dei clienti. I conti bancari commerciali sono intestati a Hargis e ai suoi associati, il che rende difficile per le autorità rintracciare le entrate, le attività, le spese e le identità dei clienti. La denuncia sostiene che i clienti di Hargis, situati tutti negli Stati Uniti, ma principalmente in California, devono pagare circa 24 milioni di dollari di tasse federali evase.

Hargis offriva anche altri servizi. I clienti potevano investire in azioni di ALH & Co, ad esempio; potevano mantenere conti denominati in oro o in dollari su cui potevano essere scritti “ordini di trasferimento” (assegni); ALH & Co fungeva da depositario ed emetteva assegni bancari FDIC per pagare i conti di quei clienti che richiedevano tale servizio.

Phil Osborn, uno stretto collaboratore di Hargis, ha spiegato la motivazione del suo amico: "L'attenzione di Anthony, allora ed ora, era rivolta alla disonestà e alla frode perpetrata dal Federal Reserve System, che considerava una gigantesca truffa e uno Schema Ponzi sostenuto dalla violenza armata degli Stati Uniti e dalla sua cabala internazionale".

Sebbene non sia mai stato accusato di un crimine, Hargis ha trascorso circa sei mesi in prigione; o, piuttosto, il suo crimine era rifiutarsi di consegnare i registri dei clienti e delle società a varie agenzie federali, in particolare l'IRS. Mentre Hargis era incarcerato, le agenzie gli hanno confiscato le sue proprietà, compresi tutti i depositi dei clienti, e gli hanno rubato i suoi archivi. Hanno sequestrato l'ufficio di ALH & Co, nonché tutti i suoi indirizzi postali o e-mail e il suo numero di telefono. Hargis aveva avvisato la sua base di clienti. "Ciò significa che tutti coloro che tentano di comunicare con me al mio vecchio indirizzo si vedranno rispondere dall'IRS". I beni sono stati infine assegnati all'IRS dal tribunale, compresi i conti in banche estere.

I clienti e gli azionisti di ALH & Co sono stati contattati da agenti governativi, con l'emissione di un invito a comparire. (Nota: tale invito fa riferimento ad una base di clienti diverse composta da 1190 unità che utilizzavano servizi diversi rispetto ai 253 sopraccitati.)

In un aggiornamento del 16 marzo 2006, Osborn diceva: "L'ultima volta che l'ho sentito parlare, Anthony è senza un soldo e deve ancora all'IRS circa $30 milioni. Il suo patrimonio totale, al momento in cui i federali sequestrarono tutto, valeva circa $7 milioni. I sequestri hanno comportato la perdita di una buona parte di tali beni (quando varie aziende hanno chiuso, ecc.), lasciando forse $2 milioni dalla liquidazione finale".



Libertà finanziaria per tutti grazie alle criptovalute

ALH & Co offriva molti degli stessi vantaggi delle criptovalute: privacy, protezione dalle banche tradizionali e dallo stato, ed una maggiore capacità di controllo della ricchezza. Dato che si trattava di mattoni e malta, l'utilizzo di ALH & Co comportava rischi: molestie da parte dello stato, confisca di ricchezza, multe e possibili arresti. Dopo la sua liberazione dal carcere, Hargis ha avvertito i suoi ex-clienti:
Per favore capite, è in gioco la vostra vita qui, letteralmente. Lo stato è davvero risentito dal fatto che abbiamo salvaguardato i diritti delle persone per ventotto anni; ed è determinato a farci diventare un esempio.

Tutti quelli associati ad ALH & Co conoscevano i rischi.

Chi erano i clienti di Hargis? I ricchi, ma la maggior parte era costituita da lavoratori medi o piccoli imprenditori che non erano né ricchi né poveri. Osborn ne descrisse uno: "Bruce, che era un mio amico, anche se non molto vicino, gestiva una piccola attività di stampa, specializzata in stampe di alta qualità, che aveva preso un prestito da ALH & Co. e poi ripagato. Su questa base, per quanto ne so, Bruce è stato accusato di essere una sorta di co-cospiratore con il malvagio impero criminale di Anthony e nel 2004 è stato multato per un milione di dollari. L'intero patrimonio dell'azienda, che ovviamente rischiava come tante piccole tipografie tradizionali nell'era digitale". Bruce è morto di insufficienza cardiaca prima dei 50 anni.

I clienti erano in gran parte persone nella media che riconoscevano la palese ingiustizia delle banche tradizionali; erano persone che lavoravano onestamente e che decidevano di conservare ciò che guadagnavano.



Conclusione

Le criptovalute rappresentano la libertà finanziaria senza il rischio assunto dai clienti di ALH & Co. Erano in pericolo perché Hargis era una terza parte fidata, una rara in verità visto che era davvero degna di fiducia. Una terza parte fidata è il punto in cui le transazioni sono più vulnerabili, perché sono più visibili ai criminali, incluso lo stato. La bellezza di Bitcoin è che ha rimosso il "problema" delle terze parti dalle transazioni e questo ha rimosso la maggior parte della vulnerabilità.

È la persona media che non ha un avvocato o un contabile che ha più bisogno di controllare la propria ricchezza. Può farlo attraverso un wallet privato sul proprio disco rigido, attraverso la crittografia e la conoscenza. Un wallet protetto e privato non può essere saccheggiato allo stesso modo in cui è accaduto ad ALH & Co. I federali fecero irruzione in quegli uffici con mitragliatrici e giubbotti antiproiettile credendo di dover fermare il riciclaggio di denaro e lo spaccio di droga. Invece trovarono Hargis ed i suoi dipendenti vestiti in modo normale e che conducevano affari con gente comune. Non è un caso infatti che ha vinto la sua battaglia in tribunale.

Al contrario, le criptovalute peer-to-peer consentono agli utenti di sedersi davanti il proprio computer, in privacy e comfort, ed investire quanto è loro possibile. Niente mitragliatrici, niente giubbotti antiproiettile. Coloro che utilizzano le criptovalute godono della stessa libertà dei clienti di ALH & Co nei giorni d'oro dell'azienda, però senza rischi e con molta più efficienza. Le criptovalute offrono alla gente media la stessa protezione di cui godono i miliardari. Esse rappresentano il grande livellatore finanziario.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


3 commenti:

  1. Sono assolutamente d'accordo con le cripto, ma c'è un ma: come fidarsi dei posti in cui vengono virtualmente tenute e che sono sempre comunque gestiti da società situate nei posti più strani? Oppure non ho capito niente...

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    1. Salve Anonimo.

      Una delle prime cose importanti da fare in questi casi è investire in conoscenza. A tal proposito una realtà italiana che permette di accedervi in modo semplice e strutturato è rappresentata dai corsi Bcademy. Oltre al fatto che il sottoscritto è uno dei docenti, seguire questo tipo di lezioni permette di avere un panorama a 360° dell'intero ambiente.

      Comunque, per rispondere alla domanda, la cosa cruciale da sapere e ricordare nel mondo delle criptovalute è solo una: not you keys, not your crypto. Questo per dire che custodire le proprie criptovalute sugli exchange è una pessima scelta visto che le chiavi private per accedervi sono in mano a qualcun altro. Gli exchange servono solo per operare una cambio tra denaro fiat e criptovalute (o viceversa) e una volta effettuato l'utente, per essere sicuro di avere il controllo sulle chiavi private dei propri fondi, deve spostare tutte le sue coin su wallet. Solo in questo modo si può essere sicuri di avere il pieno controllo sui propri fondi.
      Anche qui la scelta è ampia, ma io consiglio sempre il wallet Melis che, oltre ad essere in italiano, ha un ampio ventaglio di personalizzazioni.

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  2. Grazie molte della risposta, andrò sul sito per informarmi e mi spiace essere risultato anonimo, credevo di aver registrato i miei dati, comunque mi chiamo giuseppe prati e ....beh non posso scrivere qui i dati.Grazie ancora

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