Bibliografia

mercoledì 13 novembre 2019

L'assalto dei neocon alla Siria è finalmente finito





di David Stockman


Con un voto di 354 a 60 la Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti ha dimostrato che Washington è dipendente dalla guerra e che il livello di ignoranza, bellicosità e mendacia tra i rappresentanti del popolo ha raggiunto livelli spaventosi.

Dopo che Washington ha fomentato la disastrosa guerra civile siriana, la folla bipartisan al Congresso poteva avere il coraggio di votare per mantenere le forze statunitensi nel mezzo di un conflitto curdo/turco vecchio di secoli che ha implicazioni pari a zero per la sicurezza della patria americana.

Il pretesto, ovviamente, è che il califfato dell'ISIS tornerà in vita in assenza della resistenza armata delle forze curde-SDF posizionate nel quadrante nord-orientale della Siria; e da queste città, villaggi, fattorie e pianure polverose bombardate ed impoverite, la bandiera nera dell'ISIS attaccherà le metropolitane di New York City.

Ci vuole tanto a capire che si tratta di baggianate? Se la Siria tornerà unita, lo Stato Islamico non avrà alcuna possibilità di rinascere. E lasciare che la Siria torni integra è esattamente lo scopo e la conseguenza della coraggiosa decisione di Trump di rimuovere le forze americane dal confine tra Siria e Turchia.

Questa mossa ha aperto la strada all'accordo tripartito tra Turchia, Damasco e i curdi. Tale accordo dovrebbe:
  • ristabilire la sovranità siriana al suo confine con la Turchia (già sostanzialmente raggiunta);
  • stabilire una "zona cuscinetto" di circa 13 miglia (secondo la mappa qui sotto) che sarebbe off-limits per la SDF curda e che Ankara considera un'estensione della sua insurrezione separatista di lunga data;
  • gettare le basi per un ritiro del sostegno turco alle milizie ribelli al confine nord-occidentale (area blu) e alla manciata di città di confine nel nord-est curdo in cui erano penetrati prima del cessate il fuoco di oggi;
  • accogliere la formazione di una sorta di accordo di autogoverno limitato per i due milioni di curdi siriani domiciliati nel nordest siriano;
  • fornire uniformi militari regolari e buste paga siriane ai combattenti curdi ora iscritti all'SDF.

Inoltre una volta che questo accordo tripartito sarà finalizzato e attuato, si potrà pensare alla restante pulizia del gigantesco disordine politico e militare che Washington ha imposto alla Siria. Insieme ai suoi alleati russi, iraniani e ad Hezbollah, Damasco potrebbe vincere contro i rimanenti jihadisti nella provincia di Idlib (area marrone scuro), ora conosciuti come Hayat Tahrir al-Sham mentre in precedenza erano chiamati al-Nusra e ancor prima Al Qaeda.

In breve, la coraggiosa decisione di Donald di andarsene piuttosto che rimanere in quelle sabbie mobili per sempre ha spianato la strada ad una rapida fine della terribile guerra civile siriana. Quest'ultima ha causato oltre 500.000 morti, oltre 9 milioni di rifugiati, ha completamente rovinato l'economia siriana e le infrastrutture civili, e ha pericolosamente arroventato l'intero Medio Oriente.

Inutile dire che, con la Siria di nuovo unita e Damasco in grado di proteggere militarmente il proprio territorio con l'aiuto dell'aeronautica russa e dei distacchi militari degli iraniani e di Hezbollah, non ci sarà alcun califfato dell'ISIS che tornerà.

Né ci sarebbe motivo per i tossicodipendenti della guerra a Washington di sventolare l'ennesima minaccia del cosiddetto "Islam radicale" e di barbari dello Stato islamico.

Persino un rapido esame della storia ci ricorda che il califfato è stato "creato" e armato dagli interventi di cambiamento di regime di Washington in Iraq e Siria. Se i neocon non avessero spinto Washington nella rivolta siriana del 2011 con miliardi di armi e addestramenti militari, non ci sarebbe stata nessuna guerra civile in Siria; l'ISIS non si sarebbe impiantato a Raqqa e nel nord e nell'est della Siria; e Washington non avrebbe avuto motivo di armare i separatisti curdi, che erano stati a lungo una spina nel fianco di Damasco e considerati dai turchi una minaccia esistenziale.


E questo ci porta alla risoluzione idiota della Camera dei Rappresentanti e non riguardava affatto i curdi o l'ISIS. La verità è che il tentativo di Washington di distruggere la Siria rappresentava una proxy war contro l'Iran e la violazione dello spazio aereo e del territorio sovrani della Siria servivano a liberarli dalle forze iraniane, russe e da Hezbollah, che invece Damasco aveva invitato a partecipare nelle sue disposizioni in materia di governance e sicurezza.

Eppure è così che funziona l'Impero. Fate in modo che John McCain e Lindsey Graham abbiano voce in capitolo e vi ritroverete pazzi come quelli dell'ISIS e fazioni etniche armati da Washington e mobilitati contro di voi (e talvolta l'uno contro l'altro).

Ciò è accaduto in Siria infatti, come dimostrano chiaramente dagli scontri residui in questo preciso momento tra l'SDF sponsorizzato dal Pentagono e l'esercito siriano libero (FSA) sponsorizzato dalla CIA e sostenuto dalla Turchia.

In tal contesto è assolutamente vero che spesso le immagini valgono mille guerre, e quella qui sotto è un classico. Descrive il lavoro di alcuni F-15 americani che bombardarono una grande discarica di munizioni che le stesse forze statunitensi si erano lasciate dietro vicino a Kobani, al confine tra Siria e Turchia. Lo scopo, a quanto pare, era assicurarsi che non finissero in mani ostili.


Ancora una volta le forze "ostili" in questione non fanno riferimento a ciò che rimane dell'ISIS, il governo di Assad, le forze iraniane di Quds, o persino i guerrieri di Hezbollah da sud. Come ha chiarito il Pentagono, Washington ha bombardato quella che una volta era una grande fabbrica di cemento per salvarla dai nostri alleati, non dai nostri nemici.

Quei "combattenti turchi" erano chiamati Esercito siriano libero (FSA) e ora hanno sostituito quest'ultimo termine con "nazionale". Ma qualunque sia il titolo, non si tratta dell'esercito turco ma delle persone nella foto qui sotto che hanno attaccato le posizioni curde e commesso diverse atrocità.


I membri dell'esercito nazionale siriano, appoggiati dalla Turchia, si stavano preparando per l'operazione militare del 22 ottobre nelle aree curde della Siria settentrionale.

Inutile ricordare come queste persone prima si chiamavano Esercito siriano libero, ma pensiamo che un titolo migliore potrebbe essere Brigata Scelta del Senatore John McCain.

Il modo in cui questo presunto alleato è diventato improvvisamente una pericolosa minaccia contro i valorosi curdi è solo l'ennesimo esempio della dipendenza psicopatica di Washington dalla guerra.


Quando bisogna bombardare una ex-fabbrica di cemento che aveva armi al suo interno per un "alleato" (YPG/SDF sostenuto dal Pentagono) in modo che un altro "alleato" (la FSA araba finanziata dalla CIA) non le prendesse, e questo accade nel contesto di una nazione sovrana che Washington aveva attaccato e occupato illegalmente per la sicurezza interna, allora si capisce che è tutta una farsa!

Con un colpo decisivo, però, Donald ha mandato al diavolo gli psicopatici dipendenti dalla guerra di Washington.

Ciò non poteva essere più evidente quando Joe Biden ha attaccato Trump per aver ritirato circa 700 truppe americane al confine tra Siria e Turchia. Un attacco politico del tutto ridicolo, ma quando si tratta di azioni vergognose si può dire che Joe Biden è un esperto.

Ad esempio, Biden è stato uno dei primi entusiasti sostenitori dell'invasione dell'Iraq nel 2003. Oltre un milione di persone morirono in Iraq durante quella insensata calamità, tra cui 4500 soldati statunitensi e almeno 100.000 gravemente feriti; e peggio ancora, distruggendo lo stato iracheno e l'equilibrio etnico/religioso sotto il dominio baathista di Saddam Hussein, lo zio Joe ha aiutato ad aprire le porte all'inferno e a far emergere il flagello dell'ISIS.

Allo stesso modo, mentre era vicepresidente Biden ha sostenuto Hillary e le sue arpie col "tradimento" di Gheddafi dopo che quest'ultimo aveva rinunciato alle sue armi nucleari e al sostegno dei terroristi in Medio Oriente. Oggi la Libia è ancora nel caos, con decine di migliaia di morti a causa delle infinite battaglie tra signori della guerra e fazioni violente che si contendono il controllo di un'economia in rovina e di una società distrutta.

Eppure Biden ha il coraggio di attaccare il piccolo ma gradito passo di Trump verso il disimpegno!

Inoltre è stata la sopraccitata Brigata Scelta McCain a violare continuamente il cessate il fuoco e ad attaccare gli alleati curdi "innocenti" e "traditi", non le normali unità dell'esercito turco certificate dalla NATO. Quindi cos'è tutto questo fermento riguardo la scelta di Trump?

La preoccupazione per le azioni di bucanieri, criminali, mercenari e jihadisti in cerca di lavoro che in passato erano stati foraggiati dai miliardi di dollari di Washington; questa gente è stata arruolata principalmente perché la politica demenziale di Washington sul cambio di regime a Damasco ha distrutto l'economia siriana e l'ha trasformata in una fossa avvelenata di guerra.

Detto in altro modo, senza il libro paga infinito di Washington e la relativa fornitura di armi, la FSA ed i suoi eredi ora non esisterebbero e non avrebbero attaccato i soldati dell'SDD curdo perché anche quest'ultimo non sarebbe mai nato.

A dire il vero il Partito della Guerra ed i suoi megafoni mediatici stanno rivedendo la storia così in fretta da far arrossire l'altro zio Joe: Stalin. Il New York Times infatti ha avuto un ripensamento lampo sulle Brigate Scelte McCain, trasformandole nel più oscuro dei cattivi. Come ha ricordato Moon of Alabama, i leader dell'esercito nazionale siriano sono gli stessi di quelli della FSA su cui John McCain e la sua rete del Deep State hanno dato miliardi allo scopo di attaccare il governo legittimo a Damasco, non solo l'ISIS.

Solo poche settimane fa l'attuale governo provvisorio siriano si è riunito portando 41 diverse fazioni sotto il nuovo battesimo "Esercito nazionale siriano". Così facendo ha eletto Abdurrahman Mustafa come presidente e Salim Idriss come ministro della difesa.

Queste "brave" persone sono ritratte in questa foto tra l'esercito siriano libero (FSA) ed il senatore McCain nel 2013:


Salim Idriss ha chiarito le ambizioni del nuovo governo ad interim siriano quando durante la recente conferenza stampa dell'annuncio ha dichiarato: "Combatteremo tutte le organizzazioni terroristiche, in particolare l'organizzazione terroristica PYD/PKK ."

Proprio così. Idriss ha fatto carriera prendendo i soldi di Washington e non ha mai nascosto la sua agenda anti-curda. Eppure all'improvviso le teste di legno della Beltway sono state colte da amnesia e sono rimaste scioccate dal fatto che stia guidando l'attacco contro l'SDF curdo.

In altre parole, Washington ha seminato i semi del caos in Siria e ora versa lacrime di coccodrillo per le vittime della sua follia. Tuttavia una recente analisi di questa opposizione unificata (cioè le forze che ora attaccano i curdi) mostra che le fazioni coinvolte sono state protagoniste nella guerra civile siriana e sono state foraggiate da denaro, materiale e armi fornite da Washington.

Di conseguenza 11 di queste fazioni avevano combattuto battaglie contro Hayat Tahrir al-Sham (HTS), in precedenza Fronte di Al-Nusra e prima ancora al Qaeda; 27 delle 41 fazioni erano precedentemente impegnate nella lotta contro DAESH/ISIS; 30 fazioni hanno combattuto il regime di Assad; e 31 hanno combattuto l'YPG/SDF!

Proprio così. La maggior parte delle 41 fazioni che ora operano sotto lo stendardo dell'esercito nazionale siriano dichiara di aver combattuto contro i curdi armati da Washington, insieme a praticamente tutti gli altri.

Inoltre almeno 21 delle fazioni riunite nell'esercito nazionale siriano erano precedentemente finanziate e armate da Washington.

Ma ecco il punto: solo 3 di loro hanno ricevuto aiuto tramite il programma del Pentagono per combattere DAESH/ISIS; 18 di queste fazioni sono state addestrate dalla CIA attraverso la cosiddetta MOM Operations Room in Turchia.

Quest'ultima era un'operazione congiunta di intelligence degli "Amici della Siria". È stata organizzata allo scopo esplicito di sostenere l'opposizione armata ad Assad e al governo legittimo a Damasco. Quattordici fazioni erano anche destinatarie di missili guidati anticarro TOW forniti da Washington.

Eppure ora il NYT vuole farci credere che i 70.000-90.000 ruffiani armati nell'Esercito Nazionale Siriano erano semplicemente degli emarginati e disadattati che si sono riuniti spontaneamente e con cui Washington non aveva nulla a che fare!

I fatti sono così dannatamente ovvi che possiamo davvero dire i giorni dell'Impero sono contati. A partire dalle flagranti contraddizioni e le bugie che sono scaturite dalle labbra di ogni factotum e portabagagli del Partito della Guerra da quando Donald ha staccato la spina alla guerra in Siria: che l'azione di Trump sia una vittoria per i presunti avversari russi e iraniani, un tradimento nei confronti dei curdi, ecc.

Suvvia! Con il governo siriano ora sul confine nord-orientale, l'aeronautica russa che ha dato il via libera per entrare nei territori che Trump ha saggiamente lasciato liberi e i Quds iraniani e altre forze di terra alleate del governo siriano pronte ad intervenire, con quale faccia tosta Washington può dire che l'ISIS stia tornando?

Che a Washington piaccia o no, queste persone odiano i jihadisti sunniti fino all'ultimo uomo e ora hanno la volontà e i mezzi per mantenere lo Stato Islamico permanentemente sepolto sotto le macerie di Raqqa e delle altre città della Siria nord-orientale da cui sono stati cacciati.

L'unica ragione per cui il califfato si è insediato brevemente in questa regione abbandonata da Dio è che Washington e i petro-stati avevano impedito al governo siriano e ai suoi alleati di sorvegliare e proteggere il proprio territorio; e per un breve periodo l'ISIS ha saccheggiato i magri giacimenti petroliferi della Siria nel nordest e ha così finanziato le sue pretese di essere uno stato con un esercito.

Ma come mostra la mappa qui sotto, il califfato è sparito da tempo. E i resti delle forze jihadiste affiliate a Idlib (area viola) incontreranno presto le loro 13 vergini ora che Trump ha dato il via libera al governo siriano e ai suoi alleati russi/iraniani di finirle.

Inoltre è importante sottolineare che tutte le chiacchiere sui curdi sono esagerate. Hanno stretto un accordo con Assad. L'obiettivo della Turchia è l'istituzione di una "zona sicura" indicata dai segni bianchi sull'attuale parte controllata dalla Siria (area blu). Lo scopo è di spostare l'YPG/SDF, armata dagli Stati Uniti, a 20 miglia dal suo confine, dato il fatto che Erdogan considera il separatismo curdo e l'insurrezione armata una minaccia esistenziale per lo stato turco.

In ogni caso, entro pochi giorni l'YPG/SDF si sarà trasferito fuori dalla zona sicura, permettendo così alla Turchia di annullare definitivamente l'attacco e iniziare il rimpatrio di circa 3,6 milioni di siriani che sono fuggiti nei campi profughi in Turchia.


Quindi cosa c'è di sbagliato nel cessate il fuoco e nel piano per una "zona sicura" su cui hanno sostanzialmente concordato tutte le parti di questo conflitto insensato e sanguinoso?

Per quanto ne sappiamo gli unici obiettori sono gli abitanti della Città Imperiale che hanno portato questa piaga ai popoli coinvolti. Nel giro di pochi giorni, man mano che il cessate il fuoco verrà reso permanente, i Democratici passeranno alla prossima serie di punti anti-Trump... anche se i neocon nell'amministrazione Trump cercano sempre più di impedire alla pace di trovare un posto nel mondo.

Questo perché la loro agenda non ha nulla a che fare con i curdi o l'ISIS. Vogliono semplicemente che le aree blu della mappa qui sopra rimangano sotto il controllo degli Stati Uniti, in modo che gli alleati iraniani di Assad non le usino come un ponte di terra per spostare armi e rifornimenti nelle aree (gialle) controllate dal governo della Siria e del Libano.

Vale a dire, Washington non riconosce alcuna sovranità quando essa cozza col suo copione. Tuttavia i critici del cessate il fuoco sostengono che l'accordo è ingiusto con i siriani curdi, anche se gli stessi curdi l'hanno accolto con favore. Quindi l'attacco dei Democratici alla mossa di Trump in Siria è l'ennesima prova che la vecchia ala pro-pace del Partito Democratico è definitivamente morta. Infatti i Democratici alla Camera hanno votato all'unanimità (225-0) per tenere in pericolo 700 truppe americane.

Inoltre è evidente che Donald stia combattendo il consenso del Partito della Guerra e dei suoi sostenitori all'interno della sua stessa amministrazione. Quando si tratta di questioni di politica estera, HuffPost, NPR, PBS, Democracy Now, ecc. spesso usano gli stessi punti di discussione dei neocon, dei falchi di guerra liberal e dei repubblicani guerrafondai.

Ciò non sarebbe potuto essere più evidente nell'incessante uso improprio delle parole "pulizia etnica" e "genocidio" per descrivere l'invasione (minacciata) della Turchia.

Ma il Syrian Observatory ha riferito di recente che, contrariamente all'isteria generale, la violenza fino ad oggi è stata adoperata fondamentalmente contro le unità SDF curde. Secondo i suoi calcoli, 274 soldati SDF sono stati uccisi mentre combattevano contro gli invasori dell'esercito nazionale siriano in avanzamento verso le loro città e comunità.

Sfortunatamente nei primi otto giorni dell'offensiva turca sono stati uccisi anche 72 civili, ma in nessun modo si trattava di pulizia etnica.

Ancora più importante, tutte queste lacrime di coccodrillo ignorano completamente la storia del perché il sottile corridoio rosso raffigurato nella mappa qui sotto sia diventato improvvisamente importante dopo le intrusioni di Washington nelle antiche faide settarie e politiche della regione.

Tanto per cominciare, i curdi non sono morti in nome della sicurezza e della libertà americane. Hanno combattuto contro l'ISIS e hanno ricevuto volentieri denaro e armi americani in difesa delle proprie comunità dopo che Washington aveva scatenato i predoni armati dell'ISIS nelle loro regioni.

I 10.000 che furono uccisi nelle battaglie 2015-2017 contro l'ISIS morirono per proteggere le proprie case e villaggi dai barbari che arrivarono in veicoli militari statunitensi, con armi e artiglieria statunitensi abbandonate in Iraq o mandate alle forze anti-Assad in Siria... e che senza esitazione le hanno vendute allo Stato Islamico.


Dietro questa realtà c'è il fatto che le agenzie di intelligence statunitensi hanno rappresentato la forza dietro la "rivoluzione" in Siria contro Bashar al-Assad. La maggior parte dei combattenti sono stati addestrati ed equipaggiati in Giordania nei campi gestiti dalla CIA e da altre agenzie segrete occidentali. Il programma si chiamava Operation Timber Sycamore ed è stato avviato nel periodo 2011-2013.

Infatti ci sono prove schiaccianti che la primavera araba e il conflitto in Siria siano stati il ​​risultato di interventi esterni. Le armi sono state fatte passare dalla Libia e sono finite nelle mani di "ribelli" che si sono infiltrati in Siria, e le attrezzature fornite direttamente dagli Stati Uniti sono finite poi nelle mani di gruppi che alla fine sarebbero diventati l'ISIS. L'amministrazione Obama, Hillary Clinton, John McCain, John Bolton e molti altri erano tutti coinvolti in Timber Sycamore.

Di conseguenza i curdi siriani sono stati costretti a difendersi dalle incursioni dei barbari dell'ISIS nelle loro città e comunità, combattendo coraggiosamente e perdendo 10.000 combattenti.

Ma è qui che la trama si infittisce, perché i curdi sono finiti come mercenari di Washington per combattere e morire sia contro il regime di Assad sia contro i predoni dell'ISIS nel nord-est.

Così nel 2012 il Segretario di Stato Hillary Clinton si è recato a Istanbul per radunare il sostegno alle milizie anti-curde arabe/FSA durante una conferenza "Amici della Siria" convocata da Erdogan... milizie che oggi i Democratici di Clinton denunciano furiosamente.

Uno di quegli "uomini duri" di cui parlava la CLinton era il summenzionato Salim Idriss, l'attuale "Ministro della Difesa" del "governo provvisorio" inesistente della Siria e leader de facto delle forze mercenarie inviate dalla Turchia nella Siria settentrionale.
La verità è che la parte curda non stava molto meglio. Non c'è mai stata una lotta teologica o ideologica tra YPG e Daesh, è stata solo una rivalità per un territorio da spartirsi sulle macerie dell'Iraq e della Siria.

Infatti quando lo Stato Islamico è crollato, l'YPG ha aiutato i jihadisti a unirsi alle forze di al-Qaeda a Idleb, fornendo un passaggio sicuro attraverso il loro "Kurdistan".

Inoltre l'intrigo curdo era subdolo quanto quello tra le fazioni arabe e turkmene sostenute dalla Turchia. Vale a dire, nell'estate del 2014 i curdi iracheni del clan Barzani sono stati direttamente coinvolti nella conquista dell'ISIS nell'Iraq occidentale.

Di conseguenza nel giugno 2014 il figlio del presidente e capo dell'intelligence del governo regionale curdo-iracheno ha partecipato ad una riunione segreta della CIA ad Amman in Giordania, che prevedeva la cattura di Mosul e delle province sunnite dell'Iraq occidentale.

A parte qualche scaramuccia per spettacolo, i curdi Barzani a Erbil (Iraq) non hanno combattuto vere battaglie contro l'ISIS. Hanno semplicemente rinforzato i loro perimetri territoriali e li hanno mandati ad affrontare i sunniti. Peggio ancora, hanno permesso all'ISIS di schiavizzare i curdi non musulmani, gli Yezidi, durante la battaglia di Sinjar. Coloro che sono stati salvati devono il loro salvataggio al PKK turco e ai combattenti siriani YPG inviati nell'area.

Da lì l'ISIS è passato ad est e a nord della Siria. Ma avendo scatenato l'ISIS sullo stato siriano, Washington ha poi aggravato le cose incoraggiando il suo nuovo alleato curdo a perseguire il sogno di uno stato indipendente chiamato "Rojava" nel nord-est della Siria.

Inutile dire che la Turchia ha visto il progetto Rojava come un attacco all'integrità territoriale e alla sicurezza del proprio stato.

Nell'ottobre 2015 il Pentagono ha creato le forze democratiche siriane (SDF) come ala militare ufficiale del Rojava. L'SDF era principalmente composto da militanti YPG curdi-siriani, che hanno poi cacciato dalle loro case famiglie arabe e assire-cristiane man mano che lo stesso SDF espandeva l'area di controllo di questo stato proto-curdo in città e comunità storicamente non curde.

Successivamente, nel marzo 2016, è stata dichiarata l'autonomia del "Rojava" senza il minimo aiuto da parte dei curdi turchi e del clan Barzani, insediati nell'area gialla della penultima mappa.

Da qui il groviglio non ha fatto altro che intricarsi di più. Ad esempio, preoccupato che il PKK turco e il clan Barzani iracheno spianassero la strada alla creazione di un Kurdistan più grande, il governo iracheno ha inviato segretamente armi al PKK per aiutarlo a rovesciare il clan Barzani in cerca di indipendenza nel nord dell'Iraq.

Allo stesso modo, all'inizio del 2018 l'ambasciatore russo presso le Nazioni Unite ha rivelato che i curdi siriani avevano perdonato 120 leader di Daesh/ISIS e li avevano incorporati nell'YPG.

Per tutto il tempo Washington ha ignorato la storia del suo alleato curdo dell'ultima ora. In realtà l'YPG siriano era solo un ramo del Partito dei lavoratori del Kurdistan, o PKK, con sede in Turchia.

Quest'ultimo, a sua volta, è frutto di un'insurrezione marxista-leninista sostenuta dall'Unione Sovietica durante gli anni della guerra fredda, che combatté contro le dittature dei generali kemalisti membri della NATO. Con l'aiuto di Hafez el-Assad durante quel periodo, il PKK istituì un campo di addestramento militare nella pianura libanese di Bekaa, sotto la protezione della Forza di pace siriana.

Quando l'URSS crollò, il PKK aveva più di 10.000 soldati a tempo pieno e più di 75.000 riservisti. Questa guerra di liberazione ha distrutto oltre 3.000 villaggi e sfollato più di 2 milioni di persone, uccidendo oltre 50.000 civili. Nonostante questi immensi sacrifici alla fine è fallita.

Infatti, durante un'operazione congiunta con i servizi segreti turchi, statunitensi e israeliani nel 1999, il leader storico della rivolta curda-turca, Abdullah Öcalan, fu catturato e imprigionato sull'isola di Imrali nel Mar di Marmara. Il PKK in seguito è crollato, causando la fuga di un gran numero di attivisti e combattenti verso le comunità curde della Siria settentrionale.

All'inizio della primavera araba nel 2011, Abdullah Öcalan ha ricostruito il PKK dalla sua cella in base ad una nuova ideologia: dopo negoziati segreti con la NATO nella prigione di Imrali, ha abbandonato il marxista-leninismo a favore di una vaga forma di comunitarismo apolide. Quindi il curdo che aveva sempre lottato contro la Turchia per costruire il proprio stato, il Kurdistan, ora sostiene che ogni stato è in sé uno strumento di oppressione.

Poi è arrivato l'ennesimo voltagabbana. I militanti del PKK, che erano stati costretti a fuggire nel nord della Siria dopo la cattura di Öcalan, inizialmente hanno aderito all'impegno scritto del loro leader nei confronti di Assad: non avrebbero mai reclamato il territorio siriano.

Infatti all'inizio della guerra di Washington per il cambio di regime in Siria, i curdi hanno addestrato delle milizie per difendere il Paese che aveva dato loro rifugio e la nazionalità siriana.

Tuttavia, nell'ottobre 2014, Salih Muslim, che era uno dei copresidenti dell'YPG (la filiale siriana del PKK), ha preso parte a negoziati segreti con il presidente francese François Hollande e il presidente turco Erdogan. In quella sede gli è stato promesso che sarebbe diventato il capo del suo stato se avesse accettato di aiutare a ricreare il Kurdistan... in Siria!

Poco dopo il cosiddetto gruppo internazionale che era stato foraggiato da Washington per combattere l'ISIS, secondo il solito stratagemma della "coalizione dei volenterosi", ha offerto sostegno all'YPG. Di conseguenza è stata dichiarata la suddetta nazione del Rojava e il resto è storia.

Dubitiamo che Donald si sia preso la briga di informarsi sulla sordida trama di ciò che il Partito della Guerra a Washington abbia scatenato in Siria. Eppure in qualche modo è riuscito a smantellare tutte le bugie, gli stratagemmi, i miti e le storie auto-referenziali della Città Imperiale e ad arrivare all'essenza della questione: per uscire definitivamente da questa guerra bisogna consentire allo stato siriano di tornare di nuovo integro e alle parti interessate nella regione di elaborare gli accordi per la sua ricostruzione in un modo che soddisfi al meglio gli obiettivi delle parti coinvolte.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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