Bibliografia

lunedì 25 novembre 2019

Il socialismo razziale e razzista del Sudafrica





di Russell Lamberti & Gerhard van Onselen


Venticinque anni dopo l'elezione di Nelson Mandela a presidente del Sudafrica, il Paese rimane la patria di alcune delle politiche economiche più invasive e razziste. Al centro di questo sistema vi sono le disposizioni dell'Affirmative Action (AA) e le misure statutarie del Black Economic Empowerment (BEE). Queste leggi stanno soffocando l'economia sudafricana.

L'AA e il BEE si sono sviluppati nel Sudafrica post-apartheid. La prima è diventata obbligatoria con l'Employment Equity Act del 1998, che impone alle aziende di modificare la propria forza lavoro fino a quando non riflette la composizione razziale della popolazione economicamente attiva locale.

Il BEE è stato introdotto formalmente nel 2003 con il Broad-Based Black Economic Empowerment Act (BBBEE Act). Va ben oltre l'AA, richiedendo alle società del Sudafrica di strutturare la proprietà, i consigli di amministrazione, la direzione, il personale, gli appalti e la carità in base alla classificazione razziale.

Quanto più "bianchi" sono gli azionisti, i consigli di amministrazione, i dirigenti, i dipendenti ed i fornitori di un'azienda, tanto più basso è il punteggio BEE (sì, esiste una scheda punteggi). Più "nera" è un'azienda, maggiore sarà il suo punteggio BEE. Nel settore minerario il BEE Charter (una regolamentazione del settore in termini di legge B-BBEE) richiede un certo punteggio BEE affinché le società possano ottenere le varie licenze.

I sudafricani sono ancora classificati razzialmente: il gruppo più favorito è quello classificato come "nero/africano", considerato il più svantaggiato durante l'apartheid (il sistema ingiusto di leggi applicato secondo la razza che il governo ha iniziato a smantellare quasi 30 anni fa); poi ci sono i "colorati" (un gruppo misto composto da discendenti europei, indigeni africani e indo-malayani) e gli "indiani" (discendenti di coloni indiani), anch'essi svantaggiati dall'Apartheid ma non tanto quanto i neri; il gruppo meno favorito è composto dai "bianchi", sia di lingua afrikaans che di lingua inglese, e discendono principalmente da coloni europei (o sono essi stessi coloni europei) che arrivarono nella regione prevalentemente dalla metà del XVII secolo fino alla seconda metà del XX secolo.



La pervasività del BEE

Il BEE è stato progettato per influenzare quasi tutte le aziende in Sudafrica ed imporre il rispetto dei suoi criteri. La fiscalità statale e le spese di riproposizione hanno rappresentato circa un terzo di tutto il fatturato dell'economia sudafricana, quindi il BEE esercita un'enorme influenza diretta sul settore delle imprese. Le aziende con punteggi BEE assenti o bassi finiscono in fondo alla coda per i contratti statali.

Ma l'influenza del BEE va molto oltre. I punteggi BEE dipendono anche dai punteggi dei fornitori di un'azienda. Le grandi aziende, in particolare quelle in lizza per contratti statali, richiedono abitualmente ai loro fornitori più piccoli di migliorare i loro punteggi BEE, che a loro volta hanno bisogno che i loro fornitori ancora più piccoli facciano lo stesso, e così via. Il risultato è un alto grado di conformità BEE in tutta l'economia, monitorata e amministrata da un esercito amministrativo di burocrati.

I requisiti statutari del BEE per i contratti statali sono integrati da una cultura morale ed etica di "Trasformazione", in cui si ritiene che sia assolutamente necessario mantenere e approfondire la legislazione razziale. Questa "Trasformazione" è promossa in tutte le sfere dello stato, nei tribunali, nelle principali università e incoraggiata da grandi società quotate in borsa.

Ci si potrebbe aspettare che col passare del tempo tale legislazione potrebbe essere considerata meno necessaria e gradualmente venir eliminata. In pratica, sin dalla loro istituzione nel 2003, i codici BEE sono stati resi più prescrittivi, costringendo le aziende a negoziare secondo criteri sempre più razziali per mantenere il loro punteggio alto. I codici sono stati progressivamente cambiati per favorire ancora di più le imprese "più nere" ed i punteggi BEE di alcune aziende sono scesi perché i proprietari erano persone semplicemente "colorate". Quando i codici rivisti stabilivano punteggi più bassi per i proprietari che non erano "completamente" neri, i loro punteggi calavano e perdevano i contratti!

Il BEE ha anche rappresentato una corsia preferenziale nella sfera dell'antitrust. Dopo un recente emendamento legislativo la Commissione per la concorrenza del Sudafrica, l'organo extragiudiziale incaricato di sorvegliare l'antitrust, prenderà ora ancora più in considerazione la corsa alla valutazione del dominio del mercato, delle fusioni e acquisizioni, dei prezzi, e così via. Le società con punteggi BEE più elevati saranno probabilmente giudicate meglio dai burocrati dell'antitrust.



Una forma pericolosa di socialismo

Il BEE è un sistema che erige nuovi incentivi e costi su determinate transazioni economiche. Ha lo scopo di raggiungere una diversa allocazione di lavoro e risorse rispetto a ciò che accadrebbe in un mercato puramente libero, dando maggiore enfasi alla razza delle persone e ai loro legami politici e meno al valore del loro prodotto o servizio.

Ludwig von Mises sosteneva che:
l'uomo agisce, il che significa che è un essere propositivo: l'uomo è desideroso di sostituire uno stato di cose che gli si adatta meglio ad uno stato di cose che gli si adatta di meno. Per raggiungere questo obiettivo, deve impiegare mezzi adeguati.

La scelta di fini e mezzi particolari, in presenza di tempo limitato, richiede la rinuncia a fini e mezzi alternativi. Questi compromessi implicano un ordine di preferenze e l'azione scelta comporta sempre un costo.

Il BEE usa il potere dello stato per spingere le azioni degli individui verso il perseguimento di fini meno desiderati e con mezzi più costosi di quanto sarebbe accaduto altrimenti. I fattori di produzione vengono quindi resi meno produttivi, riducendone il valore (ricchezza reale). Un minor numero di beni prodotti e disponibili per il consumo significa un costo della vita più elevato e standard di benessere inferiori.

Mentre il BEE riduce la ricchezza complessiva, coloro che ne beneficiano possono accumulare più ricchezza personale. Questi privilegi incentivano una maggiore domanda di politiche BEE, che a loro volta premiano i politici con voti e potere.

Man mano che spuntano fuori nuove norme, però, esse distruggono progressivamente la ricchezza. Con meno ricchezza creata, diminuisce la quantità di tasse riscosse dallo stato. Questa perdita incentiva lo stato ad aumentare ulteriormente la pressione fiscale, a prendere in prestito di più (aumentando le tasse future) e a stampare più denaro (tassare la ricchezza attraverso la svalutazione della valuta).

In Sudafrica la politica razzista dello stato nell'era post-apartheid ha portato ad un circolo vizioso di politiche che generano distruzione di ricchezza, insoddisfazione politica, richieste da parte di gruppi politicamente ben connessi di una politica razziale più draconiana, e così via.

Riducendo i rendimenti complessivi di capitale e facendo salire l'incertezza, il BEE aumenta il rischio di investimento e al contempo ne riduce i livelli. Poiché la produttività è una funzione della profondità e dell'ampiezza della struttura del capitale, livelli più bassi di investimento portano ad ulteriori riduzioni della produttività.



Crescita economica debole

In sostanza, il BEE si traduce in errori di allocazione e consumo di capitale oltre a ridistribuire la ricchezza dai possessori legittimi a coloro scelti arbitrariamente dai politici. Questo processo riduce la capacità produttiva dell'economia e rallenta il tasso di creazione di beni e servizi di valore.

Il Sudafrica è stata una di quelle nazioni che ha visto rallentare la propria crescita da quando ha implementato le politiche BEE nel 2004. Nel grafico seguente confrontiamo il PIL nominale pro capite denominato in dollari (base 100 nel 2005) dei vari mercati emergenti e Paesi produttori di materie prime. Il PIL pro capite del Sudafrica è cresciuto del 15% in termini nominali sin dal 2005, mentre la media del campione (escluso il Sudafrica) è aumentata del 115% (ovvero più che raddoppiata).


Molti fattori contribuiscono al tasso di produzione economica aggregata in un Paese. L'evidente sottoperformance del Sudafrica (insieme al Messico) rispetto a Paesi simili implica che abbia altre restrizioni alla crescita che riguardano l'efficienza dei mercati, la cattiva allocazione e l'appropriazione indebita delle risorse attraverso mezzi politici. La portata che ha il BEE sull'economia, sullo spreco di risorse e sulla corruzione politica lo rendono un candidato privilegiato per spiegare la debole performance economica del Sudafrica.



Conclusione

Il BEE in Sudafrica è una forma di socialismo razziale: obbliga i membri produttivi di tutte le comunità culturali a sovvenzionare opportunisti politici ben connessi. Il BEE, quindi, pone maggiore enfasi su come andare avanti usando mezzi coercitivi e una minore enfasi su come andare avanti con azioni volontarie. Invece di spendere tempo per servire le esigenze degli altri utilizzando le risorse in modo efficiente, si spende tempo e sforzi per ottenere il favore politico, posizioni politiche, delimitare le esigenze dei clienti rispetto a coloro che si conformano e avere poco rispetto per l'economizzazione delle risorse e la formazione del capitale produttivo.

L'effetto è la distruzione della ricchezza e la perpetuazione della povertà cronica. Il PIL pro capite del Sudafrica, a circa $6.000 nel 2019, non è aumentato in termini di aggiustamento all'inflazione in un quarto di secolo ed è diminuito di circa il 10% sin dall'introduzione del BEE. Nel frattempo l'aumento medio del PIL pro capite reale sin dal 2004 (in base ai Paesi campione nel grafico precedente) è stato di circa il 70%. Se il Sudafrica fosse cresciuto in linea con la media campionaria, il PIL pro capite sarebbe quasi il doppio di quello che è oggi.


Il BEE in Sudafrica è una politica economica razziale pericolosa e dannosa. Dovrebbe essere un avvertimento per tutti quegli altri Paesi che cercano di affrontare le lamentele storiche mediante il socialismo razziale: è una ricetta per il fallimento.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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