venerdì 20 settembre 2019
Tassi d'interesse negativi e l'oro
di Alasdair Macleod
Il motivo della forza del prezzo dell'oro è da ricercarsi nella mutevole relazione tra la preferenza temporale per l'oro monetario e un nuovo ciclo di soppressione dei tassi d'interesse per il dollaro. Le prove dimostrano che l'imminente recessione sarà probabilmente molto significativa, anche trasformandosi in una profonda depressione. Le bullion bank si stanno svegliando di fronte alla possibilità che i tassi d'interesse stiano per scendere sotto lo zero. Le leggi sulla preferenza temporale ci dicono che le bullion bank devono coprire con urgenza le loro posizioni short in previsione di una backwardation permanente per oro, argento e tutte le materie prime.
È già da un po' di tempo che scrivo di come una recessione globale possa arrivare entro la fine dell'anno. Inoltre, per molti dei miei interlocutori, il recente aumento del prezzo dell'oro è solo la prova di un'imminente crisi che attualizza la risposta inflazionistica delle banche centrali. Ma questo va a descrivere solo ciò che accade a livello superficiale, non la realtà sottostante.
Tra protezionismo commerciale ed una crisi creditizia ci troviamo di fronte ad un problema sul quale non è stata fatta quasi nessuna ricerca ufficiale, quindi è qualcosa che nemmeno gli analisti lungimiranti hanno preso in considerazione. Per quanto ne sappia, nessun economista mainstream ha sottolineato il mix letale che queste due dinamiche presentano insieme. Pochissimi riconoscono persino l'esistenza di un ciclo del credito, tradizionalmente chiamato ciclo commerciale o economico. Nemmeno il grande Mises lo definì un ciclo del credito, dopo averlo identificato e descritto con grande precisione nel suo Teoria del denaro e del credito, pubblicato per la prima volta nel 1912. Ma bisogna dare a Cesare ciò che è di Cesare: nella sua essenza è un ciclo del credito.
Ci sono molti economisti Austriaci che comprendono appieno il ciclo del credito, ma a ciò dobbiamo aggiungere la sinergia distruttiva della politica commerciale americana rivolta alla Cina. È stata fatta molta ricerca sulle cause di un ciclo creditizio; è stata fatta molta ricerca anche sulle conseguenze economiche dei dazi. Ma nessuno ha condotto ricerche sul potere distruttivo di questi due fenomeni quando avvengono nello stesso momento.
Queste erano esattamente le condizioni nell'ottobre del 1929, quando Wall Street si svegliò con la certezza che il Congresso avrebbe votato a favore dello Smoot-Hawley Tariff Act alla fine di quel mese. Lo shock per un calo del 35% del Dow nell'ottobre del 1929 fu solo un preludio ad un crollo più esteso dopo che il presidente Hoover approvò suddetta legge l'anno successivo. La ricerca economica sulla successiva depressione è stata condotta quasi interamente dagli inflazionisti che promuovono la reflazione, quindi è stata ignorata la sinergia distruttiva tra una crisi del credito e il protezionismo commerciale.
Non possiamo conoscere il futuro con certezza, ma possiamo indicare l'evidenza empirica che segue Smoot-Hawley e tracciare un allarmante parallelo con gli eventi di oggi. Così allertati, possiamo quindi sviluppare un caso teorico convincente per la sua ripetizione. Ogni settimana, i rapporti sullo stallo dell'economia globale ora salgono ai titoli dei giornali, avvicinando ulteriormente il parallelo. Tuttavia, con i mercati azionari vicini ai massimi storici, poco più di una lieve recessione, facilmente eliminata con un po 'più di inflazione monetaria, è l'aspettativa generale.
Ma la nostra conoscenza ci dice che quasi certamente ci aspetta un grande shock e qualsiasi analisi dovrebbe procedere includendo tale aspettativa. Questo articolo postula come l'aumento del prezzo dell'oro suggerisca che lo shock è più vicino di quanto gli analisti mainstream si aspettano. Prenderemo in considerazione ora le conseguenze inflazionistiche di un crollo inatteso al fine di prevedere i cambiamenti nel rapporto tra oro fisico e dollari fiat; una relazione che negli ultimi quattro decenni ha portato ad una massiccia espansione dei derivati sull'oro. Comprendere quella relazione e perché ora sembra essere invertita richiede una conoscenza pratica della preferenza temporale, la base dei tassi d'interesse; e più specificamente il mutevole rapporto tra la preferenza temporale sull'oro e quella sui dollari.
Tassi d'interesse e preferenza temporale
Il proprio set di valori è l'illustrazione perfetta della preferenza temporale personale, che rappresenta la scelta tra possesso e non possesso. Ci saranno, ad esempio, libri acquistati per capriccio che ingombrano una libreria e non hanno alcun valore. Quindi la prossima volta che farete le pulizie finiranno al negozio di beneficenza: non c'è differenza nel valore del tempo, ciò che può essere inutile per il proprietario oggi e può esserlo altrettanto in futuro.
Poi ci sono le prime edizioni, che hanno un valore commerciale. I libri di questa categoria avranno un elevato valore attuale rispetto al loro non possesso. Ma forse i libri con il più alto valore personale sono quelli che hanno poco valore per chiunque altro: quella copia malandata del Beau Geste di Wren, o la traduzione dello Struwwelpeter di Hoffmann che leggevate da bambini. Potreste aver visitato il museo di Francoforte dedicato a Hoffmann e al suo famoso libro di racconti morali per bambini, quindi il valore del possesso di questi libri sarebbe di gran lunga maggiore rispetto al loro non possesso, anche se raramente aprite le loro pagine.
Questa è la base della preferenza temporale: il valore maggiore imputato al possesso rispetto al non possesso. I libri con un valore sentimentale avranno pochissimo valore per chiunque altro, mentre altre persone invece avranno i loro preferiti. Le preferenze temporali di ognuno sono diverse. In termini economici, esprimiamo questi valori variabili in termini di differenza tra possesso e non possesso. Il valore del possesso futuro è normalmente espresso come tasso d'interesse sul valore monetario oggi.
In teoria quasi tutto ciò che ha valore, ha una preferenza temporale; cioè, tutto ciò che le persone apprezzano di più e vogliono possedere adesso piuttosto che ad un certo punto in futuro. Un valore futuro, con pochissime eccezioni, è sempre inferiore a quello attuale, ed è la differenza tra i due su cui riflette un proprietario quando deve separarsi dal possesso di qualcosa per un determinato periodo di tempo.
Gli unici esempi che vanno contro la preferenza temporale sono casi speciali. Ad esempio, oggi un individuo potrebbe rinunciare ad un salario dignitoso per studiare in modo da poter guadagnare di più dopo aver superato diversi esami. In questo caso, il valore presente di un flusso di utili viene rifiutato a favore di prospettive potenzialmente migliori in seguito. O il filantropo che presta le opere gratuitamente ad una galleria pubblica in modo che un pubblico più vasto possa apprezzarle e la sua ricompensa è essere considerato un generoso filantropo e un pilastro della società.
Il proxy per la valutazione della preferenza temporale sui beni è il denaro e il modo in cui viene normalmente espresso è un tasso d'interesse monetario, spesso definito tasso originario. Il tasso d'interesse originario può essere specifico, valutato e applicato in un'unica transazione, come ottenere l'uso temporaneo di una macchina per un tempo definito; può essere un tasso consolidato attraverso l'applicazione del risparmio, che riflette le preferenze temporali di molti beni e servizi il cui possesso è temporaneamente posticipato.
La preferenza temporale è la considerazione principale dietro un tasso d'interesse, oltre ad altri elementi, come l'affidabilità e la situazione finanziaria del debitore. Per l'individuo che sacrifica la soddisfazione immediata di spendere i soldi messi da parte col risparmio, la preferenza temporale rifletterà i valori futuri scontati dei beni e servizi che altrimenti sarebbero stati acquistati.
Oltre alle preferenze temporali che riflettono i panieri di beni e servizi specifici, le persone avranno diverse preferenze temporali a livello individuale, come illustrato dall'esempio di una biblioteca personale. Si tratta pur sempre di un tasso marginale che di solito viene accettato come tasso d'interesse di mercato e quindi indica il valore complessivo della preferenza temporale al suo interno. Inoltre un tasso d'interesse deve essere maggiore della somma del tasso originario e della compensazione per tutti i rischi di prestito percepiti, al fine di creare flussi di risparmio per alimentare gli investimenti.
Stando così le cose, perché nei mercati finanziari il prezzo a termine di qualcosa ad una data futura è di solito superiore a quello attuale? La risposta è semplice: i prezzi a termine non rappresentano il possesso, ma l'estensione del non possesso. Invece di essere obbligati a pagare per il possesso oggi, un futures o un prezzo a termine consente ad un individuo di conservare più a lungo il denaro piuttosto che separarsene nel presente. E, supponendo che siano i mercati a stabilire i tassi d'interesse, con una preferenza temporale per il denaro superiore a quella dell'oggetto medio di consumo (al fine di creare flussi di risparmio di cui sopra), oltre all'aggiunta della compensazione del rischio finanziario, dovrebbe essere sempre superiore alla preferenza temporale pura applicata alla merce, all'oggetto, o persino ad un titolo di proprietà.
Pertanto i prezzi più elevati per le consegne future di materie prime e titoli di proprietà nei mercati finanziari sono principalmente un riflesso della preferenza temporale del denaro, oltre ai rischi associati al cambio della sua proprietà. A ciò dovrebbe essere compensata la specifica preferenza temporale per le singole materie prime, ma fintantoché sono in offerta adeguata, non sarà tanto significativa rispetto a quella del denaro.
Ciò significa che la rappresentazione finanziaria del tempo in un contratto futures o forward è normalmente un costo positivo. Questa condizione è chiamata contango. Dobbiamo anche considerare la domanda relativa e le caratteristiche di offerta del titolo sottostante tra la Data 1 e la Data 2, che possono temporaneamente aumentare la preferenza temporale di una merce al di sopra di quella del denaro. Se le caratteristiche della domanda sono tali che il valore di una consegna immediata prevale sulla preferenza temporale del denaro, allora abbiamo un backwardation. Ad esempio, attualmente potrebbe esserci una grave carenza, ma l'offerta della merce in questione dovrebbe essere più abbondante in una data futura. La backwardation è una condizione temporanea e non la normalità nei mercati finanziari.
Riassumendo la preferenza temporale ci dice che, tranne in alcuni casi specifici, il tasso d'interesse sul denaro, che rappresenta la preferenza temporale per tutti i beni e servizi, deve essere sempre positivo e includere un margine extra per garantire il flusso di risparmi. Inoltre questa è la base per tutti i prezzi nei mercati finanziari quando si tratta di posticipare la consegna o il saldo, che si chiama contango. Nei mercati normali la backwardation è sempre innaturale e temporanea, a riflesso di un eccesso di domanda rispetto all'offerta per una data precedente rispetto ad una successiva, ma non è mai una condizione generale.
I tassi d'interesse negativi creano backwardation permanenti
Il motivo per cui è essenziale comprendere il significato e le implicazioni della preferenza temporale è mostrare che i tassi d'interesse negativi sono innaturali e non concordano con l'azione umana. Potrebbe non essere uno shock per i mercati finanziari quando una banca centrale, la cui valuta non è la valuta di riserva mondiale, impone un tasso negativo alle riserve delle sue banche commerciali. Dopotutto una banca commerciale addebiterà comunque ai suoi debitori un tasso positivo, anche se potrebbe essere necessario essere fantasiosi quando si tratta di mantenere felici i depositanti. Ma questa situazione sta cominciando a cambiare, poiché sia gli stati che le grandi società ora sono in grado di emettere obbligazioni a tassi negativi. Come abbiamo visto dal nostro discorso sulla preferenza temporale, questa è una distorsione significativa dalla normalità, indicando che i mercati obbligazionari prevedono tassi negativi ancora più profondi nelle valute interessate.
Nella gestione dei tassi d'interesse, il presupposto delle banche centrali è che l'interesse è il prezzo del denaro. Questo è sbagliato per le ragioni sopra esposte. Ma invece di rendersi conto che tassi negativi più profondi non promuoveranno la ripresa economica, i modelli economici delle banche centrali prevedono che tassi negativi più profondi sono necessari nel caso in cui si materializzi una recessione.
Tuttavia questo è un territorio inesplorato per i policymaker e sono cauti sulla prospettiva di tassi negativi più profondi. Tassi d'interesse negativi più profondi saranno quasi certamente preceduti o accompagnati da un quantitative easing, il quale consente ad una banca centrale di ancorare i tassi a termine ed i rendimenti dei titoli di stato a zero o anche in territorio negativo. Se il mondo affronterà una recessione globale, è probabile che l'espansione monetaria sia l'unica linea di azione per le banche centrali e tassi negativi più profondi diventeranno cruciali nella politica monetaria.
Con la fase espansiva del ciclo del credito che si sta esaurendo, la storia ci dice che non solo stiamo entrando nella fase di bust del ciclo del credito, ma la guerra commerciale tra Cina e America probabilmente si sinergizzerà con la congiuntura negativa del ciclo del credito per innescare un crollo su vasta scala.
Stando così le cose, secondo i nostri presupposti tassi negativi più profondi diventeranno inevitabili. Il primo ad esplorare questo territorio pericoloso saranno probabilmente la BCE, la Banca Nazionale Svizzera e la Banca del Giappone (sebbene Danimarca e Svezia siano state l'avanguardia). I tassi sui prestiti della FED e della Banca d'Inghilterra sono ancora in territorio positivo, ma di fronte ad una crisi economica ciò potrebbe rapidamente cambiare. Il tasso d'interesse della FED è particolarmente importante, perché i mercati finanziari internazionali valutano tutto in dollari. E a meno che la FED non sia disposta a vedere un dollaro rafforzato da tassi negativi altrove, potrebbe avere poche opzioni se non quella di seguire la carovana della NIRP.
Se la FED introduce tassi di cambio negativi, allora le distorsioni sulla preferenza temporale avranno una svolta catastrofica. Tutti i mercati finanziari passeranno alla backwardation, riflettendo i tassi negativi imposti ai dollari. Ricordate, le uniche condizioni in cui la backwardation può teoricamente esistere nei mercati liberi è quando c'è una carenza di una merce per un saldo anticipato piuttosto che successivo. Eppure qui ci sono condizioni di backwardation imposte sul denaro, il che ci porta ad una conclusione: se sui mercati finanziari vengono imposti tassi negativi per il dollaro, quasi sicuramente porteranno ad una fuga dal biglietto verde, ma non in altre valute, bensì in tutte le materie prime e nelle criptovalute. La situazione attuale, dove sin dagli anni '80 i derivati hanno gonfiato l'offerta di materie prime sopprimendone così i prezzi, finirà per invertirsi. Il potere d'acquisto del dollaro sarà indebolito da un tentativo di fuga dallo stesso; ed è improbabile che arrivi prima che la differenza tra le preferenze temporali negative per i dollari e quelle leggermente positive per gli oggetti di tutti i giorni promuova una fuga simile dai depositi bancari.
Sebbene possa sembrare una situazione da bianco o nero, c'è un'area grigia con tassi vicini allo zero, quando sono inferiori al tasso d'interesse implicito sull'oro, a causa della preferenza temporale relativa al metallo giallo. Qui va notato che il tasso d'interesse dell'oro quando la sterlina era coperta variava generalmente tra il 2 e il 4%, usando il rendimento del British Consol come proxy. Il FFR della FED sta già testando il limite inferiore della preferenza temporale storica dell'oro monetario, ed i mercati si aspettano che il FFR scenda ancora di più.
Tassi d'interesse negativi per i dollari e l'oro
Questo ci porta a considerare come un tasso d'interesse negativo per i dollari andrà ad influenzare il prezzo dell'oro. L'oro è diverso dalle altre materie prime, perché è anche un mezzo di scambio. E sebbene non possa essere comunemente usato come tale nei mercati dei capitali, è ampiamente ritenuto riserva monetaria di valore dalle banche centrali.
L'oro ha una propria preferenza temporale monetaria e quando l'oro era denaro sappiamo dall'esperienza britannica del diciannovesimo secolo che la preferenza temporale dell'oro di solito manteneva un valore superiore al due per cento, e questo era ancora approssimativamente vero col tasso di leasing dell'oro negli anni '80.
Negli anni '80 l'oro è stato sempre più utilizzato come garanzia per i carry trade, portando ad un'esplosione negli affari per il mercato dei lingotti a Londra. Le banche centrali avevano accumulato lingotti come parte delle loro riserve monetarie e il prezzo dell'oro stava scendendo. Con la morte delle condizioni rialziste, la preferenza temporale dell'oro diminuì. Le banche centrali ed i dipartimenti del Tesoro alimentarono questa tendenza, essendo pronti a dare in leasing il loro oro in grandi quantità a banche specializzate nel mercato dei lingotti.
A quel tempo, una bullion bank poteva accettare in leasing oro da una banca centrale e usarlo come garanzia per investire in titoli di stato statunitensi. La preferenza temporale dell'oro era riflessa in un tasso di leasing in genere dell'1,5-2% (sebbene ci fossero picchi al 3-5%). I tassi di leasing facevano rima con il tasso originario dell'oro nel diciannovesimo secolo.
Nel frattempo i semestrali statunitensi fruttavano circa il 6% o più, permettendo alle bullion bank di staccare un profitto rispetto al tasso di leasing. Mentre i dati non sono mai stati pubblicati, Frank Veneroso, all'epoca importante analista indipendente del metallo giallo, tenne un discorso a Lima nel 2002 stimando che i contratti di leasing e gli swap per l'oro fossero compresi tra le 10,000 e 15,000 tonnellate. In altre parole, fino alla metà di tutto l'oro delle banche centrali era stato dato in leasing o sottoposto a swap.
Da allora il mercato a termine di Londra ha continuato a crescere. Le bullion bank hanno esteso le loro operazioni per offrire conti agli individui più ricchi di tutto il mondo, quasi interamente su base non allocata. Conti non allocati consentono a una bullion bank di possedere l'oro depositato presso di essa e di sfruttarne l'uso come garanzia per operazioni di carry trade e altre opportunità di arbitraggio sui tassi d'interesse. Questo mercato è diventato così sviluppato che gli addetti ai lavori hanno ipotizzato che per ogni oncia di lingotti fisici in possesso delle bullion bank ci possano essere centinaia di passività cartacee.
Oggi non abbiamo modo di conoscere il vero livello della leva dell'oro sintetico. Un'ipotesi di lavoro stima che sia tra le dieci o le venti volte, date le statistiche della Banca dei Regolamenti Internazionali sugli swap e forward OTC e le statistiche sui vault del LBMA. A ciò si devono aggiungere le passività dei conti non allocati che non sono registrate. In ogni caso, possiamo essere certi che negli ultimi decenni un tasso di leasing positivo sull'oro ha portato ad una sostanziale posizione sistemica scoperta, date le prove dalle statistiche di clearing giornaliere del LBMA.
Il tasso d'interesse in dollari che conta oggi è il tasso di mercato wholesale, USD LIBOR che corrisponde ad un contratto di leasing dell'oro. Al momento in cui scriviamo, il LIBOR a 12 mesi è all'1,949%. Il tasso forward a 12 mesi dell'oro è all'incirca lo stesso, il che implica che il tasso di leasing è zero. Con i tassi di leasing dell'oro che non riflettono alcuna preferenza temporale per l'oro, la sua offerta nei mercati è fortemente limitata. Guardatelo dal punto di vista di una banca centrale: se un contratto di leasing è in scadenza, non vi è alcun incentivo a rinnovarlo, in particolare data la controparte non quantificabile ed i rischi sistemici che possono sorgere nell'attuale clima economico globale.
Possiamo concludere che la base per l'arbitraggio sui tassi d'interesse prendendo in prestito oro si sta per schiantare contro un muro di mattoni. Non solo non c'è incentivo per chi lo dà in leasing, ma c'è anche un appetito in diminuzione da parte di chi lo riceve in leasing, perché le opportunità stanno svanendo. Le passività in oro sintetico vengono gradualmente ridotte, non solo cessando la creazione di nuovi obblighi, ma acquistando lingotti fisici. Ciò è stato particolarmente vero quando la curva dei rendimenti statunitense ha iniziato ad invertirsi negli ultimi mesi (a sua volta una backwardation della preferenza temporale), ed è stata la ragione principale per cui il prezzo dell'oro è passato rapidamente da meno di $1200 a oltre $1500.
Le bullion bank devono ora affrontare la prospettiva che la FED abbassi nuovamente i tassi d'interesse a zero, anche senza una crisi sistemica come quella ai tempi della Lehman. I trader, che spesso non sono profondamente analitici, collegheranno quasi sicuramente l'andamento dell'oro ad una crisi in stile Lehman, una volta che le preoccupazioni sulla liquidità del dollaro rievocheranno la bull run del metallo giallo da $750 a oltre $1900. Se i tassi torneranno allo zero bound ed il LIBOR rimarrà positivo, ciò rifletterà un rischio sistemico, non la preferenza temporale. Nel frattempo la preferenza temporale dell'oro aumenterà quasi sicuramente man mano che i mercati tenteranno di scontare una nuova ondata di espansione della base monetaria quando la FED cercherà di stabilizzare l'economia americana.
Le bullion bank sanno che sta per arrivare il giorno in cui la preferenza temporale dell'oro supererà quella del dollaro. Inoltre vi è la crescente minaccia di tassi negativi, poiché le condizioni economiche si deterioreranno ulteriormente. Mettendo da parte altre considerazioni, il cambio delle preferenze temporali suggerisce che la futura strategia di trading di una bullion bank dovrebbe essere l'opposto della loro posizione attuale: invece di detenere un piccolo stock di oro per finanziare una posizione in dollari, dovrebbero mantenere una piccola riserva di dollari per finanziare una posizione più ampia in oro fisico.
È per questo motivo che non solo il prezzo dell'oro sta aumentando, ma è probabile che continui a salire. È impossibile quantificare la misura in cui il prezzo dell'oro salirà quando le bullion bank si affretteranno ad invertire le loro posizioni short.
Le conseguenze
Oltre ad essere influenzata dalle sue condizioni di domanda ed offerta, la preferenza temporale dell'oro è essenzialmente indirizzata alla sua redditività, rappresentata dal suo uso come mezzo di scambio e riserva di valore. L'aspetto monetario lo collega al suo valore di scambio rispetto a tutte le materie prime, ed è questo aspetto che dovrebbe avvertirci che un backwardation dell'oro, a causa di tassi d'interesse negativi nel dollaro, preannuncerà anche una backwardation generale nelle materie prime.
Non dobbiamo dimenticare che i mercati anticipano eventi dove possono, quindi con una recessione che minaccia di trasformarsi in una depressione e con una incombente crisi del credito dietro le quinte, la prospettiva di tassi negativi verrà valutata in misura crescente nella relazione tra materie prime e dollari fiat. Supponendo che le prospettive economiche si oscurino a causa della coincidenza di dazi e fase di bust nel ciclo del credito, ciò significherà scacco matto per le banche centrali. Non sono attrezzate a livello tecnico per salvare la valuta a spese di fallimenti diffusi, non solo nel settore privato, ma anche in quello pubblico. Ed è quello che dovranno affrontare i mercati.
La situazione attuale presenta sorprendenti somiglianze con gli anni '30 e le prospettive per l'economia globale sono alimentate dagli stessi fattori. C'era il gold standard allora e oggi no, quindi gli effetti sui prezzi stanno già mostrando differenze. Né allora c'era una bolla da centinaia di miliardi di miliardi in derivati. Questa volta i peccati monetari dopo la fine dell'accordo di Bretton Woods faranno scontare tutte le deformazioni economiche finora nascosta sotto il tappeto, anche se i tassi del dollaro verranno abbassati a zero; ma se diventeranno negativi, maggiore sarà la backwardation sull'intero complesso delle materie prime. Più rapidamente le materie prime saranno acquistate in modo da poter vendere il dollaro, tassato con i tassi negativi, e più velocemente gli attori di mercato svaluteranno la valuta.
Con tutte le altre valute fiat rapportate al dollaro, ciò segnerà l'inizio di un processo che probabilmente farà crollare l'intero sistema delle valute fiat. Le bullion bank che saranno troppo lente nel riconoscere il cambiamento e non chiuderanno i loro obblighi in oro, o saranno costrette a derubare i loro clienti allocati in oro, o andare fallite; tutti i derivati su materie prime dovranno affrontare un periodo di rapida contrazione degli interessi aperti.
Piuttosto che stabilizzare il sistema tramite un quantitative easing, sarà quest'ultimo che garantirà la crisi. Lo sviluppo di un problema nei mercati dell'oro, spingendo il prezzo dello stesso verso l'alto mentre alcune banche si ritroveranno intrappolate, è probabile che anticipi una più ampia crisi finanziaria e sistemica. Pertanto, con l'improvviso movimento dell'oro al rialzo unito alla sua forza persistente, possiamo ragionevolmente essere certi che stiamo assistendo all'inizio dello smantellamento del sistema monetario basato sul dollaro e che l'oro ha ancora molto da dire.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/
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Ciao Francesco,
RispondiEliminasempre spunti interessanti nel tuo blog!
Ti segnalo questo link, riguardo proprio i derivati sulle materie prime e la loro manipolazione.
https://www.justice.gov/opa/pr/current-and-former-precious-metals-traders-charged-multi-year-market-manipulation
Ciao!