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mercoledì 31 luglio 2019

Una “No Deal” Brexit potrebbe essere un'opportunità d'oro





di Tom Colsy


Gli ultimi tre anni hanno visto l'ex-gigante industriale e la superpotenza coloniale della Gran Bretagna paralizzata da divisioni e posizioni politiche partigiane, il tutto riguardo ad un problema noto che sembra non voler risolversi: la Brexit. Quale sarà il suo retaggio economico?

Il panico per uno scenario "No-deal" con l'Unione Europea (UE) ha portato i commentatori, i politici ed il pubblico a credere che la Brexit possa comportare solo catastrofe economica e isolazionismo, ma potrebbe non essere affatto così.

Mentre la paralisi politica attanaglia il parlamento di Westminster, tutte le opzioni sono oggetto di discussioni. Nonostante suddetto panico, alcuni concetti piuttosto interessanti e ambiziosi stanno guadagnando terreno e potrebbero vedere la Gran Bretagna diventare una nazione molto più estroversa, prospera e dedita al libero scambio di quanto non sia stata negli ultimi 46 anni.

Uno, in particolare, potrebbe scuotere l'attuale stato della geopolitica del XXI secolo, accogliendo al contempo una nuova era di cooperazione e accordi liberal-internazionalisti tra nazioni sovrane. Con tali prospettive future promettenti per i liberali e gli inglesi in generale, la paura potrebbe rivelarsi tutt'altro che giustificata. Ecco perché.



Come stanno le cose per la Gran Bretagna?

Dato che la nazione ha già mancato una scadenza per lasciare l'UE e si sta affrettando verso una seconda (31 ottobre di quest'anno), è diventato chiaro che dovranno essere presentati piani concreti per la politica economica. Il partito conservatore al potere si è concentrato su alcune idee politiche ambiziose e intelligenti. La Gran Bretagna potrebbe avere un futuro economico molto luminoso e prospero se queste proposte dovessero mai realizzarsi.

Boris Johnson, che è diventato il primo ministro del Regno Unito, sostiene piani per zone esenti da imposte in stile Singapore in tutto il Paese. Nel frattempo il segretario britannico per il commercio internazionale, Liam Fox, ha discusso di ridurre a zero tutti i dazi sulle importazioni in caso di una "No-deal" Brexit.

Allo stesso tempo, con il ruolo di "Segretario della Brexit", la stella nascente Dominic Raab ha dato molto peso a ridurre le imposte sulle società nel caso in cui la Gran Bretagna e l'Unione Europea non saranno in grado di raggiungere un accordo. Quindi le idee giuste vengono discusse con un certo ottimismo. La Gran Bretagna potrebbe davvero tornare ad essere un brillante esempio di economia laissez faire, se i politici restano fedeli alla loro parola e nei prossimi mesi tenteranno seriamente di ristrutturare un modello economico ambizioso (e in definitiva più libero) al di fuori di quello opprimente dell'UE.

Una possibile opzione significherebbe che la nazione insulare si allontanerebbe dall'Europa verso alcune nazioni anglofone del Commonwealth ed ex-colonie. Parlo, ovviamente, della proposta CANZUK che vedrebbe unirsi Canada, Australia, Nuova Zelanda e Regno Unito sulla base di accordi volontari di libero scambio e movimenti multilaterali, formando un blocco che avrebbe il terzo PIL nominale più grande al mondo.



La proposta di libera circolazione

Ciò che rende unico il CANZUK è quanto sia praticabile e ben studiato a tutti i livelli. A differenza dell'UE, il raggruppamento non sarebbe consolidato attraverso trattati impositivi intrisi di spiacevoli note a piè di pagina che delegano il potere politico ad un'istituzione burocratica. La libera circolazione aiuterebbe a soddisfare le richieste del mercato del lavoro in tutti i Paesi, ma ciò sarebbe vietato a coloro che hanno precedenti penali gravi.

Tutto ciò su cui l'UE ha sbagliato, soprattutto quando ha formato sindacati con una finzione liberal-internazionalista, le proposte del CANZUK potrebbero aver successo. Esse spiegano gli atteggiamenti sociali ed i pericoli di diventare impositivi, erodendo la sovranità nazionale. La libera circolazione all'interno dell'Unione Europea è stata ampiamente abusata dalla popolazione domestica ed è parte del motivo per cui la Gran Bretagna ora vuole lasciare l'UE. Ciononostante la popolazione stessa favorisce tale principio tra le nazioni del CANZUK.

Forse una ragione è che mentre le nazioni sono estremamente vicine dal punto di vista culturale, sono anche simili dal punto di vista socio-economico. Nonostante le loro distanze, questi stati sembrano gemelli separati alla nascita (ovviamente condividono lo stesso monarca).



Ciò risulta evidente quando si nota che i loro dati sul PIL pro-capite sono tutti compresi tra $37.100 (Nuova Zelanda) e $48.800 (Australia). Nessuno ha un'aspettativa di vita inferiore all'80,7 e tutti hanno tassi di disoccupazione estremamente bassi che sono ben al di sotto del 10%. Per tale motivo è molto bassa la possibilità di una migrazione di massa oltre i confini che vada a saturare il mercato del lavoro poco qualificato in uno dei Paesi.



La Trans-Tasman Travel Partnership

L'area di libera circolazione si baserebbe su un accordo già concluso tra la Nuova Zelanda e l'Australia: il Trans-Tasman Travel Partnership (abbreviato in TTTP).

Ciò concede ai cittadini di entrambi i Paesi lo status di categoria speciale e possono viaggiare avanti e indietri nei CANZUK con visti temporanei che vengono automaticamente concessi con il loro passaporto e registrati elettronicamente. Possono attraversare i confini senza mai dover compilare moduli amministrativi. Ciò a condizione che l'altra nazione attui lo stesso tipo di processo, il che consente un grado unico di flessibilità politica.

Le persone coinvolte in gravi attività criminali, o quelle che il ministro incaricato della supervisione dell'immigrazione ritiene possano essere una minaccia o un rischio per la sicurezza pubblica, non godranno dei diritti alla libera circolazione. Si tratta di un'importante restrizione che probabilmente sosterrà il consenso negli anni.

L'area di libero scambio verrebbe inoltre modellata su un accordo esistente tra le due nazioni dell'emisfero australe: l'accordo Closer Economic Relations (CER). CANZUK International, l'organizzazione alla guida di questo movimento, guidata dal CEO e fondatore James Skinner a Vancouver, afferma che potrebbe essere facilmente negoziato l'ingresso della Gran Bretagna e del Canada nell'accordo e favorirebbe la crescita di ciascuno dei soggetti coinvolti.

Una petizione per il modello da emanare sta guadagnando slancio e ha raccolto quasi 275.000 firme, accanto alle loro pagine Twitter e Facebook. Nel frattempo i politici stanno iniziando a dare peso all'idea: personaggi del Partito conservatore come Daniel Hannan, Owen Paterson e Julian Brazier hanno apertamente sostenuto il CANZUK, mentre l'ex-capo di stato australiano, Tony Abbott, ha di recente auspicato un movimento più libero tra il suo Paese e il Regno Unito.

Il resto del mondo dovrebbe guardare da vicino e con interesse lo sviluppo di questo progetto. La fusione tra Gran Bretagna, Canada, Australia e Nuova Zelanda potrebbe essere un esempio di come la cooperazione internazionale sarà condotta in futuro: attraverso strutture flessibili, liberali e ben ponderate, mediando sufficientemente il confine tra sovranità nazionale ed unione economica. È un concetto promettente e positivo che tutti i liberali economici dovrebbero appoggiare.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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