di Francesco Simoncelli & Marco Dal Prà
Nel 1992 il politologo americano Francis Fukuyama pubblicò un libro nel quale sosteneva a grandi linee che l'evoluzione della civiltà umana fosse giunta alla sua massima espressione e che non ci sarebbero stati più grandi cambiamenti. Il libro, intitolato “La fine della storia e l'ultimo uomo”, non è molto famoso ma la stragrande maggioranza dei cittadini del mondo è come se lo accettasse incondizionatamente, visto che non mette in dubbio quasi nulla di quello che costituisce il vivere quotidiano. Le democrazie parlamentari, inoltre, sono ritenute la perfezione quasi assoluta nel modo di amministrare un Paese, un dogma intoccabile che nessuno osa mettere in dubbio.
Eppure c'è un elemento macroscopico, un elefante nella stanza, del quale nessuno osa parlare anche se sta erodendo le democrazie fin dalle fondamenta: il debito pubblico. Ma non lo chiamano debito dello stato, altrimenti si individuerebbero troppo facilmente i suoi responsabili, quindi lo chiamano in modo più generico, in modo da sminuirne l'importanza, da sfumarne il peso e da rimandarne la soluzione. È quella cifra da migliaia di miliari che ciascun politico negli anni si è fatto prestare da banche e cittadini pur di esaudire le promesse fatte durante le campagne elettorali. Gli addetti ai lavori continuano a minimizzare la questione, ribadiscono che il debito è una cosa “sostenibilissima”, ma intanto quel buco nero si ingrandisce sempre di più. E questo buco da migliaia di miliardi è pronto a caderci addosso com'è successo a Cipro, in Argentina o in Grecia.
Negli Stati Uniti questa “usanza” di indebitarsi ha invaso tutti gli strati sociali: iniziano gli
studenti, che si indebitano per laurearsi, passano per la cittadinanza, che si indebita con le carte di credito, ed arrivano alle imprese che si indebitano per il piacere degli azionisti, senza più investire nello sviluppo di nuove tecnologie e nuovi prodotti. Qui il debito dello stato è solo la punta dell'iceberg, ma dentro le bolle non si può soffiare all'infinito... prima o poi scoppiano.
Cosa si sono inventati allora? Per evitare che qualcuno si presentasse di fronte all'enorme bolla dei debiti con un ago per farla scoppiare, sono intervenute le banche centrali facendo ricorso alle magie dell'ingegneria finanziaria. La prima mossa è stata quella di spingere al massimo le rotative per la stampa di denaro ed usarla per comprare i debiti degli stati. Euro o dollari in cambio dei debiti carta straccia dei governi. Per le banche un affare, peccato che di tutti questi “contanti” non sappiano cosa farsene. La seconda mossa è stata di concedere prestiti alle banche ad interessi zero, in modo da salvarle dalla bancarotta: perdite che hanno accumulato per mala gestione o per i magri affari che fanno oggi con la gestione dei conti correnti. Soldi gratis affinché l'istituto bancario non vada a richiedere di ripagare il debito contratto con lo stato.
La banca commerciale si tiene in pancia i titoli di stato e la banca centrale la premia con ulteriore denaro. Peccato che tale carta straccia che si tiene in pancia garantisca i nostri conti correnti. Significa che se lo stato va in bancarotta, i cittadini e le imprese si ritrovano senza un quattrino. Default totale.
La spirale si sta avvitando su sé stessa, ma i progetti con le fondamenta di argilla prima o poi crollano. Davvero credete che il giochino delle promesse politiche, mantenute con ulteriori debiti, possa continuare all'infinito? Naturalmente politici e mezzi di informazione tradizionale non forniranno mai la risposta, perché è inutile diffondere allarmismi. Informare non è la loro missione.
Il popolo deve pensare al proprio lavoro, alla propria vita. Inutile avvisarlo che un asteroide sta per
precipitare sulla loro testa. Lasciamoli felici e tutto si risolverà.
Purtroppo, però, le cose non stanno proprio così. Chi osserva da tempo i grafici della produzione industriale, dei mercati finanziari, e dell'economia in generale sa benissimo che ci sono i segnali premonitori di un reset generalizzato perché ormai la corda è tesa all'inverosimile. E la colpa è dei governi e delle banche centrali che la stanno tirando da ormai troppo tempo, tanto che non
è più possibile tornare indietro. Nessun politico mai, infatti, vi verrà a dire che i soldi sono finiti e non può promettere più nulla, e tanto meno vi chiederà indietro i soldi che vi hanno dato con qualche regalia o con qualche sussidio. Figurarsi poi ammettere che il sistema “democratico” che tutti lodano abbia un errore di fondo e che dovrebbe essere radicalmente riformato: sarebbe immediatamente messo alla gogna, incarcerato e buttate via le chiavi.
Del resto il meccanismo delle promesse elettorali impossibili è alla base della democrazia parlamentare, quindi come si può pensare di abolirlo? Come potrebbero stare in piedi i partiti, senza la possibilità di convogliare su di loro milioni di voti provenienti dalle categorie alle quali hanno promesso mari e monti? Bisognerebbe abolire la stessa democrazia. La fine della democrazia e l'ultima nazione. La storia non è finita. Non c'è un ultimo uomo. La storia continua lungo il percorso del tempo, un percorso dove l'umanità prova, sbaglia e ricomincia. I modelli sbagliati si cancellano e si ricomincia con altri modelli. Il nazismo era sbagliato ed i suoi difetti macroscopici lo hanno fatto rapidamente finire. Anche il comunismo aveva dei difetti, ma erano meno evidenti, così ci ha messo più tempo a scomparire.
I difetti delle democrazie parlamentari adottate dalla maggior parte delle nazioni sono ancora meno
evidenti, ma ci sono e si stanno manifestando in tutta la loro forza con i debiti pubblici, oggi entrati in una curva esponenziale che porterà alla fine delle nazioni che li hanno adottati come metodo di governo. Il sogno di Fukuyama, nel quale l'umanità era arrivata ad un traguardo di perfezione, oltre ad essere un'illusione è giunto al termine. È quindi giunto il momento di un cambiamento, un momento nel quale si deve pensare ad un nuovo modello di nazioni, di governi e di democrazie.
IL PREZZO PIÙ IMPORTANTE DI TUTTI NELLA SOCIETÀ
Ma come si è arrivati a questo punto? Come si è "de-costruito" una società intera? Per capirlo parliamo del prezzo più importante di tutti nella società: il tasso d'interesse. In una società di libero mercato, il tasso d'interesse viene stabilito mediante un mercato dei capitali competitivo in cui ogni individuo decide di prestare, prendere in prestito, o rimanere in disparte. La propria decisione dipende dalla valutazione soggettiva di quanto possa valere in futuro il suo reddito. Alcune persone sono altamente orientate al futuro e Ludwig von Mises definì questo punto di vista "una preferenza temporale bassa". Altre persone sono altamente orientate al presente e Mises definì quest'altra categoria "una preferenza temporale alta".
Quando una persona ha una bassa preferenza temporale è disposta a prestare il suo capitale (denaro) ad un tasso d'interesse basso. Il mutuatario non deve offrirgli un tasso di rendimento alto per persuaderlo a rinunciare all'uso della sua ricchezza per un determinato periodo di tempo. Il contrario accade con l'individuo con una preferenza temporale alta. Per convincerlo a rinunciare ad usare il suo denaro, un mutuatario deve offrirgli un tasso d'interesse molto alto.
Il libero mercato consente alle persone con preferenze temporali elevate, alle persone con preferenze intermedie e alle persone con scarsa preferenza temporale di riunirsi e fare offerte e controfferte. I mercati dei capitali sono gigantesche aste per il capitale e attraverso queste offerte oggettive le preferenze temporali soggettive degli individui producono tassi d'interesse specifici in specifici mercati dei capitali.
Un tasso di interesse è in definitiva il prodotto di valutazioni soggettive che vanno a valutare il tempo e il rischio di credito.
ENTRA IN SCENA L'INGANNO
Qualsiasi manomissione di questo processo da parte di un'agenzia statale o di pianificazione centrale costituisce un tentativo deliberato di utilizzare la coercizione legalizzata per ingannare prestatori e mutuatari. Le banche centrali vengono autorizzate dagli stati e hanno il monopolio sul settore bancario commerciale.
In primo luogo, una banca centrale inizia il suo processo di inganno assumendo economisti per decidere quale teoria economica applicare alle informazioni statistiche. Questa teoria modella quali informazioni verranno raccolte. In secondo luogo, una banca centrale assume specialisti per raccogliere informazioni statistiche sull'economia generale. A volte è lo stato a fornire queste informazioni; spesso devono essere fornite da privati o imprese sotto la minaccia di sanzioni in presenza di un rifiuto. In terzo luogo, gli economisti delle banche centrali interpretano l'importanza delle informazioni raccolte e le scelgono in base alla teoria economica prevalente, che include una teoria del ciclo boom/bust. In quarto luogo, un gruppo diverso di economisti decide se acquistare, vendere, o detenere certificati di debito pubblico al fine di modificare i tassi d'interesse prevalenti o mantenerli ad un certo livello.
Una banca centrale può acquistare titoli di stato a lungo termine per abbassare il tasso d'interesse a lungo termine dei mercati dei capitali: obbligazioni e mutui. Oppure può acquistare debito a breve termine per influenzare il tasso d'interesse overnight con il quale le banche commerciali si prestano denaro a vicenda. Può anche vendere certificati di debito per produrre gli effetti inversi, ma è raro che vada avanti per più di qualche settimana.
I presupposti alla base dell'inganno delle banche centrali sono questi:
- Il libero mercato non è affidabile per allocare capitali.
- I banchieri centrali hanno sia un diritto legale sia un obbligo morale di modificare il tasso d'interesse.
- Un boom è preferibile a tutte le condizioni che imporrebbe altrimenti il libero mercato.
- Un bust deve essere evitato perché può produrre corse agli sportelli bancari e risultati politici sfavorevoli.
- È preferibile essere un banchiere centrale, la cui carriera è protetta dallo stato piuttosto che un banchiere commerciale o un economista che compete in un mercato senza ostacoli.
Nel tempo quest'ultimo punto non fa altro che innescare il primo punto e così via.
LE CONSEGUENZE DELL'INGANNO
Quando le banche centrali acquistano qualsiasi asset, creano denaro per comprarlo. Una banca centrale è il contraffattore con licenza ufficiale direttamente dallo stato. Pertanto quando una banca centrale crea nuovi soldi per acquistare debito pubblico, ad esempio, non vi è alcuna riduzione compensativa della spesa, come accadrebbe invece con un prestatore che non fosse anche un falsificatore. La contraffazione è illegale perché gli stati, le banche centrali e le banche commerciali non vogliono concorrenza. Quello che vogliono proteggere è il loro sigilli apposto sul denaro: se qualcun altro potesse creare denaro in questo contesto, si capirebbe attraverso la distruzione del potere d'acquisto che il denaro fiat è progettato per trasferire lentamente ricchezza reale da chi la crea a chi la spreca.
Quando le banche centrali creano denaro ex-novo contraffatto, gli stati lo spendono. Questo nuovo denaro viene moltiplicato attraverso il sistema bancario commerciale a riserva frazionaria. In questo senso i possedimenti di debito pubblico in pancia alla banca centrale servono come base monetaria per il sistema bancario commerciale. Quando la banca centrale aumenta la base monetaria, le banche commerciali aumentano i loro prestiti; quando la banca centrale vende asset, le banche commerciali devono ridurre i loro prestiti.
Nelle prime fasi del boom, gli acquisti di debito pubblico da parte della banca centrale abbassano il tasso d'interesse, il che significa tassi a breve termine. Tassi più bassi inviano un segnale ai mutuatari: "C'è più capitale disponibile", cosa che in realtà non è vera, c'è solo più denaro scoperto a caccia di una quantità di beni/servizi invariata. Il livello del debito aumenta e vengono avviati vari progetti di business. Poi i prezzi cominciano a salire, o per meglio dire, non scendono come avrebbero dovuto fare altrimenti. Perché? Perché i nuovi fondi contraffatti che sono stati prestati ai mutuatari e immediatamente spesi sono stati aggiunti alla massa monetaria. In un libero mercato, i fondi prestati non possono essere spesi dai creditori per comprare qualcosa.
Con l'aumento dei prezzi, il boom accelera ed i compratori pensano: "Meglio comprare subito, prima che i prezzi aumentino ulteriormente." I venditori pensano: "Meglio tenere la mia proprietà; i prezzi salgono". I prezzi continuano a salire ma, ad un certo punto, arrivano ad un livello a cui i nuovi compratori non possono permettersi di comprare di più. Quindi, come un transatlantico che finisce contro un iceberg, l'economia comincia a rallentare; poi affonda. Si comprende che il capitale investito in settori in piena espansione dell'economia è stato investito in beni che i consumatori non sono più disposti ad acquistare.
Una bolla finanziaria è sempre creata dal denaro scoperto, da tassi d'interesse soppressi al di sotto del livello che sarebbe prevalso in un libero mercato. Quando scoppia, e gli investitori perdono denaro, raramente incolpano i contraffattori ufficiali: la banca centrale e le banche commerciali.
L'INIZIO DI UNA NUOVA STORIA
Ma la guerra dei pianificatori centrali contro il libero mercato è stata futile, benché abbia avuto tante vittime e ancora continua a farne. La persistente manomissione dell'ambiente economico attraverso la manipolazione dei tassi d'interesse e l'offerta di moneta è stato un modo efficiente per derubare silenziosamente la maggior parte della popolazione, dando a quest'ultima una pistola scarica che ogni tot. anni ha fatto "clic clic". Niente male come raggiro, soprattutto perché i migliori cani da guardia di tale sistema sono le persone stesse, ignare della mano che si infila nel loro portafoglio poiché occupate a denigrare coloro che fanno notare tale furto. In nome di questo gigantesco furto sono state avallate le peggiori nefandezze, a partire dalla prima guerra mondiale. La distrazione non è una scusa plausibile di fronte alla carneficina anche di un solo uomo, quindi la maggior parte delle persone che ancora adesso blatera di "tasse giuste da pagare" e "sistema democratico da conservare", ha le mani lorde di sangue.
La vanità dei pianificatori centrali, però, non ha fatto vedere loro come le persone, sebbene possano essere i migliori cani da guardia di un ordine costituito, possono essere anche i migliori sabotatori. C'è una cosa a cui non rinunceranno: welfare state e pensioni. Inoltre sappiamo un'altra cosa: questi ultimi inevitabilmente affronteranno una bancarotta. Le passività che sono state accumulate per far girare questa ruota sono inverosimili e tutti i trucchi statistici implementati per ritardare questa realtà ne aumenteranno la portata e gli sciocchi che vi finiranno dentro. E questo è qualcosa che tutto il denaro di questo mondo non potrà cambiare, soprattutto perché man mano che si continua ad inondare l'economia più ampia con unsound money quelle promesse varranno sempre meno e le persone ne richiederanno sempre di più. La pianificazione centrale ha seminato i semi della propria disfatta.
La mancanza di inflazione dei prezzi fino a questo momento può essere spiegata solo da due motivi: o le statistiche non riflettono il grado di perdita del potere d'acquisto delle valute, o le persone hanno collettivamente aumentato le loro preferenze in termini di denaro rispetto a beni e servizi. Ma dato l'aumento del debito dei consumatori e l'incapacità dei lavoratori di sopravvivere senza credito, è difficile affermare che le preferenze in termini di denaro rispetto ai beni siano effettivamente aumentate.
L'inflazione monetaria è a malapena compresa da una persona su un milione, come diceva Keynes, motivo per cui gli stati hanno avuto vita facile. Inoltre non hanno lasciato che diluisse i guadagni ed i risparmi di tutti, invece hanno promosso la credenza nel denaro facile e nel credito a basso costo tra le imprese, in modo che potessero assumere più persone. E produrre cosa? Non aveva importanza. In realtà era una foglia di fico per attuare la cosiddetta "politica del rubamazzo" attraverso svalutazione competitive, sulla scia della sciocca credenza che l'indebolimento della propria valuta avrebbe reso gli esportatori più competitivi e avrebbe stimolato la creazione di posti di lavoro. Ma qualsiasi economista con un minimo di spirito di osservazione saprà che un'economia con una valuta forte, come Germania e Giappone negli anni del dopoguerra, ha un'economia più forte e più di successo rispetto ad una che segue la "politica del rubamazzo".
La soluzione è fermare la distruzione di ricchezza e risparmi e avere fiducia nella capacità della gente comune di gestire i propri affari senza l'intervento dello stato. Il punto centrale del libero mercato è il sound money. Quando operiamo scambi tra di noi ciò che scambiamo non è solo beni o servizi, ma informazioni. Più le informazioni sono genuine, maggiore sarà il livello di prosperità che verrà raggiunta. Perché? Perché ogni scambio volontario si conclude con entrambe le parti che ne traggono beneficio. L'intervento di una terza parte intorbidisce la circolazione delle informazioni, facendo circolare informazioni fasulle e distorte. L'unsound money è il veicolo perfetto per far circolare informazioni errate che vanno a vantaggio di una sola parte, scaraventando il mondo in un gigantesco gioco a somma zero.
Non basta eliminare le tasse sul risparmio. Non basta ridimensionare lo stato. Non basta annullare l'ondata di regolamentazione statale che negli ultimi tempi ci ha soverchiati. Non basta un sistema bancario riformato per affrontare meglio i cicli economici. Al centro di tutto c'è il sound money: un modo genuino per far circolare informazioni quanto più scevre possibili da contaminazioni distorcenti. Il gold standard, a causa della sua censurabilità, non può sostenere più un peso del genere nel mondo informatico/virtuale di oggi. Ecco perché le criptovalute sono la carta vincente per riportare in auge un sistema di prezzi corretto e un limite concreto alla pervasività delle istituzioni pubbliche capitanate dallo stato. Nello specifico, le caratteristiche insite in Bitcoin come permissionless, trustless, censorshipless, borderless, incarnano il mezzo adeguato per far circolare liberamente le informazioni, ponendo fine ai giochi a somma zero.
La più grande resistenza arriverà dagli economisti neo-keynesiani, le cui credenze sono piene di contraddizioni. Il compito di spazi come il blog del sottoscritto non sarà tanto quello di convincere gli economisti dei loro errori, ma quello di promuovere il concetto di sound money.
Potrebbe non essere troppo tardi per evitare una crisi del credito, probabilmente aggravata dalle politiche commerciali americane. In tal caso è necessaria una corretta comprensione delle forze distruttive dell'inflazione monetaria ed i benefici economici di un sound money. È già accaduto in precedenza: il Regno Unito è risorto dalla distruzione e dal debito delle guerre napoleoniche fino ad un gold standard sotto il quale il governo ha ridotto il suo debito e l'economia ha dato i natali alla rivoluzione industriale.
CONCLUSIONE
La più grande menzogna che ci è stata raccontata è che lo stato conferisce valore e credibilità la denaro, quando in realtà il denaro acquisisce il suo valore grazie alle libere scelte degli individui. Questo vuol dire che il suond money avrà sempre la fiducia e non temerà che gli attori di mercato possano toglierla improvvisamente; situazione diversa invece coi foglietti di carta colorata stampati dalle banche centrali, poiché in quanto unsound money la fiducia è costruita artificialmente e mantenuta in vigore con la forza.
La connessione di Bitcoin con l'economia Austriaca (e per estensione col libertarismo) sono palesi, infatti osservando le caratteristiche economiche del protocollo Bitcoin si pensa immediatamente alla Denationalization of Money di Friedrich von Hayek. Tra l'altro la relazione "Virtual Currency Schemes" della BCE collega direttamente la valuta digitale decentralizzata alla Scuola Austriaca di economia, visto che a detta della Banca Centrale Europea le radici filosofiche di Bitcoin sono una diretta "critica dell'attuale moneta fiat e degli interventi intrapresi da stati ed altre agenzie".
Data la forte connessione di Bitcoin con l'economia Austriaca ed i principi liberali classici, non dovrebbe sorprendere che i libertari contemporanei siano stati tra i primi a iniziare ad adottarlo come mezzo di scambio alternativo
Mentre la reputazione e il valore di Bitcoin continueranno a crescere, nuovi investitori entreranno nel mercato delle criptovalute. Indipendentemente dal fatto che le persone comprendano pienamente il motivo per cui sceglieranno di usare Bitcoin, prenderanno questa decisione a causa delle proprietà economiche di questa nuova tecnologia (che può essere meglio compresa leggendo il libro The Bitcoin Standard, la cui traduzione in italiano sta venendo curata anche da me) ed ai tentativi disperati dello stato nazione di sopravvivere alla sua scomparsa dai libri di storia.
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"Ma dato l'aumento del debito dei consumatori e l'incapacità dei lavoratori di sopravvivere senza credito, è difficile affermare che le preferenze in termini di denaro rispetto ai beni siano effettivamente aumentate" Questa affermazione vale solo per i redditi bassi, per i percettori di redditi alti è perfettamente corretto ipotizzare che oggi preferiscano il risparmio monetario all'acquisto di beni. In particolare oggi detenere molti beni significa avere una continua serie di problemi burocratici amministrativi che porta anche chi potrebbe permetterselo a non avere nulla, ed eventualmente prenderlo in affitto quando serve. cosi un enorme flusso di denaro che in altr tempi avrebbe aumentato il prezzo dei beni, oggi aumenta solo il prezzo di asset finanziari.
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