Bibliografia

venerdì 7 giugno 2019

Il nono anniversario di Francesco Simoncelli's Freedonia





di Francesco Simoncelli


Riuscite a crederci? Questo spazio virtuale è arrivato al suo nono anno di vita. Pubblicazioni, riflessioni, commenti, analisi, tutte queste attività hanno caratterizzato l'opera che da 108 mesi vi offre un punto di vista alternativo a quello dei media generalisti. L'immagine di copertina vuole celebrare proprio questo aspetto, ovvero, la mia opera non è altro che la riscoperta della logica nella critica di ciò che ci accade intorno. Più in particolare offrire la metodologia d'indagine attraverso la quale discernere da sé le cosiddette fake news da ciò che conta veramente. In sostanza, pensate al mio blog in questi termini: filtrare le sfaccettature essenziali dei fatti che osserviamo dal rumore di sottofondo rappresentato da tutto il resto. La metodologia è quella della prasseologia, ovvero, lo studio dell'azione umana. Ludwig von Mises ci ha lasciato in eredità uno strumento potente che è possibile applicare in ogni materia dello scibile umano. Nel mio spazio virtuale viene applicata principalmente all'economia, ma è facile capire come essa possa avere importanti risultati anche in altri campi di studio. Infatti, partendo dall'assioma sempre vero "l'essere umano agisce" e affiancandovi un altro assioma sempre vero "l'essere umano apprende", diventiamo abili nel giudicare attendibili o meno tutte quelle informazioni in cui ci imbattiamo nelle varie materie specifiche, proprio perché per deduzione logica stiliamo una serie di ragionamenti che ci portano infine ad una conclusione che è vera. Non è arroganza questa, perché il motivo è cristallino: il punto di partenza è vero, quindi la concatenazione di ragionamenti sarà altrettanto vera.

Facciamo un piccolo esempio. Oggi mi sono ritrovato a leggere questa notizia: secondo un sondaggio di Schwab, il 62% dei millenial vive di busta paga in busta paga. In sostanza, non riescono a risparmiare ed i loro (eventuali) anni di pensionamento saranno molto magri. Come applicare quanto detto finora a questo esempio particolare? Sappiamo che "l'essere umano agisce" e "l'essere umano apprende", questo ci suggerisce che la scelta di questi individui è razionalmente incanalata in lavori che possono offrire una retribuzione congrua con le loro capacità. Inutile dire che se avessero potuto svolgere un lavoro migliore l'avrebbero fatto, soprattutto in accordo con la frequentazione da parte loro di università prestigiose. Ma data la carenza istituzionale o eventualmente l'assenza di domanda per settori specifici ad alta specializzazione, li costringe a scegliere qualcos'altro. Perché non aspettare? Perché tanta fretta? Perché hanno finanziato il loro corso di studi attraverso il credito agli studenti e questo presuppone ripagare i propri oneri. Ovviamente possono ottenere un aiuto, o perlomeno coloro fortunati che hanno ancora i genitori, ma ciò presuppone un ulteriore colpo incapacitante ai risparmi. Ciò a sua volta significa anche meno consumi, meno costruzione di nuove famiglie e un senso di precariato latente.

Questo crea appiattimento nel mondo del lavoro e nell'offerta di servizi forniti alla società, scendendo lungo la piramide di Maslow verso attività ricreative piuttosto che creative. Ecco perché è tutto un fiorire di bar, ristoranti, pizzerie e fast food ad esempio. Senza contare anche che le grandi imprese non hanno intenzione di stimolare il settore della ricerca/sviluppo dato che possono fare soldi attraverso l'ingegneria finanziaria. Questo riduce ulteriormente la richiesta di personale tecnico e non intacca minimamente i dividendi elargiti. Stagnazione economica ed intellettuale sono le risultanti: non c'è tempo per capire il proprio disagio, perché gli individui sanno che il tempo è denaro. Ciononostante ignorano l'altro lato della medaglia: il denaro è tempo.

Il furto del nostro tempo attraverso la svalutazione monetaria è continuato a ritmo sostenuto da quando l'oro è stato rimosso dal sistema monetario. I prezzi hanno iniziato a salire rapidamente poi, poiché il potere d'acquisto del denaro scendeva. I pianificatori centrali hanno trovato una soluzione all'aumento dei prezzi: negare che stesse accadendo. Il contenuto dell'indice dei prezzi al consumo viene continuamente aggiustato, il che porta ad un modesto aumento annuale del 2%. Negli anni '80 gli stati hanno creato un nuovo slogan per contrastare il risparmio in declino: accendere prestiti per gonfiare beni e consumi. Il credito è diventato sempre più disponibile per immobili residenziali, carte di credito e prestiti personali. Le banche hanno guadagnato potere economico e profitti creando questo credito dal nulla ed i banchieri hanno fatto fortuna.

Dagli anni '80 la distruzione dei risparmi reali è stata compensata dall'inflazione degli asset. Tali eccessi hanno portato al crash del 1987, alla bolla dot-com nel 2000 e alla bolla immobiliare nel 2006-07. Ma le correzioni sono state sempre impedite da ancora più credito. Dopo la crisi di Lehman di dieci anni fa, la svalutazione monetaria è stata accelerata, i prezzi degli asset sono stati rigonfiati e l'inflazione dei prezzi è stata nascosta dall'IPC ufficiale.

La mancanza di una certa stabilità nella valuta consente allo stato di agire senza che la maggior parte della popolazione si accorga di essere derubata dei suoi guadagni, dei suoi risparmi, del suo futuro, del suo tempo. Non solo tutti sono più poveri di quanto sarebbe accaduto in assenza di tale interventismo, ma sono anche più poveri in termini assoluti. Ogni anno la popolazione viene derubata di più, al punto che alla fine rimarrà molto poco in relazione alle crescenti richieste dello stato.

Siamo ormai vicini a questo punto. Solo questa settimana abbiamo visto il fallimento della IPO di Uber e le conseguenze che può avere a livello sistemico. Le azioni bancarie in calo sono un indicatore preminente (qualcuno ha detto Deutsche Bank?). Ovunque le persone sono meno inclini ad accettare il credito offerto dalle case automobilistiche per finanziare l'acquisto delle loro auto. I default per il debito delle carte di credito è ai massimi. Inoltre i dazi, che sono tasse sul consumo e sulla produzione, in realtà vengono imposti agli americani rendendoli più poveri.

Dietro l'angolo non c'è un boom, ma un bust, e quando lo stato raccoglie rendimenti decrescenti attraverso le tasse, cerca sempre di recuperarli attraverso ulteriori svalutazioni monetarie. Sappiamo che ci sarà una crisi, perché la storia e la logica ci dicono così. E sembra proprio che ci siamo vicini a causa del messaggio che lanciano i mercati: le obbligazioni societarie sia negli Stati Uniti che nell'UE sono in una fase di stallo, le banche statunitensi stanno togliendo il tappeto da sotto i prestiti alle società, ecc. Ciò che sta accadendo è la conseguenza di un furto sistematico e continuo da parte dello stato attraverso l'emissione sconsiderata di denaro e credito. Chiamarla deflazione incoraggia i pianificatori monetari centrali a svalutare ulteriormente la valuta, nella convinzione ingenua che sia il contrario dell'inflazione.

I mercati azionari stanno ora scendendo, perché gli investitori diventano sempre più scettici che lo stato abbia tutto sotto controllo e quando gli investitori cominciano a pensare, al contrario di credere, vengono in mente domande imbarazzanti: se il denaro viene svalutato ancora e ancora, lo stato non dovrà accendere prestiti sempre più cospicui? E poiché si è assunto la responsabilità del nostro benessere attraverso il welfare state, non dovrà accendere ancora più prestiti? Da dove arriverà il denaro? E a quali tassi d'interesse?

È solo la fiducia che ci ha permesso di credere diversamente, senza di essa il denaro scoperto dello stato perde il suo potere d'acquisto. Questa fiducia è stata instillata, non guadagnata, attraverso la macchina della propaganda, ovvero, la scuola pubblica, partendo da un semplice e piccolo punto di plausibilità: la gestione del tempo.



IL TEMPO È CRUCIALE

Siamo tutti diversi e ci piacciono cose diverse, quindi il tempo perso non è tale finché è una nostra scelta personale. Nessuno può allocare il tempo in modo tanto efficace quanto l'individuo. Infatti sprecarlo può essere molto frustrante, perché perdere tempo è la negazione dell'ambizione personale. Evitare perdite di tempo richiede un'azione personale positiva, ma viviamo in un mondo in cui tale decisione viene progressivamente assimilata dalla pianificazione centrale. Quest'ultima, però, ha poca idea dell'importanza del tempo, sostituendolo con l'indecisione e la posticipazione. Il tempo offre cambiamenti e progressi, tranne che per lo stato, perché l'evoluzione degli eventi indebolisce le certezze della pianificazione centrale.

Nel mondo degli affari il tempo è un costo che va a scapito del profitto, perché il profitto viene sempre misurato entro un periodo di tempo. Un uomo d'affari efficiente è una persona stimata nella società: è produttivo e massimizza i profitti limitando il tempo speso per raggiungerli. Il tempo è anche la base dei tassi d'interesse, che lungi dal rappresentare il costo del denaro, sono un'espressione delle preferenze temporali individuali.

Attraverso la politica monetaria lo stato sequestra le nostre preferenze temporali, costringendoci a seguire il suo. Spesso non ci rendiamo conto di quanto sia dannosa la perdita di libertà quando non siamo noi a determinare la nostra quarta dimensione. Se capissimo che lo stato ci sta privando del tempo, probabilmente il sol pensiero ci farebbe infuriare. Questo furto è alla base della crescente frustrazione provata dalla gente comune; è il filo conduttore del libro The Road to Serfdom di F.A. Hayek, di come lo stato cospira per rubare la libertà del suo popolo e quindi mandare avanti le priorità nella sua agenda politica. Gli statalisti non se ne preoccupano, perché danno poca attenzione al tempo. La loro guida è la Teoria Generale di Keynes la quale non menziona il significato del tempo.

La dimensione temporale non si sposa bene con l'approccio matematico di Keynes all'economia, perché l'assunto dietro le equazioni è che il tempo non le modifica. In realtà, un mondo statico in cui le azioni di ieri replicano quelle di domani, non esiste; se esistesse, non ci sarebbe progresso umano perché si negherebbe l'assioma spiegato all'inizio di questo saggio (apprendimento). Pertanto il tempo porta con sé il cambiamento, quindi è un'incognita che i neo-keynesiani scelgono di ignorare. La motivazione di Keynes era quella di scartare la teoria classica per far posto a proposizioni che avrebbero favorito il controllo del denaro da parte della pianificazione centrale.

Prendendo questo controllo, ha persuaso gli individui che avrebbe potuto gestire meglio i loro soldi e con tale sotterfugio è arrivata a derubarli del tempo. Quando questo furto era relativamente basso, era tollerato, ma quando ci troviamo a lavorare sempre più per lo stato, trascorrendo quasi la metà della nostra vita lavorativa a farlo, cresce il malcontento e il risentimento. Non abbiamo più il controllo del frutto del nostro lavoro, del nostro tempo. La banca centrale ci "viene in aiuto", creando il denaro perso in tasse e incoraggiando le banche commerciali ad estendere il credito per permetterci di spendere di più. Per un breve periodo sembra funzionare, a patto che i perdenti non se ne accorgano e non si lamentino, ma alla fine porta all'instabilità economica sostituendo la casualità dei nostri desideri con un ciclo di espansione/contrazione del credito.

Guadagni e risparmi, i frutti del nostro tempo, vengono trasferiti ai privilegiati dallo stato grazie alla soppressione dei tassi d'interesse, andando così a ridurre le preferenze temporali. Nel corso dei decenni i consumatori sono stati gradualmente impoveriti ed i produttori hanno imparato ad amare lo stato più del consumatore. Invece di creare un mondo migliore, la pianificazione centrale ha impoverito la ricchezza degli individui con le tasse e la svalutazione monetaria, lasciando in futuro ben poco da rubare. Ma il tempo è denaro, quindi i pianificatori centrali ne stampano di più per guadagnare più tempo. In assenza di pressioni temporali, ritengono che il futuro possa essere rinviato indefinitamente e alla fine tutto andrà bene. Basta avere pazienza...



RIPRENDERSI IL PROPRIO TEMPO

Se poi ci guardiamo intorno, soprattutto se consideriamo il caso particolare nostrano, notiamo che suddetta pazienza equivale ad un ulteriore furto. In questo contesto il rifugio contro una tempesta fiscale/finanziaria diventa una priorità impellente per l'individuo saggio, cercando di diversificare la sua posizione in asset che gli possano garantire protezione. Come abbiamo visto nel corso del tempo le criptovalute svolgono in modo egregio questo compito, soprattutto da un punto di vista di protezione della propria privacy. Attenzione, però, perché non basta buttarsi a capofitto in questo mondo e sperare che le cose vadano bene, perché il miglior investimento è sempre quello in conoscenza in primo luogo e successivamente si passa alla "parte pratica". Il mio blog si inserisce in questo contesto, fornendo con i suoi articoli quotidiani ed i suggerimenti in merito (come l'utilizzo del wallet Melis ad esempio) gli strumenti necessari affinché gli individui possano comprendere in modo esaustivo un mondo in continuo sviluppo e che offrirà vaste opportunità nel futuro a venire.

Bitcoin, infatti, permette di ritrovare quella fiducia nel futuro che tanto è smarrita al giorno d'oggi, uno degli ingredienti fondamentali nella storica rivoluzione industriale. Questo, unito al mondo in cui fa viaggiare l'informazione e al modo in cui fa riscoprire una teoria solida riguardo società/economia, rappresenta l'innesco per un cambiamento di paradigma radicale: una rivoluzione industriale 2.0.

Ciò che leggete su queste pagine è solo la cronistoria di tale sviluppo, oltre ad un background teorico/filosofico che ne va a spiegare le sfaccettature economiche/sociali: le origini del denaro, la preferenza temporale, la teoria Austriaca del ciclo economico, il denaro e la libertà e infine il denaro digitale. Le banche centrali e l'egemonia del denaro fiat non si arrenderanno facilmente, anche ricorrendo ad un ritorno ad uno pseudo-gold standard per scongiurare la minaccia della sovranità monetaria individuale, del Bitcoin e della rivoluzione digitale. Solo una visione chiara del mondo e delle meccaniche economiche garantirà l'immunità a tentativi del genere, unita ad una sana dose di consapevolezza e conoscenza.

Quindi, cari amici e lettori, il mio blog, Francesco Simoncelli's Freedonia, esiste grazie al lavoro che ogni giorno vi dedico, impiegando una parte preziosa del mio tempo per promuovere e diffondere il messaggio di libertà. Affinché possa continuare ad estendere questo messaggio, potete dimostrare il vostro apprezzamento lasciando un contributo al seguente link: paypal.me/FrancescoSimoncelli

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Esso sarà destinato a finanziare tutte le spese che servono per mantenere il blog, ampliarne i contenuti ed offrire nuovi e migliori servizi. Se pensate, quindi, che Freedonia debba continuare ad offrire la sua testimonianza in questo triste mondo collettivista, offritegli qualcosa in cambio. Liberamente, s'intende.


4 commenti:

  1. Francescosimoncelli.com e' in assoluto uno dei migliori mezzi di informazione in lingua italiana per capire il mondo economico odierno.

    "Le persone possono fregarsene dell'economia, ma sara' l'economia stessa che si interessera' della loro vita" , e' una frase da tenere sempre a memoria. Non dimentichiamo mai il Venezuela.

    Simoncelli chiede di finanziare liberamente il suo lavoro.
    Ognuno per quello che vuole e che puo'.
    Credo fermamente che sia uno dei migliori investimenti della mia vita.

    Grazie Francesco per il lavoro che hai svolto fino ad oggi.

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  2. Grandissimo Francesco! Onorato di essere un tuo lettore!

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  3. Bravo Francesco ottimo il tuo blog sempre in cima ai miei bookmarks. Chapeau,

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  4. Bravo Francesco!gran lavoro davvero

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