di Gary North
Remnant Review
"I ricchi sanno come fare soldi, non sanno come darli via" ~ Prof. Ben Rogge (1972)
Ben Rogge [ROWEguee] ha insegnato economia al Wabash College ed era un economista di libero mercato.
Era consigliere di un uomo ricco, Pierre Goodrich. Una volta mi disse: "Il mio lavoro è una sorta di aiuto affinché non vengano causati troppi danni. Quando i ricchi danno via i soldi, di solito causano danni". Consigliò a Goodrich di creare il Liberty Fund, che pubblica gli scritti degli economisti di libero mercato in libri stampati bene ed a basso costo. Rogge raggiunse il suo obiettivo: i soldi di Goodrich fecero ben poco danno e tanto bene.
È un peccato che Ray Dalio non abbia mai incontrato Ben Rogge.
SPECIALIZZAZIONE E STANDARD DI PRESTAZIONE
Ecco la mia analisi economica del fenomeno descritto da Rogge: le persone sono specializzate nella produzione; le persone che diventano molto ricche hanno trascorso le loro vite specializzandosi nella comprensione di come funziona un determinato mercato e in che modo potessero soddisfare i consumatori. Questa abilità non ha quasi nulla a che fare con l'abilità analitica di comprendere le basi del libero mercato. Pongo questa domanda retorica: "Perché dovremmo aspettarci che gli uomini che hanno passato la vita a dominare un determinato mercato siano in grado di articolare il motivo per cui il libero mercato funziona in generale?"
Lo dico in questo modo: i consumatori pagano i produttori per soddisfare le loro esigenze a prezzi competitivi. Ciò richiede una conoscenza altamente specializzata da parte dei produttori. I consumatori non pagano i produttori per farsi dire come funziona il libero mercato o addirittura capirlo. Perché dovremmo aspettarci che gli uomini che vengono pagati bene comprendano mercati di nicchia, passando poi anni a studiare teoria economica e politica ed escogitare una sorta di programma di riforme per rendere il mondo un posto migliore?
Dovrebbero farlo. O daranno via i loro soldi, o qualcun altro li darà via. O lo faranno loro, o i burocrati. Questi ultimi possono lavorare per lo stato, oppure possono lavorare per una fondazione esentasse. Ma saranno pur sempre dei burocrati. Non saranno attori in un mercato competitivo. Le loro prestazioni non saranno giudicate dai consumatori che spendono i loro soldi sudati con fatica. Avranno un mandato a vita o qualcosa di molto vicino ad esso. Riceveranno stipendi al di sopra del mercato per i loro servizi.
Il grande esperto della burocrazia fu Ludwig von Mises, che morì nel 1973. Ha spiegato come funziona il sistema e ha spiegato perché funziona in questo modo. Ha iniziato con questa fondamentale procedura analitica: (1) seguire i soldi; (2) guardare cosa comprano... e chi.
MISES SULLA BUROCRAZIA E SULLA GESTIONE DEL PROFITTO
Nel 1944 la Yale University Press pubblicò un piccolo libro di Mises. Aveva un titolo breve: Burocrazia. Questo libro ha ricevuto poca attenzione, ma è uno dei libri più profondi mai scritti nel campo dell'economia e del suo rapporto con il governo civile.
Mises sostenne quanto segue: il libero mercato è gestito in termini di proprietà privata e gli individui scambiano proprietà al fine di far avanzare i loro obiettivi. Tutti possono partecipare. Chiunque può offrire a qualcun altro un'opportunità migliore.
Alcuni individui diventano imprenditori a tempo pieno, perché vogliono soddisfare le esigenze dei clienti futuri. Pensano di sapere cosa compreranno i clienti e pensano di sapere quali clienti saranno disposti a pagarli. Quindi acquistano o affittano risorse per soddisfare le richieste di quei clienti futuri in modo redditizio. Comprano basso e vendono alto. Possono farlo solo perché altri imprenditori non hanno visto l'opportunità, quindi non entrano nei mercati delle risorse e fanno aumentare i prezzi. Pertanto, a causa dell'ignoranza dei loro concorrenti, alcuni imprenditori hanno successo nell'acquistare basso e vendere alto. Il profitto è un qualcosa che ottengono per aver previsto con precisione la domanda futura dei consumatori e per aver organizzato la produzione in modo da soddisfare questa domanda su una base redditizia. Mises la definì gestione dei profitti.
In netto contrasto con questo sistema di organizzazione, c'è la burocrazia. La burocrazia è organizzata su una base completamente diversa: essa è un aspetto del governo civile. Lo stato ha il monopolio della violenza: raccoglie le tasse con la forza e prende in prestito denaro dagli investitori promettendo loro un tasso di rendimento futuro. Questo tasso di rendimento si basa sulla capacità dello stato di derubare i contribuenti. Il sistema è un sistema di gestione top-down, questo perché i soldi vengono spesi al vertice.
I politici approvano leggi e queste leggi devono essere applicate. I burocrati fanno rispettare le leggi, ma in larga misura le fanno rispettare solo come ritengono opportuno. Dovrebbero interpretare le leggi in modi prevedibili. Devono controllare la spesa che i politici hanno legiferato. Hanno dei budget e questi budget sono stati fissati dai politici l'anno fiscale precedente.
Il sistema non consente l'ingresso a tutti. Non è basato sulla competizione. È un sistema monopolistico di controllo, pertanto non vi è alcuna contabilità di profitti e perdite. Non è basato sullo scambio volontario. I cittadini devono fare ciò che gli viene detto. Non hanno il diritto di scegliere tribunali privati. Non hanno il diritto di scegliere forze di polizia private che vadano a sostituire le forze di polizia finanziate con le tasse.
Mises non ha sostenuto che questo sistema sia in qualche modo inappropriato, purché sia limitato alla protezione della proprietà privata e alla punizione di comportamenti violenti. Ha detto che le leggi sono necessarie in modo che il sistema sia prevedibile. Al fine di limitare i burocrati a spendere arbitrariamente denaro, o ad esercitare il potere in qualsiasi modo ritengano opportuno, i politici redigono leggi che sperano possano limitare le attività dei burocrati... ma è raro che funzioni. I burocrati scrivono i loro regolamenti e quindi li impongono: legge amministrativa. I politici non dicono niente.
La gestione degli utili si occupa di un futuro incerto, è orientata al futuro; la gestione burocratica si occupa principalmente del passato. I politici hanno scritto leggi di 1.000 pagine, quindi le amministrazioni burocratiche hanno scritto cinque volte più pagine di regolamenti. Le cose principali che vogliono sapere sul futuro sono se i loro budget saranno rinnovati e se otterranno promozioni. Cercano di evitare pubblicità imbarazzante. Evitano le polemiche.
I due sistemi sono fondamentalmente diversi, proprio perché il finanziamento dei due sistemi è fondamentalmente diverso. Non c'è modo di combinarli, sosteneva Mises. Non c'è modo di rendere efficiente lo stato applicando le tecniche che rendono efficienti le imprese che cercano profitto. Mises ha scritto:
Il cittadino paragona l'operazione degli uffici burocratici con il funzionamento del sistema di profitto che gli è più familiare. Poi scopre che la gestione burocratica è dispendiosa, inefficiente e lenta. Non riesce a capire come le persone ragionevoli permettano ad un sistema così malevolo di andare avanti. Perché non adottare i metodi ben collaudati del business privato?
Tuttavia tali critiche non trovano terreno fertile. Comprendono le caratteristiche peculiari della pubblica amministrazione. Non sono consapevoli della differenza fondamentale tra lo stato e l'impresa privata alla ricerca del profitto. Ciò che chiamano deficienze e difetti per quanto riguarda la gestione delle agenzie amministrative sono proprietà necessarie. Un ufficio burocratico non è un'impresa che cerca profitto; non può operare alcun calcolo economico; deve risolvere problemi che sono sconosciuti alla gestione aziendale. È fuori discussione migliorare la propria gestione ridisegnandola secondo lo schema del business privato. È un errore giudicare l'efficienza di un dipartimento statale confrontandolo con il funzionamento di un'impresa soggetta all'interazione dei fattori di mercato.
Ciò che Mises ha scritto sugli standard di prestazione delle burocrazie statali si applica bene anche alle burocrazie no-profit e non finanziate dalle tasse, con questa eccezione: le burocrazie no-profit e non finanziate dalle tasse non hanno l'autorità di dire al resto di noi cosa fare delle nostre vite. Ciononostante condividono questa caratteristica con lo stato: non ci sono parametri economici oggettivi di performance efficace. Non esiste un sistema di profitti e perdite che regoli il bilancio alla fine dell'anno fiscale. C'è solo una registrazione di quanto denaro è stato speso. I donatori non sanno quanto danno stiano facendo con i loro dollari. Questo è particolarmente vero per i donatori morti.
GLI ERRORI DI DALIO
Ray Dalio, ricco com'è ($18 miliardi), comprende l'inefficienza dello stato più o meno nello stesso modo in cui Mises disse che l'uomo comune la fraintende. Vale a dire, non la capisce affatto.
Peggio ancora, si illude che politici e burocrati possano ristrutturare il sistema capitalista attraverso pistole e distintivi. Pensa che politici e burocrati possano lavorare con i ricchi imprenditori per progettare un sistema di potere top-down che faccia funzionare il libero mercato a vantaggio della popolazione in generale.
Non si fida degli interessi personali dei vari consumatori che dicono loro cosa comprare dai produttori. Inoltre non si fida del ruolo degli imprenditori: agenti al servizio dei consumatori, anche se, come imprenditore, ha guadagnato $18 miliardi soddisfacendo i desideri dei consumatori. Non si fida del sistema che gli ha permesso di diventare ricco. Quindi propone le seguenti raccomandazioni in un articolo il cui titolo dice tutto: "Perché e come il capitalismo deve essere riformato":
La ricerca del profitto e di maggiori efficienze ha portato all'invenzione di nuove tecnologie che sostituiscono le persone, cosa che ha reso le aziende più efficienti, premiato coloro che hanno inventato queste tecnologie e danneggiato coloro che sono stati sostituiti da esse. Questa forza accelererà nei prossimi anni e non c'è un piano per affrontarla.
Suppone che ci sia una qualche agenzia di pianificazione centrale in grado di escogitare un piano del genere. Presume anche che i burocrati statali faranno rispettare questo piano a tutti gli imprenditori americani che stanno sviluppando robotica, algoritmi e così via. Controlleranno anche chi li acquista e come verranno utilizzati. In altre parole, vuole una pianificazione economica centralizzata... ma ammette che non esiste un piano del genere. Il mio consiglio è questo: "Se non hai un piano, non fare nulla". È un consiglio abbastanza semplice. Non sto dicendo: "Se è rotto, non aggiustarlo". Sto dicendo: "Se è rotto, ma nessuno ha un piano per aggiustarlo, lasciate stare."
In nessun punto del suo articolo discute cosa faranno le altre nazioni riguardo agli algoritmi e alla robotica. Se altre nazioni consentiranno ai loro produttori nazionali di tagliare i prezzi e migliorare la qualità utilizzando la robotica e gli algoritmi, allora questi produttori saranno in grado di vendere i loro prodotti in modo meno costoso ai consumatori americani. I consumatori americani trarranno vantaggio da questa opportunità. L'unico modo per fermarla sarebbe quello di imporre dazi altamente selettivi sulle importazioni.
Il perseguimento di maggiori profitti e maggiori efficienze aziendali ha anche portato le aziende a produrre in altri Paesi ed a sostituire i lavoratori americani con lavoratori stranieri economicamente vantaggiosi, il che andava a vantaggio dei profitti e delle efficienze di suddette società, ma a svantaggio dei redditi dei lavoratori americani. Certo, questa globalizzazione ha anche permesso di introdurre negli Stati Uniti merci straniere meno costose e di qualità migliore, il che è stato positivo sia per i venditori stranieri che per i compratori americani e per le compagnie ed i lavoratori americani che competono con loro.Se le aziende americane non vogliono istituire impianti di produzione offshore, allora le aziende non americane lo faranno sicuramente. I consumatori americani vogliono beni più economici. Il sistema del libero mercato è gestito dai consumatori. I consumatori hanno la merce più commerciabile, vale a dire, il denaro. I consumatori avranno la meglio, perché hanno i soldi. Siamo tornati alla vecchia regola: seguire il denaro.
Dalio commette l'errore di dare credito al mercantilismo, che Adam Smith confutò scrivendo La Ricchezza delle Nazioni. Immagina che gli imprenditori siano gli unici responsabili della produzione. Non è così, perché lo sono i consumatori. Gli imprenditori sono costretti ad onorare le richieste dei consumatori. Siamo tornati all'osservazione di Pogo Possum: "Abbiamo incontrato il nemico e siamo noi".
Pensa che i soldi riformeranno l'istruzione finanziata dai contribuenti. (Non è mai stato così finora.)
I policymaker prestano troppa attenzione ai budget relativi ai rendimenti degli investimenti. Ad esempio, non spendere soldi per istruire bene i nostri figli potrebbe essere buono dal punto di vista del budget, ma è davvero stupido dal punto di vista degli investimenti. Guardare i finanziamenti attraverso un obiettivo di budget non porta a prendere in considerazione il quadro economico generale: non si tiene in considerazione i costi complessivi per la società quando si hanno persone scarsamente istruite.L'istruzione finanziata dai contribuenti in America è stata inventata nel 1830 in Massachusetts. Divenne dominante negli Stati Uniti intorno al 1900. Per circa 180 anni il sistema educativo finanziato dai contribuenti è stato oggetto di continue riforme. Ci sono state continue critiche a tutto il processo. Non solo i vecchi problemi non sono stati risolti, ne sono stati introdotti di nuovi che sono molto peggio. (Pensate alla "nuova matematica".) Questo perché il sistema è burocratico: è finanziato dai soldi dei contribuenti, non è volontaristico. Non è finanziato dai genitori ed è un quasi monopolio. Non fa parte del processo di mercato e non è soggetto alla contabilità profitti/perdite. Ha a che fare con il governo civile e, cosa più importante, con i burocrati statali: essi esaminano chi ottiene i certificati per insegnare nelle loro scuole. Il sistema funziona esattamente come lo descrisse Mises: inefficiente per gli standard di mercato.
Dalio sta dando milioni di dollari alle scuole pubbliche. Questi soldi non cambieranno nulla. Finanzierà solo le politiche esistenti che non funzionano.
Le persone rispondono agli incentivi. Se date loro dei soldi ed essi controllano il sistema per spenderli, non cambieranno. Faranno più o meno la stessa cosa che hanno fatto fino a quel momento.
Ecco il suo piano di riforma:
Leadership dall'alto. Non cambierete nulla a meno che non influenziate le persone che hanno le mani sulle leve del potere, in modo che le spostino per cambiare le cose nel modo in cui volete che cambino.
Vede il Paese proprio come un burocrate vede il Paese. Il burocrate imporrà la sua volontà al resto del Paese. Lo farà con i soldi di qualcun altro. Manderà gente con pistole e distintivi per dire alla popolazione cosa fare. Questo non è il sistema del libero mercato.
La leadership imprenditoriale nel sistema del libero mercato è all'apice, ma le sanzioni sono nelle mani dei consumatori. Se ai consumatori non piace quello che producono i leader dell'imprenditoria, non compreranno i loro beni e servizi. Verranno sostituiti da un nuovo gruppo di leader. Rispondono ai consumatori, mentre i burocrati non rispondono ai consumatori. Sono protetti dalle decisioni dei consumatori e questo è il motivo per cui le scuole pubbliche sono pessime. Questo è il motivo per cui peggioreranno.
Politica bipartisan per ridisegnare il sistema in modo che funzioni meglio. Se non lo faremo così, ci faremo del male a vicenda.Commette l'errore di presumere che le sue buone intenzioni porteranno voi e me dove vuole che andiamo. Le buone intenzioni, senza incentivi, finanziano i burocrati affinché facciano qualsiasi cosa abbiano fatto in passato e cosa preferirebbero loro fare in futuro. Parlatemi del piano e spiegatemi come il sistema di incentivi porterà all'adempimento dello stesso. Non offre un piano, non offre incentivi, offre solo buone intenzioni.
Metriche chiare che possono essere utilizzate per giudicare il successo ed individuare i responsabili del suo raggiungimento. Nel gestire le cose, mi piace avere delle metriche chiare che mostrino come stanno andando coloro che sono responsabili delle cose, in modo da dare ricompense e punizioni in base al modo in cui queste metriche cambiano. Sono necessarie per avere il ciclo di feedback per raggiungere il successo.Ecco l'errore che, Mises disse, commette la maggior parte delle persone: presumere che metriche stabilite in un mercato competitivo, in cui vi è un ingresso aperto e in cui possono esserci perdite/profitti, si applicheranno altrettanto bene in un sistema completamente diverso che è finanziato in modo diverso e che è un monopolio. Non esistono metriche tali. Questo è il motivo per cui ogni riforma dello stato che promette di renderlo più efficiente è stato un fallimento. Dalio non dice quali sono le metriche. Sa che si applicano bene al mondo degli affari, ma quelle metriche sono inutili in un sistema che è finanziato su basi completamente diverse.
Commette esattamente lo stesso errore qui:
Ridistribuzione delle risorse che miglioreranno sia i benessere che la produttività della stragrande maggioranza delle persone. Come ingegnere economico, penso naturalmente a come i soldi potrebbero essere ricavati dalle tasse, dai prestiti, dalle imprese e dalla filantropia, e come fluirebbe per influenzare i prezzi e le economie.
Sta guardando l'economia come un ingegnere guarda una macchina inanimata che ha bisogno di riparazioni. Ma il mondo non è una macchina, il mondo è pieno di persone che hanno i loro fini. Non vogliono essere forzati, non vogliono sentirsi dire cosa fare da qualcuno con un distintivo e una pistola.
Questa è la prospettiva del pianificatore centrale: vuole una combinazione di affari e stato. Abbiamo avuto tale sistema negli anni '30 in Germania e in Italia, ma non capisce che con le sue parole vuole proprio quel sistema. Non capisce il libero mercato e non capisce la burocrazia. La sua raccomandazione di farli lavorare insieme è la stessa vecchia raccomandazione che abbiamo sentito dal movimento progressista sin dal 1895. Ha portato al sistema attuale. Dalio sta semplicemente chiedendo più della stessa cosa.
Creare partenariati pubblico-privato che investirebbero congiuntamente in progetti che verrebbero giudicati sulla base dei loro risultati di performance sociali ed economici rispetto a metriche chiare.Non esistono metriche tali. Le metriche associate a distintivi e pistole non sono le metriche del libero mercato. Se un poliziotto viene da me e mi punta una pistola contro, non andrò a cercare un altro poliziotto. Potrei andare a cercare un avvocato più tardi, ma nel frattempo farò quello che dice il poliziotto. Il sistema di Ray Dalio è un sistema di riforma basato su distintivi e pistole.
Coordinamento delle politiche monetarie e fiscali.Questo è ciò che ci hanno detto i politici sin dal 1933. Non ha mai funzionato e non funzionerà. Non c'è una commissione per coordinarle. La Federal Reserve richiede l'indipendenza dalla politica. Il governo non deve dire alla Federal Reserve cosa fare, dicono i funzionari della Federal Reserve. Quindi come può il Congresso e il Presidente dire al Federal Reserve Board cosa fare? Sin dal 1914, con poche eccezioni (crimini di guerra ed economici), i policymaker della banca centrale hanno ignorato ciò che una manciata di politici ha osato dire loro di fare. Ed i politici ignorano i presidenti della Federal Reserve che dicono al Congresso di diventare responsabili dal punto di vista fiscale.
Lasciatemi dire una cosa: il Congresso dovrebbe governare la Federal Reserve e quest'ultima dovrebbe fare esattamente ciò che il Congresso e il Presidente gli dicono di fare. Ma non accadrà. Tale politica violerebbe l'accordo tra gentiluomini che ha conferito ai banchieri centrali la sovranità sull'economia americana sin dal 1914.
CONCLUSIONE
Ray Dalio vale $18 miliardi. Lascerà questi soldi alla propria fondazione o alle fondazioni gestite da alcuni dei suoi amici. Sono gestite da burocrati salariati che non affrontano la concorrenza del mercato. Accettano la visione del mondo di cui ha parlato Dalio. Utilizzeranno questi soldi per finanziare progetti che miglioreranno ciò che Dalio descrive come un'alleanza stato-imprese.
Quando i ricchi danno via i loro soldi, di solito promuovono più o meno la stessa cosa. Costruiscono la loro ricchezza perseguendo l'innovazione nel mondo degli affari. Poi la danno via per preservare l ostatus quo. Mettono i loro nomi su grandi "non-imprese" burocratiche. I loro pari applaudono, ma niente cambia. Il loro denaro è usato per non far cambiare nulla.
Ecco il suo dilemma: le uniche organizzazioni abbastanza grandi da assorbire la sua quantità di denaro sono burocrazie che esistono da decenni.
"Il mercato dà e la burocrazia prende".
Rogge aveva ragione: i ricchi sanno come guadagnare, ma non sanno come spendere.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/
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