di Robert P. Murphy
George Selgin ha pubblicato una serie in 3 parti (I, II e III) su Alt-M in cui fa una ramanzina a coloro che pensano che il sistema bancario a riserva frazionaria sia di per sé la causa del ciclo boom/bust come descritto da Mises/Hayek. George mette da parte la natura fraudolenta della riserva frazionaria e si concentra solo sull'economia. (Pensa che le persone che la ritengono una frode siano simili ai "terrapiattisti" e al di là di ogni speranza di salvezza.)
Permettetemi di dire che inizialmente ero frustrato dai post di George, almeno fino alla seconda metà del terzo post, perché non sembrava nemmeno comprendere la nostra prospettiva, ma a quel punto era troppo tardi.
Inoltre ha pubblicato un estratto di Fritz Machlup che è molto pertinente al dibattito; dovrò prendere il libro di Machlup (che non ho letto) e studiarlo. Quindi, dopo aver letto la Parte III, e soprattutto dopo aver visto il suo post su Machlup, sono sollevato dal fatto che non stiamo parlando due lingue diverse.
Comunque ho appena riletto la Parte I della sua serie e sono rimasto deluso.
In primo luogo George fraintende totalmente la posizione di Murray Rothbard:
Per asserire che la riserva frazionaria sia una causa importante dei cicli boom/bust, come descritto dalla Teoria Austriaca del ciclo economico, dobbiamo, prima di tutto, riconoscere almeno due versioni popolari all'interno della teoria stessa che ci forniscono le basi per suddetta affermazione. Entrambe le versioni attribuiscono la causa dei cicli ad un'espansione monetaria eccessiva, ma ciascuno definisce l'espansione monetaria "eccessiva" in modo diverso. Secondo una versione, un flusso di denaro costante da solo è in grado di evitare i cicli. Come spiega Murray Rothbard, riassumendo la teoria monetaria Austriaca [...]
George poi cita Rothbard dicendo che qualsiasi quantità di denaro è sufficiente per fornire servizi monetari alla comunità.
Quindi George continua col discutere l'altra (presunta) versione:
L'altra versione della Teoria sostiene invece che i cicli siano causati non dalla crescita del capitale monetario di per sé, ma dall'aumento dell'offerta di moneta bancaria senza copertura ("fiduciaria"). Secondo Frank Shostak, uno dei numerosi aderenti a questa visione, ciò che mette in moto questi cicli non è la fluttuazione nel tasso di crescita dell'offerta di moneta in quanto tale, ma le fluttuazioni nel tasso di crescita dell'offerta di moneta generate "dal nulla". Per moneta "dal nulla" intendiamo denaro creato dalla banca centrale e amplificato dal prestito a riserva frazionaria da parte delle banche commerciali.
[...] Secondo questa versione alternativa della Teoria, ciò che importa è se il nuovo denaro sia sostenuto da qualche merce, come l'oro, o meno. In un sistema gold standard, la crescita dello stock d'oro, non importa quanto rapida, non può mai innescare un ciclo; al contrario, qualsiasi diminuzione del rapporto tra riserve auree e passività bancarie riscattabili può determinare l'innesco di un ciclo. Nel caso di un sistema monetario fiat, le due versioni della Teoria Austriaca del ciclo economico coincidono, poiché in questo caso non esiste alcuna questione di una crescita guidata dalla "merce-moneta" nella quantità totale di denaro, sia che la crescita sia dovuta all'espansione delle banche centrali o alla riduzione dei coefficienti di riserva delle banche commerciali.
Quindi, per ripetere, George ha frainteso la posizione di Rothbard perché quest'ultimo sarebbe d'accordo con la posizione attribuita a Shostak, vale a dire, che un aumento della quantità d'oro nell'economia non farà scoppiare il ciclo boom/bust. Ecco Rothbard cosa dice in Man, Economy and State:
Il processo di emissione di ricevute di pseudo-deposito o, più esattamente, il processo di emissione di denaro oltre l'aumento dello stock di metallo, può essere chiamato inflazione. (p.106)
E poi se seguite la nota a piè di pagina di questa frase trovate:
L'inflazione è esplicitamente definita per escludere aumenti delle scorte di metallo. Mentre questi aumenti hanno effetti tanto simili quanto l'aumento dei prezzi dei beni, differiscono nettamente anche per altri effetti: (a) gli aumenti semplici del metallo non costituiscono un intervento nel libero mercato, a penalizzare un gruppo ed a sovvenzionarne un altro; e (b) non conducono ai processi del ciclo economico.
Quindi, sì, Rothbard non pensa che la comunità abbia "bisogno" di un aumento dello stock d'oro affinché esso possa adempiere alle sue funzioni come denaro, ma se lo stock d'oro aumenta, non causerà il ciclo economico (secondo Rothbard). L'unica cosa che alimenta un'espansione del credito è l'emissione di ricevute scoperte sul denaro metallico.
(Ironia della sorte, un economista che ammette la possibilità di un ciclo boom/bust in caso di nuova estrazione d'oro, è nientemeno che Mises. Se leggete le sue sezioni sul ciclo economico in Human Action, vedrete che le inserisce nella sezione che tratta l'economia di mercato, perché in linea di principio pensa che se l'oro estratto raggiunge il mercato dei prestiti relativamente presto, il tasso d'interesse dei prestiti sul mercato potrebbe scendere al di sotto del tasso originario corretto, ma in pratica Mises ritiene che questo sia trascurabile per ragioni empiriche, e la vera causa dei cicli economici nel nostro mondo provenga dal sistema bancario).
Tasso di crescita del denaro
Il punto principale del primo post di Selgin è quello di sostenere che il tasso di crescita del denaro e il coefficiente di riserva siano ampiamente indipendenti l'uno dall'altro. Ad esempio, supponiamo di avere un sistema monetario in dollari fiat, in cui le banche praticano una riserva al 100%. Se la FED crea base monetaria al tasso del 5% annuo, allora la quantità complessiva di denaro crescerà del 5% ogni anno. (Questo è ovvio.)
Tuttavia, supponiamo che le banche commerciali mantengano solo un coefficiente di riserva del 10%. Ciò significa che quando le banche concedono prestiti, lo stock dei saldi dei conti correnti può essere pari a 10 volte l'ammontare delle riserve. Quindi sembra proprio che ci sarà un sacco di inflazione extra in questo scenario, come dicono Rothbard e Shostak.
Non è così, dice Selgin. Anche in questo caso, l'ammontare totale dei saldi dei conti correnti crescerà solo del 5%, supponendo che la FED faccia crescere la base monetaria a tale ritmo. Infatti è solo quando un sistema bancario abbassa il coefficiente di riserva - nel nostro esempio, passando dal 100% al 10% - che otteniamo un aumento dello stock degli aggregati monetari più ampi. Una volta arrivati al nuovo equilibrio, il tasso d'inflazione monetaria sarà uguale alla crescita delle riserve, indipendentemente dal rapporto di riserva.
Tutto ciò è corretto, apparentemente, ma non si basa sulle affermazioni di quegli Austriaci che pensano che la riserva frazionaria sia intrinsecamente problematica. Prima di dire perché, passiamo ad un'analogia: supponiamo che io prenda il 50% della busta paga di George ogni mese. In altre parole, se il suo datore di lavoro lo paga $10,000, io intasco $5,000 e George trattiene solo $5,000.
Ora George si arrabbia e dice che lo sto spennando ogni mese. Guadagna meno, mese dopo mese, di quello che produce.
Correggo George, tuttavia, sottolineando che il tasso di crescita nella retribuzione è lo stesso che sarebbe stato se non avessi iniziato a prendere metà della sua paga. Ad esempio, se George normalmente godesse di un aumento annuale del 3%, allora è proprio questo l'ammontare di cui godrebbe in questo nuovo scenario. Infatti l'unico momento in cui avrei potuto vederlo arrabbiato, sarebbe stato durante la fase di transizione iniziale, quando il rapporto tra lo stipendio scende dal 100% al 50%.
Ha senso? Ovviamente no. Per lo stesso motivo per cui gli Austriaci, e non solo Rothbard e Shostak ma anche Mises (e probabilmente anche Hayek, anche se non ho molta familiarità con i suoi lavori), dicono che c'è una discrepanza tra il livello di risparmio reale e i fondi messi a disposizione per gli investimenti. Quindi se la banca centrale crea $1000 in nuova base monetaria, e da ciò la comunità risparmia volontariamente $5 depositandoli nelle banche commerciali, allora se le banche concedono prestiti per $50 ci sarà un disallineamento tra il risparmio aggregato e il prestito. È la creazione di nuovo denaro scoperto che causa il problema (se c'è un problema, cosa che per George potrebbe non essere vera in determinate circostanze). Se le banche commerciali emetteranno, diciamo, $1 miliardo in nuovi mezzi fiduciari nel 2018, ciò causerà uno scordinamento nella struttura del capitale. Punto. Non è necessario informarsi se le banche hanno iniettato $100 milioni, $110 milioni, $120 milioni... $990 milioni negli anni precedenti, per determinare se l'iniezione di $1 miliardo di quest'anno sarà benigna o maligna.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/
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