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martedì 14 maggio 2019
Avete scritto in tempo il vostro necrologio su Bitcoin?
di Jeffrey Tucker
La capitalizzazione di mercato delle criptovalute è ora superiore del 300% rispetto a due anni fa. Tra i maggiori cambiamenti di due anni fa c'è il dominio di Bitcoin (BTC) sul settore, nonostante il suo calo di prezzo dell'85% sin da gennaio 2017 (ridimensionato oggi a circa il 50%). Questo cambiamento è per lo più riconducibile all'aumento dei token specializzati che soddisfano le varie esigenze del mercato, qualcosa che ben pochi avrebbero potuto prevedere 5 anni fa.
Se siete sorpresi, potreste aver letto troppi necrologi che hanno trattato Bitcoin e tutti i prodotti correlati come una mania speculativa piuttosto che un'innovazione meritevole di seria attenzione. Ironia della sorte, sono queste stesse persone che non smettono mai di inveire contro le manie speculative nelle criptovalute (una tecnologia che ha solo dieci anni!) che ignorano il valore sottostante di un nuovo sistema per la gestione della proprietà e dei flussi di titoli di proprietà.
I miei dati sono selettivi ed escludono il rally selvaggio del dicembre 2017, un momento in cui le file ai bancomat bitcoin erano all'ordine del giorno. Comprare alto e hodlare sarebbe stato... deplorevole.
Potete leggere innumerevoli storie di come tante persone siano state risucchiate in una bolla e si siano rovinate la vita investendo in varie criptovalute. La gente usa questo unico evento come un modo per dire che il mondo crypto non è altro che un bell'oggetto che non ha alcun valore.
In realtà il boom/bust 2017-18 non è stato storico, ma piuttosto una ripetizione degli stessi alti e bassi che abbiamo visto dall'ottobre 2009 quando è stato pubblicato il primo prezzo di mercato di Bitcoin. Ci ricorda una vecchia verità: la maggior parte della gente compra alto e vende basso. Ecco perché c'è un tale profitto nel fare il contrario, ma andare contro la tendenza è più difficile di quanto sembri perché, a quanto pare, il futuro è inconoscibile.
La frenesia alimenta altra frenesia
Tutti i prezzi, specialmente quelli di una nuova risorsa che invita la partecipazione pubblica alla sua valutazione, sono soggetti nel breve termine ad ondate di psicologia umana. Nel 2013 lavoravo per una società che pubblicava newsletter sugli investimenti. La compagnia non smetteva mai di cercare di ottenere nuovi abbonati, ma c'era sempre lo stesso problema: se avesse spinto un'idea di cui nessuno aveva sentito parlare, o un titolo o una risorsa che era da poco venuta alla ribalta sul mercato, gli aspiranti abbonati non ne sarebbero rimasti impressionati.
Il momento in cui le persone si entusiasmano per un investimento è solitamente il momento preciso in cui è già ipercomprato. Quindi la società avrebbe inviato sollecitazioni basate su temi nelle notizie, sapendo perfettamente che quelle risorse avrebbero affrontato una correzione di prezzo, ma ritenendo anche che ci fosse valore serio nel lungo termine. Ciononostante un gruppo di persone arrabbiate avrebbe scritto alla compagnia con l'intenzione di denunciarla per i pessimi risultati nel breve periodo. La metà avrebbe annullato il proprio abbonamento.
La società ne era pienamente consapevole, ma le commercializzava comunque. I suoi dati di vendita hanno dimostrato che questo era il modo migliore per ottenere abbonati. Se manteneva metà delle persone che si erano iscritte, aveva un modello vincente.
Non è cinismo, era solo la realtà. Non si possono vendere prodotti che le persone trovano noiosi. Gli asset finanziari sottocosto sono sempre noiosi, invece gli asset costosissimi sono eccitanti.
In questo senso, i mercati delle criptovalute non sono diversi dagli altri, tranne che si sono dimostrati più volatili, il che è esattamente ciò che ci si aspetterebbe da una tecnologia completamente nuova. Il sentimento degli investitori passa dalla disperazione all'esuberanza in un lasso di tempo brevissimo.
L'astrattismo delle criptovalute
Le criptovalute ha aggiunto il problema che l'intera faccenda sia solamente astratta. Alla fine si tratta sostanzialmente di codice informatico. Sebbene da un quarto di secolo ci troviamo nell'era digitale, molte persone rimangono incredule. Pensano che la ricchezza sia ciò che si possa toccare, che il denaro sia ciò che si fa tintinnare in tasca. Il valore non può essere costituito da vari uno e zero. Anche ora i relatori nelle conferenze denunciano il nostro mondo fatto di social media, giochi online, ecc. e dicono che è stata una bolla gigantesca. "Dobbiamo tornare a fare le cose concrete" è un tema che si sente sia nei circoli progressisti che in quelli conservatori.
A questo problema si aggiunge la combinazione di funzionalità delle criptovalute che le persone ancora non capiscono. Rete distribuita, hashing, protocolli di proof-of-work, crittografia: chi, se non gli specialisti, possono dare un senso a tutto questo? La maggior parte delle persone non ha idea di quale sia il caso d'uso, né tanto meno quale sia il suo scopo finale (la mia risposta rapida: è la migliore tecnologia mai scoperta per documentare i diritti di proprietà).
Perché così tanti non hanno la pazienza di capire, e forse perché così pochi possono spiegarlo in modo coerente, c'è una strana moda di voler sfatare il tutto. Ogni volta che il mercato scende, le persone si impegnano a scrivere necrologi. Ho visto ripetersi questa farsa sin da quando il prezzo di Bitcoin era di $14.
La tendenza è decisamente vecchia, visto che c'è un sito chiamato Bitcoin Obituaries che ha registrato 350 necrologi. Guardate il primo: "L'unica cosa che ha mantenuto vivo il Bitcoin così a lungo è la sua novità. O rimarrà una novità per sempre o passerà dallo stato di novità a quello di morte più veloce di quanto voi possiate battere le palpebre."
Il prezzo all'epoca era di $0,23. Ricordo di averlo letto e di aver pensato: "Oh, non vedo l'ora che questa cosa raggiunga i $1.000; allora la gente smetterà di scrivere queste sciocchezze." E sapete cosa? Il prezzo ha snobbato queste persone. Forse a $5.000 avrebbero cambiato idea? A $10.000?
Invece no e infatti ecco una dichiarazione più recente: "Sembra proprio che abbiamo un bust in atto... Che le criptovalute recuperino o meno, e dubito che lo faranno, è chiaro che la loro volatilità le rende inadatte a fungere da mezzo di scambio."
Questo è stato scritto nel settembre 2018, un periodo in cui quella brillante mente non riusciva a controllare i dati che mostravano che le transazioni per blocco erano aumentate drasticamente dal febbraio 2018. Lo stesso vale per le transazioni giornaliere. Per quanto riguarda la volatilità, la maggior parte del 2018 è stato un anno di stabilità dei prezzi, con grande dispiacere degli investitori.
Questi fatti non contano per coloro che vogliono solo denigrare. La tecnologia di base non ha importanza, perché queste persone non mostrano quasi alcun interesse al riguardo.
A dire il vero, non sto prevedendo che bitcoin core (BTC) vincerà questa battaglia tra le varie criptovalute; forse il suo dominio aumenterà o forse la diversificazione sarà la via del futuro. Non sto nemmeno dicendo che salirà di prezzo per sempre, forse scenderà di nuovo. Prevedo persino che accadrà qualunque sarà il suo nuovo massimo.
In passato ho previsto perfettamente i $1.000 e sono diventato piuttosto famoso per la mia previsione stravagante; quello che non sono riuscito a prevedere era il suo successivo ribasso a $350.
Non c'è disonore in questo. Quello che mi infastidisce, invece, è il senso ridicolo di certezza che hanno coloro che parlano delle criptovalute e di tutti i mercati finanziari; che le loro belle menti sono più intelligenti del mercato stesso. Non è affatto così, ma un giornalista o un intellettuale convinto è difficile da far ricredere.
Se non avete scritto quel necrologio su Bitcoin, potete provare l'emozione di sapere ciò che non potete sapere. Dimostra un punto nello spirito di F.A. Hayek che non smette mai di risuonarmi in testa: se sapessimo per certo cosa ci porterà il mercato, non avremmo bisogno del mercato per saperlo.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/
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