Bibliografia

giovedì 25 aprile 2019

Può l'Europa sopravvivere alla sua stessa censura?

Sebbene circa 200 accademie di IP e gran parte dell'industria musicale abbiano bocciato la nuova legge europea sul copyright, il parlamento europeo l'ha approvata lo stesso. Ci sono due sezioni della legge particolarmente rilevanti. L'articolo 11 impedisce agli aggregatori di notizie, come i motori di ricerca e le società di social media, di collegare e fornire frammenti di articoli senza pagare una "link tax". Un'assurdità, non c'è motivo per cui i siti web debbano pagare per quello che è a tutti gli effetti un favore. È responsabilità di coloro che creano contenuti monetizzarli attraverso annunci pubblicitari o paywall, non tentare di sottrarre i ricavi da entità di maggior successo. In pratica questo concentrerà il potere nelle mani di grandi siti di notizie, i quali hanno maggiori probabilità di raggiungere accordi per il diritto di condividere i link. Uno studio tedesco ha rilevato che quasi due terzi delle entrate andranno ad un singolo editore e solo l'un percento ad editori più piccoli. Non sorprende quindi che i lobbisti dell'industria editoriale multinazionale abbiano spinto per l'approvazione della legge. L'articolo 13 rende le piattaforme (come Google, Facebook, Twitter, Tumblr e i forum Web) responsabili in modo proattivo per la violazione del copyright. Inverte l'onere, supponendo che i contenuti generati dagli utenti rompano il copyright a meno che non sia provato diversamente. Altra assurdità, poiché le piattaforme sono come librerie e quando un libro è offensivo o lede il copyright, viene semplicemente rimosso... non si fa causa alla biblioteca. Il copyright è spesso poco chiaro e contestato. Visto che suddette piattaforme saranno legalmente responsabili, dovranno utilizzare sistemi automatici per impedire agli utenti di pubblicare contenuti, immagini, video e musica attraverso GIF e meme. In pratica questo significa filtri di caricamento, una seria minaccia alla libertà di espressione e alla creatività online. Per non parlare del caos che verrà generato dai falsi positivi. L'articolo 13 è anch'esso un regalo per le piattaforme più grandi, perché sebbene possa creare qualche grattacapo, solo le grandi aziende potranno permettersi di rispettare la legislazione creando una valutazione automatica del copyright e la concessione di licenze con i proprietari. Piattaforme nuove e più piccole non saranno in grado di competere.
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da Zerohedge


La nuova direttiva sui diritti d'autore dell'UE è stata approvata dal Parlamento europeo, assicurando che in futuro cambierà il modo in cui usiamo Internet. E non per il meglio...

Le parti controverse sono gli articoli 11 e 13, la "link tax" e gli "upload filter". Per capire più approfonditamente quanto siano orribili queste nuove regole, consultate questo articolo su Gizmodo (che spero non mi costi dover pagare una tassa per aver messo il collegamento!).

Guardate anche questo video di Dave Cullen, residente in Irlanda.



Dave elenca una serie di punti sulle ramificazioni degli articoli 11 e 13 di cui io non discuterò.

L'arroganza dei membri del Parlamento Europeo nell'approvare un simile obbrobrio, senza nemmeno discutere le argomentazioni degli emendamenti, parla da sé. Molto probabilmente dietro questa legge ci sono gli stessi che stanno cercando di distruggere la Brexit: la Cricca di Davos. Non voglio dilungarmi su questo punto, visto che ne ho parlato di recente (qui) e in passato (qui).

Ma ci sono validi motivi per cui questa spinta verso il controllo del flusso di informazioni è l'ennesimo esempio i quanto siano disperati per mantenere il controllo su ciò che in passato ho definito The Wire:
In breve, The Wire è il canale principale attraverso il quale comunichiamo tra di noi. Anche i soldi sono The Wire. Cosa sono i prezzi se non le informazioni su ciò che siamo disposti a comprare coi nostri soldi? Senza The Wire la società moderna fallirebbe. Quindi lo stato non può chiuderlo, ma non può nemmeno permettergli di avervi senza restrizioni. Elettricità, commercio, comunicazioni, tutto passa dal The Wire. Questo non è un concetto, ma, come tutte le idee importanti, una volta che vi viene presentato non potete più ignorarlo.

Il controllo sul The Wire è l'unica battaglia che conta o ha sempre avuto importanza nella società. Internet è The Wire, pertanto ha senso solo se si ha il controllo su di esso e mantenere di conseguenza il controllo sulla società in generale.

Gli oligarchi delle grandi società temono per i loro progetti, vogliono disperatamente mantenere il controllo. Hanno lavorato per decenni per far evolvere lo stato-nazione nel nuovo super-stato transnazionale rappresentato dall'UE.

La nuova direttiva sul diritto d'autore è concepita per erigere barriere all'ingresso e silenziare le voci controcorrente, esternalizzandone l'applicazione alle piattaforme che ospitano il materiale.

E tali piattaforme sono troppo felici di farlo perché riescono ad eliminare qualsiasi potenziale concorrente. Così, mentre i loro costi aumentano leggermente, sono immuni dalla concorrenza che nel tempo potrebbe azzerare i loro margini, come accadrebbe in un qualsiasi mercato davvero libero.

Ricordate che in tutti gli sforzi umani il profitto incarna una cosa elusiva. Qualcuno è sempre attratto dal profitto che qualcun altro sta incamerando e individuerà un modo per farlo meglio attraverso la costruzione di un business migliore.

Se è possibile cortocircuitare questo processo tramite il controllo del The Wire, allora si aprirebbe la porta a quel motto spesso citato quando si parla di animo umano: vivere al massimo col minimo sforzo.

In parole povere, si è a caccia di rendite.

Questo è il motivo per cui la musica e l'industria cinematografica vogliono che le loro proprietà intellettuali (IP) siano protetto da politiche di "uso equo". Vedono i loro margini in calo e vogliono far pagare per uso/ascolto/visualizzazione le cose di cui hanno il copyright, nonostante le persone non vogliano farlo. È troppo costoso per queste società seguire i singoli clienti. Ciò non funziona se non in modi molto limitati. Sì, possono sbattere fuori dalle loro piattaforme l'Alex Jones o il Sargon di Akkad di turno, ma con una prevedibile reazione contraria.

Trasformare tutto ciò in legge è un altro paio di maniche. E le persone o sono costretto ad accettare la regolamentazione di queste società (garantendo il loro status di monopolio), oppure Internet sarà pressoché inutilizzabile.

Questa Direttiva è puro protezionismo per i produttori di media, notizie, musica, film, ecc., i cui modelli di business sono falliti e adesso sono letteralmente sovvenzionati da altre industrie redditizie. Ad esempio, il Washington Post è a tutti gli effetti una società di Amazon.

Quindi gli articoli 11 e 13 sono vasi di miele per i capitalisti clientelari. Ma è tutto male? Il futuro è questo: più leggi e controlli? Probabilmente no.

Diamo un'occhiata alla cosiddetta link tax e immaginiamo uno scenario peggiore, uno in cui l'UE non tiene conto di tutti i trattati transfrontalieri, dei limiti all'imposizione fiscale ed i nostri governi si conformano a queste assurdità.

Quindi diciamo che voglio linkare un articolo del Der Speigel per parlare di Angela Merkel.

Per farlo ora, ai sensi dell'articolo 13, devo ottenere una licenza per il link e pagare una tassa. Diciamo che devo pagare €100. Invece di pagare quella tassa, la mia reazione naturale sarebbe quella di non mettere il link e farvi solo riferimento.

Se ciò non funziona e WordPress mi banna il post, dovrei fare uno screenshot della sezione pertinente dell'articolo (in stile 4chan) senza link o riferimenti. E nel peggiore dei casi, se mi scoprono anche in questo modo, non mi resterebbe che non citare l'articolo scrivendolo in modo tale da non averne bisogno. Non ottengono più traffico e nemmeno la tassa.

Il risultato è che scenderanno nelle classifiche di ricerca di Google, mentre io continuo a mantenere alto il mio traffico e il pubblico felice. Chi vince? Io o loro? Io.

A mio giudizio un link è pubblicità gratuita. So che ognuno di essi è un dono che paga enormi dividendi. Adoro le persone che mi contattano per avere il permesso di ripubblicare il mio lavoro. Il punto centrale di ciò che faccio è raggiungere il più vasto pubblico possibile. Perché dovrei porre delle barriere?
Il novantacinque per cento delle notizie che leggete è una riformulazione di un comunicato stampa governativo o aziendale. Se pensate che qualcuno non possa ristampare comunicati stampa governativi o aziendali per meno di €100 a testa, siete pazzi.

Proprio come nelle vendite al dettaglio. Amazon sta uccidendo i rivenditori locali perché gli articoli possono essere consegnati in modo più efficiente senza un negozio in mattoni. I costi per mantenerlo e le persone che si recano in un determinato posto sono uno spreco di capitale scarso e prezioso. È un modello vecchio e senza futuro.

Notiziari che si limitano semplicemente a diffondere le stesse cose, cambiando lievemente il contenuto, non saranno in grado di addebitare un centesimo per i link. Per il 95% delle notizie c'è qualche differenza tra Yahoo!, MSN, CNN o FOX? No.

Se producete qualcosa con valore aggiunto, le persone escogiteranno un modo per giustificare dentro di loro l'esborso di un pagamento. La pubblicità copre parte di questo costo. Se non lo fanno, non sono entrate perse, ma entrate che non avete mai avuto in quel momento a quel prezzo.

Nel mondo degli affari i bulbi oculari sono tutto. Perdere gli occhi per una link tax è solo un cattivo affare.

Quindi l'UE ha appena dato a queste industrie morenti tutto ciò che hanno sempre desiderato. Ma, a lungo andare, sarà la loro rovina, in quanto incentiverà un'intera generazione di giornalisti-cittadini a riempire le nicchie e fare ricerca primaria.

Inoltre sarà inapplicabile a qualsiasi livello pratico, come sottolinea Dave Cullen. L'UE stessa causerà un crollo del traffico da e verso i suoi IP.

Dato che il costo del The Wire scenderà su una base di megabyte (vi basti pensare al 5G), calerà anche il costo per resistere al suo controllo. La riduzione dei costi della larghezza di banda renderà possibile la creazione di reti peer-to-peer e organizzazioni autonome decentralizzate che persino i cripto-entusiasti più incalliti non hanno ancora concepito.

E una volta che non ci sarà più da chi andare a chiedere protezione, saranno loro ad andare dietro alle persone di nuovo. A quel punto è game over.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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