Bibliografia

giovedì 4 aprile 2019

Il mito dei prezzi predatori

È notizia di questi giorni che, dopo i licenziamenti dell'anno scorso, il colosso del mining Bitmain continua ad affrontare difficoltà d'impresa. Terrorizzati da un possibile attacco 51% da parte di questa azienda, vediamo ex post che tali paure erano infondate (sebbene lo fossero già ex ante). Infatti il libero mercato bilancia i presunti squilibri precedenti, permettendo a nuovi attori di ricoprire il ruolo ricoperto in precedenza da un presunto monopolizzatore. L'ennesima prova di come il libero mercato sia un sistema economico/sociale di gran lunga più "democratico" rispetto all'attuale stato di cose, soprattutto perché la maggior parte delle persone è incapace di vedere le storture proprio sotto il loro naso e trova faticoso il ragionamento logico lasciandosi trascinare invece dagli slogan. Oggi gli otto principali settori industriali, che controllano circa il 92% dell'economia USA, sono dominati da interessi speciali che ricevono politiche preferenziali. L'attività bancaria (8%) è monopolizzata dalla banca centrale che favorisce le grandi banche, soprattutto quando manipola i tassi d'interesse attraverso l'acquisto e la vendita di obbligazioni dalle grandi banche. L'immobiliare (15%) è monopolizzato attraverso il duopolio di Fannie/Freddie e la Federal Housing Administration che finanzia e promuove abitazioni più grandi e l'espansione urbana selvaggia; mentre i politici favoriscono i loro clientes. L'assistenza sanitaria (18%) è monopolizzata attraverso la concessione di licenze statali che limitano l'offerta di medici e altri professionisti e l'offerta di ospedali, i brevetti federali sui farmaci e altre leggi sulla proprietà intellettuale. L'agricoltura (8%) è monopolizzata attraverso sussidi. I sussidi scoraggiano lo sviluppo di colture alternative, fattorie familiari diversificate e alimenti più sani. Le esportazioni di colture sovvenzionate hanno reso non competitiva l'agricoltura dei Paesi in via di sviluppo. L'energia (12%) è monopolizzata attraverso il cartello petrolifero dell'OPEC incoraggiato dal governo negli Stati Uniti, mentre i mercati statunitensi dell'elettricità e del gas naturale sono controllati da monopoli territoriali. Tali monopoli favoriscono i loro clientes. Poi c'è il sottoprodotto del fracking petrolifero, il gas naturale, il quale è favorito rispetto al carbone meno costoso. L'energia eolica e solare, nonché il carburante per veicoli a base di etanolo ricavati da mais e cellulosa, ricevono sussidi che bloccano lo sviluppo di altre energie potenzialmente a basso costo, comprese le energie rinnovabili. Il trasporto (10%) è monopolizzato attraverso regolamenti governativi, compresi i salvataggi statali, favorendo le grandi case automobilistiche e le quattro principali compagnie aeree. La tecnologia (8%) è monopolizzata attraverso le leggi sui brevetti e sul copyright, mentre le franchigie territoriali regolamentate vengono assegnate ai monopoli locali della telefonia e via cavo. Il governo (13%) ha creato monopoli pubblici attraverso finanziamenti federali, statali e locali, in particolare nell'istruzione.
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di Donald J. Boudreaux


La realtà economica è enorme e complessa. Ogni momento fa emergere innumerevoli azioni, reazioni, correzioni di rotta e scoperte inaspettate. Per dare un senso a tutto ciò è necessaria una teoria solida ed una sana conoscenza della storia.

Tra i compiti importanti che la teoria solida e la conoscenza della storia ci permettono di avere è quello di distinguere ciò che è possibile da ciò che è probabile. La gamma di tutto ciò che è possibile è vasta e comprende, per esempio, la scoperta di un vaccino contro il cancro mentre si modifica una ricetta per la zuppa di tartaruga.

È infatti possibile che il cancro possa essere prevenuto in questo modo. Eppure nessuno arriva a dare credibilità a questa remota possibilità, la quale potrebbe portare alla conclusione di tutte le ricerche mediche sul cancro.

Quasi tutto ciò che è possibile non accadrà mai.



La teoria

Questa verità è importante quando si discute dei cosiddetti prezzi predatori. Si dice che i prezzi siano predatori quando sono sottocosto e usati come mezzo per monopolizzare un mercato. A livello superficiale ha senso questo ragionamento. Dopotutto, se un'impresa oggi fa pagare prezzi sottocosto, non solo rinuncia ai profitti oggi, ma i suoi prezzi bassi minacciano l'esistenza dei suoi rivali. Una volta che i rivali abbandonano tutti gli affari, il predatore avrà il monopolio e poi farà salire i prezzi ai livelli di monopolio. I consumatori subiscono un danno ingiustificato.

È possibile, ma questo risultato non è più probabile di un vaccino contro il cancro mentre si cucina la zuppa di tartaruga. Le ragioni sono molte.



La realtà

Affinché un'azienda riesca a far fallire i suoi concorrenti facendo pagare prezzi "eccessivamente bassi", non solo deve tagliare i suoi prezzi ma anche espandere le sue vendite. Ricordate, l'obiettivo è di togliere così tante vendite alle aziende concorrenti da farle fallire tutte; ma quando un'impresa aumenta le sue vendite a prezzi inferiori al costo, tale impresa subisce necessariamente enormi perdite. I rivali dei predatori, sebbene possano essere obbligati a vendere anche a prezzi sottocosto, hanno un vantaggio che il predatore non ha: possono ridurre le loro vendite durante la guerra dei prezzi al fine di mantenere le loro perdite al minimo.

La teoria economica di base chiarisce che un'impresa che cerca di monopolizzare un mercato facendo pagare prezzi inferiori al costo si auto-infligge perdite superiori a quelle che infligge ad una qualsiasi delle imprese che sta tentando di mandare in bancarotta. E maggiore è il numero di aziende concorrenti che devono essere spinte verso la bancarotta, maggiore sarà il numero di vendite che il predatore deve fare a prezzi inferiori e, quindi, più pesanti saranno le perdite che il predatore si auto-infliggerà. Questa realtà ha spinto Robert Bork a dire che "il miglior metodo di predazione è convincere il vostro rivale che siete una probabile vittima e attirarlo in uno spietato attacco di riduzione dei prezzi".

Coloro che cercano disperatamente di giustificare la teoria dei prezzi predatori, insistono sul fatto che le imprese predatrici hanno tasche più profonde rispetto ai loro rivali. Queste tasche più profonde permetterebbero alle imprese predatrici di subire pesanti perdite mentre i loro rivali, essendo a corto di contanti, dovrebbero chiudere perché non potrebbero permettersi nemmeno perdite leggere.



Il capitale cambia tutto

Suddetto punto di vista trascura l'esistenza dei mercati dei capitali. Una funzione fondamentale dei mercati dei capitali e delle loro istituzioni (come banche, venture capitalist e angel investors) è di canalizzare la liquidità necessaria per le imprese potenzialmente redditizie. Le aziende con buoni risultati, promettenti business plan e affidabili team di gestione, hanno accesso immediato ai mercati dei capitali globali, i quali sono enormi. (Il valore dei prestiti commerciali e industriali totali delle sole banche statunitensi è ora di circa $2.300 miliardi.)

Poiché le imprese che possono operare proficuamente nel lungo periodo investono abitualmente nei mercati dei capitali per ottenere liquidità, le tasche di ciascuna impresa sono tanto profonde quanto la grandezza delle sue capacità, l'ingegnosità delle sue idee e la potenza della sua integrità. Quindi le tasche dei predatori più ricchi non sono più profonde di quelle dei suoi rivali molto abili.

È possibile che tutti i rivali di un predatore non saranno in grado di convincere banche o altri investitori a fornire loro la liquidità necessaria. Possibile nel senso che questo risultato può essere immaginato, ma è estremamente improbabile.

Tuttavia, supponiamo che l'improbabile si verifichi e il ricco predatore riesca a mandare in bancarotta tutti i suoi rivali. Essendo ora il fornitore solitario in un certo mercato, il predatore ha il potere di monopolio per il quale ha pagato così caro.

Questo potere monopolistico è inutile per il predatore, a meno che non alzi i prezzi al di sopra dei costi per raccogliere profitti di monopolio. Può farlo, ma i prezzi al di sopra dei costi attirano nuovi concorrenti. Quindi mandare in bancarotta tutti i rivali esistenti non è sufficiente affinché il predatore possa assicurarsi un potere monopolistico; il predatore deve anche impedire ai nuovi rivali di competere dopo aver mandato in bancarotta i suoi rivali precedenti. Segue un altro giro di discese dei prezzi, con il predatore che ancora una volta subisce perdite maggiori di quelle subite dai suoi nuovi rivali.

Di nuovo, è possibile immaginare che tutti i nuovi entranti andranno in bancarotta, proprio come tutti i concorrenti iniziali del predatore non sono riusciti a ottenere liquidità sufficiente e saranno quindi mandati in bancarotta dai prezzi bassi del predatore. Ma proprio il bisogno di mettere insieme tante bizzarre possibilità rende chiaro che abbassare i prezzi al di sotto dei costi è un modo improbabile di monopolizzare i mercati. Questa possibilità è così remota che non dovrebbe mai essere presa sul serio.

Ciononostante molte persone, incluse le autorità antitrust e gli operatori commerciali, continuano a considerare i prezzi predatori come un mezzo plausibile per monopolizzare i mercati. Ironia della sorte, questo rifiuto di considerare irrealistici i prezzi predatori ha una forte probabilità di creare esso stesso un potere di monopolio.



Intervento statale

Proprio perché una caratteristica chiave di una sana competizione di mercato è la pressione al ribasso sui prezzi, se gli stati intervengono per limitare i "prezzi predatori", le imprese che non sono in grado o non vogliono competere in modo equo cercheranno riparo dalla competizione accusando i loro rivali di tale predazione. Inoltre, timorosi di essere perseguite, le imprese più competitive saranno più riluttanti ad abbassare i loro prezzi se gli stati si impegneranno attivamente contro tale pratica. La competizione economica viene quindi ostacolata piuttosto che stimolata.

La storia ci conferma che non esiste un singolo esempio di un'azienda che abbia avuto un vero potere di monopolio attraverso i cosiddetti prezzi predatori.

Tutti gli stati e tutti i tribunali di tutto il mondo, se fossero veramente impegnati a mantenere i mercati il ​​più competitivi possibile, annuncerebbero incondizionatamente che non prenderebbero mai più sul serio le accuse di prezzi predatori.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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