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lunedì 18 marzo 2019

Perché il lungo regno di Facebook è destinato a finire





di Brittany Hunter


Negli ultimi anni Facebook è passato dal facilitare il libero flusso di informazioni ad inibirlo attraverso censure incrementali e purghe di account. Ciò che è iniziato con il bando di Alex Jones la scorsa estate ha subito un'escalation con l'espulsione di centinaia di pagine, ciascuna di natura politica. E poiché sempre più persone diffidano delle motivazioni della piattaforma, una cosa è assolutamente certa: abbiamo bisogno di una maggiore competizione di mercato nel regno dei social media.

Facebook potrebbe sembrare troppo grande per fallire, ma state sicuri che non lo è. A meno che non sia protetto da un monopolio statale, ogni singolo prodotto e servizio è vulnerabile alle forze del mercato, anche a quelli considerati troppo potenti. Solo pochi mesi fa Sears, un tempo potente, ha presentato istanza di fallimento e ha deciso di chiudere 142 dei suoi grandi magazzini. Non è passato molto tempo da quando Blockbuster Video ha annunciato la sua chiusura. Queste istituzioni erano al vertice del loro settore ad un certo punto, ma ognuna non era in grado di soddisfare i propri clienti come una volta. Entrambi sono stati inevitabilmente sostituiti da servizi migliori come Amazon Prime e Netflix.

Facebook potrebbe sembrare diverso dalle altre entità di mercato, poiché tecnicamente non vende nulla alla maggior parte dei suoi utenti. Ma proprio come Sears e Blockbuster, il suo successo dipende dalla sua capacità di attrarre e mantenere i propri clienti. E sulla scia delle recenti epurazioni, e delle recenti violazioni della sicurezza, è del tutto possibile che, come Myspace e Friendster, Facebook non vivrà a lungo in questo mondo.



La situazione

Quando è stato annunciato che Facebook, YouTube, iTunes e infine Twitter avrebbero bandito gli account associati ad Alex Jones, ciò ha suscitato reazioni contrastanti da parte della popolazione. Da un lato Alex Jones è tristemente noto per aver costruito la sua carriera come istigatore e "troll", rendendolo un personaggio alquanto antipatico agli occhi della maggior parte del pubblico americano. Dall'altra parte la censura di Jones è preoccupante, poiché minaccia il futuro dei media indipendenti. Dopotutto, se questo può accadere a Jones, chi sarà il prossimo?

A dire il vero, Facebook è di proprietà privata ed è autorizzato a curare i propri contenuti come meglio crede. Tuttavia solo perché qualcuno può fare qualcosa non significa necessariamente che dovrebbe. E sicuramente non significa che, in quanto utenti di questa piattaforma, non dovremmo esprimere le nostre preoccupazioni.

Mentre l'estate finiva, i media indipendenti trattenevano il fiato in attesa di vedere come la decisione su "Jones" avrebbe avuto un impatto sui loro account.

Qualche mese fa la situazione è diventata concitata quando Facebook ha compiuto un ulteriore passo avanti e ha annunciato che avrebbe cancellato quasi 800 pagine che violavano i suoi termini di servizio. In particolare, queste pagine sono state accusate di "spamming", sebbene Facebook non abbia chiarito la natura di tale parola.

Tuttavia resta il fatto che molte delle pagine cancellate erano di destra e libertarie, portando molti a presumere che queste epurazioni fossero motivate dal punto di vista politico. E viste le precedenti accuse rivolte a Facebook per quanto riguarda la soppressione dei collegamenti e delle notizie di tendenza conservatrici, queste ipotesi non sembravano fuorvianti, anche se Zuckerberg ha affermato che il contenuto non era un fattore determinante.

Carey Wedler, redattore capo di Anti-Media, una piattaforma di notizie indipendente che da poco ha visto cancellata la sua pagina Facebook, ha dichiarato al FEE:
Secondo Facebook non siamo stati sospesi per i nostri contenuti, ma per "spamming" ed uso di pratiche "ingannevoli"; resta il fatto che non abbiamo mai impiegato questi sotterfugi e altre grandi pagine che impiegano strategie di post come la nostra, come Occupy Democrats (noto anche per condividere notizie false), non sono state rimosse. Curiosamente, a luglio, Facebook ci ha assegnato un rappresentante per aiutarci a gestire la nostra pagina. A settembre ci hanno anche dato $500 in pubblicità gratuita per aumentare i nostri contenuti, e queste azioni sembrano implicare che non avessero problemi con i nostri contenuti o le nostre pratiche.

La vicinanza delle epurazioni alle elezioni di medio termine era sospetta, ciononostante Facebook sostiene che la sua decisione di cancellare questi account era esclusivamente il risultato di violazioni in fatto di spam e non a causa del contenuto effettivo della pagina. Ciò ha permesso a Zuckerberg di sostenere con fermezza che Facebook non stava praticando la censura, ma stava semplicemente rafforzando le politiche già esistenti nei termini di servizio dell'utente.

Tuttavia qualche mese fa il popolare account libertario, "Liberty Memes", ha visto cancellata la sua pagina Facebook, aggiungendo più benzina al fuoco. A differenza delle altre epurazioni, Liberty Memes non è stato cancellato con il pretesto dello spam: Facebook ha ammesso apertamente che la pagina veniva cancellata a causa del suo contenuto.

Nell'era digitale è altamente probabile che ad un certo punto entrerete in contatto con contenuti che riterrete offensivi, o presumibilmente falsi. Mentre il contenuto offensivo può semplicemente essere ignorato, ogni individuo dovrebbe essere responsabile di determinare se le informazioni a cui viene esposto siano o meno credibili. Ma con l'isterismo derivato dalle cosiddette "fake news", Facebook si è assunto il compito di proteggere i suoi utenti da contenuti potenzialmente fuorvianti o addirittura offensivi. E anche se queste decisioni sono state prese nel tentativo di placare quegli utenti che vorrebbero vedere represso tutto il pensiero opposto al loro, ciò potrebbe inevitabilmente ritorcersi contro la compagnia.

Facebook non è andato tanto bene negli ultimi anni. Oltre ad essere stato incolpato sia per la soppressione dei valori conservatori che per l'elezione di Trump, il popolare sito di social media ha anche compromesso i dati dei suoi utenti in più di un'occasione. Infatti solo pochi mesi fa Zuckerberg si è ritrovato a testimoniare di fronte al Congresso. E dal punto di vista degli affari, le quote di mercato sono crollate del 7,5% nel corso dell'anno.

Nell'ultimo anno anche l'uso di Facebook è diminuito e oltre il 44% dei giovani utenti ha ammesso di aver eliminato completamente l'app dai propri telefoni. I giovani affollano siti come Snapchat, Instagram, YouTube e Twitter. E senza questa folla, Facebook potrebbe presto ritrovarsi nella disperazione di dover attirare utenti.

Come scritto su INC:
Recenti scoperte chiariscono che nell'ultimo anno un numero elevato di utenti ha cambiato il proprio rapporto con Facebook, a seguito degli scandali riguardo la privacy e la sicurezza dell'azienda. Con gli effetti a catena che si sentono ancora, più di sei mesi dopo Cambridge Analytica, è improbabile che la migrazione dall'app possa rallentare nel breve termine.

Quindi cosa significa questo per quelli di noi che sono insoddisfatti del comportamento di Zuckerberg e Facebook? Significa che la situazione è matura affinché nuove piattaforme prendano il suo posto.



Far seguire i fatti alle parole

Votare con i nostri dollari è una delle azioni più potenti che possiamo prendere come consumatori. Anche se le iscrizioni a Facebook non si pagano, ogni volta che effettuiamo l'accesso al sito e ci impegniamo attivamente con altri utenti, votiamo a favore della società. E molti di noi si sentono come se non avessero altra scelta.

Come scrittrice, sono la prima ad ammettere che personalmente mi affido a Facebook come mezzo per condividere il mio lavoro con gli altri. Infatti il pensiero di cancellare il mio account mi riempie di disagio. Dopotutto, se non sono su Facebook, come posso rimanere connessa con tutti i miei contatti in tutto il mondo? E poiché molti di noi sono così riluttanti a lasciarlo, Facebook ha mantenuto il suo potere nello spazio dei social media. Ma questa situazione può cambiare facilmente.

C'è un equivoco sul fatto che il processo di mercato sia passivo, visto che in realtà è vero il contrario. Affinché il mercato funzioni, i consumatori devono votare con i loro piedi e il loro denaro per sostenere i marchi ed i prodotti che preferiscono. Se un'azienda fa qualcosa contro cui un consumatore si oppone, il consumatore può decidere di portare la propria attività altrove o, in condizioni estreme, portare avanti proteste e boicottaggi come abbiamo visto di recente con marchi come Nike. I consumatori possono causare danni finanziari a queste aziende, devono solo scegliere di utilizzare questo potere.

Viviamo in un'era di confusione. Solo pochi anni fa era ritenuto impossibile che Bitcoin ed altre criptovalute potessero competere con le valute fiat. E mentre siamo ancora lontani da una vera e propria rivoluzione monetaria, le criptovalute si sono dimostrate una forza da non sottovalutare nel mondo della finanza. Se qualcuno ha qualche dubbio su questo, basta vedere quanti governi ed economisti keynesiani temono la sua adozione diffusa.

Nei primi giorni di Bitcoin, gli utenti erano in numero ridotto poiché la rete era ancora agli inizi e aveva bisogno di crescere. Ma negli ultimi due anni sempre più utenti si sono avvicinati al mondo delle criptovalute dopo essere stati disincantati dalle istituzioni finanziarie centralizzate. E Facebook non può far altro che seguire ciò che vuole il mercato. Inoltre molte delle alternative a Facebook utilizzano la tecnologia blockchain.

Minds, Telegram, Steemit, Mastadon e altre società di social media si affidano alla blockchain non solo per mantenere sicuri i dati degli utenti, ma anche per mantenere le reti decentralizzate e salvaguardate contro lo stesso tipo di censura che abbiamo visto su Facebook. Ma affinché una di queste piattaforme possa decollare, avrà bisogno di utenti disposti a costruire un social network che abbia imparato dagli errori dei suoi predecessori.

Sears e Blockbuster sono crollati perché nessuno dei due è stato in grado di adattarsi alla sua base di consumatori. Facebook spesso è andato contro i desideri e le esigenze dei suoi utenti e sta iniziando ad affrontarne le conseguenze.

Come dice Wedler:
Proprio come le persone di tutto lo spettro politico sono stufe del sistema attuale, così anche gli utenti dei social media sono frustrati dalle piattaforme principali che attualmente dominano il mercato. In entrambi i casi non solo sembra ovvio, ma anche vitale, che invece di tollerare gli attuali paradigmi, gli individui debbano agire concretamente per far conoscere le loro preferenze. Per quanto riguarda i social media, se un numero sufficiente di persone fa seguire i fatti alle parole, c'è un enorme potenziale per innescare un esodo verso piattaforme che meglio rispondono alle loro richieste ed aspettative.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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