Bibliografia

giovedì 21 marzo 2019

La regolamentazione dell'inquinamento dell'aria non è la risposta





di Robert P. Murphy


1. Il ruolo del libero mercato

Obiezioni: il libero mercato funziona bene quando fornisce biciclette e computer, ma abbiamo bisogno di una forte regolamentazione statale per proteggere la qualità dell'aria.

Risposta: Un libero mercato si basa sul rispetto dei diritti di proprietà. Se una fabbrica è autorizzata a pompare la fuliggine nell'aria e questo danneggia le persone, il problema fondamentale è la mancanza di diritti di proprietà. Nessuno "possiede" l'atmosfera e diventa una "tragedia dei beni comuni". (Il sovrasfruttamento del bestiame in Inghilterra ha tormentato i pascoli "comuni" prima che venissero definiti e applicati in maniera più sensata i diritti di proprietà.) Quindi piuttosto che vedere l'inquinamento atmosferico come un "fallimento del mercato", dobbiamo considerarlo alla luce di diritti di proprietà mal definiti.


2. Il problema dell'inquinamento

Obiezioni: certo, si possono cacciare scuse e dire che non è colpa del mercato, ma da come stanno le cose in realtà, abbiamo bisogno degli stati per garantire che le imprese non inquinino.

Risposta: Lungi dall'essere il benefattore della qualità ambientale, storicamente le legislature e le corti in Paesi come l'Inghilterra e gli Stati Uniti hanno annullato i diritti tradizionali degli individui al fine di promuovere lo sviluppo industriale. Ed i peggiori abusi ambientali si sono verificati sotto i regimi comunisti, compreso il disastro di Chernobyl nel 1986, che è ancora considerato il peggior incidente di una centrale nucleare nella storia. Come osserva l'economista Richard Stroup:
I fallimenti del controllo centralizzato del governo nell'Europa orientale e nell'Unione Sovietica hanno destato ulteriore interesse per l'ambientalismo di libero mercato nei primi anni '90. La stampa ha scoperto ampie aree in cui l'aria era piena di una foschia marrone, gli occhi della gente bruciavano a causa dei fumi chimici ed i guidatori dovevano usare i fari a metà giornata. Nel 1990 il Wall Street Journal citò una dichiarazione dei medici ungheresi secondo cui il 10% dei decessi in Ungheria poteva essere direttamente correlato all'inquinamento. Il New York Times ha riferito che parti della città di Merseburg, nella Germania orientale, erano "permanentemente coperte da una polvere chimica bianca e un odore acre riempiva le narici delle persone".


3. Regolamentazione e correlazione della qualità dell'aria

Obiezioni: va bene, a volte anche gli stati sbagliano. Ma con un sistema di governo relativamente democratico e trasparente come negli Stati Uniti, la storia mostra chiaramente che una maggiore regolamentazione va di pari passo con un'aria più pulita.

Risposta: I principi economici della scarsità e dei compromessi si applicano alla qualità ambientale tanto quanto ai beni ed ai servizi convenzionali. Man mano che una società diventa più ricca, la sua gente può permettersi uno standard di vita più elevato. Ciò significa case più grandi, auto più belle, durata della vita più lunga e aria più pulita.

Può essere vero che l'attuale sistema giuridico (che è controllato dallo stato, non dimentichiamolo) non delinei i diritti di proprietà privata nell'atmosfera, e in tal senso sarebbe difficile per le normali forze di mercato fornire direttamente aria "più pulita ai consumatori" nel modo in cui può fornire "macchine più veloci" e "case più grandi" se è questo che la gente vuole comprare.

Inoltre dobbiamo renderci conto che l'aria più pulita ha un prezzo. Se dovessimo imporre le attuali norme EPA sulla qualità dell'aria nella Londra del 1890, o nella Pechino di oggi, è vero che migliorerebbero la qualità dell'aria ma ad un costo elevato per altri beni. È possibile che le persone colpite da una tale decisione si risentano per il fatto di essere costrette a spendere molto di più per "aria più pulita" e meno per cose come "energia e trasporti".

I miglioramenti storici nella qualità dell'aria, negli Stati Uniti ad esempio, non si sono verificati grazie alle normative statali. Nel migliore dei casi le normative statali potrebbero aver incanalato parte degli standard di vita in miglioramento (reso possibile dall'economia di mercato) nello sbocco specifico: migliore qualità dell'aria.

Tuttavia dobbiamo stare attenti a non accreditare alle normative statali quei miglioramenti che si sono verificati "naturalmente". Ad esempio, gli studiosi dell'AEI, Joel Schwartz e Steven Hayward, mostrano che la qualità dell'aria stava migliorando da decenni negli Stati Uniti, ben prima che il Clean Air Act del 1970 fosse approvato a livello federale.


Perché la qualità dell'aria è migliorata ancor prima che il governo federale iniziasse ad imporre le sue leggi in merito? Alcuni dei miglioramenti potrebbero essere attribuiti alle normarive statali ed eventualmente locali, ma una crescita economica regolare ha anche fornito aria più pulita come sottoprodotto non intenzionale.

Ad esempio, Schwartz e Hayward riferiscono che "l'affluenza crescente ha permesso alle famiglie di passare dal carbone ad un gas naturale più pulito e più efficiente per il riscaldamento e la cottura domestica". Inoltre i miglioramenti nella trasmissione elettrica hanno permesso alle centrali di essere situate vicino alle miniere di carbone e lontano dai centri abitati.

E anche se l'invenzione dell'automobile ha alla fine portato smog nelle grandi città, in realtà ha risolto la "crisi del letame di cavallo" della fine del 1800. In modo simile, anche in assenza di un intervento esplicito dello stato, i veicoli elettrici acquisiranno nel tempo una crescente quota di mercato, risolvendo in modo naturale alcuni dei problemi odierni sulla qualità dell'aria urbana.



Risorse


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


1 commento:

  1. Mi interrogavo da tempo sul tema irrisolto di ciò che attualmente sembra essere inevitabilmente comune come appunto l'aria, la soluzione proposta nella risposta del punto 1 è illuminante.

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