Bibliografia

venerdì 29 marzo 2019

Riconoscere il sound money attraverso la sound theory: ieri e oggi





di Francesco Simoncelli


Tra gli economisti professionisti il supporto ad una gold standard è limitato principalmente ai membri della Scuola Austriaca. La maggior parte degli economisti crede in un sistema monetario gestito dallo stato composto da moneta fiduciaria che a sua volta viene creata da un monopolio autorizzato dallo stato: il sistema bancario commerciale. Dietro questo monopolio c'è un altro monopolio autorizzato dallo stato: la banca centrale. Il numero di economisti accademici che crede che ci dovrebbero essere leggi contro la riserva frazionaria (che le banche non dovrebbero essere autorizzate a prestare denaro a lungo termine il quale è stato depositato a breve termine, con la garanzia che il depositante possa ritirare il proprio denaro in qualsiasi momento) è decisamente infimo.

Ciò che gli economisti pensano è una questione marginale. La questione cruciale per il funzionamento di qualsiasi sistema monetario è che gli attori di mercato decidano quale tipo di denaro utilizzare. Il problema oggi è chiaro: la popolazione non usa monete d'oro come denaro. Le monete d'oro negli Stati Uniti furono rimosse dalla circolazione nel 1933 per ordine esecutivo. In Europa la sospensione della redimibilità in monete d'oro ebbe luogo nelle settimane successive allo scoppio della prima guerra mondiale. L'Inghilterra ripristinò il rimborso nel 1925, ma una corsa agli sportelli nei confronti della Banca d'Inghilterra la costrinse a sospenderli di nuovo nel 1931.

Con la sospensione universale del rimborso in oro, la popolazione fu costretta ad accettare il furto dei propri depositi. Tutti i media, comprese le università, dicevano che l'oro era una reliquia barbara, facendo eco alle parole di John Maynard Keynes. I banchieri del mondo applaudirono, così anche i leader politici del mondo. Senza la minaccia di una corsa agli sportelli, i politici ed i banchieri potevano stampare tutto il denaro che volevano perché la popolazione non poteva richiedere monete d'oro in cambio dei loro depositi bancari e della loro cartamoneta.

Gli economisti della Scuola Austriaca sono favorevoli al gold standard perché sono a favore del denaro creato dal mercato. Sono convinti che le monete d'oro e d'argento saranno denaro ogni volta che vengono abolite le leggi che stabiliscono monopoli bancari, e quando nessuna agenzia viene autorizzata da un monopolio della forza ad emettere ricevute cartacee per metalli preziosi (o qualsiasi altra cosa) che non siano coperte al 100% dal patrimonio necessario per riscattarle. Gli economisti Austriaci presentano questa tesi basandosi sull'osservazione del mondo reale. Negano che l'oro abbia un valore intrinseco, cioè un valore indipendente dalle decisioni degli individui che agiscono. Insistono sul fatto che l'oro abbia un valore storico grazie ai suoi usi industriali, alle sue applicazioni in gioielleria e nell'arte, e in definitiva alla domanda d'oro come denaro.

Ma cos'è oro oggi? La censurabilità del metallo giallo lo pone in una posizione di svantaggio per quanto riguarda un utilizzo diffuso. L'oro oggi è la sound theory. Il lato cosiddetto "disruptive" di bitcoin non è insito solo nel fatto che cerca di riportare in auge il sound money nella mentalità degli individui, ma li spinge a riscoprire tutti quei principi economici e sociali alla cui base c'è una sound theory. Bitcoin è molto più di una tecnologia, è un paradigma. Così come negli anni '30 la spesa in deficit stava segnando un cambiamento di paradigma nei principi economici e sociali della società, avallati successivamente dalla General Theory di Keynes, quest'oggi bitcoin rappresenta lo stesso cambiamento di paradigma che invece riporta in auge principi economici e sociali sani.



ASSENZA DI DOMANDA

L'economia moderna non è un sistema volontaristico. Le leggi riflettono il potere politico dei blocchi di voto con interessi particolari e le banche commerciali sono tra i più potenti tra questi interessi particolari. Il sistema monetario moderno è quindi un sistema truccato. Dalla fine delle guerre napoleoniche nel 1815 fino allo scoppio della prima guerra mondiale nel 1914, in realtà il sistema monetario internazionale è stato il sistema meno truccato dai tempi del gold standard nell'Impero bizantino, durato ben otto secoli.

La popolazione in Occidente oggi, non ha familiarità con l'oro come denaro. Tutti usano la cartamoneta, o il denaro fiduciario: assegni e carte di credito. I contratti sono scritti in termini di moneta fiduciaria. I piani economici di tutti sono basati sulla fiducia degli uomini nella sovranità a lungo termine degli stati sul denaro. Il marchio di questa fiducia è rappresentato dalle risposte dei mercati dei capitali alle decisioni del Federal Reserve System. Ha il potere di influenzare pesantemente i mercati controllando il grado di chiarezza nelle sue dichiarazioni pubbliche.

Se vogliamo difendere intellettualmente la legittimità delle economie di libero mercato e delle istituzioni del libero mercato, allora dobbiamo adottare il principio della sovranità dei consumatori. La principale giustificazione a supporto del libero mercato è la seguente: esso estende la più grande autorità all'individuo riguardo i propri affari. Rende gli individui responsabili della gestione di tutto ciò che possiedono. È un sistema basato sul principio giuridico e morale della responsabilità individuale.

La manipolazione del sistema monetario da parte dello stato è inefficiente. Questa interferenza con la sovranità del consumatore nel campo monetario non produce altro che una cattiva allocazione del capitale. L'attuale sistema basato sul denaro fiat produrrà boom e bust nei mercati dei capitali e nei mercati dei consumatori. Gli economisti Austriaci restano in disparte e gridano "fermatevi" ogni volta che la banca centrale interferisce con i tassi d'interesse, aumentando o diminuendo l'offerta di denaro (principalmente comprando o vendendo titoli di debito pubblico).

La popolazione non capisce nulla di tutto ciò. Neanche la maggior parte degli economisti e dei politici. Tutto quello che sanno è che, una volta adottato, il controllo della banca centrale sul denaro è come tenere una tigre per la coda. La banca centrale non può andarsene senza finire tra i denti del felino. Ecco perché, tre decenni fa, l'economista F. A. Hayek ha scritto un libro sulla politica monetaria intitolato A Tiger by the Tail: The Keynesian Legacy of Inflation. Due anni dopo ricevette il premio Nobel in economia, ma non per questo libro.

Il fatto che la popolazione non comprenda la teoria monetaria non è il presupposto per dire che la maggior parte delle persone non s'è interessata all'oro come denaro. La popolazione non ha mai capito la teoria monetaria, anche durante l'era del gold standard; era però qualcosa che intuivano attraverso l'esperienza: i criminali possono contraffare i soldi, però è difficile contraffare monete d'oro e d'argento. Quindi le persone utilizzavano volontariamente le monete d'oro, utilizzando queste ultime per grandi transazioni, mentre quelle d'argento per le transazioni minori. Ciò che più importava era l'autorità legale degli individui di entrare in una banca e scambiare le proprie banconote, o i suoi certificati di deposito emessi dalla banca, e ricevere indietro monete d'oro. Le banche potevano fare la stessa cosa col Ministero del Tesoro.

Oggi la popolazione non considera l'oro come denaro. La realtà, invece, è che l'oro è denaro oggi solo per le banche centrali. Le loro barre d'oro sono immagazzinate principalmente nella Federal Reserve Bank di New York. I dipendenti nel caveau le muovono avanti e indietro, da una banca centrale all'altra: è in questo modo che le banche centrali equilibrano i loro conti l'una con l'altra. Alcuni banchieri centrali credono ancora che l'oro sia denaro, ma solo per loro. Infatti considerano l'oro come denaro solo se si parla del loro piccolo mondo chiuso e monopolistico. Dopotutto l'hanno rubato alle banche commerciali, che a loro volta l'hanno rubato ai loro depositanti. Le vittime non si lamentarono nel 1914, nel 1931 e nel 1933.



PRESENZA DI DEBITO

La montagna di debiti cresce perché i creditori sono convinti che le banche centrali non "inflazioneranno" eccessivamente le loro unità monetarie, ed i debitori sono convinti che le banche centrali non consentiranno la deflazione dei prezzi. Credono che il debito attualmente esistente non sarà mai rimborsato. Non può esserlo senza restringere l'offerta di denaro, perché il sistema monetario si basa sulla monetizzazione del debito, in particolare del debito pubblico, da parte delle banche centrali. Se lo stato ripagasse i propri debiti, costringendo le banche centrali a venderlo, le banche centrali dovrebbero monetizzare qualcos'altro come risorsa sostitutiva. Se le banche non monetizzano il debito, allora devono monetizzare il patrimonio netto: azioni, proprietà immobiliari o (se necessario per prevenire la deflazione monetaria) sedie da ufficio.

Si presume che il livello attuale del debito del mondo abbia solo una strada verso cui andare: su. Parlare del rimborso del debito in generale significa parlare di deflazione monetaria, deflazione dei prezzi, bancarotta e depressione. Vale l'analogia di Hayek, quindi: i pianificatori centrali stanno cavalcando una tigre che gli si rivolterà loro contro.

Ci sarebbe solo un modo per tornare ad un gold standard senza riserva frazionaria che non sarebbe deflazionistico per l'attuale sistema enormemente gonfiato: l'aumento del prezzo dell'oro da parte delle banche centrali e contemporaneamente la vendita del debito statale nei loro bilanci. La valuta in cui sarebbe denominata la base monetaria della nazione rimarrebbe la stessa. Quindi per rimettere l'oro nelle mani della popolazione, le banche centrali dovrebbero o mettere all'asta il loro oro sotto forma di monete (non lingotti), o semplicemente spedire lo stesso numero e quantità di monete d'oro ai singoli contribuenti. Penso che quest'ultima strategia sarebbe la più accettabile dal punto di vista politico. Non penso che esista un movimento che vuole portare a termine questo obiettivo, anche perché se esistesse gli stati lo combatterebbero alacremente col supporto degli economisti accademici.

Il problema principale con un aumento pilotato del prezzo dell'oro è che creerebbe enormi profitti per gli investitori nel metallo giallo. Questo è inaccettabile dal punto di vista politico. Se pensate che far passare una flat tax progressiva e bassissima sia complicato, pensate che cosa dovrebbe affrontare un movimento politico standard pro-gold standard, e quante poche persone capirebbero il problema.

Non esiste un modo immaginabile per stabilire un gold standard che non implichi o una deflazione nell'attuale sistema, o un enorme aumento del prezzo dell'oro. Quest'ultima eventualità senza una restituzione ai cittadini di tutto l'oro rubato, avallerebbe la proprietà delle banche centrali sulla maggior parte dell'oro mondiale (l'opposto della tesi dell'economista di libero mercato: la sovranità individuale dei consumatori).

Questo significa tre cose:
  1. il livello del debito mondiale aumenterà
  2. la monetizzazione del debito mondiale da parte delle banche centrali aumenterà
  3. l'inflazione monetaria aumenterà

Se l'inflazione monetaria aumenterà, l'oro alla fine salirà di prezzo. È per questo che l'oro fisico dovrebbe far parte di ogni portafoglio d'investimento. I profitti imprenditoriali sul possesso d'oro saranno indiretti: attraverso gli effetti dei prezzi dell'inflazione monetaria; ma non direttamente, cioè, attraverso una decisione internazionale coordinata delle principali banche centrali che decidono di demonetizzare il debito e rimonetizzare l'oro mediante:
  1. aumenti del suo prezzo
  2. sostituzione del debito con monete d'oro come base monetaria

La maggior parte delle nazioni del mondo sta tenendo una tigre per la coda, proprio come scrisse Hayek. Come investitori, dobbiamo riflettere sulle implicazioni del rimanere dietro la tigre. Alcune persone potrebbero essere in grado di fuggire, ma la maggior parte delle persone non può farlo senza affrontare la tigre faccia a faccia.



RITORNO AL SOUND MONEY ATTRAVERSO LA SOUND THEORY

Oltre alle difficoltà politiche e sociali, ci sarebbero le difficoltà fisiche per una re-introduzione del metallo giallo nel sistema monetario. È già successo prima prima d'ora. Nel 1790 i centesimi ed i mezzi centesimi vennero privatizzati dagli industriali a Birmingham. All'epoca gli industriali iniziarono a pagare i lavoratori in contanti anziché in natura, come invece facevano i contadini, ma c'era una carenza cronica di monete. La Zecca Reale aveva rinunciato a coniare le monete d'argento perché la gente le scioglieva quando il loro valore come metallo superava il loro valore nominale e smise di coniare anche i mezzi centesimi di rame (troppo facile contraffarli).

Così Thomas Williams, il proprietario di una miniera di rame di Anglesey, e Matthew Boulton si offrirono di coniare i centesimi per il governo. Nonostante la loro audacia venne raffreddata e respinta, lo fecero lo stesso. Quelle monete erano più difficili da falsificare (perché avevano i bordi sollevati) e meno costose da coniare rispetto alle monete statali. Essendo convertibili in ghinee e sterline ad un prezzo fisso di un centesimo, furono presto accettate in tutta Birmingham e persino a Londra. Nel 1797 c'erano in circolazione 600 tonnellate di tali monete ed i contraffattori furono messi fuori mercato. Sulla scia del successo iniziarono a produrre anche monete d'argento, ma la Zecca Reale invidiosa fece pressioni sul Parlamento per mettere fuori legge la competizione. Ci riuscì nel 1818, tre anni prima che potesse produrre nuove monete di rame per soddisfare gli alti standard di quelle private, e così la carenza delle monete riprese.

In anni più recenti, la storia si è ripetuta allo stesso modo con il caso di Bernard Von Nothaus ed il Liberty Dollar. Con bitcoin è possibile oltrepassare tutti questi problemi. Esso è la prima valuta digitale decentralizzata in grado di incarnare tutte le qualità positive dell'oro e aggiungere la non censurabilità ed anonimato alle sue caratteristiche. Coloro che affermano che "copia" l'oro né hanno studiato la teoria economica Austriaca, né hanno capito cos'è bitcoin. Prima di parlare quindi, dovrebbero ripassare o seguire corsi che accademie come la Bcademy mettono a disposizione di coloro in buona fede che vogliono provare ad entrare nell'ottica di questa tecnologia. Bitcoin riparte da dove avevamo lasciato con l'oro, prima che venisse de-monetizzato progressivamente dall'azione dei pianificatori monetari centrali. Non solo, ma aggiunge quelle caratteristiche uniche attraverso le quali emanciparsi dai legacci che finora hanno soppresso qualsiasi tentativo di scappare dalla morsa del denaro fiat.

Ma al di là di ciò, è riuscito a catalizzare l'attenzione su di sé apportando una sorta di ventata di novità. Le sue radici affondano in profondità nella crittografia, nella teoria dei giochi e nell'informatica, quindi conserva una sorta di alone di mistero da svelare. Dell'oro sappiamo tutto, o quasi, praticamente. Catalizzando l'attenzione su di sé in questo modo, sta spingendo le persone a riscoprire principi economici/sociali genuini che tanto hanno fatto per permettere all'umanità di beneficiare della più grande evoluzione storica mai vista: la rivoluzione industriale. Questo perché sulla scia di tale evento c'era una sound theory che, a catena, ha spalancato le porte a tutta una serie di innovazioni con basi solide e resistenti. Non ultimo l'utilizzo del sound money.

Di conseguenza non dovremmo tanto ringraziare bitcoin per le migliorie apportate nel campo monetario, ma per la sua spinta a riscoprire una sound theory sociale ed economica.

Bitcoin è un asset raro, slegato dal classico modo di intendere gli asset finora. Il debito globale ha raggiunto $250.000 miliardi ($70.000 miliardi in più rispetto al 2008), gli Stati Uniti hanno un deficit da mille miliardi di dollari, i fondi pensione sono sottofinanziati e il debito degli studenti è salito a $1.500 miliardi negli Stati Uniti (con 9/10 mutuatari che faticano a pagare). Tutto ciò mette sotto pressione le banche centrali affinché continuino a seguire un percorso inflazionistico, diluendo il valore della moneta fiat. Gli smart money sceglieranno asset che hanno un'offerta limitata (oro, bitcoin o altri beni alternativi che non fanno parte del mondo degli investimenti mainstream). Gli asset tradizionali, come titoli azionari, titoli di stato, obbligazioni societarie e immobili sono tutte sottoposte ad un eccesso di leva finanziaria.


La storia degli esseri umani è una storia di network, dove in migliaia di anni di storia ci siamo organizzati in network che usiamo per fare le cose. La cooperazione oltre i confini ha prodotto nazioni, imprese e altre istituzioni cruciali, ma la cooperazione richiede un protocollo che stabilisca le regole di tale cooperazione. Tradizionalmente ciò richiede l'esistenza di un'entità di controllo, perché qualcuno imbroglia sempre. Nel corso della storia tale entità è stata un re, l'élite, una corporazione, o una folla. Il problema è che se si pone un re al comando, si spiana la strada ad un tiranno; se si mette al comando un'élite, si spiana la strada ad un'aristocrazia ingiusta; e se si mette al comando una corporazione, si spiana la strada ad un monopolio per la ricerca di rendite. Se si mette al comando una banca centrale, essa gestirà l'offerta di moneta per ottimizzare la salute della propria valuta e del proprio bilancio, non a vantaggio del singolo risparmiatore o investitore. Una banca centrale protegge i suoi interessi svalutando i risparmi della popolazione. E la recente decisione dello zio Mario ne è la prova più eclatante.


Non scordiamoci, però, che abbiamo protocolli aperti in cui i partecipanti di un network possono interagire in modo permissionless, senza il permesso di un'entità di controllo. La lingua è un protocollo aperto. perché non è di proprietà di nessuno (non abbiamo bisogno dell'approvazione dello stato per conversare o aggiungere una nuova parola). Porzioni di Internet stesso sono un protocollo aperto e le criptovalute faciliteranno l'uso di tali protocolli aperti in quasi tutto. Chiunque potrà partecipare a tutti i tipi di network, senza la necessità di un'entità di controllo. Ma a differenza di una democrazia pura, questi network sono meritocrazie. Nella rete bitcoin più sicurezza fornite, più "moneta" ricevete. Nella rete Ethereum si viene pagati in ether per verificare i calcoli. Questi sistemi sono mercati basati sul merito e peer-to-peer, i quali consentono agli esseri umani di continuare a formare network preziosi ed efficienti senza fare affidamento su figure autoritarie. Come corollario di quest'ultimo punto, bitcoin ora esiste come network finanziario separato dal controllo delle banche centrali.

Oltre a ciò, esso democratizza anche l'accesso ai capitali di quel mondo che è stato sempre escluso dalle élite di Wall Street. Senza entrare troppo nel tecnico, le criptovalute fondono informatica, economia, psicologia comportamentale e altri campi per creare un libro aperto, permissionless e distribuito a cui chiunque nel mondo può accedere e controllare da qualsiasi luogo. I quattro principali vantaggi di bitcoin includono:
  1. resistenza alla censura
  2. decentralizzazione
  3. immutabilità
  4.  trustless

Bitcoin è veloce/economico da inviare, intrinsecamente deflazionistico, facile da custodire/dividere ed è un vero e proprio hedge. A differenza dell'oro o del dollaro USA, funziona nei fine settimana, 24 ore su 24, 365 giorni l'anno. È resistente alla censura e soprattutto non soggetto a nessun controllo di capitale, restrizioni bancarie, o blocco dei conti. Non ha bisogno di terze parti affidabili a garanzia del suo funzionamento. La struttura comprende un registro che tiene traccia di tutte le "monete" esistenti e dei loro proprietari (non per nome, ma per codici). Non c'è assolutamente alcun modo per cui una moneta possa essere posseduta da due persone distinte. Il registro è aperto e cambia secondo dopo secondo, a seconda delle compravendite.

Questi sono i motivi per cui bitcoin ha avuto successo dove ogni altro tentativo di presentare una valuta digitale (e ce n'erano un sacco prima) ha fallito. Bitcoin assegna diritti di proprietà ad ogni unità di scambio e la rende una delle principali caratteristiche del software stesso. In altre parole, bitcoin ha usato il codice informatico per respingere quello che apparentemente è il vantaggio chiave di tale codice: il suo status di bene non scarso. Invece lo ha reso scarso. Incredibile, non è vero? Inoltre l'integrità del sistema stesso non dipende da una singola istituzione come una banca centrale o una grande società, ma invece funziona in modo completamente decentralizzato, peer to peer.

I dollari possono essere prodotti all'infinito e questo potere è stato utilizzato a piene mani dal 2008; i bitcoin, al contrario, hanno un particolare proprietario e non possono essere spesi simultaneamente da due proprietari. In altre parole, è sound money come il gold standard ed è strutturato per essere tale. Questo è il motivo per cui ci sono così tante persone attratte da bitcoin.

Ci sono altri vantaggi che questa unità monetaria ha più dell'oro stesso. Le grandi quantità d'oro di solito devono essere conservate e durante la storia ciò ha dato i natali alle banche di deposito che invitavano i banchieri ad offuscare le linee di proprietà. Bitcoin bypassa completamente questo problema di immagazzinamento, dal momento che sono letteralmente senza peso. Ciò significa che i mercati intorno a questa tecnologia avranno una base solida, senza nessun subdolo tentativo di occultare i titoli di proprietà.

Sicuramente la promessa fatta da un'unità di scambio, anonima, creata dal mercato e con costi di transazione bassi, può essere descritta solo come strabiliante. Continuerà a progredire? Nessuno lo sa per certo, ma i dubbi diminuiscono giorno dopo giorno, soprattutto in considerazione dell'incredibile fallimento del denaro fiat e del clamore mondiale di una moneta moderna che serve i bisogni umani.



CONCLUSIONE

È possibile che un giorno gli individui ritornino ad un gold standard, ma solo in risposta ad un crollo delle varie valute fiat mondiali. Il costo di una tale transizione sarebbe pesante. Quasi nessuno sa dove acquistare monete d'oro. Non ci sono abbastanza rivenditori per gestire la domanda di due o tre miliardi di persone che voglio vendere cartaccia dello stato (a chi?) e comprare oro. Esistono modi tecnici per passare dalla moneta fiduciaria al gold standard. È possibile creare conti bancari digitali in oro, con riserve al 100%: https://www.auromoney.com/it/

Fino a quando il sistema monetario esistente continuerà a barcamenarsi, la maggior parte delle persone lo avallerà. Non possiamo immaginare una transizione "facile" ad un gold standard, ma questo non significa che non può essere fatto; significa che non possiamo immaginare ancora "come". C'è voluta la prima guerra mondiale e la grande depressione per convincere gli elettori ad accettare il furto del loro oro da parte delle banche commerciali e poi dalle banche centrali. Cosa ci vorrà per invertire il furto e restituire l'oro alla popolazione come un modo per inaugurare un gold standard e un sistema bancario senza riserve frazionaria?

Se questa transizione arriverà, è molto probabile che arrivi in ​​Asia, dove l'eredità dei metalli preziosi è più forte, e dove la divisione del lavoro non è avanzata come quella in Occidente (sebbene stia progredendo molto velocemente). Il problema è che i sistemi monetari asiatici sono anch'essi basati sul credito e gestiti dalle banche centrali. Sono tutte valute truccate. Dato che 2.5 miliardi di persone in India e Cina entreranno a far parte della classe media nei prossimi due decenni, la loro moneta sarà principalmente digitale, basata sul credito e quindi basata sul debito. Solo se sopravviveranno i mercati secondari per i metalli preziosi tra le masse, allora la transizione sarà più facile.

La popolazione non ha più familiarità con le monete d'oro e questo probabilmente non cambierà nel breve termine, a meno di una catastrofe economica internazionale. La popolazione invece si accosterà sempre di più all'uso delle criptovalute, poiché il livello di interventismo centrale ed oppressione burocratica aumenteranno. Esse saranno lo strumento indispensabile per combattere una battaglia di libertà. Noi che siamo difensori del libero mercato dobbiamo fare il possibile per istruire le persone, soprattutto noi stessi, a comprendere la tesi della libertà e della responsabilità individuale. Ciò implica la comprensione del sound money, cosa che inizia con una sound theory.


giovedì 28 marzo 2019

La tesi contro l'obbligo di vaccinazione

Dopo aver letto questa notizia, direi che la traduzione di oggi ha bisogno di ben pochi commenti. Sebbene sia di qualche tempo fa, l'ho tradotta lo stesso perché oggi la maggior parte delle persone è tanto stupida da giudicare i fatti ex post, quando invece molti di essi potrebbero essere compresi ex ante e le relative conseguenze nefaste evitate in blocco. Inoltre consiglio la lettura di questo interessante articolo in cui viene sconfessata, dati alla mano, la tesi che dipinge i non vaccinati come degli untori a piede libero (demonizzando di conseguenza la libera scelta) e ci ricorda che, a differenza della favoletta spacciata da ignoranti e persone in malafede, non c'è certezza che un vaccino sia sicuro al 100%.
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di Ron Paul


Se praticassi ancora la mia professione e uno dei miei pazienti dicesse di non aver vaccinato suo figlio, potrei cercare di convincerlo a cambiare idea. Ma, se non avessi successo, rispetterei la sua decisione. Di certo non farei pressioni sullo stato affinché approvasse una legge che imponga la vaccinazione dei bambini se i genitori si oppongono. Purtroppo il recente panico sulla presunta esplosione di casi di morbillo, ha portato molti americani, compresi alcuni sedicenti libertari, a chiedere di dare nuovi poteri allo stato per costringere tutti i bambini a farsi vaccinare.

Coloro che sono disposti a fare un'eccezione al principio secondo cui sono i genitori che dovrebbero prendere decisioni sanitarie riguardo i propri figli, dovrebbero chiedersi quante volte nella storia una violazione "limitata" della libertà individuale sia rimasta tale. Cedendo il principio secondo cui gli individui hanno il diritto di prendere le proprie decisioni sanitarie, i sostenitori dei vaccini obbligatori stanno aprendo la porta a future violazioni riguardo la libertà di salute.

Se lo stato può imporre che ai bambini vengano somministrati i vaccini, allora perché non dovrebbe imporre che anche agli adulti vengano somministrati determinati tipi di vaccini? E se è la legge che gli adulti debbano essere vaccinati, allora perché gli agenti di polizia non dovrebbero essere autorizzati a forzare fisicamente le perone a farsi somministrare un vaccino? Se la paura di infezioni da non vaccinati giustifica le leggi sull'obbligo dei vaccini, allora perché la polizia non dovrebbe multare o arrestare le persone che non si lavano le mani o coprono la bocca quando tossiscono o starnutiscono in pubblico? Perché non costringere le persone a mangiare bene e prendere vitamine per ridurre il rischio di contrarre una malattia infettiva? Queste proposte possono sembrare stravaganti, ma non differiscono in linea di principio da chi vuole che lo stato costringa i bambini a vaccinarsi.

Fornendo un mercato vincolato alle società che li commerciano, gli obblighi incoraggiano queste società ad usare la loro influenza politica per espandere la quantità di obblighi vaccinali. Un esempio di come l'obbligo di vaccinazione possa aver portato la politica a scavalcare la scienza, proviene dal mio stato di origine: il Texas. Nel 2007 l'allora governatore del Texas firmò un ordine esecutivo che costringeva la somministrazione del vaccino contro il papilloma virus (HPV) per le ragazzine di undici e dodici anni, anche se la maggior parte delle ragazze non era a rischio. Il legislatore del Texas approvò una legge che annullava l'ordine in seguito ad una massiccia protesta pubblica, alimentata dalle rivelazioni secondo cui l'ex-capo di stato del governatore era un importante lobbista al soldo della società che produceva il vaccino HPV.

Gli stessi principi che proteggono il diritto di rifiutare i vaccini proteggono anche il diritto delle persone a rifiutarsi di associarsi con i non vaccinati. Questi ultimi hanno il diritto di vietare ai primi di entrare nella loro proprietà. Questo diritto si estende anche alle imprese private, timorose che individui non vaccinati potrebbero rappresentare un rischio per i loro dipendenti e clienti. L'applicazione coerente dei principi della proprietà privata, della libertà di associazione e della responsabilità individuale, è il modo migliore per affrontare le preoccupazioni legate a coloro che rifiutano i vaccini.

Dare allo stato il potere di scavalcare le decisioni dei genitori riguardo ai vaccini porterà inevitabilmente ad ulteriori restrizioni sulle libertà individuali. Dopotutto, se lo stato può ignorare le decisioni di assistenza sanitaria individuali, quale area delle nostre vite è off-limits alle interferenze dello stato? Le preoccupazioni su infezioni contratte da non vaccinati possono essere affrontate applicando coerentemente i principi della proprietà privata e della libertà di associazione. Invece di giustificare una nuova intrusione dello stato nelle nostre vite, il dibattito sui vaccini fornisce ulteriori prove della necessità di ripristinare il rispetto della proprietà privata e della libertà individuale.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


mercoledì 27 marzo 2019

Le valute fiat sono minacciate da una crisi del credito





di Alasdair Macleod


In questo articolo catalizzerò l'attenzione sulle somiglianze tra l'attuale situazione economica e quella del 1929, e la minaccia che affrontano le valute fiat di oggi. Tra le somiglianze c'è il protezionismo commerciale alla fine del ciclo del credito e ci sono gli eventi inflazionistici che l'hanno preceduto. La principale differenza oggi è nelle illusioni macroeconomiche moderne, le quali sostengono che regolare l'inflazione del denaro e del credito sia la soluzione a tutti i mali. Concludo che la salvezza economica può venire solo dall'abbattimento delle teorie macroeconomiche odierne e dal ritorno alla stabilità monetaria attraverso un gold exchange standard credibile.



Introduzione

Negli ambienti economici si ipotizza che quando cambia il livello generale dei prezzi, ciò è sempre dovuto a cambiamenti nell'offerta e nella domanda di beni e servizi. I prezzi cambiano in continuazione, ma senza un cambiamento nella preferenza della popolazione a favore o contro il possesso di denaro, e a parità di condizioni, il livello generale dei prezzi non può cambiare. Le variazioni del livello generale dei prezzi sono dovute a cambiamenti nel potere d'acquisto del denaro, che derivano dalle preferenze della popolazione e non dai beni e servizi.

Ciò a prima vista potrebbe non importante, ma mette in discussione l'ipotesi diffusa secondo cui le variazioni dei prezzi siano dovute solo a cambiamenti nell'offerta e nella domanda di beni e servizi. È un errore fondamentale alla base della MMT, i cui sostenitori vogliono far rivivere le teorie monetarie chartaliste di Georg Knapp, quelle teorie che permisero il finanziamento armamentario inflazionistico di Bismarck ed il successivo crollo della valuta tedesca nel 1923. Coloro che credono che lo stato abbia il diritto divino di battere moneta non si lasciano distrarre dalle loro contraddizioni. I seguaci della MMT sono solo un gruppo di inflazionisti neo-keynesiani, generalmente ciechi di fronte agli errori della loro economia revisionista.

Invece presumono che il potere d'acquisto di una valuta emessa dallo stato sia imposto oggettivamente, e varia solo in base alle variazioni della sua quantità. Le preferenze a favore o contro il denaro non sono nel loro lessico economico. Ignorano l'evidenza delle iperinflazioni, dove la perdita del potere d'acquisto non è mai un affare diretto. Un approccio miope consente loro di ritenere che la temuta deflazione possa essere compensata regolando l'aumento della quantità di denaro per garantire la stabilità dei prezzi.

Ciononostante sono le soluzioni apparentemente innovative della MMT che probabilmente uniranno gli inflazionisti nella loro spinta a generare ancora più inflazione monetaria per affrontare le conseguenze delle loro azioni che in precedenza hanno scatenato questi stessi effetti.

Questo articolo parlerà dell'accelerazione delle politiche inflazionistiche e delle relative conseguenze per il potere d'acquisto delle valute emesse dallo stato. Il confronto su cui si basa la nostra analisi è il ciclo del credito che si è concluso col crollo di Wall Street nel 1929. Ma prima dobbiamo ricordarci di quegli eventi nefasti.



L'esperienza degli anni '30

Fino al 1933 il dollaro americano era basato su un gold exchange standard, in base al quale la popolazione poteva scambiare i propri dollari con l'oro al prezzo di $20,67 l'oncia. A quel punto la grande depressione era in una fase avanzata ed i prezzi delle materie prime erano calati pesantemente. Un indice dei prezzi delle materie prime scese di circa il 50% tra il settembre 1929 e la primavera del 1933. I prodotti semilavorati persero il 40% ed i prodotti finiti il ​​30%. I prezzi agricoli vennero colpiti duramente, con i prodotti agricoli in calo del 60% ed i prezzi all'ingrosso dei prodotti alimentari in calo di oltre il 45%.

Fu il crollo dei prezzi che nel gennaio 1934 portò alla svalutazione del dollaro a $35 per oncia d'oro, che a quel punto non era più disponibile per gli scambi della popolazione. La svalutazione del dollaro era un tentativo di gestire un risultato economico attraverso la manipolazione dei prezzi, ma la ragione del crollo dei prezzi era dovuta al fatto che il dollaro era legato all'oro e le preferenze per l'oro rispetto alle merci erano aumentate.

Infatti erano i prezzi misurati in oro che rappresentavano il problema. Come notato sopra, quando cambia il livello generale dei prezzi, è sempre perché cambia il potere d'acquisto del denaro in cui vengono misurati. Pertanto, misurato da un indice dei prezzi delle materie prime, il potere d'acquisto dell'oro raddoppiò tra il settembre 1929 e la primavera del 1933. Al momento della svalutazione del dollaro dieci mesi dopo, l'indice delle materie prime era tornato ad un livello che indicava un nuovo rapporto dollaro/oro di $35 l'oncia (livello approssimativamente giusto).

Oggi non esiste una tale relazione tra il dollaro e l'oro. Mentre il Tesoro degli Stati Uniti detiene riserve auree, non sono disponibili per lo scambio monetario. Inoltre l'obiettivo dichiarato della politica monetaria è mantenere un tasso d'inflazione dei prezzi al 2%. Pertanto se affronteremo un replay della crisi del '29, allora il potere d'acquisto dell'oro aumenterà, mentre quello del dollaro calerà. Ciò presuppone che il livello generale dei prezzi possa essere controllato, il che non è vero. E nella misura in cui le altre valute usano il dollaro come parametro internazionale, perderanno anch'esse potere d'acquisto.



La prossima crisi potrebbe essere nel range di quella del 1929-34

Non abbiamo modo di conoscere il futuro in anticipo, ma ci sono abbastanza fattori che suggeriscono che la prossima crisi finanziaria e sistemica potrebbe essere di un livello simile o addirittura maggiore rispetto al crollo del mercato azionario nel 1929 e alla grande depressione che ne seguì. Questo è il motivo per cui val la pena rivisitare quegli eventi. I fattori comuni ad entrambi i periodi sono riassunti nei seguenti quattro punti:
  • Il 30 ottobre 1929 il Congresso approvò lo Smoot-Hawley Tariff Act. Gli investitori vendettero azioni, facendo scendere i prezzi del 34% in soli quindici giorni. Lo Smoot-Hawley coincise con la parte finale del ciclo del credito, una combinazione brutale sia per i mercati che per l'economia. Non solo il 1929 segnò la fine del più grande mercato azionario rialzista dopo la bolla South Sea, ma la distruzione della ricchezza personale fu del tutto inaspettata in tutta la società. Oggi ci troviamo di fronte ad una combinazione simile col protezionismo commerciale che viene introdotto alla fine del ciclo del credito. La psicologia del mercato azionario anche oggi sembra impreparata di fronte alle conseguenze.
  • C'è stato un periodo prolungato di inflazione monetaria sin dalla crisi della Lehman. Questo è paragonabile al periodo inflazionistico tra il 1921 e il 1929. Inoltre la fase inflazionistica odierna del ciclo del credito si aggiunge ad una serie di precedenti cicli inflazionistici, i quali hanno lasciato in eredità distorsioni non corrette. Prima del periodo 1921-1929, una breve ed acuta depressione nel 1920-21 lasciò un'eredità insignificante di distorsioni economiche e finanziarie. Pertanto oggi una crisi creditizia e sistemica ha il potenziale di essere più dannosa della crisi che precedette la grande depressione.
  • Nel 1921-29 le conseguenze inflazionistiche dell'espansione monetaria sui prezzi furono celate dai benefici derivanti da migliori metodi di coltivazione e produzione; oggi l'inflazione dei prezzi è nascosta dalla manipolazione statistica. La mancanza di un'evidente inflazione dei prezzi nel periodo precedente avvenne in concomitanza con bassi rendimenti obbligazionari (meno del 4%), cosa che alimentò un boom nel mercato azionario terminato poi nel 1929. Le stesse dinamiche oggi hanno alimentato un simile boom nel mercato azionario, il quale potrebbe essere terminato l'anno scorso.
  • Nel 1921-29 la crescita dei prestiti bancari a circa il 50% è stata simile a quella dei prestiti bancari commerciali e industriali tra il 2009 e il 2018, saliti del 57%. L'attuale periodo è iniziato con una massiccia iniezione monetaria da parte della FED, e inoltre sia i consumatori che il governo sono debitori netti.

Ci sono anche alcuni fattori aggiuntivi da prendere in considerazione riguardo l'attuale ciclo del credito.
  • Le conseguenze di una crisi economica saranno enormemente amplificate dalla percentuale più bassa di produzione effettiva rispetto all'intera economia. Rispetto agli anni '20, le finanze statali oggi sono più orientate ai risultati economici.
  • Ciò che è stato ignorato dagli inflazionisti è la distruzione economica portata dall'inflazione monetaria, la quale trasferisce la ricchezza dai risparmiatori e dai salariati alle grandi banche commerciali, allo stato e alla banca centrale. Pertanto le politiche monetarie inflazionistiche nascondono la vera portata di una crisi economica, peggiorano la situazione e certamente non la curano.
  • Nel 1929-34 le banche andarono in default in gran numero. Le banche centrali oggi fanno tutto il possibile per impedire questo esito. Le richieste di un'ulteriore inflazione monetaria saranno impossibili da resistere, a causa della necessità di sostenere sia il sistema bancario che il rapido deterioramento delle finanze pubbliche.
  • Le banche centrali stanno rompendo le fila, con Russia e Cina che stanno suggerendo agli stati asiatici di allontanarsi dal dollaro. La Russia ha già l'oro come sua valuta di riserva principale e la Cina è diventata il più grande minatore e raffinatore d'oro del mondo, mentre il suo popolo incarna quasi i due terzi dell'offerta mineraria mondiale. Le conseguenze per le valute le cui banche emittenti non seguono questo percorso potrebbero essere peggiori se continuano ad insistere sul fatto che l'oro non gioca alcun ruolo nella loro politica monetaria.
  • I rendimenti obbligazionari nel periodo 1929-34 scesero a livelli che sono più alti di quelli attuali, con il rendimento più basso delle obbligazioni di lungo termine al 3,26% nell'aprile 1931. Il tasso originario a quel tempo rifletteva la convertibilità del dollaro con l'oro. Il tasso d'interesse originario è stabilito dalla preferenza temporale degli individui, quindi rappresenta l'opinione pubblica sulla qualità del denaro utilizzato. Oggi i rendimenti delle obbligazioni in dollari e altre valute rimangono fortemente soppressi, con cinque delle sei principali banche centrali che stanno ancora espandendo i loro bilanci e tre di esse con tassi d'interesse negativi. Il rischio è che quando i mercati si aggiusteranno al valore della preferenza temporale, includendo quindi la massiccia svalutazione monetaria degli ultimi dieci anni, sarà innescato un gigantesco shock sui tassi d'interesse.
  • L'uso diffuso di ETF e fondi indicizzati separa gli investitori dal rischio d'investimento. Se e quando si manifesterà un aumento del rischio di mercato, è probabile che la popolazione venderà indiscriminatamente ETF e titoli simili, accelerando il declino del mercato azionario.

In sintesi, sembrano essere in gioco forze monetarie maggiori di quelle esistenti nel 1929-34. Se indeboliranno la capacità dei policymaker nel gestire i risultati, le conseguenze monetarie sono destinate ad essere molto gravi. Ma saranno diverse in un aspetto importante rispetto a novant'anni fa: il potere d'acquisto dell'oro può aumentare considerevolmente, mentre diminuirà il potere d'acquisto delle valute fiat. Il successo dei policymaker nella gestione di una crisi simile a quella della grande depressione dipenderà dalla loro comprensione dell'economia, che è il nostro prossimo argomento.



La grande depressione ha formato gli accademici di oggi

Nei prossimi anni le politiche monetarie seguite dalle banche centrali saranno cruciali per la sopravvivenza delle valute fiat emesse dagli stati, se come sembra sempre più probabile, siamo sull'orlo di una nuova crisi del credito.

L'esperienza acquisita dalla grande depressione è alla base delle teorie economiche odierne. A quel tempo i principali sostenitori della Scuola Austriaca avevano dimostrato che le cause della grande depressione avevano le loro radici nell'espansione monetaria del decennio precedente. I teorici di spicco, in particolare Von Mises e Hayek, perfezionarono le teorie del sound money, la cui validità era stata confermata dai crolli monetari dell'Europa nei primi anni '20.

Nel 1913 gli Stati Uniti avevano istituito un sistema bancario federale, che si propagò negli anni '20 grazie all'espansione del credito. Gli avvertimenti degli economisti Austriaci riguardo l'espansione del credito vennero ignorati. Quando si verificò il crollo che avevano previsto, il sistema bancario federale non se ne prese la colpa. Venne invece incolpato il libero mercato e il sistema federale ebbe carta bianca per promuovere le sue soluzioni. Si sviluppò una nuova teoria dello statalismo, la quale potenziava le presunte virtù del denaro fiat emesso dallo stato. E questa divenne la base della teoria macroeconomica di oggi.

Le teorie economiche Austriache furono messe da parte. Oggi quasi tutti si considerano seguaci della macroeconomia dominante. I suoi alti sacerdoti affermano che differisce dall'economia classica, la quale a loro giudizio è rilevante solo per l'analisi microeconomica. È diventato un modo affinché gli economisti neoclassici si auto-assolvessero dall'affrontare questioni fondamentali, come la Legge di Say, il problema del calcolo economico e altre verità considerate impossibili per loro da spiegare.

Al centro della macroeconomia odierna c'è la matematica. I macroeconomisti dicono che, nel complesso, le incertezze dell'azione umana si annullano, convalidando un approccio matematico. Con ciò arrivano le statistiche che aggregano transazioni e prezzi. Ai neo-keynesiani, ai monetaristi e ai seguaci della MMT, le statistiche rappresentano la base delle politiche economiche e monetarie. Ma poiché escludono l'azione umana, sono fondamentalmente imperfette e fuorvianti per la determinazione di una linea di politica.

Queste politiche economiche saranno sicuramente applicate con maggiore vigore per risolvere la prossima crisi. Sono la fonte degli errori del passato che se aggravati porteranno ad una conclusione devastante. Il risultato logico è la fine delle valute fiat. Gli Austriaci avevano una descrizione dopo averla sperimentata nel 1922 e osservato la Germania l'anno seguente: il crack-up boom, o fuga dalla valuta fiat dello stato verso valore reale.



La probabile progressione di una nuova crisi del credito

Se, come sembra probabile, le banche centrali vedono una crescente probabilità di recessione, saranno inizialmente allentate le politiche sul tasso d'interesse. Il rally nei mercati azionari da metà dicembre ha dato per scontato questa possibilità, che ora sta emergendo come un dato di fatto. Tuttavia i tagli dei tassi d'interesse all'inizio di una crisi congiunturale non riescono a stimolare l'economia, portando solo ad un rally dei mercati, che nel 1929-30 è durato cinque mesi. Quello attuale è durato due fino ad ora.

Il corso futuro per le economie avanzate dipende dalla fiducia dei banchieri nelle piccole e medie imprese, le quali costituiscono circa l'80% dell'attività commerciale totale. Abbiamo già assistito a blocchi dei finanziamenti nei mercati delle obbligazioni societarie, i quali confermeranno ai banchieri il crescente rischio connesso all'offerta di capitale alle imprese. Le aziende che basano i loro calcoli sul credito a basso costo stanno sospendendo i piani d'investimento e stanno considerando di tagliare gli impegni esistenti, almeno in parte a causa dell'atteggiamento prudente dei loro banchieri. Questo è già evidente nelle statistiche sugli investimenti di capitale in tutto il mondo.

Sembra che la psicologia alla base dell'attività produttiva sia cambiata. Ogni volta che un banchiere centrale fa una dichiarazione rassicurante, invece di applaudirlo, i banchieri commerciali mettono in dubbio le sue parole. E lo stesso fanno gli investitori. La prossima volta che il mercato azionario affronterà una battuta d'arresto, fate attenzione alle figure del governo che tenteranno di rassicurare gli investitori. A questo giro gli investitori penseranno che le cose devono essere peggiori di quanto appaiano se c'è bisogno che vengano rassicurati.

Se i sospetti sono corretti sul fatto che i dazi introdotti nella parte finale di un ciclo del credito sono letali, allora le azioni potrebbero avviarsi verso un sostanziale mercato ribassista. Ne consegue che ci sarà un passaggio dal possedere azioni come un modo infallibile di fare soldi, a venderle il più in fretta possibile. C'è anche incertezza su un fattore aggiuntivo: la presenza di fondi di indicizzazione.

I fondi di indicizzazione non sono investimenti, sebbene siano autorizzati e commercializzati come tali. Sono scommesse sulla direzione del mercato. È ovvio che quando la direzione cambierà, ci sarà una liquidazione diffusa delle posizioni bullish e un maggiore interesse per quelle posizioni che traggono profitto dalla calo dei mercati. Pertanto la velocità della calo potrebbe essere accelerata in modo significativo dalla liquidazione di tali fondi.

L'effetto di una crisi economica sulle finanze pubbliche è potenzialmente catastrofico. Non solo aumenteranno gli obblighi del welfare state, ma le entrate fiscali diminuiranno. E come sottolineato sopra, "l'elemento produttivo" di un welfare state moderno da cui dipende l'intera economia si è già ridotto significativamente. Inoltre gli stati saranno riluttanti a tornare ai giorni dell'austerità, o una parvenza di quest'ultima, perché sono stati ridimensionati solo gli aumenti attesi delle spese. Allo stesso tempo, gli stati di tutto il mondo aumenteranno il loro indebitamento, succhiando ricchezza e risorse di capitale dai settori produttivi delle loro economie ad un ritmo accelerato.

Le banche centrali si troveranno a tentare di finanziare il crescente deficit degli stati ed a sostenere le grandi banche commerciali con tutti i loro derivati. In base a quanto detto, l'inflazione monetaria può solo accelerare nonostante quella già impiegata durante tutto il ciclo appena conclusosi, con cinque delle principali banche centrali che stanno ancora espandendo i loro bilanci e tre di esse continuano ad imporre tassi d'interesse negativi.

Questo è il motivo per cui, a meno che non vi sia un cambiamento sostanziale nella direzione della linea di politica, il potere d'acquisto delle valute fiat sarà compromesso. La distruzione della ricchezza attraverso l'inflazione monetaria, lungi dal salvare l'economia, peggiorerà i guai economici svalutando la ricchezza della gente comune. Di conseguenza, a meno che non vi sia una rapida accettazione che le politiche macroeconomiche dominanti sono alla radice di questo male, i tassi d'interesse saliranno rapidamente oltre il controllo delle autorità, mentre l'illusione del denaro fiat verrà rivelata per quello che è.

C'è un modo per stabilizzare i tassi d'interesse: tornare ad un gold exchange standard credibile, quindi gli interessi sui prestiti a lungo termine agli stati saranno limitati a meno del 5%, supponendo che venga ripristinata la credibilità delle finanze pubbliche. Questa mossa richiederà prezzi dell'oro molto più alti, cosa che smaschererà tutti quegli stati che hanno mentito sulle loro riserve d'oro. Ma almeno questo darà alle finanze pubbliche una possibilità di stabilizzarsi, mentre verranno messe necessariamente in atto altre azioni per ridurre l'onere dello stato sul settore produttivo.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


martedì 26 marzo 2019

La povertà estrema diminuisce in un sistema capitalista

In questo contesto vorrei pensare più in grande, facendo notare come il processo di mercato e l'attività imprenditoriale abbiano cambiato l'approccio all'esplorazione spaziale e reso possibile qualcosa ritenuto impossibile solo qualche anno fa. Solo un sistema capitalista è in grado di produrre simili risultati: abbassare significativamente i costi di quei beni che in precedenza erano considerati dei lussi. Infatti il miglior obiettivo raggiunto da SpaceX è stato quello di abbassare i costi di lancio che per anni hanno limitato le esplorazioni spaziali. Apportando diverse modifiche al carburante e ai motori, le principali innovazioni di SpaceX sono state ottenute recuperando e riutilizzando il maggior numero possibile di razzi e veicoli di lancio. Tra il 1970 e il 2000 il costo per lanciare un chilogrammo nello spazio era abbastanza costante, con una media di $18.500 per chilogrammo. Quando lo space shuttle era in funzione, poteva lanciare un carico di 27.500 chilogrammi per $1,5 miliardi, o $54.500 per chilogrammo. Per SpaceX Falcon 9, il razzo utilizzato per accedere alla ISS, il costo è di soli $2.720 per chilogrammo. Sin dagli anni '50 l'alto costo di un programma spaziale lo poneva fuori dalla portata della maggior parte dei Paesi. Oggi tutti possono avere un facile accesso allo spazio. E mentre SpaceX non è l'unica società privata che fornisce servizi di lancio, visto che c'è anche Northrop Grumman United Launch Alliance e Blue Origin di Jeff Bezos, è diventata la più importante. Solo nel 2018 SpaceX ha realizzato 21 lanci di successo. Il nuovo razzo Falcon Heavy, una versione più potente del Falcon 9, è stato lanciato a febbraio e per soli $90 milioni può sollevare 63.800 chilogrammi a bassa orbita terrestre e 16.800 chilogrammi fino su Marte. Quest'anno, oltre ai test con con equipaggio, SpaceX sta continuando lo sviluppo della sua nave stellare che sarà progettata per viaggiare attraverso il sistema solare e trasportare fino a 100 passeggeri. Musk ha anche detto che la nave stellare potrebbe servire come base sulla Luna. Musk, indipendentemente dai suoi passi falsi personali, e SpaceX hanno oltrepassato i confini tecnologici che finora limitavano l'innovazione, fornendo un accesso sicuro e affidabile allo spazio. SpaceX è una delle tante incarnazioni del processo creativo imprenditoriale, che in questo caso ha reso più accessibile e democratizzato chi partecipa all'esplorazione spaziale.
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di Robert P. Murphy


Potreste aver sentito la frase: "I ricchi diventano più ricchi ed i poveri diventano più poveri".

Sì, è vero che i ricchi (tendono a) diventare più ricchi, ma anche i poveri diventano più ricchi, specialmente se guardiamo ad un arco temporale di decenni o più, e se concentriamo la nostra attenzione sulle persone che vivono in Paesi in cui i governi hanno un rispetto fondamentale per lo stato di diritto ed i diritti di proprietà.

Anche coloro che oggi sarebbero chiamati "poveri" nell'Europa o negli Stati Uniti hanno un tenore di vita che stupirebbe i nobili nella corte di Versailles di Luigi XIV (che visse dal 1638 al 1715). Dimenticatevi dei jet privati, dell'aria condizionata, della televisione, del wi-fi o degli ascensori: gli ospiti del famoso Re Sole non avevano nemmeno servizi igienici decenti, cosa che causava seri problemi in quelle feste molto frequentate. La nutrizione e le cure mediche non erano le migliori allora: dei sei figli che Luigi XIV ebbe con la sua prima moglie, solo uno sopravvisse fino all'età adulta, e morì (a 49 anni) prima di suo padre. Inoltre, a causa di altre morti premature, la corona passò al nipote di cinque anni di Luigi XIV dopo la sua stessa morte.


Capitalismo e ristagno economico

"Okay, certo," potreste sentirvi dire, "gli inventori fanno scoperte di tanto in tanto, così nel corso dei secoli anche le persone comuni diventano più ricche. Questa è solo l'operato della scienza e della tecnologia. Qui stiamo parlando del processo economico noto come capitalismo non regolamentato, caratterizzato dalla stagnazione per la maggior parte dei partecipanti."

In realtà, questo riassunto sottolinea che si è capito fischi per fiaschi. Per la maggior parte della storia documentata, gli umani hanno lentamente aumentato gli standard di vita, ma poi il progresso materiale è improvvisamente esploso:

Fonte: American Enterprise Institute

Come il grafico chiarisce, il nostro attuale tenore di vita rispetto ai nobili della Reggia di Versailles non è dovuto semplicemente alle invenzioni tecnologiche; il progresso negli ultimi secoli è letteralmente senza precedenti. In un articolo sul New York Times del 2016, la storica dell'economia, Deirdre McCloskey, spiega questo sorprendente aumento della crescita economica:
[Una] semplice idea, che il filosofo ed economista Adam Smith definì "il piano liberale per uguaglianza, libertà e giustizia". In una parola, era il liberalismo, nel senso europeo di libero mercato. Dare alle masse l'uguaglianza davanti alla legge e l'uguaglianza della dignità sociale, e lasciarle stare, in modo che potessero diventare straordinariamente creative ed energiche.


Il problema della disuguaglianza

"Sì", potreste sentir replicare, "sappiamo che il socialismo non funziona e che l'approccio capitalista offre alle persone un incentivo per costruire e conservare grandi fortune. Ma quelle cifre 'pro capite' nascondono le enormi disuguaglianze in un sistema largamente non regolamentato. Il capitalismo è bravo a produrre, ma non a distribuire equamente".

Di nuovo, con ciò si fraintende la storia. Furono proprio le "classi inferiori" a trarre il maggior vantaggio dal progresso economico scatenato dalla cosiddetta rivoluzione industriale. Sì, i "capitani d'industria" sono diventati piuttosto ricchi, ma l'ascesa della grande industria ha principalmente giovato alla classe operaia. Dopo tutto, i titani dell'industria si sono impegnati nella "produzione di massa" per vendere prodotti alle... masse.

Ad esempio, negli Stati Uniti durante i "ruggenti anni '20", e durante l'amministrazione laissez-faire di Calvin Coolidge, le famiglie americane videro un fantastico miglioramento della loro qualità della vita. Gene Smiley spiega: "Una chiave per gran parte di questa crescita era l'uso diffuso dell'elettricità", che a sua volta consentiva ai consumatori medi di ottenere "frigoriferi, fonografi, ferri da stiro elettrici, ventilatori elettrici, illuminazione elettrica, tostapane, aspirapolvere e altri elettrodomestici." (Gene Smiley, Rethinking the Great Depression, Chicago: Ivan R. Dee, 2002, pp. 5-6.)


Capitalismo e sfruttamento

"Certo, le famiglie non avevano le cose che ora diamo per scontate e quindi si sono trovate meglio. Ma nella storia più recente, le forze del liberismo sfrenato stanno facendo del male ai più vulnerabili. Forse non negli Stati Uniti e in altri Paesi avanzati, ma certamente nei Paesi più poveri che sono spesso sfruttati negli affari internazionali".

Al contrario, anche seguendo questo "ragionamento" si capisce fischi per fiaschi. Come riporta la Banca Mondiale, il tasso globale di "povertà estrema" (definito come persone che vivono con meno di $1.90 al giorno) si è dimezzato dal 1990 al 2010. Nel 1990, 1.85 miliardi di persone vivevano in condizioni di estrema povertà, ma nel 2013 la cifra è scesa a 767 milioni, il che significa che il numero di coloro che vivevano con meno di $1.90 al giorno è diminuito di oltre un miliardo di persone.

Il grafico seguente riassume i progressi complessivi dell'umanità nel ridurre il problema della povertà estrema:


Naturalmente c'è ancora molto lavoro da fare su questo fronte, ma la diffusione delle istituzioni di mercato (a volte denigrate come "neoliberismo" e "globalizzazione") sono andate di pari passo con aumenti rapidi e senza precedenti del benessere umano, anche per i più poveri tra noi.


Risorse


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


lunedì 25 marzo 2019

Cambiare il mondo richiede pazienza





di Jeffrey Tucker


Un tema comune nelle conferenze di Jordan Peterson riguarda la difficoltà di cambiare una qualsiasi cosa. Dite che volete cambiare il mondo? Forse potete, ma dovreste esercitarvi a cambiare qualcosa nel vostro ambito prima.

Non sopportate il vostro coniuge perché ha una cattiva abitudine? Trovate un modo per parlarne. Quei due zii che litigano incessantemente? Scoprite un piano per aiutarli ad andare d'accordo. Avete un fratello che non riesce a sopportare il proprio lavoro? Aiutatelo a sviluppare un'etica del lavoro. Vostro padre ha un problema con l'alcol? Guardate cosa potete fare affinché si dia una regolata.

Usa questo modo di vedere le cose come un esercizio. Ognuno sceglie un problema nella propria vita che riguarda altre persone o istituzioni. Diverse settimane dopo riferiscono i loro progressi. Sono sorpresi di scoprire quanto sia profondamente difficile cambiare la più piccola cosa nei comportamenti e nei valori degli altri, per non parlare di intere istituzioni ed intere società o ordini mondiali, e farlo senza peggiorare le cose piuttosto che migliorarle. Il cambiamento è difficile. E, aggiunge, il modo migliore per arrivare ad un cambiamento del mondo è iniziare cambiando sé stessi. Vedete se riuscite a farlo e lavorateci dall'esterno.



Uno sguardo alle utopie

Il messaggio non dovrebbe essere demotivante. È pensato per infondere una dose di realtà e un controllo contro l'utopismo selvaggio e l'arroganza insiti nell'attivismo politico guidato dalle ideologie. Un cambiamento serio richiede soprattutto saggezza, disciplina, pazienza, visione chiara del mondo e volontà di lavorare lentamente e con attenzione... un po' alla volta.

Il cambiamento di solito non avviene attraverso minacce, urla, gestacci e richieste intimidatorie. Se i gruppi che si radunano in tutto il Paese per chiedere questo e quello davanti alla Corte Suprema riducessero le loro ambizioni alla famiglia e agli amici, potrebbero scoprire la verità su ciò che Peterson vuole insegnare. Fare chiasso può essere soddisfacente, ma non porta a niente.

Detto questo, uno dei lati negativi del suo messaggio potrebbe essere quello di scoraggiare chiunque nel voler cercare tutto ciò che possa rendere il mondo un posto migliore. Questo non è un buon punto di vista. La verità è che è possibile fare la differenza, sia nella propria vita che in quella degli altri, o addirittura nel percorso della storia stessa. Il cambiamento sociale è la ricompensa per la tenacia, il coraggio e la pazienza sopra ogni altra cosa.



L'esilio di Mises

Voglio citare un caso emblematico per illustrare come tutto ciò possa accadere realmente, attingendo dalla vita di Ludwig von Mises, perché è un argomento di cui ho parlato ieri sera ad una cena annuale in sua memoria.

Scrisse parole tristi nel 1940, mentre su una barca lasciava l'Europa per l'America, arrivando su questi lidi senza nulla in tasca all'età di 60 anni e dopo un'illustre carriera finita con l'esilio: "Mi ero proposto di essere un riformatore, ma sono diventato solo uno storico del declino". Aveva commesso un errore per aver scelto di combattere per il sound money, il libero commercio, la pace e l'ordine liberale? Era titubante. Aveva perso molte delle sue battaglie e l'Europa era stata distrutta dalla guerra e dal totalitarismo.

Lasciate che vi riporti indietro a sei anni prima. Mises era il capo economista per la camera di commercio di Vienna e gestiva un seminario per studenti universitari di economia all'Università di Vienna. Aveva anche una grande cerchia di amici, perlopiù studiosi che si riunivano di sera per discutere e stringere legami di amicizia.

Nel 1934 l'ascesa di Hitler in Germania apparve inesorabile e tutti sapevano che aveva messo gli occhi sull'Austria. Peggio ancora, all'interno dell'Austria stessa c'era il supporto per questa idea. Mises vide il giovane Hitler marciare per le strade, con la cittadinanza che acclamava gli eserciti tedeschi. Stavano chiedendo la fine del liberalismo e la cacciata degli ebrei, i quali erano divenuti il capro espiatorio per tutti i problemi esistenti.

Mises prese una decisione estremamente difficile: lasciare il Paese. Fortunatamente c'era un'istituzione a Ginevra in Svizzera, il Graduate Institute of International Studies, che offriva rifugio a studiosi come lui, per tenerli al sicuro e dare loro l'opportunità di insegnare finché il problema in Europa sarebbe rimasto. Gli fu data una cattedra, un reddito buono, i colleghi e l'accesso ai libri. Non gli venne data alcuna "metrica sul rendimento", nessun obiettivo demografico, nessun obbligo di mostrare i risultati del suo lavoro, nessuna richiesta da parte di un consiglio che lo spingesse a fare questo piuttosto che quello.



Un libro per i secoli a venire

Ci vollero ben sei anni affinché finisse il suo trattato sulla teoria economica. Non riesco ad immaginare la disciplina che ci è voluta per scrivere una cosa del genere in tempo di guerra, facendo del suo meglio per sintonizzarsi col mondo intorno a lui e scrivere per i secoli a venire. Completò il suo compito e il libro andò in stampa. Ma un trattato in lingua tedesca sull'economia che apparve nel 1940 aveva, come dire, un mercato limitato.

A quel punto il Graduate Institute fu sopraffatto dalle richieste di santuario accademico e Mises fu incoraggiato a trovare un'altra casa. Fu allora che partì per l'America, superando in qualche modo gli stretti controlli sull'immigrazione che avevano a lungo colpito gli ebrei. Negli Stati Uniti riuscì a mettere insieme abbastanza fondi per vivere e si fece una nuova cerchia di amici.

Tra questi c'era Henry Hazlitt, allora editore del New York Times. Aveva anche un amico alla Yale University Press. Mises pubblicò un paio di opere minori lì ed ebbero successo. Poi Hazlitt affrontò l'argomento: perché non tradurre il suo grande trattato del 1940 in inglese? Mises era riluttante a rivisitare quel progetto fallito, ma lo fece in ogni caso... all'età di 68 anni.

Il libro in questione divenne Human Action, titolo venuto fuori dopo molti tentativi di inventare qualcosa per caratterizzare uno dei libri più grandi della storia dell'economia. A proposito, quasi non venne pubblicato perché Yale non riusciva a trovare un economista nel mondo accademico americano che fosse disposto fargli da garante. In ogni caso, alla fine accadde e questo libro ha contribuito a costruire il movimento pro-liberale e favorevole al mercato nel dopoguerra. Il cambiamento ideologico che ne derivò cambiò davvero il mondo, anche se lentamente, ma ad intermittenza.

Ma ripensateci ora. Mises lasciò Vienna nel 1934. Il suo enorme trattato non venne pubblicato dopo altri 15 anni e sarebbero trascorsi altri 15 anni prima che prendesse piede e facesse davvero la differenza. È difficile immaginare oggi come sarebbero potute andare le cose. Quel libro è parte della nostra vita, parte integrante del modo in cui pensiamo.

Mises lavorò duramente, senza celebrazioni e senza effetti evidenti. Il punto cruciale è che un tale risultato non è stato raggiunto da commissioni o burocrati che richiedevano risultati immediati, ben che meno da movimenti di massa che urlavano e chiedevano un cambiamento.

È successo perché ad un genio è stata data la libertà e lo spazio per fare il suo lavoro. Scrisse con ragione, passione, determinazione ed eleganza.

C'è un altro fattore che Peterson cita come una precondizione essenziale ad un piano per cambiare il mondo: deve essere coerente con le condizioni del mondo reale. Non si può far sì che ai maiali spuntino le ali, o che la scarsità scompaia, il che è precisamente il motivo per cui il socialismo non è altro che una fantasia. Le ambizioni per un cambiamento sociale devono affrontare le persone e il mondo materiale in cui esistono, ed è proprio per questo motivo che le modifiche al margine sono un controllo così importante sull'immaginario intellettuale.

Fa parte della realtà anche il male, l'oppressione, l'ingiustizia, l'immoralità, i rifiuti, le malattie. Tutti richiedono un duro lavoro affinché possano essere eliminati, sebbene il perfezionismo non esisterà mai. Le condizioni devono essere corrette per cambiare il mondo. Ci vogliono uomini e donne di grande coraggio e pazienza, ma può succedere. Dobbiamo tutto a coloro che in passato sono stati disposti a prendere quella strada difficile e hanno osato sognare ed agire in base a quei sogni.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


venerdì 22 marzo 2019

Il ritorno ad un gold exchange standard





di Alasdair Macleod


Questo articolo fa capire che il ritorno ad un gold standard è l'unico modo in cui le nazioni possono contenere il costo del servizio del debito, dato che l'alternativa è rappresentata da politiche inflazionistiche che possono solo portare a tassi d'interesse molto più alti e alla distruzione della valuta. L'argomento è all'ordine del giorno, dato l'autolesionismo delle politiche economiche e geopolitiche americane che stanno già portando l'America verso una crisi. Nel frattempo si sono avverati i timori americani su una dominazione asiatica per quanto riguarda i risultati economici, monetari e politici globali. L'imminente crisi del credito rischia di uccidere il modello di welfare state occidentale, distruggendo le sue valute fiat, mentre la Cina, la Russia ed i loro alleati asiatici hanno i mezzi per prosperare.



La fragilità delle finanze statali

Sono convinto che le politiche monetarie sconsiderate finiranno per distruggere le valute fiat. La distruzione verrà dalle persone comuni, costrette dalla legge ad usare il denaro dello stato per regolare le loro transazioni quotidiane. Le persone comuni alla fine comprenderanno la frode dell'inflazione monetaria e scarteranno il mezzo di scambio dello stato, giudicandolo per quello che è: intrinsecamente privo di valore.

È una cosa che alla fine accade sempre. Ciò è stato dimostrato dall'esperienza e dovrebbe essere incontrovertibile. Per chi emette la valuta, il rischio che ciò accada aumenta quando i mercati del credito si destabilizzano e la fiducia nel full faith and credit, l'unico sostegno di una moneta a corso legale, inizia ad essere messa in discussione da coloro che la utilizzano dagli stranieri, o da entrambi. E quando accade, la valuta fiat inizia a perdere rapidamente il potere d'acquisto e l'intera struttura dei tassi d'interesse sale più in alto.

Le finanze dello stato si ritrovano poi nei guai, perché a quel punto avrà accumulato una combinazione letale di debito non rimborsabile e passività. Oggi, la maggior parte degli stati, compresi gli Stati Uniti, sono già intrappolati in questa trappola del debito, solo che la popolazione deve ancora rendersi conto delle conseguenze. La difficoltà per quasi tutti gli stati è il deterioramento delle loro finanze che alla fine spazzerà via le loro valute, a meno che non trovino una soluzione.

C'è una soluzione che, se presa, consentirà allo stato di sopravvivere. Potrebbe essere modellata sulla soluzione presentata da Steve Hanke (della John Hopkins University) di un cosiddetto comitato valutario, cosa che se strettamente osservata rimuoverà la capacità dello stato di creare denaro dal nulla. Egli suggerisce questa soluzione per il Venezuela e simili, affinché colleghino al dollaro la loro valuta. Ma qui stiamo valutando la possibilità di stabilizzare il dollaro stesso e tutte le altre valute ad esso collegate. Il comitato valutario in questo caso può essere solo collegato all'oro, che è sempre stato il denaro scelto dal mercato. In passato questa era la base di un gold exchange standard.

Il comitato valutario del professor Hanke è un sistema basato su regole progettate per ottenere la stessa cosa. Una volta che il sistema è in vigore, ogni unità monetaria messa successivamente in circolazione dall'autorità monetaria deve essere fisicamente coperta da un peso definito di lingotti d'oro. Questo era il metodo del gold exchange standard adottato dalla Banca d'Inghilterra secondo i termini del Bank Charter Act del 1844. Un comitato valutario moderno, composto da una valuta digitale, funzionerebbe allo stesso modo.

Un comitato valutario non è il miglior meccanismo attraverso il quale la valuta può essere resa scambiabile con l'oro. La sua debolezza è che si basa sullo stato che adempie ai suoi obblighi, quindi sarebbe meglio usare direttamente l'oro, sia in forma fisica che digitale. L'America ha rinnegato il suo gold exchange standard nel 1933/34, quando vietò per la prima volta la proprietà dell'oro e poi svalutò il dollaro. Quello era semplicemente un furto dello stato ai danni dei suoi cittadini. Pertanto devono essere presenti altre misure di salvaguardia per un gold exchange standard.

Un ritorno ad un gold exchange standard credibile porrà un limite ai tassi d'interesse e quindi ai costi dell'indebitamento pubblico. Invece di tassi nominali del 10%, del 20% e oltre, un gold exchange standard probabilmente ridurrà i tassi a lungo termine dell'indebitamento pubblico in un intervallo compreso tra il 2 e il 5%. Permetterà anche di progredire a quelle aziende con piani d'investimento fattibili. Non solo è una soluzione ovvia, ma è simile a quella adottata dal Regno Unito in seguito alle guerre napoleoniche.

Nel 1815 la Gran Bretagna aveva livelli d'indebitamento pubblico maggiori di quelli di tutte le nazioni avanzate (in rapporto alle dimensioni della sua economia), con la sola eccezione del Giappone. Introdusse la sovrana d'oro nel 1816, composta da 0,2354 once d'oro, come moneta circolante con un valore nominale di una libbra. Nei nove decenni seguenti, non solo abbassò il livello del suo debito pubblico da oltre il 200% del PIL a circa il 30%, ma la sua economia divenne la più avanzata e ricca al mondo. Ciò venne ottenuto col sound money, il cui potere d'acquisto aumentò in modo significativo, mentre migliorava la qualità della vita per tutti. Una sovrana era sempre una libbra, solo che ne comprava molte di più.

Le persone comuni erano incoraggiate a lavorare, spendere e risparmiare. Aspiravano a migliorare le loro famiglie. La stragrande maggioranza ci riuscì e per quei pochi sfortunati che finirono nel dimenticatoio, vennero istituite istituzioni filantropiche da filantropi di successo affinché fornissero alloggio ed occupazione. Sostenerli non è mai stata la funzione dello stato. Sarebbe troppo pretendere che fosse un mondo perfetto, o addirittura che tutti si comportassero bene, ma la differenza tra l'economia laissez-faire di successo in Gran Bretagna (con i suoi piccoli difetti) ed il socialismo burocratico che abbiamo oggi è decisamente eclatante.

La chiave sta nella creazione e nella conservazione della ricchezza personale, in contrasto con la redistribuzione socialista e la distruzione della ricchezza, la quale ha costantemente indebolito le economie un tempo di successo. Il futuro sta formando un collasso inflazionistico per tutti gli stati occidentali e il modo in cui accadrà è descritto più dettagliatamente nella sezione successiva. Per i politici preveggenti crea l'opportunità di uscire dal socialismo, perché la maggioranza silenziosa, che vuole solo la stabilità commerciale piuttosto che i sussidi statali, sosterrà un allontanamento dal socialismo distruttivo. Non è un compito semplice, perché tutto i consigli che un politico riceve oggi sono basati sul credo dell'inflazione e degli imperativi socialisti.



Perché e come si verificherà un crollo inflazionistico

I monetaristi sono pienamente consapevoli che se uno stato aumenta la quantità di moneta in circolazione, il suo potere d'acquisto diminuisce. La loro teoria si basa sui giorni in cui l'oro era denaro e descrive l'effetto delle importazioni/esportazioni di oro monetario sul livello generale dei prezzi.

I monetaristi puri presumono che ciò sia fondamentalmente vero per le valute fiat scoperte, ma c'è una differenza fondamentale: quando l'oro viene utilizzato come denaro per il settlement nel commercio transfrontaliero, si verifica un arbitraggio che corregge i differenziali di prezzo. Quando i prezzi sono generalmente bassi in un Paese, esso potrà vendere merci e beni in altri Paesi dove i prezzi sono più alti. L'oro fluisce quindi laddove i prezzi sono più bassi, bilanciando i prezzi tra i vari Paesi. Con le valute fiat scoperte, questo non accade.

Le valute fiat, guadagnate attraverso il commercio transfrontaliero, sono solitamente vendute nelle borse estere; di conseguenza il fattore determinante nei flussi commerciali non è più un arbitraggio basato su una forma di denaro comune. Il legame tra denaro e commercio è scomparso; e il fatto che gli stranieri mantengano o vendano la valuta guadagnata dalle esportazioni, dipende in gran parte dalla loro fiducia in essa. È una questione di speculazione, non di commercio.

Coloro che utilizzano una valuta emessa dallo stato sono separati da questi problemi, perché le valute estere non circolano sul mercato interno di una nazione. Invece di avere una forma di moneta accettata al di là dei confini nazionali, come per l'oro in passato, non esiste altro valore se non l'uso domestico. Per questo motivo il potere d'acquisto di una valuta fiat diventa una questione di fiducia, ed è tale fiducia che rischia di essere indebolita in una crisi del credito. Quanto meno uno stato è affidabile, tanto più rapidamente una valuta è a rischio di declino.

Questo è il motivo per cui il monetarismo, che era basato sull'oro come moneta onnipresente, non è più l'unico fattore determinante i valori delle valute. È vero che un aumento della quantità di moneta circolante svaluta lo stock esistente, ma se la popolazione nel suo complesso è pronta ad aumentare la sua preferenza per il denaro, solitamente espressa come un rapporto di risparmio, non ci sarà alcun effetto negativo sul suo potere d'acquisto.

Con le valute fiat entriamo in un mondo in cui le statistiche riflettono la quantità di denaro e mai la fiducia che le persone hanno in esse. Inoltre le statistiche possono dirvi tutto e niente, ma mai la verità. È possibile che un'economia crolli, ma dal punto di vista statistico sembra in buona salute come illustra il seguente esempio.

Immaginate per un momento che al tempo della Repubblica di Weimar esistessero gli statistici moderni ed i loro metodi. Le finanze pubbliche erano coperte per il 10% dalle tasse e per il 90% dall'inflazione monetaria. Era un governo le cui finanze erano gestite secondo le linee raccomandate dalla MMT di oggi.

Non vi è dubbio che un livello di tassazione basso fosse un incoraggiamento per le imprese e consentisse la ridistribuzione dei guadagni per gli investimenti. Un tasso di cambio in calo genera utili extra anche per le attività nel settore dell'export. I tassi d'interesse erano allettanti rispetto al tasso di inflazione dei prezzi e l'economia, dal punto di vista statistico, si stava espandendo rapidamente.

Questo era certamente vero quando misurato dal PIL nominale, la misura di base dell'attività economica di oggi. I prezzi ufficiali, che sono sempre gli ultimi raccolti e indicizzati, ritardano nel riportare la svalutazione monetaria di almeno un mese, forse due o anche tre. A questo dobbiamo anche aggiungerci che gli stati hanno sempre sottostimato l'inflazione dei prezzi, che è la conseguenza naturale di una precedente svalutazione monetaria. Pertanto gli economisti di oggi, anche dopo l'applicazione di un deflatore ufficiale dei prezzi al PIL nominale, avrebbero giudicato come straordinaria la crescita del PIL "reale" in Germania tra il 1918 e l'inizio del 1923.

È interessante notare che nel 2007 Joseph Stiglitz e una schiera di economisti e politici di sinistra pensavano che le politiche socialiste di Hugo Chavez avessero successo, poiché le statistiche suggerivano un'interpretazione simile per l'economia del Venezuela. Tuttavia, invece di considerare la Germania in boom, nel 1920 gli economisti (di tradizione classica ed Austriaca) la consideravano per quello che era. Persino Keynes lo scrisse nel suo Trattato sulla riforma monetaria, pubblicato casualmente alla fine del 1923 quando il papiermark alla fine crollò.

L'inflazione della Germania potrebbe essere stata un successo statistico, ma nascose la distruzione della ricchezza attraverso la svalutazione monetaria. Come disse Lenin: "Il modo per schiacciare la borghesia è di abbatterla tra le macine della tassazione e dell'inflazione".

In Germania i finanziamenti inflazionistici iniziarono prima della prima guerra mondiale per finanziare la corsa agli armamenti. Allo scoppio della guerra, la convertibilità dell'oro fu sospesa e il papiermark scoperto iniziò la sua deriva inflazionistica. La fonte principale del finanziamento pubblico era l'emissione di pezzi di carta senza valore e la loro circolazione come valuta a corso legale.

Questo trucco funzionò fino al maggio del 1923. A quel punto il potere d'acquisto del marco era calato costantemente ad un ritmo relativamente regolare. Ci vollero solo sette mesi affinché perdesse tutto il suo potere d'acquisto; lì la popolazione capì ciò che stava accadendo ed era disposta a scambiare i loro marchi per qualsiasi cosa. Era il katastrophenhausse, o crack-up boom, la fine di una valuta statale scoperta.

È il pattern presente in tutti i crolli di una valuta fiat, che, oltre alle valute esistenti oggi, si è ripetuto in tutta la storia del commercio post-baratto, senza alcuna eccezione nota. È il percorso lungo il quale viaggiano oggi il dollaro e le altre valute cartacee. Ora che stiamo entrando in un rallentamento statistico nella maggior parte delle economie mondiali, il finanziamento in stile Weimar è destinato a tornare al centro della scena. Il destino delle valute fiat, a meno che non sia evitato in qualche modo, sarà lo stesso.

La lezione di Weimar e dell'inflazione monetaria di oggi è che il periodo in cui la popolazione capisce l'inganno può essere prolungato: in Germania era il 1914-1923, seguito da un rapido crollo di sette mesi; oggi è dal 1971 che questa storia va avanti, ma il crollo potrebbe essere rapido come quello della Germania tra il maggio ed il novembre 1923.

Senza dubbio vedremo aumentare l'inflazione dei prezzi, ma tale statistica continuerà ad essere soppressa. Con il divario tra l'accelerazione dell'inflazione monetaria e il tasso ufficiale dell'inflazione dei prezzi, per un breve periodo abbiamo visto una ripresa statistica del PIL che dodici anni fa ha indotto Stiglitz e altri ad applaudire l'economia del Venezuela.



Un gold standard da solo non è sufficiente

Un grave problema per gli stati quando l'inflazione dei prezzi inizia a salire è il costo del prestito, perché i mercati, consci del declino del potere d'acquisto della moneta, spingeranno i tassi d'interesse più in alto, nonostante i tentativi ufficiali di sopprimerli. Finora il problema è stato coperto con successo dalle banche centrali che manipolano i mercati del debito pubblico e dagli statistici che mascherano il tasso reale dell'inflazione dei prezzi. In futuro gli sforzi per mantenere il controllo sulla realtà si intensificheranno e alla luce di un'altra ondata di svalutazione monetaria, è lecito domandarsi se i mercati consentiranno il proseguimento di questa frode. Altrimenti il potere d'acquisto delle valute fiat sarà visibilmente indebolito dall'erosione della fiducia della popolazione.

Non possiamo conoscere questo risultato fino a quando non sarà visibile. La crisi del credito del 2008 ha portato ad un'esplosione globale della quantità di denaro, in quanto le banche centrali hanno lavorato in tandem per salvare le grandi banche commerciali e l'intero mondo finanziario. Una seconda svalutazione monetaria coordinata a livello globale sta appena iniziando, in particolare in Cina. Un'ipotesi realistica è che questa volta il potere d'acquisto delle valute fiat sarà vittima di una grave overdose monetaria.

Stando così le cose, è inevitabile un aggiustamento al rialzo dei tassi d'interesse nominali imposto dai mercati. Il finanziamento pubblico diventa apertamente inflazionistico, imbarcandosi in un moderno equivalente del papiermark. In quale altro modo descrivereste un quantitative easing in accelerazione?

Una perdita di fiducia nelle valute fiat si riflette sempre nei prezzi dell'oro e dell'argento, che a tal punto dovrebbero essere molto più alti. Le criptovalute potrebbero aggravare il problema del denaro fiat diventando un'alternativa per quelle persone che non si accontentano più di detenere liquidità in depositi bancari.

Gli stati e le loro banche centrali saranno ad un bivio. Una direzione verso la stabilità monetaria è dura, ma porta ad un posto migliore. L'altra verso l'accelerazione della svalutazione monetaria è più agevole, ma porta al precipizio della distruzione monetaria.

Quale strada prenderà il vostro governo?

I governi occidentali sono mal equipaggiati per prendere questa decisione. Ci sono alcune persone nell'establishment politico che potrebbero capire la scelta, ma dovranno deliberatamente invertire la politica di governo dal socialismo e dalla regolamentazione dello stato al libero mercato e al sound money. Si ritroveranno a combattere l'establishment economico neo-keynesiano, gli inflazionisti che formano la stragrande maggioranza di esperti e consulenti. Questi neo-keynesiani popolano le banche centrali ed i dipartimenti del Tesoro dei vari stati del mondo. I ministri delle finanze ed i segretari di stato dovranno ridurre le loro basi di potere, il che va contro le loro ambizioni personali e gli istinti politici.

Ci vorrà una straordinaria prova di leadership per avere successo.

A favore di un coraggioso statista, ci saranno gli istinti del libero mercato della maggioranza silenziosa. È solo nei momenti di crisi che uno statista può radunare questo sostegno. In un contesto diverso, viene in mente Churchill nel 1940. La popolazione non conoscerà la soluzione, ma con la giusta direzione può essere guidata sulla via della salvezza economica e monetaria. La valuta dovrà essere stabilizzata rendendola convertibile in lingotti d'oro e la spesa pubblica dovrà essere ridotta, fino ad un quarto o un terzo nella maggior parte delle economie avanzate. Ciò significa inaugurare una legislazione che cancelli le responsabilità del governo, qualcosa che potrebbe richiedere uno stato di emergenza. Il messaggio all'elettorato deve essere: il governo non vi deve nulla. E affinché voi possiate badare a voi stessi, il governo deve incoraggiare le persone ad accumulare ricchezza personale rimuovendo la tassazione sui risparmi.

Ovviamente gli stati più socialisti dovranno affrontare la più grande sfida: ci sarà una tensione estrema tra realtà finanziaria e interessi radicati. Non c'è dubbio che le loro valute hanno più probabilità di fallire.

L'Eurozona affronta una sfida particolare, con una valuta che circola tra diciannove stati membri. L'opinione comune è che tutti i problemi dei PIGS (Portogallo, Italia, Grecia e Spagna) siano dovuti ad una valuta inflessibile. Qui è probabile che ci sarà una spaccatura, con la Germania e forse una fazione del nord che graviterà attorno alla protezione di un gold standard, mentre i PIGS premeranno per una maggiore soppressione dei tassi d'interesse e denaro facile infinito dalla BCE.



Gli Stati Uniti sono il fulcro del disastro

Gli Stati Uniti hanno un problema diverso, ma più preoccupante: rifiutano di accettare il loro declino come superpotenza dominante, trincerandosi in un mix di protezionismo ed autarchia. Di conseguenza il governo degli Stati Uniti sta prendendo decisioni distruttive. Dal momento che il presidente Trump è stato eletto, ha accelerato il finanziamento inflazionistico durante la fase finale del ciclo del credito nella convinzione che ciò avrebbe portato a maggiori entrate fiscali a tempo debito. Ha anche ripetuto l'errore già commesso nel 1930 con l'approvazione dello Smoot-Hawley Tariff Act, nella convinzione che il protezionismo commerciale possa in qualche modo rendere l'America di nuovo grande (MAGA). Invece ha fatto crollare il commercio globale, proprio come negli anni '30. MAGA è una combinazione fatale di tagli alle tasse e protezionismo commerciale. È una forma di autolesionismo che si ripercuote negativamente sui consumatori e sulle aziende americane. E non aiuta a promuovere buoni rapporti con i creditori americani, i quali per decenni hanno permesso all'America di vivere oltre i suoi mezzi.

Gli stranieri possiedono dollari in gran quantità, ricoprendo con una certa riluttanza il ruolo di banchieri dell'America. Ora stanno iniziando ad essere venditori netti come conseguenza di un eccesso di dollari nelle loro mani, in combinazione con le goffe manovre geopolitiche americane. I dati del TIC di dicembre mostrano che gli stranieri hanno venduto $91,4 miliardi, il maggior deflusso mensile durante la presidenza di Trump; e questo solo pochi mesi dopo che tutti credevano che gli stranieri stessero comprando ancora più dollari per pagare i propri debiti.

Mentre ignora la sua dipendenza dalle finanze straniere, l'America sta cercando di strangolare lo sviluppo economico e tecnico della Cina, ma è già troppo tardi. Washington sicuramente sa che gli Stati Uniti, il Giappone e la Gran Bretagna sono semplicemente piccole isole in un gigantesco mare eurasiatico. Eravamo stati avvertiti che sarebbe accaduto da Halford Mackinder oltre cento anni fa. L'America sembra proprio pronta ad autodistruggersi piuttosto che veder realizzata la profezia di Mackinder.

Di conseguenza il mondo intero viene gettato nel caos e il governo americano è al centro del problema. Possiamo aspettarci che la sua economia, insieme a tutte le altre, andrà significativamente male nei prossimi mesi. Sarà un incoraggiamento per una maggiore dose d'inflazione. L'espansione monetaria che sicuramente seguirà porterà ad un'accelerazione del declino del potere d'acquisto del dollaro, dal momento che gli stranieri passeranno dall'essere banchieri del dollaro ai venditori di dollari. Ciò porterà ad un aumento del valore delle preferenze temporali stabilite dai mercati e, a meno che la FED non contamini sufficientemente questo aumento alzando i suoi tassi, il dollaro non farà altro che scivolare.

Nelle attuali circostanze la soluzione Volcker del 1980-81 (rialzare i tassi d'interesse al 20% per stabilizzare la valuta) non sembra essere disponibile. Inoltre non sarebbe nel Dna dell'establishment invertire lo shock di Nixon del 1971 e ripristinare la copertura del dollaro con l'oro come mezzo per limitare l'aumento dei tassi di interesse. L'America, il vero colpevole per l'abbandono di Bretton Woods, scoprirà che è molto difficile cambiare il suo punto di vista con una tale incapacità economica ai posti di comando.



Il blocco SCO

Le cose sono molto diverse in Asia. Gli otto membri dello Shanghai Cooperation Organization, insieme a quelli che cercano di aderire, rappresentano circa metà della popolazione mondiale. È guidato da Cina e Russia, entrambi favorevoli all'oro. Si può dire che altri due miliardi di persone siano direttamente interessati dal modo in cui si sviluppa lo SCO, comprese le nazioni popolose del Sud-Est asiatico, del Medio Oriente e dell'Africa sub-sahariana. Ciò riduce la sfera d'influenza dell'America a circa un miliardo e mezzo di anime su una popolazione mondiale di sette. È la prova della lungimiranza di Halford Mackinder.

Cina e Russia hanno piani infrastrutturali significativi che stimoleranno l'attività economica eurasiatica almeno per il prossimo decennio, forse due. Se le economie avanzate crolleranno, ovviamente l'Asia ne risentirà negativamente, ma non tanto quanto temono gli osservatori della Cina. L'imminente crisi del credito rischia di colpire principalmente l'America, il Regno Unito, l'Europa occidentale ed i loro alleati militari ed economici. Il blocco SCO potrebbe sfuggirvi riportando solo danni minori se prenderà le giuste decisioni.

La minaccia per il futuro dello SCO deriva principalmente dalle sue attuali politiche monetarie, con la Cina in particolare che utilizza l'espansione del credito per manipolare l'economia. Ha cercato di controllare le conseguenze della politica monetaria interna attraverso severi controlli sui cambi, una strategia che finora ha avuto successo.

La crescente possibilità di un crollo del dollaro richiederà un cambiamento radicale nella politica monetaria cinese. Conosciamo la direzione che prenderà dalle azioni della Russia, della Cina stessa e degli altri membri dello SCO: integrare in qualche modo l'oro con le loro valute fiat.

Mentre è chiaro che la Cina e la Russia comprendono l'importanza dell'oro come sound money, non è chiaro se abbiano un piano credibile per la sua introduzione nei loro sistemi monetari. I russi sembrano avere una buona conoscenza dei problemi. La Cina anche, ma molti dei suoi consiglieri economici sono formati in scuole economiche occidentali, dove regnano le convinzioni inflazionistiche neo-keynesiane. Pertanto la Cina non è del tutto immune alle colpe che potrebbero distruggere il dollaro e altre valute occidentali, ma il messaggio centrale è che passerà al sound money quando sarà strategicamente ragionevole, nonostante i neo-keynesiani al suo interno.

Quasi nessuna delle nazioni nello SCO ha welfare state ingombranti e quindi possono essere capaci di contenere la spesa pubblica in caso di recessione economica. La Russia e la Cina non solo possono introdurre un gold exchange standard e farlo restare, ma i membri dello SCO e quelle nazioni legate ad esso possono introdurre i propri gold exchange standard, o in alternativa utilizzare rubli e yuan coperti con l'oro a cui ancorare le loro valute.

La direzione economica e monetaria presa dallo SCO nei prossimi anni potrebbe rivelarsi vincente, almeno rispetto alle difficoltà affrontate dall'Occidente. Un risultato del genere sarebbe immensamente positivo per l'umanità nel suo complesso e rappresentare un'ancora di salvezza per coloro che ancora credono nel socialismo finanziato dall'inflazione. Non si sa mai, potrebbe persino costringere i governi occidentali spendaccioni a riformare i loro modi e tornare a politiche monetarie sane.

L'effetto sul prezzo dell'oro dovrebbe essere ovvio. Si dice che nel 1923 gli studenti stranieri a Berlino fossero in grado di comprare case con la paghetta dei loro genitori, di solito in dollari o sterline. I dollari all'epoca erano buoni come l'oro. Oggi un comitato valutario, o un gold exchange standard, dovrebbe essere impostato ad un tasso significativamente più alto rispetto ai prezzi attuali in valuta fiat. L'oro è la massima protezione contro i furti mediante la svalutazione della moneta.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/