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lunedì 25 febbraio 2019

Come una crisi del debito italiana potrebbe far saltare l'UE





da Zerohedge


Afflitta dall'ennesima corsa per i salvataggi delle banche e dalle tensioni latenti tra i partner nella sua coalizione di governo, la breve tregua dell'Italia in seguito alla distensione tra i suoi governanti populisti ed i burocrati arrabbiati di Bruxelles sta già cominciando a svanire. Come ci ha ricordato Bloomberg, il debito pubblico da €1,700 miliardi in Italia (il terzo più grande in Europa) sta minacciando di scatenare una reazione a catena che potrebbe far crollare banche da Roma a Madrid, Francoforte e oltre.

Solo menzionare la precarietà dei mercati del debito italiano "può indurre un brivido di paura finanziaria come nessun altro" in burocrati e uomini d'affari, in particolare dopo che l'economia italiana è scivolata in una recessione durante il quarto trimestre.

Mentre gran parte del carico del debito italiano è detenuto dalle sue banche e da cittadini privati, i creditori al di fuori dell'Italia detengono circa €425 miliardi in debito pubblico e privato.


L'analisi di Bloomberg sulle debolezze finanziarie dell'Italia parla anche delle tensioni nella coalizione di governo italiana tra la Lega, anti-immigrati e pro-business, e il Movimento Cinque Stelle, populista e di sinistra. I due partiti stanno combattendo una battaglia su due fronti: la costruzione di una ferrovia alpina ad alta velocità e un caso legale che coinvolge il leader della Lega Matteo Salvini poiché si è rifiutato di lasciare attraccare la nave Dicotti la scorsa estate.

Dopo che il M5S ha dichiarato di voler sostenere l'indagine, la Lega ha avvertito che una mossa del genere sarebbe equivalsa ad un "ricatto" contro Salvini, i cui luogotenenti lo hanno spinto a sfruttare i numeri in aumento del partito ed a spingere per elezioni anticipate. Tuttavia Salvini ha respinto queste richieste, avvertendo che non c'è nulla che impedisca al presidente italiano Sergio Mattarella di chiedere una nuova coalizione, anziché nuove elezioni.

Dall'altra parte la Lega sta diventando sempre più stanca riguardo il "reddito di cittadinanza", una delle proposte più audaci incluse nel bilancio italiano del 2019, la quale concede un sussidio garantito per tutti gli italiani sotto la soglia di povertà, a condizione che dimostrino di essere in cerca di lavoro.

Luigi Di Maio ed il Primo Ministro Giuseppe Conte hanno presentato la prima delle carte che saranno utilizzate per suddetto reddito durante una cerimonia a cui Salvini ha deciso di non partecipare. Ben 5 milioni di italiani potrebbero essere idonei per tali carte.
"Ogni anno inietteremo €8 miliardi nell'economia reale e le persone saranno in grado di spenderli", ha detto Di Maio citando nientemeno che Albert Einstein, dicendo che coloro che affermano che qualcosa è impossibile dovrebbero lasciar stare quelli che vogliono provarci lo stesso.

Tuttavia il piano ha infastidito i proprietari di imprese, i quali costituiscono alcuni dei sostenitori più affidabili della Lega.

Tornando alla minaccia rappresentata dal debito italiano, l'analisi di Bloomberg ha mostrato che le banche francesi sono le più esposte, poiché BNP Paribas e Credit Agricole possiedono unità bancarie in Italia.


Per continuare a operare senza massicci tagli di bilancio (qualcosa che nessuno dei partiti della coalizione di governo ha intenzione di fare), l'Italia deve vendere €400 miliardi di debito all'anno. Ma dal momento che le banche italiane detengono così tanto del debito del Paese, la diminuzione del prezzo delle obbligazioni italiane danneggia inevitabilmente le azioni delle banche italiane e le costringe anche a detenere più capitali sui loro libri contabili per assicurarsi la liquidità della BCE. Ciò crea il potenziale per un ciclo di feedback negativo noto come "doom loop".

In altre parole "una crisi di governo potrebbe trascinare in crisi il sistema bancario, o una crisi bancaria potrebbe far saltare il governo".


E mentre gli NPL detenuti dalle banche italiane sono diminuiti negli ultimi anni (poiché non meno di sette banche italiane hanno richiesto salvataggi negli ultimi tre anni) ...


...una crisi vera e propria esaurirebbe la capacità di prestito del Meccanismo Europeo di Stabilità (circa €410 miliardi) in appena un anno. Dato che il presidente della BCE Mario Draghi lascerà la sua carica alla fine di quest'anno e il potere del cancelliere tedesco Angela Merkel è in declino, se i populisti non riusciranno a generare la crescita economica di cui hanno chiacchierato attraverso i loro programmi di stimolo, ci sono grosse possibilità che la crisi che lacera l'UE e la zona Euro sarà centrata a Roma.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


4 commenti:

  1. Badate bene, però, perché il contagio sistemico non è qualcosa di esclusivo all'Italia. Ad esempio, le bolle subprime di questo ciclo sono quella dei prestiti per studenti e quella dei prestiti per auto negli Stati Uniti. I programmi di prestiti garantiti dallo stato furono un'invenzione di Lyndon Johnson ai tempi della Great Society. È un gigantesco Schema di Ponzi, dove il collaterale sono i contribuenti. Gli incentivi perversi che hanno scatenato questi prestiti hanno incanalato sempre più individui nelle università, creando una sovrabbondanza di personale "qualificato" anche in materie che non hanno alcuna utilità alla prova del mercato. Non solo, al contempo lo stato si è mosso per diventare più opprimente dal punto di vista burocratico e fiscale (oltreché assetato di finanziamenti sempre più crescenti), questo ha ostacolato molto la creazione di imprese in sintonia con le necessità di mercato, impedendo quindi la segnalazione genuina di quel personale più necessario per il successo di un'azienda. Non solo, a ciò bisogna aggiungere anche l'incentivo a perseguire la via dell'ingegneria finanziaria piuttosto che potenziare settori come quello della R&S, e otteniamo un quadro in cui gli individui che escono dalle università la maggior parte delle volte si ritrovano una laurea inutile e un carico di debito pesantissimo.

    La parte peggiore di questa storia è che non possono andare in default, poiché dovrebbero scomparire essi stessi. Di conseguenza o affollano le cifre dei lavori part-time, oppure finiscono sul libro spese dello stato attraverso il welfare state. Inutile aggiungere che si tratta di un circolo vizioso e man mano che i nodi arrivano al pettine.le correzioni si faranno sempre più pressanti.

    In questo articolo del WSJ si comprende come questi eccessi statunitensi, hanno in realtà una connessione sistemica col resto del mondo. Inizialmente col Giappone e, allo svolgersi dei fallimenti nel Paese nipponico, con tutti gli altri. Inutile ricordare come tale azzardo morale sia stato scatenato dalle politiche monetarie espansionistiche delle banche centrali. Certo, hanno guadagnato tempo. Certo, ci sono dei fessi che elogiano l'operato delle suddette per aver "salvato" le economie dei loro Paesi. Ma la domanda che non si pongono è la seguente: a che prezzo? Promuovendo tassi d'interesse sempre più bassi, impostati in modo completamente artificiale, i pianificatori monetari centrali hanno assassinato il motore della prosperità che è l'economia di mercato stessa. Contrariamente alla credenza di Bernanke (considerato da alcuni oggi come colui che ha salvato la baracca) e del suo vate Keynes, il livello dei tassi d'interesse è la variabile centrale in un sistema economico ben funzionante. Interferendo con esso, politici e burocrati stanno tentando di agire come il Gosplan, l'agenzia centrale di pianificazione dell'Unione Sovietica. Non funzionò allora, non funziona adesso e mai funzionerà.

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    1. Grazie per questa ulteriore importantissima precisazione, Francesco.
      Nella seconda parte, dove menzioni i fessi che applaudono continuamente all'intervento delle banche centrali salva baracche, possiamo ricordare il 2014/15 e l'avvio del quantitative easing in Europa e di come in seguito non a caso si sia fatta sempre più pigra l'azione del governo Renzi, colui che aveva promesso di rottamare la burocrazia di questo paese.

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  2. La Francia sarebbe maggiormente esposta?
    E' anche questa la motivazione per la quale da qualche anno le multinazionali francesi si stanno pappando le ultime aziende grandi italiane?

    R.G.

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