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giovedì 28 febbraio 2019

6 ragioni per conservare la policy dell'unanimità nell'UE per quanto riguarda le decisioni sulle tasse





di Kai Weiss


La necessità di avere l'unanimità in seno al Consiglio Europeo sulle cosiddette questioni "sensibili", compresa la politica fiscale, è stato per molti anni un tema controverso a livello europeo. Con i piani per riformare l'UE e portare avanti gli sforzi d'integrazione, la Commissione Europea ha dichiarato sin dal voto sulla Brexit che gli stati membri avrebbero dovuto pensare a rinunciare ai voti all'unanimità. A suo giudizio il voto a maggioranza qualificata (VMQ), vale a dire un sostegno del 55% degli stati che rappresentano almeno il 65% della popolazione dell'UE, dovrebbe essere il più utilizzato su tutte le questioni, anche su quelle che sono particolarmente controverse. Questo voto, dice la Commissione, è necessario per avere "un'Unione che possa legiferare".

Il presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker, lo ha chiarito in diversi discorsi sullo stato dell'Unione Europea e il programma di lavoro della Commissione per il 2019 prevede "un processo decisionale più efficiente nei settori chiave della fiscalità e delle politiche sociali". Ma di recente abbiamo appreso che la cancellazione dei voti all'unanimità sulla politica fiscale sia una priorità per la Commissione.

Il 20 dicembre ha avviato un'iniziativa per "procedure legislative più efficienti nell'UE" e il 15 gennaio è stata rilasciata una comunicazione di 13 pagine in cui si sottolineava la necessità di "un processo decisionale più efficiente e democratico riguardo la politica fiscale dell'UE". In entrambi i casi è stata chiesta la graduale abolizione dei voti all'unanimità sulle questioni fiscali. Nel documento del 15 gennaio è stato presentato un percorso in quattro fasi su come ciò sarebbe politicamente fattibile, iniziando con il VMQ in aree chiave quali l'evasione fiscale e la carbon tax, avvicinandosi sempre di più al completo scioglimento dell'unanimità.

Ciò è stato accompagnato da un'analisi pubblicata il giorno prima sostenendo che "il passaggio al voto a maggioranza qualificata ha dimostrato di cambiare le dinamiche negoziali nell'UE", e quindi il VMQ dovrebbe essere introdotto in "settori come la politica estera e la sicurezza comune, la tassazione e la politica sociale, temi fondamentali per affrontare le grandi sfide sociali di oggi".

Anche se è comprensibile che le istituzioni dell'UE e alcuni stati membri siano stanchi di essere ostacolati dagli oppositori nei loro piani di integrazione e sebbene sia vero che i processi decisionali potrebbero essere accelerati abolendo l'unanimità nel voto (nonostante l'accelerazione di tali processi non renda le decisioni più corrette), i piani dell'UE sarebbero ancora altamente dannosi. Non è un caso che la politica fiscale (così come gli altri settori che la Commissione sta esaminando) sia considerata una questione "sensibile".

Infatti l'introduzione del VMQ sulla tassazione includerebbe gravi pericoli e seri problemi. In contrasto con i 6 motivi della Commissione per passare al processo decisionale a maggioranza qualificata, ecco sei motivi per cui l'abolizione dei voti all'unanimità sulla politica fiscale sarebbe un grave errore.



1. Una grande intrusione nella sovranità

Il fatto che un governo possa determinare la propria politica fiscale è una condizione preliminare affinché possa affermare la sua sovranità in materia fiscale ed economica. Se non è in grado di stabilire liberamente la propria base imponibile e le proprie aliquote, avrà difficoltà ad implementare le politiche che desidera, poiché dipenderà sempre dalle decisioni prese da qualcun altro; nel caso di un'implementazione del VMQ a livello europeo, dalle decisioni di una maggioranza qualificata nella Commissione e nel Parlamento Europeo. Cedere la sovranità sulla politica fiscale, anche se solo in parte, rappresenterebbe un'importante intrusione sulla sovranità nazionale. E mentre i limiti interni, come i limiti fiscali nazionali, potrebbero funzionare se scritti nella costituzione di una nazione, un terzo giocatore che interviene negli affari interni di un Paese o che introduce le proprie tasse è sicuramente una questione diversa; e ci si può aspettare che causi un forte contraccolpo.

In tutto ciò, la Commissione ha una definizione inquietante di ciò che significa sovranità: "È lecito chiedersi se una situazione in cui uno Stato membro possa bloccare le iniziative volute dagli altri 27 sia vantaggiosa per la sovranità nazionale di tutti gli altri 27". Ma la sovranità significa che si può fare esattamente questo: come la definisce il Cambridge Dictionary, la sovranità è "il potere di un Paese di controllare il proprio governo", cioè avere il potere supremo su cosa fare indipendentemente da ciò che questo significhi per gli estranei. Di certo questo approccio può portare a cattive politiche, ed è per questo che questioni come la politica fiscale devono essere ulteriormente decentrate il più possibile, in modo che i policymaker siano più incentivati ​​ad attuare una buona politica. Certamente non significa che altri Paesi possano forzare la propria sovranità su un'altra semplicemente perché è nel loro interesse.



2. Un mercato unico contro la concorrenza

Un'altra affermazione curiosa della Commissione è che l'introduzione del VMQ sulle questioni fiscali aiuterebbe a creare un "mercato unico delle imposte". L'armonizzazione delle norme fiscali creerebbe un sistema fiscale equo in tutto il continente. "Le politiche fiscali nazionali possono avere effetti importanti su altri Stati membri e sulle politiche dell'Unione," e gli stati membri sono attualmente vincolati "nella loro capacità di aumentare le entrate per finanziare programmi di spesa in linea con le loro preferenze nazionali". Stabilire le stesse regole aggiungerebbe solamente un altro componente al Mercato Unico.

Mentre questa argomentazione può essere usata per avallare lo snellimento delle leggi fiscali di per sé, il che renderebbe più facile la dichiarazione delle tasse da parte delle multinazionali, danneggerebbe il mercato comune se ciò significasse armonizzare le aliquote fiscali o introdurre nuove tasse, come una tassa sul digitale. Il Mercato Unico è stato creato per facilitare gli scambi transfrontalieri e ridurre o eliminare gli ostacoli, non per introdurre tasse e creare nuovi ostacoli.



3. Armonizzazione fiscale attraverso la porta di servizio

È sempre esistita la preoccupazione che l'abolizione dell'unanimità avrebbe aperto la porta all'armonizzazione fiscale su tutta la linea, compresi i redditi personali e le imposte societarie, eliminando quindi la concorrenza fiscale in Europa. Indubbiamente Paesi come l'Irlanda, l'Estonia e la Lettonia hanno approfittato dei loro sistemi fiscali competitivi; sistemi a cui temono dovrebbero rinunciare per abbracciare qualcosa di più simile a Paesi con tasse elevate come la Francia e la Germania.

La Commissione scrive nei suoi documenti che questo non è un obiettivo: "Né si vuole un sistema di aliquote fiscali personali e aziendali armonizzate in tutta l'UE." Tuttavia altre parti negli stessi documenti mostrano un quadro diverso. Ad esempio, la Commissione afferma che passare ad un VMQ consentirebbe di evitare "una concorrenza fiscale dannosa ed una pianificazione fiscale aggressiva", e si rammarica del fatto che "man mano che la base imponibile diventa più mobile, gli Stati membri sono sempre più limitati nell'esecuzione della loro sovranità fiscale". Ovviamente l'obiettivo di stabilire un "Mercato Unico per la Tassazione" porta ad una conclusione simile.

Il piano in quattro fasi pubblicato dalla Commissione va nella stessa direzione. Il VMQ dovrebbe, in un primo momento, essere introdotto su questioni come la frode e l'evasione fiscale (Fase 1) e misure fiscali per combattere il cambiamento climatico e migliorare la salute pubblica (Fase 2), cioè passi a cui per molti sarà difficile dire di no. Nella Fase 3 l'armonizzazione riguarderà riforme del sistema IVA. Infine "la Fase 4 consentirebbe un passaggio al VMQ per i principali progetti fiscali", i quali includeranno una base imponibile consolidata e comune per le società e l'introduzione di una tassa sul digitale, ma potrebbe andare molto oltre. Chi può dire che l'UE si fermerà qui quando l'unanimità sarà scomparsa?



4. Perdere contro la concorrenza globale

La Commissione Europea ritiene che un sistema fiscale comune renderebbe l'Europa "un leader globale" nelle decisioni fiscali e creerebbe "un ambiente fiscale più equo per tutti". Invece imponendo imposte sul digitale e l'armonizzazione delle aliquote fiscali, l'Europa perderebbe contro la concorrenza globale. Se tutti gli stati membri in Europa avessero aliquote fiscali come la Francia o la Germania, sia le società che le persone si allontanerebbero dal continente in numero sempre crescente, e preferirebbero invece un ambiente favorevole alle imprese e un luogo in cui il successo nella propria carriera non è disincentivato.

Se l'UE vuole davvero reprimere la frode e l'evasione fiscale, farebbe bene a non costringere i suoi stati membri ad implementare tasse dannose e distorsive. La migliore medicina contro l'evasione fiscale è avere un sistema fiscale che sia sopportabile.

La concorrenza fiscale è un business globale oggi. È decisamente facile spostarsi da un luogo all'altro, soprattutto per le aziende. L'Europa dovrebbe cercare di creare un ambiente che apra la porta alla crescita economica e all'accumulo di ricchezza, piuttosto che alienarsi chiunque nel mondo.



5. Ulteriore centralizzazione a Bruxelles

Eliminare l'unanimità nelle decisioni sulla tassazione non avrebbe solo effetti sulla politica fiscale, ma potrebbe anche portare ad un'ulteriore integrazione degli stati membri, e forse non intenzionale. Come scrive la Commissione nella sua comunicazione del 15 gennaio:
L'unanimità in materia fiscale ha inoltre avuto un effetto negativo sulle priorità politiche dell'UE. La tassazione è anche essenziale per molti dei progetti più ambiziosi dell'UE, tra cui l'Unione Economica e Monetaria, l'Unione dei Mercati dei Capitali, il Mercato Unico Digitale, il Quadro 2030 per il Clima e l'Energia, o l'Economia Circolare.

Pertanto potrebbe essere solo una questione di tempo prima che possano essere approvate ulteriori riforme della zona Euro e delle politiche fiscali. Inoltre, come chiarisce il documento del 14 gennaio, Bruxelles vuole anche abolire l'unanimità su altre questioni "sensibili" come la politica estera e la politica sociale. Sebbene qualsiasi decisione debba ancora avere un VMQ da parte degli stati membri, non vi è dubbio che tali misure aumenterebbero la capacità della Commissione e del Parlamento di attuare la propria agenda.



6. Supporto mancante da parte degli stati membri

Molti critici all'inizio dell'anno hanno sottolineato che il sostegno all'introduzione del VMQ sulle tasse è piuttosto blando. Mentre la popolazione generale può essere favorevole a misure a livello europeo contro l'evasione fiscale, è una questione completamente diversa quando si tratta di consegnare la politica fiscale al capriccio della maggioranza (qualificata) e delle istituzioni dell'UE. Le accuse secondo cui troppe decisioni sono prese a Bruxelles non diminuirebbero di certo.

In seno al Consiglio, solo una manciata di Paesi s'è espressi a favore del VMQ sulle tasse, mentre una parte significativa ha respinto questa ipotesi, in particolare l'Irlanda ed i Paesi nordici e baltici. Dato che un tentativo di abolire l'unanimità richiederebbe l'unanimità stessa, compreso l'uso della "clausola passerella" del Trattato di Lisbona, l'introduzione del VMQ nel prossimo futuro sembra una possibilità remota. Infatti finché almeno un Paese, indipendentemente da quanto piccolo, porrà il veto, poco potrà accadere.

Il deciso tentativo della Commissione Europea di abolire l'unanimità su una vasta gamma di questioni, compresa la tassazione, è un segnale che Bruxelles non vi ha rinunciato. È della massima importanza rifiutare tali tentativi.
"Per la Commissione Europea ormai non è più una questione se c'è la necessità di abolire l'unanimità sulle decisioni riguardo la tassazione, ma piuttosto come e quando farlo".

Commissione Europea


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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