Bibliografia

martedì 6 novembre 2018

Spagna: il FMI lancia l'allarme per il rischio in crescita





di Daniel Lacalle


Il Fondo Monetario Internazionale può essere criticato per molte cose, ma la sua analisi sul rischio del debito dei Paesi val la pena d'essere letta.

Di recente il Fondo Monetario Internazionale ha ancora una volta lanciato un monito nei confronti della Spagna, sul rischio che inverta le riforme ed aumenti gli squilibri.

Chiede di portare avanti la riforma del lavoro per porre fine alla disoccupazione strutturale ed accentui l'approvazione di misure credibili per il bilancio del 2019.

Il FMI viene spesso criticato da molte parti: infatti viene spesso accusato di essere "neoliberale", nonostante il fatto che in quasi tutte le sue raccomandazioni non suggerisca tagli alla spesa. È stato erroneamente criticato, in molte occasioni, per essere negativo nei confronti dei Paesi. È esattamente l'opposto: il FMI è spesso troppo diplomatico e, soprattutto, poco esigente con i governi.

Un FMI fin troppo diplomatico ha riscontrato nel suo ultimo rapporto rischi importanti per l'economia spagnola. Mentre la crescita rallenta più rapidamente del previsto, i rischi che minacciano la ripresa sono aumentati e molti degli annunci del governo socialista potrebbero essere controproducenti ed accelerare una ricaduta.

In modo molto diplomatico il FMI mette in guardia sulle stime ottimistiche e gonfiate delle entrate fiscali dei governi. Non c'è da stupirsi, perché l'errore medio nelle stime delle nuove tasse in Spagna è consistente, una media di €5.8 miliardi l'anno.

Le stime gonfiate sono un trucco facile per far quadrare i bilanci. Fare stime impossibili sulle entrate fiscali mentre la spesa pubblica sale è un esercizio decisamente semplice. Poi, quando i deficit salgono, basta semplicemente incolpare un nemico esterno.

Il grafico qui sotto mostra la sovrastima storica delle entrate fiscali (€5.8 miliardi all'anno in più di entrate fiscali stimate rispetto a quelle effettivamente raccolte).


Gli stessi Ispettori del Tesoro spagnolo hanno avvertito: "Sarebbe molto interessante se coloro che parlano ripetutamente di queste cifre sorprendenti forniscano gli studi su cui si basano, in modo da confrontarli. Da precedenti studi privi di fondamento, sorgono proposte inadeguate ed impossibili".

Questo è il primo avvertimento diplomatico del FMI. In Spagna, dal 1998, il risanamento di bilancio non è mai stato raggiunto attraverso misure di reddito e spese crescenti.

Il FMI è consapevole, inoltre, che la Spagna non ha spazio fiscale per aumentare i deficit e avverte che l'aumento del deficit e della spesa pubblica in un periodo di crescita porterà a tagli più severi e più netti quando il ciclo economico virerà veso il bust.

I buffer di bilancio, esauriti durante la crisi, devono essere ricostruiti, e ciò non avviene aumentando la spesa pubblica e le tasse, perché il FMI e tutti noi sappiamo che le entrate stimate non saranno soddisfatte perché calcolate in modo politico e fallace, mentre le spese probabilmente saliranno al di sopra delle previsioni.

È quasi impossibile per la Spagna raggiungere i propri obiettivi di deficit aumentando la spesa, perché per fare ciò il governo sta presumendo un aumento delle entrate fiscali che non è avvenuto nemmeno nei periodi di crescita.

(Il grafico qui sotto mostra una crescita delle entrate fiscali dirette. Le entrate fiscali sono aumentate dopo le riduzioni delle imposte.)


Il FMI avverte che i governi ricorrono sempre all'aumento delle tasse per coprire le spese eccessive ("lo strumento di aggiustamento preferito dallo stato"), e avvertono che queste potrebbero causare distorsioni ed avere un impatto negativo sulla crescita. Per evitare questo, "una progettazione attenta delle misure fiscali è fondamentale".

Studi empirici condotti da oltre 200 Paesi mostrano che "un aumento delle tasse dell'1% del PIL nei periodi di consolidamento fiscale porta ad un calo dell'1% del PIL in otto trimestri" (FMI, Dabla-Norris, Lima).

Collegare i costi delle pensioni all'IPC è un altro errore da cui mettono in guardia: è profondamente antisociale e mette in pericolo l'intero sistema e le pensioni future, poiché non include altri fattori essenziali nella valutazione delle pensioni, come la sostenibilità e la piramide della popolazione. Aumenterebbe la spesa pensionistica tra i 3 ed i 4 punti di PIL fino al 2050 e farà sprofondare la Spagna in una crisi del debito.

Il documento ricorda l'importanza di "rilanciare l'aggiustamento di bilancio strutturale e preservare lo spirito delle riforme per il mercato del lavoro", cioè l'opposto di ciò che l'attuale governo socialista intende imporre.

Coloro che criticano il FMI per essere neoliberale rimarranno sorpresi, perché tutto ciò che contiene suddetto documento è solo buon senso: aumentare gli squilibri e le spese in periodi di boom economico porterà a prendere misure molto più severe e tagli ulteriori quando la disoccupazione aumenterà e si entrerà in recessione .

La Spagna non ha bisogno di a pendere di più. Aumentare la spesa pubblica, i deficit e le tasse ora non è una politica sociale, ma un antisociale, perché significa tagli più grandi e peggiori in futuro.

L'aumento delle tasse è controproducente quando sono già state alzate durante la crisi e tutte le regioni hanno aumentato le loro componenti fiscali. Inoltre indebolisce le basi imponibili della Spagna a fronte di un rallentamento economico.

L'aumento delle spese è del tutto inutile quando i bilanci del 2018 includevano già un aumento generalizzato del 4% nelle voci principali. Aumentare la spesa oggi non farà altroche moltiplicare i tagli più tardi.

La Spagna sta affrontando un moderato rallentamento economico e dovrebbe essere un'opportunità unica per attirare più investimenti e più posti di lavoro da tutto il mondo, non annunciare misure che renderanno l'economia spagnola più fragile ed indebolirà le basi imponibili oltre ad aumentare il rischio di debito e deficit (all'aumentare dei tassi di interesse).

Nessuna delle attuali misure dei governi ha nulla a che fare con una politica sociale. Far rischiare al Paese un'altra crisi del debito con stime delle entrate da fantascienza ed un aumento della spesa pubblica non è affatto sociale.



[*] traduzone di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


2 commenti:

  1. C'e' chi ancora crede al FMI. Auguri

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  2. Il debito fiat con l'estero è un problema voluto. Il debito fiat sovrano lo è un po' meno. Ma in regime fiatmoney l'importante è patrimonializzare, convertire in asset reali il fiatmoney prima che si svaluti del tutto. Gli Italiani (che non hanno trasferito all'estero il loro fiatmoney) hanno sempre fatto così. Risparmio all'italiana. Che fa gola a tanti.

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