Bibliografia

lunedì 29 ottobre 2018

Il più grande dei quadri generali





di Alasdair Macleod


Ho ricevuto una richiesta da mia moglie: scrivere in termini semplici cosa stia succedendo nel mondo e perché penso che l'oro sia così importante in questo contesto. Lei non condivide il mio stesso interesse per l'argomento, quindi una spiegazione del quadro generale potrebbe anche essere utile a molti dei miei lettori e dei loro coniugi, i quali eventualmente non condividono un interesse particolare per la geopolitica.

Questo è lo scopo di questo articolo. Può emergere confusione quando un osservatore occasionale cerca di seguire gli eventi globali, qualcosa reso più difficile dalle politiche editoriali nei notiziari e dai commenti della maggior parte degli analisti, che sono, francamente, mal informati. Di conseguenza questo articolo affronta l'argomento che domina il nostro futuro: i player più importanti nel grande gioco della geopolitica sono l'America e la Cina. Ma prima di iniziare con un aggiornamento, stabilirò le discipline necessarie per un'analisi informata.

Cercate di esaminare i problemi da tutte le angolature possibili al fine di comprendere sia le considerazioni strategiche che i risultati potenziali. Dovete comprendere che le caratteristiche che possono applicarsi ad un lato, non è detto che si applichino necessariamente all'altro. Ad esempio, l'analisi finanziaria applicata all'economia statunitense non si applica necessariamente a quella della Cina. Cercate di rimanere neutrali ed obiettivi, analitici ed imparziali.

La lista delle cose da non fare è un po' più lunga... Non credete a quello che dicono i governi, perché vi diranno cosa vogliono che voi crediate. Non credete a nulla che viene fuori dai servizi d'intelligence: se l'informazione è buona, è altamente improbabile che ne veniate a conoscenza; e se anche dovesse raggiungere i vostri canali d'informazione, sarà indistinguibile dalle teorie del complotto. Non credete a tutte le teorie del complotto, perché non sono quasi mai vere. Non credete alle statistiche del governo; non dovreste fare affidamento sulle statistiche, se non nel senso più ampio. Non credete agli analisti occidentali, finanziari o meno, in particolare quando commentano la Cina o la Russia. Non credete ai media generalisti; di solito propagandano il punto di vista dell'establishment, qualcosa che riteniamo prerogativa dei regimi esteri, ma non applichiamo mai alle nostre stesse organizzazioni. Non lasciatevi influenzare dal nazionalismo o dal patriottismo: ricordate l'aforisma del dottor Johnson, ovvero, il patriottismo è l'ultimo rifugio di un furfante (si riferiva a coloro che lo invocavano).

Tenendo a mente queste regole, iniziamo a parlare dell'America e della sua posizione nel mondo.



L'America sarebbe diventata introspettiva?

Il dominio globale americano, indiscusso dopo la dissoluzione della vecchia Unione Sovietica, è ora messo in discussione dalla Cina, la quale progetta di assorbire l'intero continente eurasiatico all'interno della sua sfera d'influenza commerciale. Prima che il presidente Trump ricoprisse la sua carica nel gennaio 2017, la minaccia per l'egemonia americana non era vista come una questione pubblica e la sua politica era di proteggere gli interessi degli Stati Uniti attraverso la diplomazia, il commercio e la presenza militare. Le operazioni segrete erano usate per destabilizzare i regimi che erano considerati una minaccia per gli interessi americani, in particolare in Medio Oriente, ma anche in Ucraina, un importante stato cuscinetto tra la Russia e gli stati membri della NATO in Europa. Era la continuazione della politica "guns and butter", anche se come politica globale non stava più dando i risultati sperati.

Poi è arrivato Trump. La sua elezione a sorpresa come presidente ha portato diversi uomini d'affari falliti nella Casa Bianca. La sua comprensione dell'economia e del processo politico è pari a zero, ma per la base elettorale era un'alternativa migliore a quella della Clinton. Trump ha imbastito una piattaforma politica anti-immigrazione, anti-globalizzazione, anti-commercio estero e anti-guerre estere. Era pro-business e pro-America. In breve, è stato eletto per rovesciare le politiche di Clinton, Bush e Obama. L'America doveva diventare introspettiva nelle sue relazioni estere, invertendo le tendenze della globalizzazione.

Trump è politicamente in contrasto con gli alleati, in particolare quelli nell'Europa statalista, prevalentemente socialista. La sua insistenza sul fatto che i membri europei della NATO debbano pagare di più per i costi della NATO è stata interpretata come un segnale che le relazioni stabilite non possono più essere date per scontate, e la Germania in particolare dovrebbe affermare una maggiore indipendenza. Infatti l'establishment e tutte le sue istituzioni sono stati minacciati dalla retorica di Trump. Tuttavia la prospettiva di un miglior rapporto con la Russia, una delle speranze pre-elettorali di Trump, è svanita con accuse di ingerenza russa nelle elezioni presidenziali. Ma probabilmente le politiche trumpiane più dirompenti riguardano il commercio.

Trump è fermamente convinto che i deficit commerciali siano il risultato di accordi commerciali sleali. In questo è sostenuto da Peter Navarro, direttore della politica commerciale e industriale alla Casa Bianca, da Wilbur Ross, segretario al commercio, e da Robert Lighthizer, rappresentante commerciale degli Stati Uniti. Finora Trump ha strappato il NAFTA, l'accordo commerciale con il Canada e il Messico, che è stato "rinegoziato", così come il KORUS, l'accordo commerciale con la Corea del Sud. Ha tolto l'America dal Trans-Pacific Partnership, che comprendeva alleati come il Giappone, l'Australia, il Cile e l'Asia sud-orientale. Ha avviato una disputa commerciale con l'UE, che per ora è stata messa in pausa. Ha introdotto dazi elevati su acciaio e alluminio importati.

Il disavanzo commerciale dell'America è attualmente pari a oltre $600 miliardi all'anno, di cui circa i due terzi sono nei confronti della Cina. L'America sta minacciando di introdurre ulteriori dazi sulle importazioni cinesi per un totale di $200 miliardi e, in assenza di un accordo, verranno estesi a quasi tutte le esportazioni cinesi da $500 miliardi negli Stati Uniti. Ci sono speranze che Trump stia facendo la voce grossa solo perché in vista ci sono le elezioni di medio termine. Tuttavia se gli Stati Uniti intendono estendere le sanzioni come promesso, sembra dipendere dai pragmatici della Casa Bianca che si oppongono a Navarro e Ross. Se ci riusciranno, presumibilmente la Cina e l'America troveranno un compromesso; in caso contrario la guerra dei dazi si intensificherà.

La politica commerciale americana sta subendo una radicale trasformazione dai tempi in cui l'America era felice di gestire un deficit commerciale, fintanto che i dollari in eccedenza venivano reinvestiti in America, finanziando tra l'altro il deficit di bilancio del governo. Tutte le materie prime, e in particolare l'energia, hanno un prezzo in dollari sui mercati internazionali, il che significa che c'è una domanda costante per esse in commerci extra-Stati Uniti. Lo status del dollaro come valuta di riserva, unito al controllo dell'America su istituzioni internazionali come FMI, Banca Mondiale e banche di sviluppo regionale, ha fatto sì che l'America sia diventata il banchiere centrale del mondo e attraverso le sue banche commerciali il finanziatore di tutte le attività transfrontaliere. È un dominio del mondo con mezzi monetari, e il bisogno di dollari garantirebbe sempre la loro accettazione a livello mondiale e sottoscriverà gran parte del loro valore.

La Cina si sta muovendo per mangiare i monopoli del dollaro nei prezzi delle materie prime e nel commercio. Se avrà successo, non c'è dubbio che il potere d'acquisto del dollaro calerà. Per approfondire questa tesi, dobbiamo ora passare a parlare della Cina.



Cina

L'uscita della Cina dalla povertà del comunismo maoista è stata notevole. Ha raggiunto questo obiettivo abbracciando il capitalismo, pur mantenendo un rigido controllo politico. Si dice che la leadership cinese abbia osservato i successi di Singapore e Hong Kong, guidati principalmente da uomini d'affari cinesi. Ha capito che copiando i loro modelli economici di capitalismo liberista, insieme ad un governo autoritario, avrebbe potuto migliorare la vita e la ricchezza della gente comune dalla quale lo stato alla fine trae il suo potere.

Lo stato cinese pianifica e dirige le sue imprese statali verso obiettivi chiari. Lo fa attraverso una serie di piani quinquennali, l'attuale è il tredicesimo e arriverà fino al 2020. Il prossimo è già stato redatto e soprannominato "Made in China 2025". Presenta investimenti statali in robotica, auto elettriche, intelligenza artificiale, biotecnologie e aviazione. L'equivalente di $300 miliardi saranno spesi per questi settori, sconvolgendo gli americani che si vedono esclusi dalla Cina e preoccupati che le industrie cinesi sovvenzionate avranno un ingiusto vantaggio commerciale nei mercati dell'export.

La Cina sta ancora migliorando le proprie infrastrutture ed è in procinto di spostare centinaia di milioni di cittadini da lavori agricoli umili e non qualificati ad una classe media nelle città. La Cina ha ora più di cento città con oltre un milione di persone, alcune delle quali sono megalopoli. Abbiamo tutti sentito parlare di Shanghai che ha 34 milioni di persone. Pochi di noi sanno di Guangzhou che ne ha 25 milioni, lo stesso numero di Pechino.

Inoltre la diffusione dell'automazione e dell'innovazione tecnologica è in accelerazione. E come se ciò non bastasse, la Cina sta costruendo due "strade della seta", una via terra verso l'Europa e una via mare, entrambe collegate tra loro in diversi punti. Sarà una rete di trasporti e comunicazioni che riunirà l'intero continente asiatico attraverso il commercio.

Già una Mercedes può essere consegnata da Stoccarda in Germania allo showroom di Pechino in due settimane. Il tempo verrà abbassato fino a dieci giorni. E Zanussi, il produttore italiano di elettrodomestici, è in grado di consegnare prodotti dalle sue fabbriche cinesi nei mercati europei con la stessa scala temporale, rispetto ai trenta giorni via mare.

Così ambiziosi sono i piani della Cina che ha una continua necessità di assicurarsi materiali industriali per lo sviluppo delle infrastrutture. È in alleanza politica ed economica con la Russia, che è il maggiore esportatore mondiale di energia e ha notevoli risorse minerarie. La partnership è assicurata in vari modi, il più importante dei quali è lo Shanghai Cooperation Organisation, che può essere descritto come un forum economico il quale abbraccia la cooperazione militare e la costruzione di infrastrutture. Allo SCO appartengono Cina, India, Kazakistan, Kirghizistan, Pakistan, Russia, Tagikistan e Uzbekistan. Lo status di osservatore, che è il trampolino di lancio per la piena adesione, include Afghanistan, Bielorussia, Iran e Mongolia. La Turchia, che è anche membro della NATO, è un partner di dialogo ed è un passo più lontano dall'appartenenza allo status di osservatore, ma il suo ruolo attuale è una dichiarazione d'intenti.

I membri della SCO, gli osservatori ed i partner di dialogo coprono una popolazione totale di tre miliardi e mezzo, il 45% della popolazione mondiale. Questo è il cortile della Cina ed il suo mercato futuro. Aggiungete a questo i suoi legami commerciali in espansione con l'Europa occidentale e centrale più le nazioni dell'Asia meridionale, e dominerà l'intero continente eurasiatico attraverso il commercio.

Ha inoltre investito $140 miliardi nell'Africa sub-sahariana, sviluppando il continente africano come fornitore di materie prime. L'Africa sta rapidamente crescendo. La Cina è anche il più grande partner commerciale dell'Australia.

Chi pensa che l'America controlli il commercio mondiale attraverso il dollaro dovrebbe svegliarsi: la Cina si sta espandendo ovunque. E come abbiamo visto, la Cina esporta circa $600 miliardi di merci in America, rispetto a quelle importate pari a $200 miliardi. La Cina è il più grande estrattore d'oro del mondo. Se non accade qualcosa che interromperà i progressi della Cina, essa avrà la più grande economia in % del PIL in pochi anni. La chiave per capire il ritmo di questo cambiamento non è pensare in proiezioni lineari, ma in termini esponenziali.

Imporre barriere commerciali, che sembrano poter diminuire l'influenza cinese nel commercio mondiale, rappresenta la risposta giusta a questa rivoluzione industriale cinese? Non sarebbe meglio abbracciarla, come hanno fatto molte aziende americane includendo la produzione cinese nelle loro catene di approvvigionamento? Ovviamente non per chi crede, come Trump, che il nazionalismo americano sia fondamentale.

Invece di essere realista, l'approccio antagonista dell'America nei confronti della Cina l'ha spinta in una guerra finanziaria con quest'ultima. La Cina segue i dettami di Sun Tzu, generale e stratega militare cinese vissuto 2,500 anni fa. Un suo aforisma appropriato è il seguente: "Sii estremamente inafferrabile, fino a prendere la forma. Sii estremamente misterioso, fino a soffocare ogni suono. Così facendo potrai decidere il destino del tuo avversario". Ed eccone uno appropriato per Donald Trump: "Fingi inferiorità e incoraggia la sua arroganza". Forse è per questo che Trump sbraita, mentre Xi sorride educatamente e non dice nulla. Trump si vanta delle ottime relazioni che ha con Xi. Quest'ultimo sorride educatamente e non dice nulla.

Nel frattempo la Cina sta eliminando il più possibile il dollaro, sviluppando invece mercati finanziari per la propria valuta. Certo, questa parte del suo piano è stata sospesa per il momento, perché le guerre commerciali di Trump hanno indebolito lo yuan, e la PBOC ha comprato yuan per sostenere il tasso di cambio. Ma questa potrebbe essere una fase temporanea.

C'è un altro modo di guardare a suddetto intervento. La PBOC ha venduto parte della sua enorme riserva di dollari. Misurata in yuan, tale mossa è stata molto redditizia. E ad un certo punto la Cina vorrà che lo yuan aumenti rispetto al dollaro per alcune ottime ragioni: ha bisogno di importare materie prime in quantità enormi, e questo farà salire i prezzi in dollari; l'effetto sull'inflazione dei prezzi in Cina dipenderà in larga misura dal tasso di cambio tra dollari e yuan, quindi sarà nel suo interesse avere una valuta più forte per ridurre l'impatto dell'inflazione.

La Cina ha anche incoraggiato i suoi fornitori di energia e materie prime ad accettare yuan anziché dollari. Tutto ciò indica un tasso più elevato per lo yuan rispetto al dollaro al fine di incoraggiarne l'accettazione diffusa. Questo ci porta al futuro dello yuan rispetto al dollaro e all'effetto sul prezzo dell'oro.



Uno yuan più forte sosterrà l'oro

Come notato sopra, la Cina deve abbracciare le conseguenze di uno yuan più forte se vuole portare a termine il suo attuale tredicesimo piano quinquennale. Se non riuscirà a farlo, non solo l'aumento dei prezzi delle materie prime alimenterà l'inflazione dei prezzi interna, ma sarà comunque vulnerabile all'utilizzo del dollaro da parte dell'America come arma strategica.

In ogni caso, sta spostando la sua attenzione economica dalla produzione di beni a basso costo verso i valori aggiunti di qualità e tecnologia. Invece di impiegare un gran numero di lavoratori semi-specializzati nelle linee di produzione, la produzione di beni per l'esportazione sta diventando altamente automatizzata. L'investimento di capitali sta sostituendo l'elemento salariale nei costi. Il tempo impiegato nei processi di produzione è diminuito di conseguenza.

I presunti svantaggi di gestire una valuta in continuo indebolimento stanno quindi diventando banali. Stando così le cose, dovremmo aspettarci delle mosse per avviare un cambiamento nel sistema monetario. Ma prima di esaminarle, dobbiamo parlare brevemente del dollaro.

Per il momento il dollaro è forte rispetto all'euro. Nonostante il deficit commerciale degli Stati Uniti con l'Eurozona, il flusso di capitali nell'altra direzione sta facendo calare l'euro. Poiché le banche ed i loro clienti negli hedge fund hanno accesso agli euro attraverso i mercati monetari generali, possono prendere in prestito denaro a tre mesi a -0.3%, vendere euro in cambio di dollari ed investire in buoni del Tesoro USA trimestrali con un rendimento del 2.3%. Aggiungeteci una leva di dieci volte (che è quello che fanno le banche) ed avrete un rendimento annualizzato del 26%. E poiché il trade weighted index del dollaro è composto al 50% da euro, la vendita di euro in cambio di dollari in questi arbitraggi è il motivo per cui il TWI del dollaro è così forte.

Questa disfasia tra euro e dollari sta creando enormi tensioni monetarie, una situazione che non può durare. O la FED o la BCE devono escogitare una soluzione, oppure il tutto finirà in una crisi monetaria.

Per il momento, contrariamente agli attuali commenti sui media generalisti, la proprietà estera di depositi in dollari ed investimenti denominati in dollari ha raggiunto il massimo storico. Per finanziarsi il governo degli Stati Uniti dipende dagli stranieri che acquistano buoni del Tesoro. Tuttavia i dazi di Trump contribuiranno ad aumentare i prezzi interni, oltre a stimolare un deficit di bilancio che supererà i mille miliardi di dollari. In breve, si sta sviluppando una situazione altamente inflazionistica che porterà ad un rapido aumento dei rendimenti obbligazionari (il che significa un calo dei prezzi delle obbligazioni) e una potenziale crisi per il governo degli Stati Uniti. L'aumento dell'inflazione e le difficoltà di finanziamento comporteranno un calo del tasso di cambio del dollaro.

Una valuta in calo va ad aumentare il costo dell'energia e delle materie prime industriali, alimentando ulteriormente l'inflazione dei prezzi. La Cina seguirà il dollaro? La risposta, come abbiamo visto sopra, è No.

Attualmente lo yuan è diviso tra controlli di capitale tra mercati nazionali ed esteri. I residenti cinesi non sono autorizzati a detenere valuta estera, una situazione che non può continuare per molto tempo se lo yuan ha la necessaria liquidità internazionale. Senza dubbio i controlli di capitale hanno permesso alla PBOC di controllare il tasso di cambio senza che lo svantaggio della speculazione sulla valuta nazionale lo indebolisse. Una salita dello yuan scoraggerà l'accumulo di valute estere, quindi se i controlli di capitale devono essere revocati, dovrà accadere in tale contesto.

Se il prezzo dell'oro dovesse salire solo moderatamente, continuerà ad avere un buon valore in Cina, il più grande mercato al mondo tra risparmio e consumo di oro fisico. Questo aspetto sta diventando il peggior risultato per il prezzo. Tuttavia l'accumulo di quantità record di dollari in mani straniere è una condizione che in passato ha portato alla sospensione degli accordi di Bretton Woods, quando i dollari di proprietà straniera venivano rimborsati in oro. In seguito a quella crisi, l'oro salì di valore oltre venti volte. Solo che questa volta sarà la Cina a trainare i prezzi dell'energia e delle materie prime, non il cartello dell'OPEC. L'aumento del prezzo dell'oro questa volta dipenderà da come gli Stati Uniti gestiranno il loro declino.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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