di Demelza Hays
“Non penso che sia esagerato dire che la storia sia in gran parte una storia di inflazione, e di solito di inflazioni ingegnerizzate dagli stati e per il loro guadagno.”
~ Friedrich August von Hayek
È una verità il fatto che i monopoli siano dannosi per le economie. Sono inefficienti per quanto concerne qualità e costi, l'imposizione dei prezzi che ne deriva genera perdite nel benessere economico e, al di là di questo, sprecano risorse sostanziali perché richiedono la costruzione di barriere all'ingresso per i concorrenti.[1] In un ordine economico efficiente, i monopoli sono quindi proibiti o come minimo soggetti a limitazioni.
I monopoli naturali[2] ed i monopoli statali rappresentano casi speciali. Questi ultimi si basano sulla nozione che lo stato sia in grado di soddisfare determinati compiti in modo più efficiente o più "sociale" rispetto ai fornitori privati. Questi compiti comprendono la sicurezza (il monopolio dell'uso legittimo della forza fisica), assicurazione sanitaria gestita dallo stato e fornitura di infrastrutture per il trasporto.
Il monopolio sul denaro è uno strumento molto potente a disposizione dello stato,[3] ed è un monopolio che è stato abusato durante il tempo in cui è esistito.[4] Già nell'antichità il finanziamento delle guerre veniva portato avanti diluendo sistematicamente il contenuto di metallo prezioso delle monete, che nel tempo spinsero il valore del loro prezioso contenuto sempre più al di sotto del loro valore nominale.[5] Nel corso della storia i governanti hanno ceduto alla tentazione di aumentare il loro reddito da signoraggio, o di generare entrate fiscali indirette tramite l'inflazione. Tale comportamento è stato alla fine istituzionalizzato nella forma del sistema bancario a due livelli che conosciamo oggi, con la creazione di denaro attraverso l'interazione tra banche centrali (emissione di moneta) e banche commerciali (creazione di depositi tramite prestiti, ovvero, riserva frazionaria).[6] Gli sforzi degli ultimi giorni per stabilizzare il sistema finanziario e salvare l'euro in risposta alla crisi finanziaria si stanno integrando perfettamente in questa storia di abusi.
Pertanto non sorprende se anche le critiche al sistema monetario e finanziario abbiano una lunga tradizione. Tuttavia anche quegli intellettuali che ponevano la libertà individuale al centro delle loro idee, difficilmente mettevano in discussione e mettono in discussione il monopolio statale sul denaro in quanto tale; nonostante tutte le critiche rivolte al sistema monetario.[7]
La proposta di Hayek: introdurre valute private in competizione
“Tutto si riduce ad una sola domanda: quali forme di ordine promuove la libertà?”
~ Walter Eucken
Quando nel 1971 Richard Nixon sospese la convertibilità tra il dollaro USA e l'oro, divenne ovvio che il tentativo di istituire un sistema monetario basato su un gold exchange standard era fallito a causa dell'eccesso di sostituti del denaro scoperti. In seguito a questo evento, Friedrich August von Hayek si sentì in dovere di riesaminare la questione di cosa costituisse un ordine monetario.[8] Secondo Hayek, non solo l'abolizione del legame tra dollaro USA e oro, ma anche la proliferazione del pensiero economico keynesiano peggiorarono la prospettiva di una moneta stabile e non inflattiva.[9] Nel 1975 Hayek tenne una conferenza dal titolo La scelta della valuta[10], in cui formulò per la prima volta l'idea provocatoria che il monopolio dello stato sul denaro dovesse essere abrogato. Un anno dopo vennero pubblicate le monografie Free Choice in Currency e The Denazionalization of Money, in cui espose in maggior dettaglio le sue idee sulla concorrenza tra emittenti di moneta privata.
La tesi principale di Hayek era che l'abuso del monopolio statale sul denaro allo scopo di arricchire determinati gruppi privati, di compensare i deficit fiscali, o di finanziare guerre, dimostra che concentrare il potere dell'emissione di denaro nelle mani dello stato (o di qualsiasi altro entità centralizzata) non funziona. Quindi lo stato deve essere privato del suo monopolio sulla creazione di denaro, e dovrebbe essere sostituito da un ordine monetario basato sul mercato che costituisce un sistema di condivisione del potere tra entità concorrenti.
Che forma assumerebbe un ordine che riflette questi principi di condivisione del potere e come potrebbe emergere? Hayek sostiene che un tale ordine potrebbe prendere forma se fossero concesse le seguenti libertà:
- I produttori di denaro privati sarebbero liberi di emettere denaro e partecipare alla competizione valutaria.
- I cittadini sarebbero liberi di scegliere le valute che vogliono usare.
Le banche, ad esempio, emetterebbero le proprie valute, in qualsiasi misura desiderassero. Mentre Hayek considerava il denaro coperto dall'oro o dalle materie prime come l'ideale, egli avallò esplicitamente la possibilità che le banche si impegnassero nella creazione di denaro scoperto. Tuttavia riteneva che questa pratica non sarebbe sopravvissuta in un mercato competitivo. In un libero mercato, le banche scoprirebbero che sarebbe minimo l'incentivo ad incrementare la propria base patrimoniale oltre la quantità di risparmi depositati presso di esse. La preferenza degli attori di mercato per un tipo denaro facile da usare e con un potere d'acquisto stabile, costringerebbe le banche a soddisfare queste aspettative nel miglior modo possibile. I fornitori di denaro che emetterebbero sostituti del denaro scoperti finirebbero con l'esaurire i clienti e sparirebbero dal mercato.
La concorrenza, analogamente alla concorrenza in altri settori con beni e servizi non monetari, impone un certo livello di disciplina. La struttura degli incentivi sarebbe ottimale, in quanto il benessere generale aumenterebbe grazie ai numerosi attori concorrenti che perseguirebbero i propri interessi.[11] Hayek concluso che: "Il denaro è l'unica cosa che la concorrenza non produrrebbe a buon mercato, perché la sua attrattiva si basa sulla preservazione di un buon livello di attrattività."[12]
Quale ruolo svolgerebbe una banca centrale in un ordine così? Diventerebbe obsoleta. Questa prospettiva è benvenuta da Hayek, dal momento che la politica monetaria gestita dallo stato è proprio quella che considera la principale fonte di instabilità economica. Secondo Hayek le crisi economiche sono attribuibili agli effetti distorsivi della politica monetaria attuata dagli stati piuttosto che ai cosiddetti fallimenti del mercato: "L'instabilità passata dell'economia di mercato è la conseguenza dell'esclusione del più importante regolatore del meccanismo di mercato, il denaro."[13]
Tuttavia la banca centrale non dovrebbe necessariamente smettere di operare immediatamente. Potrebbe continuare ad emettere valuta (statale). Tuttavia sarebbe in concorrenza con le banche commerciali e altri produttori privati di moneta, e avrebbe quindi un forte incentivo a fornire ai cittadini una moneta stabile.
Criptovalute: concorrenza tra valute private nella pratica?
Le criptovalute sono un caso d'uso di valute private in competizione come previsto da Friedrich August von Hayek.[14]
~ Norbert F. Tofall
Inizialmente il dibattito sull'idea di valute private in competizione era puramente teorica, poiché il monopolio statale sul denaro era così profondamente radicato per così tanto tempo che la popolazione in generale non aveva mai pensato di metterlo seriamente in discussione. Quando Hayek pubblicò la sua proposta, l'abolizione volontaria del monopolio monetario sarebbe stata necessaria per adottarla, il che equivale a dire che gli stati devono rinunciare a gran parte del loro potere (una prospettiva altamente irrealistica).[15]
Da allora le condizioni sono sostanzialmente cambiate, grazie anche alla diffusione pervasiva di Internet. Dopo il quasi collasso del sistema monetario e finanziario nella crisi finanziaria del 2008 e l'erosione della fiducia nelle valute fiat e nelle banche centrali, la prima valuta digitale privata, Bitcoin, ha fatto il suo ingresso nel regno del Web 2.0. Da allora sono state immesse sul mercato oltre 1,500 criptovalute con una capitalizzazione di mercato pari a circa $400 miliardi. Dato che le criptovalute sono in gran parte al di fuori del controllo dello stato, almeno fino ad ora, potrebbero rappresentare una sorta di laboratorio per la competizione tra valute private. Infatti la BCE sospetta (giustamente) che il lavoro teorico di Hayek sia stata la base delle criptovalute di oggi.[16]
Decentralizzazione: la carta vincente delle criptovalute
Ciò che rende le criptovalute così interessanti è che sono l'opposto dell'immagine mentale che molte persone hanno del denaro.[17] La criptovaluta più famosa, Bitcoin, funziona come un sistema di pagamento basato su unità monetarie che non sono riscattabili in oro o altre merci. Il Bitcoin è accettato come moneta, anche se in linea con la definizione di Ludwig von Mises dovrebbe essere considerato come una moneta fiat,[18] e non è gestito dallo stato e non è legato ad una merce. Molti teorici monetari erano convinti che una tale valuta non potesse emergere in un libero mercato. Lo stesso Hayek riteneva che le valute legate alle materie prime avrebbero prevalso in un sistema di libera concorrenza. Qual è la ragione, quindi, per la crescente accettazione delle criptovalute?
Il segreto del loro successo è la loro natura decentralizzata. Le criptovalute come Bitcoin, Monero e Litecoin non sono emesse da una singola istituzione privata; sono basati su un protocollo di codice sorgente e gestiti attraverso una rete decentralizzata di partecipanti al mercato. A differenza di una moneta emessa da un produttore privato, la cui moneta cartacea rappresenta una promessa di pagamento, Bitcoin è una moneta che non ha alcun bisogno di una convertibilità. A questo proposito, una criptovaluta come Bitcoin è simile all'oro.
Un aspetto interessante della competizione tra valute nell'era delle criptovalute è che differisce dalla proposta di Hayek: secondo lui ci sarebbe sempre stato il rischio latente di fallimento di quell'entità centralizzata che avrebbe emesso la valuta.
Nel caso di una criptovaluta come Bitcoin, non esiste nessuna entità centrale. Il buon funzionamento di una criptovaluta è tutelato da gruppi d'interesse dislocati geograficamente come sviluppatori, minatori, commercianti, trader e altri che lavorano all'interno dell'ecosistema. Fiducia e rischio sono distribuiti su una rete di numerose parti che perseguono i propri interessi.[19] Chi acquista una criptovaluta alla fine ripone la propria fiducia in protocolli matematici e di crittografia che mantengono in piedi un sistema di incentivi, che a sua volta fornisce a tutte le entità o gruppi partecipanti un motivo per garantire l'integrità della valuta. Da qui lo slogan "In Code We Trust".[20] Fino ad oggi questo sistema di incentivi ha funzionato magnificamente, e nessuno dei numerosi tentativi di distruggerlo ha avuto successo.
La ricerca della stabilità
Un problema che affligge molte criptovalute è la loro eccessiva volatilità nei prezzi. L'offerta anelastica di Bitcoin, unita ad uno shock della domanda innescato dalla rapida diffusione della "cripto-ideologia" e dal clamore speculativo associato,[21] ha temporaneamente portato ad un enorme aumento del potere d'acquisto. Tralasciando la recente correzione, la storia di Bitcoin è una storia di iper-deflazione[22] e in un periodo di forte deflazione ha più senso accumulare una valuta che usarla come mezzo di pagamento. Di conseguenza Bitcoin e altre nuove criptovalute assolvono a malapena la funzione dei mezzo di scambio al momento.[23]
La stessa funzione che è alla base della funzione di riserva di valore ostacola il suo utilizzo come unità di conto. Data l'offerta limitata di Bitcoin ed altre criptovalute, senza un'entità centrale in grado di bilanciare l'eccesso di domanda con la crescita dell'offerta, le criptovalute a volte risultano altamente volatili.[24] Contrariamente alla credenza di Mises secondo cui unìofferta anelastica sarebbe andata di pari passo con piccole fluttuazioni della domanda e del prezzo, le criptovalute non si sono dimostrate idonee per adempiere alle funzioni di unità di conto... almeno fino ad oggi.[25]
In linea con Hayek, si potrebbe ribattere che una criptovaluta che sta subendo un processo di monetizzazione deve essere considerata come un oggetto di speculazione nelle prime fasi di tal processo, cosa che inevitabilmente implicherà volatilità. Sembra logico che la domanda speculativa e la domanda per la funzione di riserva siano entrambe forti nella fase iniziale. Tuttavia l'importanza della domanda speculativa dovrebbe diminuire nel tempo, poiché si espande la proprietà della criptovaluta in questione. Se avranno successo, le criptovalute emergenti dovrebbero infine gestire la transizione da attività speculative a valute che funzionano in modo affidabile come mezzi di scambio.[26]
Un certo numero di appassionati delle criptovalute che non vogliono aspettare e vedere se questo accadrà, stanno lavorando sulla creazione di criptovalute con valori stabili, le cosiddette “stable coin”.[27] Queste valute hanno un'offerta flessibile, la quale viene regolata dalle fluttuazioni della domanda con l'obiettivo di raggiungere la stabilità del potere d'acquisto. Ma come è possibile garantire la "stabilità dei prezzi" senza essere costretti a limitare o abbandonare la struttura decentrata e quindi resistente all'intervento centrale? Decretare dall'alto un "obiettivo d'inflazione" è esattamente ciò che fanno le banche centrali ed è in contraddizione con lo spirito delle criptovalute.[28]
La soluzione a questo problema potrebbe essere il DAO, che sta per "organizzazione autonoma decentralizzata". I membri di tale DAO si organizzano in modo indipendente. Per quanto riguarda la gestione di una moneta stabile, i membri di un DAO avrebbero il compito di garantire la stabilità del potere d'acquisto. La stabilità sarebbe promossa attraverso una struttura di incentivi incorporata nel codice di programmazione della moneta. Il progetto Maker DAO lanciato di recente[29] sembra mantenere una tal promessa. Lo stable coin di Maker, chiamato DAI, è ancora molto giovane, ma è già diventato popolare tra molti utenti.[30]
Conclusione
“Il progresso dell'umanità coinvolge sempre una piccola minoranza che devia dalle idee e dai costumi della maggioranza, finché il suo esempio alla fine non persuade gli altri ad adottare le stesse innovazioni.”
~ Ludwig von Mises
Hayek ci ha lasciato in eredità un corpo di lavoro teorico per il futuro, un ordine monetario più resistente alle crisi. Al fine di creare piena libertà di scelta per i produttori e gli utilizzatori del denaro, il monopolio monetario dello stato deve essere abrogato e sostituito da un ambiente in cui esistono le valute private e possono competere in un processo di scoperta decentralizzata. Dato che gli utilizzatori del denaro punirebbero i produttori di fake money (cioè, inflazionistico) abbandonandolo, sia i fornitori statali sia i fornitori privati di valuta sarebbero motivati a mantenere basso il loro reddito da signoraggio e ad emettere sound money.
Poiché gli stati non sarebbero più in grado di mitigare i loro oneri di debito attraverso l'inflazione, un tale ordine monetario sarebbe molto efficace nell'applicare la disciplina fiscale. La crisi del debito cronica dei nostri tempi, cioè l'indebitamento eccessivo degli stati, non potrebbe mai emergere in un tale sistema; quindi la concorrenza tra valute sarebbe il freno più efficace che si possa immaginare all'indebitamento.[31]
Per molto tempo tali valute concorrenti sono state impensabili, poiché gli stati non sono inclini a rinunciare volontariamente al monopolio sul denaro. Con le criptovalute, che potrebbero emergere prorompenti grazie alla diffusione di Internet e che non possono essere soppresse o proibite grazie alla loro struttura decentralizzata, la concorrenza tra valute nello spirito di Hayek è diventata possibile anche in assenza di autolimitazione da parte degli stati.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://francescosimoncelli.blogspot.com/
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Note
[1] Un caso speciale sono i monopoli temporanei, che generano i cosiddetti "profitti pionieristici". Le aziende possono, ad esempio, ottenere brevetti per innovazioni, i quali le proteggono per un tempo limitato dalle imitazioni dei loro concorrenti. L'idea è che lo stato limiti temporaneamente la concorrenza per un certo tempo attraverso il sistema dei brevetti al fine di promuovere la concorrenza a lungo termine, poiché molte aziende non considereranno la spesa necessaria in ricerca e sviluppo come economicamente redditizia se non ci sono prospettive di realizzare profitti monopolistici temporanei. Si veda "Theory of Economic Development", Joseph Schumpeter, 1911.
[2] I monopoli naturali sono il risultato di una struttura dei costi (nella maggior parte dei casi costi fissi alti e costi marginali bassi) in cui i concorrenti sono tenuti ad aumentare il costo totale dell'offerta di un bene. Esempi sono le ferrovie che hanno costi fissi elevati sotto forma di reti ferroviarie e di servizi energetici e idrici, i quali richiedono reti elettriche o sistemi di tubazioni per la distribuzione.
[3] Ci riferiremo al "monopolio statale sul denaro" in questa sezione, anche se oggigiorno di solito non è la stessa banca centrale a produrre nuovi capitali. (Le eccezioni sono il QE, i repo ed il pass coupon, i quali influiscono sull'offerta di moneta direttamente e indirettamente su un vasto arco temporale.) La maggior parte della produzione di denaro deriva da prestiti inflazionistici da parte di banche commerciali a riserva frazionaria (con supporto della banca centrale); il risultato di una partnership pubblico-privata. Indipendentemente da ciò, è lo stato che alla fine decide cosa può essere usato come moneta a corso legale.
[4] Si veda “Monetary Regimes and Inflation. History, Economic and Political Relationships”, Peter Bernholz, Cheltenham, 2003.
[5] Si veda “The Monetary Aspect of the Fall of Rome”, In Gold We Trust report 2016, pp. 98-103, o “The Frogs”, Aristophanes, pp. 719-737.
[6] Si veda The Zero Interest Rate Trap: Sustainable Wealth Accumulation in a Non-Sustainable Monetary System, Ronald-Peter Stöferle and Mark J. Valek, 2018.
[7] Hayek notò che la letteratura economica non offriva alcuna risposta alla domanda sul perché un monopolio statale sul denaro fosse ritenuto indispensabile, né vi fu alcuna discussione accademica che esaminasse l'abolizione di questo monopolio (The Denationalization of Money, Friedrich A. von Hayek, 1976, pp. 26 e segg.). Secondo lui è come se gli stati si sentivano di avere una prerogativa quasi naturale sull'essere i fornitori esclusivi di denaro, per il fatto storico che avevano usurpato il diritto di coniare monete molto tempo prima e poi fosse divenuta praticamente la normalità (The Denationalization of Money, Friedrich A. von Hayek, p. 28).
[8] Ciò che rende questo fatto molto interessante è che Hayek aveva adottato opinioni piuttosto contrarie: "Una politica monetaria veramente razionale potrebbe essere attuata solo da un'autorità monetaria internazionale [...] Finché un'autorità monetaria internazionale rimane un sogno utopico, qualsiasi principio meccanico (come il gold standard) [...] è di gran lunga preferibile a numerose valute nazionali indipendenti e regolate in modo indipendente" (Monetary Nationalism and International Stability, Friedrich A. von Hayek, 1937, pp.93). Più tardi Hayek scrisse che un libero mercato tra valute "non solo era politicamente impraticabile, ma sarebbe probabilmente indesiderabile se fosse possibile" (The Constitution of Liberty, Friedrich A. von Hayek, 1960, pp.324). Tuttavia ciò che unisce le diverse posizioni che Hayek ha assunto nel tempo è il suo desiderio di creare un ordine monetario non inflazionistico. Inoltre l'evoluzione della sua posizione illustra il suo crescente scetticismo nei confronti dello stato.
[9] Si veda “Toward a Free Market Monetary System”, Friedrich A. von Hayek, p.2.
[10] Si veda “Choice of Currency: A Way to Stop Inflation“, Friedrich A. von Hayek, The Institute of Economic Affairs, 1976.
[11] Si veda The Denationalization of Money, An Analysis of the Theory e Practice of Concurrent Currencies, Friedrich A. von Hayek, 1977, p. 57.
[12] Si veda The Denationalization of Money, An Analysis of the Theory e Practice of Concurrent Currencies, Friedrich A. von Hayek, 1977, p. 94.
[13] Si veda The Denationalization of Money, An Analysis of the Theory e Practice of Concurrent Currencies, Friedrich A. von Hayek, 1977, p. 102.
[14] Si veda “Währungsverfassungsfragen sind Freiheitsfragen: Mit Kryptowährungen zu einer marktwirtschaftlichen Geldordnung?,“ Norbert F. Tofall, Flossbach von Storch Research Institute, 2018, p. 4.
[15] Si veda “A praxeological analysis reveals that currency competition is simply not in the state’s interest.” Thorsten Polleit: “Hayek’s ‘Denationalization of Money’ – a Praxeological Reassessment”, Journal of Prices and Markets, p. 79.
[16] Si veda “ECB: ‘Roots Of Bitcoin Can Be Found In The Austrian School Of Economics,“ Jon Matonis, Forbes, 2012.
[17] Il successo delle criptovalute irrita un certo numero di laici. Ad esempio, l'esperto teorico monetario (e rappresentante della Scuola Austriaca), Guido Hülsmann, ha dichiarato nel 2007 che un tipo di denaro "definito interamente in termini di bit e byte è improbabile che sia mai prodotto spontaneamente in un libero mercato." ("The Etichs of Money Production", Ludwig von Mises Institute, 2008, p. 33).
[18] Si veda The Theory of Money and Credit, Ludwig von Mises, Yale University Press, 1953.
[19] Si veda “Trustless is a Misnomer”, Nick Tomaino, Medium, 21 luglio 2016.
[20] “The Bitcoin Boom: In Code We Trust”, Tim Wu, The New York Times, 18 dicembre 2017.
[21] Molte persone credono che le criptovalute, che sono ancora all'inizio di un'adozione più diffusa, continueranno a guadagnare valore negli anni a venire e le acquisteranno come investimenti speculativi di tipo buy-and-hold.
[22] Si veda “Bubble or Hyperdeflation“, Incrementum AG, Crypto Research Report.
[23] Diverse persone nella comunità cripto sostengono che Bitcoin non è affatto predestinato a diventare un mezzo di scambio ampiamente adottato per l'uso quotidiano. Piuttosto, dicono, Bitcoin rappresenta una riserva di valore decentralizzata e quindi resistente all'intervento centrale. Il codice sorgente originale di Bitcoin, che può essere modificato solo se la comunità Bitcoin estremamente disparata arriva ad un consenso, fornisce le migliori condizioni possibili per la funzione di riserva di valore: la quantità totale di Bitcoin che può essere estratta è limitata a 21 milioni di unità (alcune delle quali sono già perse per sempre, ad esempio un famoso disco rigido contenente 70.000 BTC finito in una discarica del Regno Unito). Occorrono circa 10 minuti per creare un nuovo Bitcoin. Dall'emergere di Bitcoin nel 2008, la quantità di nuova creazione è diminuita della metà ogni quattro anni. Secondo le stime, entro il 2140 tutti i Bitcoin saranno stati estratti. Questa tendenza deflazionistica in continuo rafforzamento è alla base della funzione di riserva di valore di BTC.
[24] Le criptovalute sono influenzate in misura maggiore da questa volatilità rispetto, ad esempio, all'oro, poiché quest'ultimo è soggetto a d influenze anticicliche attraverso la domanda di gioielleria e industriale (diminuzione della domanda quando i prezzi aumentano e viceversa) e le fluttuazioni dell'offerta (crescita nell'approvvigionamento minerario e nell'aumento delle vendite da riserve esistenti quando i prezzi aumentano e viceversa).
[25] Si veda Human Action: A Treatise in Economics, Ludwig von Mises, Auburn, Alabama: Ludwig von Mises Institute, 1998, pp. 225 e segg.
[26] Come discusso in questa sezione, l'oro dall'offerta relativamente anelastica non è immune alla domanda speculativa periodica: se in un ambiente economico in cui sta emergendo una concorrenza tra valute, le valute coperte dall'oro dovessero rivelarsi le preferite dalla maggior parte degli attori di mercato, aumentando la domanda di oro aumenterebbe rapidamente il suo prezzo (e presumibilmente anche la sua volatilità) cosa che sospenderebbe almeno temporaneamente l'idoneità del metallo prezioso come mezzo di pagamento e unità di conto. (Si veda The Denationalization of Money, An Analysis of the Theory and Practice of Concurrent Currencies, Friedrich A. von Hayek, 1977, pp. 102/127).
[27] Si veda il capitolo Crypto: Friend or Foe?
[28] Si veda “The Search for a Stable Cryptocurrency”, Vitalik Buterin, Ethereum Blog, 11 novembre 2014.
[29] Si veda “Maker for Dummies: A Plain English Explanation of the Dai Stablecoin“, Gregory DiPrisco, Medium, 20 novembre 2017.
[30] Si veda “Stablecoins: A Holy Grail in Digital Currency“, Nick Tomaino, The Control, 3 aprile 2017.
[31] “Währungsverfassungsfragen sind Freiheitsfragen: Mit Kryptowährungen zu einer marktwirtschaftlichen Geldordnung?“, Norbert F. Tofall, Flossbach von Storch Research Institute, 2018, p. 5.
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