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martedì 18 settembre 2018

No, gli stati con la sovranità monetaria non possono emettere tutto il debito che vogliono





di Daniel Lacalle


In questa era di follie monetarie, si tende ad ascoltare tutti i tipi di opinioni e soprattutto quelle fuorvianti sulla politica monetaria. Tuttavia, se ce n'è una che è davvero fantascienza, quella è la MMT.

Uno dei suoi principi è basato su una fallacia: "Un Paese con la sovranità monetaria può emettere tutto il debito di cui ha bisogno senza il rischio di andare in default"

Innanzitutto, non è vero. Un rapporto di David Beers presso la Bank of Canada ha identificato tra il 1960 ed il 2016 27 Paesi sovrani insolventi a livello di valuta locale.

Fonte: Bank of Canada

David Beers spiega: "Un punto di vista di lungo termine da parte di alcuni investitori è che i governi raramente vanno in default per il debito sovrano in valuta locale. Dopotutto, dicono, i governi possono adempiere a questi obblighi stampando moneta, cosa che a sua volta può ridurre il peso del debito attraverso l'inflazione come nella Germania del 1923 e la Jugoslavia del 1993-94. Certo, è vero che l'inflazione elevata può essere una forma di default per il debito in valuta locale. Tuttavia, si verificano inadempienze contrattuali e ristrutturazioni, e sono più comuni di quanto spesso si suppone."

Fonte: Bank of Canada

No, un Paese con la sovranità monetaria non può emettere tutto il debito di cui ha bisogno senza rischio di insolvenza. Deve emetterlo in valuta estera proprio perché pochi si fiderebbero delle sue politiche monetarie. La maggior parte dei cittadini locali è la prima ad evitarne l'esposizione e ad acquistare dollari USA, oro o criptovalute (ora), temendo l'inevitabile: la maggior parte di questi stati tenterà di coprire i propri squilibri fiscali e commerciali svalutando ed impoverendo tutti i risparmiatori.

La sovranità monetaria non è nemmeno qualcosa di cui lo stato può decidere. La fiducia e l'uso di una moneta fiat non è dettata da un governo, né conferisce a suddetto governo il potere di fare ciò che vuole con le politiche monetarie.
Ci sono 152 valute fiat che sono diventate cartastraccia a causa di un eccesso d'inflazione. La loro durata media è stata di 24.6 anni e la durata minima è stata di 7 anni. Infatti 82 di queste valute sono durate meno di un decennio e 15 di esse sono durate meno di 1 anno.

Fonte: Bloomberg

Dato che il mondo delle valute è relativo, il cittadino medio del mondo preferirà l'oro, le criptovalute, i dollari USA o gli euro e lo yen, piuttosto che le proprie valute.

Perché? Quando gli stati e le banche centrali di tutto il mondo cercano di attuare la stessa politica monetaria sbagliata degli Stati Uniti e dell'Europa o del Giappone, ma senza la sicurezza degli investimenti, le istituzioni e la libertà di capitale, cadono nella loro stessa trappola: indeboliscono la fiducia dei propri cittadini nel potere d'acquisto della propria moneta.

La risposta della MMT: basta avere istituzioni stabili ed affidabili. Bene, ma neanche questo funziona. La prima falla nella fiducia è precisamente la manipolazione della valuta per finanziare una spesa pubblica eccessiva. Il cittadino medio potrebbe non comprendere la svalutazione monetaria, ma certamente capisce che la sua valuta non è una riserva valida di valore, o un valido sistema di pagamento. Questo perché il valore della valuta non è dettato dallo stato, ma dagli accordi di acquisto stipulati con tali mezzi di pagamento.

Gli stati considerano sempre i cicli economici come un problema di mancanza di domanda, la quale deve essere "stimolata". Vedono le bolle del debito e degli asset come piccoli "danni collaterali" nella ricerca dell'inflazione. E le crisi diventano più frequenti mentre il debito sale e le riprese economiche diventano più deboli.

Fonte World Bank, Deutsche Bank

Gli squilibri degli Stati Uniti, dell'Eurozona, o del Giappone sono evidenti anche nella debole crescita della produttività, nell'elevato indebitamento e nella diminuzione dell'efficacia delle politiche economiche (leggete: "JP Morgan: Il QE potrebbe avere conseguenze devastanti dopotutto").

Fonte IIF, BIS

I Paesi non accendono prestiti in valuta estera perché sono stupidi o ignorano la fantascienza della MMT, ma perché i risparmiatori non vogliono il rischio di una svalutazione della moneta, non importa quale sia il rendimento. I primi che evitano il debito in valuta nazionale tendono ad essere i risparmiatori nazionali e gli investitori, proprio perché comprendono la storia della distruzione del potere d'acquisto a causa delle politiche monetarie dei loro stati.

Circa il 48% dei $30,000 miliardi dei prestiti transfrontalieri mondiali sono valutati in dollari USA, in aumento rispetto al 40% di un decennio fa, secondo la Banca dei Regolamenti Internazionali. Non perché i Paesi sono stupidi e non vogliono emettere moneta locale, ma perché c'è poca richiesta reale.

Fonte: IIF

Pertanto gli stati non possono decidere unilateralmente di emettere "tutto il debito di cui hanno bisogno in valuta locale", proprio per la diffusa mancanza di fiducia nella banca centrale o del perverso incentivo degli stati a svalutare a piacimento.

A mano a mano che le riserve si esauriscono ed i cittadini vedono che il loro governo sta distruggendo il potere d'acquisto della valuta, i ministri parlano di "guerra economica" ed "interferenze dall'estero", ma sanno cosa succede veramente. Gli squilibri monetari sono in ascesa e poi vanno fuori controllo.

Fonte: Capital Economics

L'inflazione non viene risolta con (più) tassazione.

Molti sostenitori della MMT risolvono questa equazione dell'inflazione causata dall'eccesso monetario, negando che l'inflazione sia sempre un fenomeno monetario ed affermando che l'inflazione sarebbe risolta con la tassazione. Non è fantastico?

Lo stato trae vantaggio dalla creazione di nuovi capitali, aumenta enormemente i suoi squilibri ed incolpa gli ultimi destinatari del denaro creato ex novo per l'inflazione risultante (risparmiatori e settore privato), così "risolve" l'inflazione creata dalle sue stesse politiche tassando nuovamente i cittadini. L'inflazione è una tassa illegale, come disse Milton Friedman.

In primo luogo, la politica dello stato alimenta un trasferimento di ricchezza dai risparmiatori al settore politico, e quindi aumenta le tasse per "risolvere" l'inflazione che ha creato. Doppia tassazione.

Ricordate cosa è successo in Argentina? Questo è esattamente ciò che i vari governi hanno fatto: distruggere la valuta, creare più inflazione e mandare in stagflazione l'economia.

Questi due fattori, inflazione e alta tassazione, incidono negativamente sulla competitività e sulla facilità di attrarre capitali, investire e creare posti di lavoro, relegando una nazione con potenziale enorme, come l'Argentina, nelle posizioni finali dell'indice del World Economic Forum, quando invece dovrebbe essere in cima.

Inflazione eccessiva e tasse elevate sono due fattori quasi identici che nascondono una spesa pubblica eccessiva che frena l'attività economica. La spesa pubblica consolidata ha raggiunto il 47.9% del PIL nel 2016, una cifra chiaramente sproporzionata. Anche se consideriamo la spesa pubblica primaria, cioè escludendo il costo del debito, la spesa pubblica è raddoppiata tra il 2002 e il 2017.

L'idea che il debito di un Paese non sia una passività, ma semplicemente un asset che sarà assorbito dai risparmiatori, non importa quali, è errata in quanto non considera tre fattori.
  1. Nessun debito è un asset perché lo dice lo stato, ma perché c'è una reale domanda per esso. Lo stato non decide la domanda per quel titolo o quello strumento di credito, ma lo decidono i risparmiatori. Ed i risparmi non sono illimitati, quindi anche la spesa in deficit non è infinita.
  2. Nessuno strumento di debito è un asset attraente se viene imposto ai risparmiatori attraverso la repressione. Anche se lo stato impone la confisca dei risparmi per coprire i suoi squilibri, la fuga di capitali si intensificherà.
  3. Il debito pubblico è impossibile da vendere quando l'investitore e il risparmiatore sanno che il governo distruggerà il potere d'acquisto della sua valuta per trarre beneficio dal cosiddetto "inflazionamento del debito". La reazione è immediata.

L'idea socialista secondo cui gli stati che creano artificialmente denaro non causeranno inflazione, perché l'offerta di moneta aumenterà in tandem con l'offerta e la domanda di beni e servizi, è semplicemente fantascienza.

Lo stato non ha una comprensione migliore o più accurata dei bisogni e della domanda di beni e servizi o della capacità produttiva dell'economia. Infatti ha tutti gli incentivi per spendere e trasferire le sue inefficienze a tutti gli altri.

Sotto al cosiddetto "stimolo della domanda interna" si annidano solamente incentivi perversi, e lo stato crea squilibri monetari più grandi per mascherare il deficit fiscale creato dalla spesa e dal prestito senza un reale ritorno economico. Crea un'inflazione massiccia e una stagnazione economica, mentre la produttività crolla ed impoverisce tutti.

La realtà è che la forza della valuta e la domanda reale a lungo termine di obbligazioni, sono i segni della salute di un sistema monetario. Quando tutti cercano di giocare alla FED senza la libertà economica e le istituzioni degli Stati Uniti, giocano col fuoco. L'illusione monetaria può ritardare l'inevitabile, una crisi, ma avviene più velocemente e più duramente se gli squilibri vengono ignorati.

Tuttavia, quando questa follia manda in bancarotta l'ennesimo Paese che c'ha creduto, la folla della MMT vi dirà che le cose non sono state fatte correttamente. E che se non siete, non loro, allora non capite cos'è il denaro.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://francescosimoncelli.blogspot.it/


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