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giovedì 27 settembre 2018
L'obbligo di vaccinazione è incompatibile con la libertà
di Robert P. Murphy
L'obbligo di vaccinazione è una grave violazione della libertà. Su alcune questioni di politica governativa, tra cui quarantene obbligatorie, checkpoint aeroportuali e scansione della posta elettronica, vi è almeno una dichiarazione coerente di un compromesso tra la libertà individuale e la sicurezza pubblica. Ma quando si tratta di obbligo di vaccinazione, c'è poco spazio per un dibattito plausibile.
L'obbligo di vaccinazione comporta una violazione grave della libertà, in cui gli agenti dello stato iniettano sostanze nel corpo di qualcuno contro la sua volontà. Dall'altro lato, anche in linea di principio, l'obbligo di vaccinazione non offre molti vantaggi in termini di miglioramento del benessere pubblico, rispetto ad una società libera. Quando solleviamo preoccupazioni realistiche per quanto riguarda l'incompetenza e la malversazione del governo, la tesi contro l'obbligo di vaccinazione è schiacciante.
Prima di presentare il mio punto, spiegherò in termini basilari come i diversi gruppi siano suscettibili nel trattare l'argomento, secondo le principali concezioni in relazione al ruolo dello stato. Lo faccio per dimostrare che, anche se siamo favorevoli a concezioni più inclusive della libertà come principio, l'obbligo di vaccinazione non è giustificabile.
Innanzitutto, tra coloro che seguono rigorosamente un principio di non aggressione e una società apolide, l'obbligo di vaccinazione è, ovviamente, una bestemmia. Che si identifichino come "strettamente libertari", "volontaristi" o "anarco-capitalisti", questi gruppi ovviamente non condonerebbero mai lo stato che costringe qualcuno ad essere vaccinato, perché la maggior parte di loro crede che lo stato sia illegittimo.
Secondo, per i minarchici, il ruolo appropriato per lo stato è quello di un "guardiano notturno", uno stato minimo che protegga l'individuo solo da criminali interni e minacce estere. In un quadro minarchista, è legittimo che lo stato agisca contro qualcuno che sta violando (o minacciando di violare) i diritti di un altro. L'incapacità di una persona di vaccinarsi non è di per sé una violazione dei diritti di qualcun altro. Suonerebbe strano dire che si ha il diritto a vivere in una società in cui tutti gli altri sono vaccinati contro il morbillo.
Terzo, e più interessante, consideriamo una nozione più ampia di libertà, una che metta in equilibrio una presunzione di autonomia individuale e il benessere pubblico. Secondo questo approccio, non esiste un diktat generale affinché lo stato limiti le libertà degli individui, anche quando non hanno ancora fatto del male a qualcun altro, purché tali restrizioni impongano pochi danni ai destinatari e possibilmente prevengano una grande quantità di danni. Questa è l'unica concezione di stato in base alla quale è possibile un dibattito sull'obbligo di vaccinazione.
Cerchiamo di essere caritatevoli e avalliamo questa definizione più ampia: anche i libertari potrebbero non opporsi a pene severe per chi guida ubriaco, o a divieti per quei cittadini che costruiscono bombe atomiche nei loro scantinati. Come contestualizzare l'obbligo di vaccinazione in tale quadro, in cui non stiamo discutendo in termini di principi qualitativi ma eseguendo invece un test quantitativo costi/benefici?
Anche così, la tesi dell'obbligo di vaccinazione è debole. Prima di tutto, l'unico scenario realistico in cui il problema sarebbe rilevante è uno in cui la stragrande maggioranza della popolazione pensa che sarebbe una buona idea se tutti fossero vaccinati, ma (per qualsiasi motivo) una piccola minoranza fosse fortemente in disaccordo. Questo è ovvio: se il caso clinico per un vaccino fosse così discutibile che, diciamo, metà della popolazione non pensa che avrebbe senso somministrarlo, allora difficilmente ci sarebbe un problema di uno stato che chiede a gran voce di vaccinare metà della popolazione contro il proprio volere.
Spingiamo ulteriormente la nostra analisi. Diciamo che abbiamo uno scenario in cui la stragrande maggioranza della popolazione pensa che sarebbe una buona idea se tutti si vaccinassero. In tale ambiente, se i vaccini sono volontari, possiamo essere sicuri che quasi tutti questi entusiasti si vaccinerebbero. In altre parole, qualsiasi "dissidente" sarebbe solo al margine, se la maggior parte della popolazione volesse vaccinarsi e quindi sarebbe improbabile un focolaio della malattia in questione.
Questo è un punto cruciale, e mostra perché la tesi dell'obbligo di vaccinazione è molto più debole rispetto, ad esempio, alle restrizioni obbligatorie sulle emissioni di anidride carbonica o ai contributi obbligatori all'esercito nazionale. Quando una persona viene vaccinata, il beneficiario principale è sé stesso. E questo vantaggio è tanto maggiore quanto minore è il tasso di vaccinazione nella popolazione in generale. In altre parole, tra una popolazione di persone in cui tutti credono che un vaccino sia efficace, l'analisi costi/benefici individuale di vaccinarsi produrrà solo una tentazione di "essere dissidenti" una volta che una frazione sufficiente della popolazione è vaccinata, quindi garantendo "l'immunità della mandria".
A differenza di altri esempi di enormi (e presunti) compromessi tra benefici individuali e pubblici, con le vaccinazioni non vi è alcuna minaccia di un'epidemia di massa in una società libera. Con i vaccini, quando qualcuno sceglie di vaccinarsi, a condizione che il vaccino sia efficace, allora tale persona è in gran parte protetta dalle conseguenze delle decisioni degli altri riguardo alla vaccinazione.
Tuttavia, i sostenitori dell'obbligo di vaccinazione affermano che questa analisi è sciocca. Ci sono persone che non possono subire certe vaccinazioni a causa di condizioni mediche, compresi i giovani (bambini) che non sono ancora abbastanza grandi da ricevere determinati farmaci. È per proteggere questi casi vulnerabili che alcuni vogliono che lo stato costringa a vaccinarsi coloro che sono troppo ignoranti o troppo egoisti da riconoscere il loro dovere di vivere in una comunità.
Notate l'ironia e quanto sia diventata debole la tesi dell'obbligo di vaccinazione. Non ci viene più detto che i vaccini sono "sicuri" e che chiunque tema complicazioni mediche è un complottista che si affida a Jenny McCarthy piuttosto che ai tipi in camice bianco. Al contrario, il CDC avverte alcuni gruppi di non vaccinarsi a causa dei rischi per la salute. Non è più una questione di principio (la gente dalla parte della scienza è pro-vaccino, mentre i pazzi sono anti-vaccino), invece è un disaccordo tra quelle persone che dovrebbero vaccinarsi e quelle che non dovrebbero vaccinarsi a causa dei pericoli troppo grandi insiti nei vaccini.
Per quanto riguarda i bambini, i conflitti sociali possono essere risolti attraverso l'applicazione più completa dei diritti di proprietà privata. Se tutte le scuole, gli ospedali e gli asili nido fossero gestiti privatamente e avessero il diritto legale di escludere qualsiasi cliente desiderassero, i proprietari potrebbero decidere le politiche di vaccinazione. Qualsiasi genitore terrorizzato all'idea che il piccolo Jimmy possa giocare con un bambino non vaccinato, potrebbe scegliere la scuola che frequenterà.
Abbiamo visto che anche presumendo il meglio per quanto riguarda i funzionari statali, è difficile esprimere una tesi a favore dell'obbligo di vaccinazione. Eppure il dibattito si incrina ancora di più quando ricordiamo che nel corso della storia, i funzionari statali hanno preso decisioni orribili in nome del benessere pubblico, sia per incompetenza che per secondi fini. Dovrebbe essere ovvio che nessun fan della libertà può sostenere l'iniezione di sostanze nel corpo di una persona innocente contro la sua volontà.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://francescosimoncelli.blogspot.it/
Caro Simoncelli. Se la tua opinione fosse accettata, in disprezzo alla libertá altrui, direi che il non vaccinato rischia l’isolamento per fuga da lui/lei in quanto portatore di malattie.
RispondiEliminaSalve Stefano.
EliminaSenza una teoria chiara e dettagliata, come potremmo avere la presunzione di descrivere l'esperienza in determinati campi dello scibile umano? Il seguente articolo implementa una sequenza epistemologica chiara in grado di fornire una guida per una società che vuole fondare la propria esistenza sui diritti di proprietà, perché in caso contrario percorreremo la via verso la schiavitù (indiretta) dove un gruppo ristretto di persone è in grado di decidere sulla vita e il benessere di altri che non rappresentano il loro copro. detto questo ci tengo a sottolineare che più che i vaccini sono state le condizioni di vita migliori (igienico-alimentari) che hanno permesso un miglioramento della salute e il successo nel debellare varie malattie tremende. Se quindi dovessi unire i puntini e trovare un motivo per cui sta eruttando questo focolaio di isteria sui media mainstream per quanto riguarda i vaccini, è il seguente: Oltre 5 milioni di persone in povertà assoluta in Italia: record dal 2005
Interessante la nuova narrativa secondo la quale "i non vaccinati sono portatori di malattie".
EliminaIn pratica non esisterebbe più la categoria dei sani: miracoli della propaganda.
E chiaramente a nulla servirebbe, per i nuovi fanatici religiosi della ScienzaH, leggere semplicemente i foglietti illustrativi delle vaccinazioni che spiegano come per diverse settimana sono proprio loro, i vaccinati, ad essere portatori di malattie.
Se si leggono i bugiardini si scopre che alcuni produttori segnalano che tra i possibili effetti collaterali c'è l'autismo. Ovvero:
EliminaI-produttori-dei-vaccini-lo-scrivono-chiaramente-perché-possono-contare-su-una-mole-pressoché-infinita-di-melma-ciarlante-lobotomizzata.
I vaccini per legge - la legge statale, non quella delle multinazionali - non hanno obbligo di essere sottoposti a sperimentazione.
Ci sarebbe parecchio da dire delle porcate relative ai vaccini, ma siccome manca il buon senso si finirà per vaccinare anche i sassi.
E per vedere come il buon senso manchi basta fare un ragionamento sull'ultima categoria che vari luridi soggetti stanno usando per la propria propaganda: gli immunodepressi.
Se proprio li si vuole difendere di sicuro non bisogna tenerli in classe con i vaccinati da poco, dal momento che, come ricorda il commento sopra, i vaccinati per le prime settimane sono veicolo di infezione.
L'ultimo caso di poliomielite in Italia ci fu nel 1982: un uomo la contrasse perché venne a contatto con le feci del proprio figlio mentre lo cambiava, figlio che era stato vaccinato contro la polio: geniale!
È notizia "fresca" quella riportata nel documento seguente, di quest'anno, da parte del ministero dei trattamenti obbligatori:
http://www.salute.gov.it/Malinf_Gestione/50-18.pdf
"Il 5 giugno 2018, nello Stato di Sokoto, Nigeria, è stato confermato un focolaio epidemico di poliovirus circolante di tipo 2 di derivazione vaccinale (cVDPV2)."
Di derivazione vaccinale... DI DERIVAZIONE VACCINALE!
Ormai anche il ministero della violenza sui corpi umani è infiltrato da complottisti.
L'aggiunta del vaccino contro l'epatite B fu il risultato delle mazzette all'allora ministro della sanità De Lorenzo (De Lorenzo -> Lorenzin, wow); risultato? è ancora lì.
Queste sono le prime cose che ricordo a braccio, molto velocemente.
Però eh! e che vuoi negare la bontà dei vaccini?! e che sei un NEGAZIONISTA!?
R.G.
Salve,
RispondiEliminaSpezzo in due commenti.
A livello di principio sono d'accordo con Murphy, ma mi pare che qui abbia mescolato la prospettiva dei diritti con quella più propriamente medica.
Quando dice "L'obbligo di vaccinazione comporta una violazione grave della libertà, in cui gli agenti dello stato iniettano sostanze nel corpo di qualcuno contro la sua volontà." mette in correlazione libertà con volontà. Questa situazione però è analoga di principio a quella del carcerato che si proclama innocente anche se ha compiuto un crimine: il fatto che contro la sua volontà gli si limiti la libertà non è un motivo sufficiente nè buono per non imprigionarlo perchè lasciarlo libero equivarrebbe mettere in pericolo altre persone.
Dice pure che "Dall'altro lato, anche in linea di principio, l'obbligo di vaccinazione non offre molti vantaggi in termini di miglioramento del benessere pubblico, rispetto ad una società libera.". Questo però è errato, perchè la vaccinazione obbligatoria ha sempre comportato un drastico miglioramento rispetto alla diffusione delle malattie relative.
Lo si è visto dalla Guerra Civile Americana (fonte: http://zweilawyer.com/2018/03/20/inoculazione-del-vaiolo-g-washington-1777/) in poi in cui le vaccinazioni di massa sono state organizzate e promosse al di là dei diritti di proprietà sul proprio corpo da singoli.
Un altro esempio è stata la vaccinazione, promossa a livello mondiale, contro il vaiolo. Durata 13 anni, dopo la dichiarazione di estinzione della malattia non ci sono stati più focolai, giusto un paio di casi in un ospedale in UK nel 1976 (se non ricordo male).
Si può poi contestare l'idea di interventi statali per inoculare farmaci: ci fu per esempio uno scandalo di questo tipo negli anni 60 negli USA perchè il governo sperimentò farmaci a popolazione di colore ignara dei rischi, così come nel 1996 a Kano, in Nigeria, perchè una multinazionale sperimentò un farmaco sulla popolazione e i controlli governativi non furono all'altezza (sembra che sia stata anche una storia di tangenti, ricatti e perdite di cartelle cliniche, a leggere wikileaks: https://it.wikipedia.org/wiki/Contenzioso_di_Kano). Da qui a dire che non funziona, ce ne vuole però.
Infine, quando parla di benefici tra molti e pochi, applica un ragionamento corretto partendo da dati parziali, per non dire errati.
Chi si vaccina, protegge non solo sè stesso ma anche quei soggetti che non possono vaccinarsi (perchè poco resistenti) e che sono comunque possibili soggetti alla malattia, come bambini appena nati e anziani con certe patologie (il cosidetto effetto gregge).
Sono d'accordo quando dice che strutture private possono discriminare anche in base a questo criterio, lo sono meno quando non tocca le conseguenze possibili di infettare persone che non sono vaccinate non per ragioni di pensiero/volontà (no-vax), ma perchè hanno gli organismi troppo deboli per vaccinarsi (bambini nati da poco tempo).
Ragionando a ruota libera, il mio dubbio è: non sarebbe stata un'argomentazione migliore usare il concetto di esternalità negativa?
Se ogni persona ha diritti di proprietà sul proprio corpo e i microorganismi sono essere viventi non senzienti che vivono anche nel nostro corpo, se io vengo infettato da una persona, non è paragonabile al caso in cui quella persona avesse mantenuto un essere animato che mi ha arrecato danno?
E' una situazione simile a quella in cui io passeggio in un parco e il cane non legato al guinzaglio del padrone mi attacca: un po' ardito come accostamento, ma rende l'idea :)
Secondo commento: unendoli entrambi blogpost si è lamentato del numero totale di caratteri.
RispondiEliminaUn'ultima nota: poichè citi anche il peggioramento delle situazioni economiche tra i probabili motivi della diffusione di malattie in Italia, il peggioramento è costante ma in questi anni, dopo il ritorno delle malattie da curare con i vaccini (ritorno che ci ha reso una nazione meno sicura rispetto al Ghana, fonte https://edition.cnn.com/2018/08/07/health/italy-anti-vaccine-law-measles-intl/index.html), si è avuto un miglioramento a seguito una più incisiva azione statale, dalla legislazione ad-hoc fino al monitoraggio ministeriale e dei medici (che sono pubblici ufficiali), per cui mi sembra difficile trovarci una correlazione.
tu cosa ne pensi?