giovedì 13 settembre 2018
I problemi della Grecia sono lontano dall'essere risolti
di Daniel Lacalle
La Grecia ha abbandonato il programma di salvataggio europeo e l'Unione Europea la sta sventolando come un forte esempio del successo di tale programma.
Mentre la Grecia ha ovviamente visto concludersi il suo piano di salvataggio, i problemi di fondo dell'economia greca rimangono sostanzialmente intatti.
Il vero dramma è che nessuna delle misure implementate ha risolto i problemi reali della Grecia. No, non è l'euro o i piani di austerità. Non è nemmeno il costo o la scadenza del suo debito. La Grecia paga meno del 2.3% del PIL in spese per interessi e ha 16.5 anni di durata media delle sue obbligazioni. Infatti la Grecia gode già di condizioni d'indebitamento molto migliori rispetto a qualsiasi ristrutturazione sovrana vista nella storia recente.
Il problema della Grecia non è nemmeno la solidarietà. La Grecia ha ricevuto l'equivalente del 214% del suo PIL in aiuti dall'Eurozona, dieci volte di più, rispetto al prodotto interno lordo, della Germania dopo la seconda guerra mondiale.
Il problema è ed è sempre stato la competitività e gli ostacoli imposti dalla burocrazia nella creazione di imprese e posti di lavoro.
La Grecia è al numero 81 nel Global Competitiveness Index, rispetto a Spagna (35), Portogallo (36) o Italia (49). Infatti ha i livelli di competitività dell'Algeria o dell'Iran, non di un Paese OCSE. Inoltre la Grecia ha uno dei peggiori sistemi fiscali, con un cuneo fiscale molto elevato che limita la creazione di posti di lavoro, e una combinazione di tassazione aggressiva per le PMI e alta burocrazia. La Grecia è tra i peggiori Paesi dell'OCSE nella facilità di fare impresa (Doing Business, Banca Mondiale): al numero 61, ben al di sotto della Spagna, dell'Italia o del Portogallo.
No, non è l'euro il problema. Il deficit medio annuale della Grecia nel decennio prima di entrare nell'euro era già del 6%, e nello stesso periodo è cresciuta significativamente al di sotto della media dei Paesi dell'UE e dell'Europa periferica.
Tra il 1976 e il 2012 il numero dei dipendenti pubblici si è moltiplicato per tre, mentre la forza lavoro nel settore privato è cresciuta appena del 25%. Tutto questo, sommato a più di 70 società pubbliche in perdita e una spesa pubblica/PIL pari al 48%, e in media al 49% sin dal 2004, è il vero dramma greco, il quale non sarà risolto facilmente.
Una cosa è certa, la crisi greca non terminerà aumentando le tasse per le imprese, né apportando piccoli aggiustamenti ad un sistema pensionistico che rimane obsoleto e lontano da quelli di altri Paesi europei.
I vari governi greci e le proposte della Troika non hanno mai affrontato la competitività e aiutato la creazione di posti di lavoro, ma si sono limitati a scavare una buca sempre più profonda aumentando le tasse e la spesa per andare avanti.
Dal punto di vista del mercato, il rischio è innegabilmente contenuto, ma non inesistente. Meno del 21% del debito greco è nelle mani di investitori privati. La maggior parte del debito del Paese è nelle mani dei Paesi del FMI, della BCE e dell'UE.
Il principale rischio per l'Eurozona, che sta già mostrando segnali di rallentamento, deriva da un periodo prolungato di soluzioni zero.
La Grecia mostra ancora il più alto numero di crediti non performanti in relazione al totale dei prestiti della zona Euro.
Mentre i deficit sono stati contenuti, principalmente aumentando le tasse, il debito pubblico non è diminuito.
Il cuneo fiscale è uno dei più elevati nell'area Euro e dell'OCSE, rendendo la Grecia il Paese non competitivo in termini di creazione di posti di lavoro e attrazione di capitali.
Mentre la disoccupazione è diminuita, resta ancora la più alta nella zona Euro e difficilmente verrà abbassata con un cuneo fiscale così elevato.
Il problema della Grecia non è l'euro o l'austerità. Il problema è un sistema che penalizza la creazione di posti di lavoro e l'impresa privata per sovvenzionare una burocrazia mostruosa e una spesa politica fuori controllo.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://francescosimoncelli.blogspot.it/
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Sì, tecnicamente l'euro non è il problema, più o meno come non è colpa di chi guarda commettere un crimine e non fa nulla per fermare il colpevole: tecnicamente parlando non è lui a compiere il delitto.
RispondiEliminaE sì, politicamente l'euro -come la dracma - è un problema: qualunque sistema permetta simili schifezze è parte integrante del problema.
La Grecia andrà avanti decentemente ancora per un po', finché lascerà i propri sudd... cittadini fare un po' di nero.
Più in là si vedrà.
R.G.