Bibliografia

giovedì 20 settembre 2018

È la Banca d'Italia ad ammetterlo: la ridistribuzione della ricchezza porta ad una maggiore corruzione





di Kai Weiss


La politica agricola comune (PAC) dell'UE, sovvenzioni all'agricoltura che attualmente rappresentano il 39% del bilancio dell'UE (e rappresentavano quasi il 70% in passato), è stata oggetto di molte critiche nel corso degli anni (e giustamente anche). È sicuramente una delle politiche più abominevoli del mondo, sostenendo gli agricoltori che sarebbero andati fuori commercio molto tempo fa, inviando enormi quantità di denaro a grandi aziende agricole e ricchi proprietari terrieri (inclusa la regina), e danneggiando gli agricoltori africani con la sovrapproduzione rendendoli non competitivi.

Nel dramma che circonda la PAC, ci si potrebbe quasi dimenticare del secondo più grande programma ridistributivo dell'UE (lasciando temporaneamente da parte l'euro in questo articolo): la politica di coesione, o i fondi strutturali e di investimento europei (fondi SIE), che rappresentano quasi un altro terzo del budget. Usiamo le parole della Commissione Europea per capire cos'è questo fondo:
[Questa] politica regionale ha come obiettivo tutte le regioni e le città dell'Unione Europea al fine di sostenere la creazione di posti di lavoro, favorire competitività delle imprese, crescita economica e sviluppo sostenibile, e migliorare la qualità della vita dei cittadini. Per raggiungere questi obiettivi ed affrontare le diverse esigenze di sviluppo in tutte le regioni dell'UE, €351.8 miliardi (quasi un terzo del bilancio totale dell'UE) sono stati accantonati per la politica di coesione per il periodo 2014-2020.

La politica di coesione è serve all'UE per dirigere la ridistribuzione della ricchezza da alcuni Paesi verso altri. Ora potrebbe essere vero che tutti gli stati membri ricevono importi sostanziali da questa ridistribuzione, come mostra il grafico seguente:


Ma quando si fa un ulteriore passo avanti e si guarda solo al Fondo di Coesione (CF), un comparto dei fondi SIE, l'elemento ridistributivo diventa ancora più netto. Mentre Germania e Francia, ad esempio, sono nella posizione 5 e 6 (anche se questo calcolo non si adatta alle dimensioni dell'economia o della popolazione, quindi entrambi i Paesi sono molto più indietro nella realtà), economie più grandi con un elevato PIL pro-capite non  sono nemmeno ammissibili per il CF, che ha come obiettivo esplicito quello di raggiungere la "convergenza", ovvero aiutare i Paesi più poveri, prevalentemente nell'Europa centrale e orientale, a raggiungere le principali economie, prevalentemente quelle dell'Europa occidentale. È qui che grandi quantità di denaro vengono inviate da una parte all'altra del continente:



I risultati di questi giganteschi fondi strutturali sono chiari. Uno studio sull'Italia meridionale, grande destinatario di fondi (quasi tutti i €43.8 miliardi che l'Italia riceve va dritta al sud), ha concluso che "la capacità di questi fondi di compensare le conseguenze negative della crisi economica sembra essere stata minima."

Nel complesso, sembra che i fondi, in particolare il Fondo di Coesione, abbia un effetto positivo sui risultati economici, ciononostante esso è piuttosto limitato. Analogamente al Piano Marshall, l'invio di ingenti somme di denaro nelle regioni povere si pensa che possa essere d'aiuto, ma ciò che alla fine è necessario è una buona politica, cioè poca regolamentazione, tasse basse e sicurezza dei diritti di proprietà privata.

Nel frattempo altri studi hanno scoperto che quello che viene comunemente chiamato "capitale sociale", cioè cooperazione e fiducia tra la popolazione, potrebbe diminuire a causa della politica di coesione dell'UE.

In un nuovo documento di lavoro intitolato "Possibili effetti indesiderati dei trasferimenti pubblici: evidenze dai fondi strutturali europei al Sud Italia", tre studiosi della Banca d'Italia esaminano gli effetti della politica di coesione sul Sud Italia e scoprono che la corruzione è in realtà aumentata grazie ai trasferimenti fiscali:
I risultati indicano l'esistenza di una correlazione positiva tra l'ammontare dei fondi europei e il numero di reati contro la PA registrati nel comune di destinazione: ad un aumento dei trasferimenti del 10%, si assocerebbe un aumento dei reati dello 0.4%. Sebbene tale stima possa risentire di alcune distorsioni, il lavoro propone una serie di controlli a supporto di un'interpretazione causale dei risultati. Ne deriva la rilevanza dei controlli sulle procedure di assegnazione, esborso e gestione dei fondi.

Nessuna sorpresa qui. Dopotutto, è difficile credere che in questo grande sistema di trasferimenti, dove il denaro viene distribuito da Bruxelles per poi arrivare fino al Sud Italia, nessun impiegato del governo possa avere l'idea di usare i fondi in un modo in cui non dovrebbero essere usati. Infatti l'OLAF, l'organismo investigativo dell'UE, ha rilevato che nel 2016 si sono registrate attività criminali per un ammontare di oltre €600 milioni (nel 2015 era quasi un miliardo) e ha scritto che "il settore dei fondi strutturali rimane al centro dell'attività investigativa dell'OLAF."

Questa è in realtà la natura delle burocrazie e delle attività statali in generale, dal momento che è difficile ritenere chiunque responsabile. "La corruzione è un effetto regolare dell'interventismo", scrisse Ludwig von Mises nel suo capolavoro L'Azione Umana.

Pertanto la banca centrale italiana fornisce solo l'ennesimo motivo per cui è necessario adottare tagli alla politica di coesione. Ridistribuisce immense somme di denaro dai Paesi ricchi (o, meglio, dai loro contribuenti) a quelli più poveri, con scarsi benefici economici, un deterioramento della società civile ed un aumento della corruzione. La discussione sul prossimo bilancio a lungo termine dell'UE, che va dal 2021 al 2027, è attualmente in pieno atto. L'unica raccomandazione a Bruxelles dovrebbe essere: tagliare quei fondi. La raccomandazione per i policymaker in generale dovrebbe essere: qualunque cosa si pensi di ridistribuire, potrebbe avere conseguenze significative non intenzionali, e chiaramente negative.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://francescosimoncelli.blogspot.it/


1 commento:

  1. La seguente notizia non rappresenta altro che l'inevitabile conseguenza di quanto detto già in quest'altro commento. Infatti se l'inflazione dei prezzi è stata temporaneamente addomesticata, oltre al fatto che è rimasta principalmente confinata nel settore finanziario negli ultimi anni, è stato anche grazie alle merci a basso costo provenienti dalla Cina. Inoltre va ricordato che il boom delle azioni non ha affatto reso ricca la maggior parte della popolazione, a dispetto di quello che alcuni trader cialtroni spacciano come verità.

    Infatti da come leggiamo dal seguente documento la ricchezza della famiglia media negli USA non è andata da nessuna parte nonostante il gigantesco boom delle azioni.

    Perché? Esiste un grave problema con il denaro fiat delle banche centrali: influisce sulla distribuzione del reddito e della ricchezza, e lo fa in un modo non basato sul mercato. Per capirlo dobbiamo considerare che quando la quantità di denaro aumenta in un'economia, i prezzi di diversi asset saranno influenzati in diversi momenti e in diverso grado. In altre parole: un aumento della quantità di denaro cambia il relativo reddito e la posizione patrimoniale della gente. I primi destinatari del nuovo denaro saranno i beneficiari eccellenti, poiché possono acquistare beni a prezzi ancora invariati. Man mano che il denaro circola, i prezzi aumenteranno. Gli ultimi destinatari sono svantaggiati: possono acquistare solo beni a prezzi elevati. In altre parole: i primi ricevitori del nuovo denaro ottengono un vantaggio, i ricevitori ultimi si impoveriscono. Inutile dire che coloro che non riceveranno affatto il denaro creato ex-novo staranno peggio. Facile intuire chi ottiene il suddetto vantaggio iniziale e chi no.

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