Bibliografia

martedì 28 agosto 2018

L'uso difensivo delle armi va oltre lo sparare ai malviventi



Lo scopo principale delle leggi sul controllo delle armi non è quello di ridurre i crimini contro le persone, è quello di disarmarle rendendo gli elettori dipendenti dallo stato per la protezione.
Quest'ultimo, però, offre poca protezione. Sono pochi i reati che la polizia risolve senza le persone informate sui fatti. Non può arrivare a casa vostra in tempo per salvarvi da un attacco di un criminale armato.
Poi c'è la storia del poliziotto che ha violentato la donna che aveva chiesto aiuto. Senza armi, la donna era indifesa.
Tutti lo sanno nella leadership del movimento per il controllo delle armi. A loro non importa. Considerano più importante l'obiettivo di una popolazione indifesa e disarmata piuttosto che quello di ridurre i crimini. Queste persone vogliono il potere. Una popolazione armato limita l'estensione di tal potere.

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di James Agresti


In un articolo del New York Times intitolato “How to Reduce Shootings,” scrive Nicholas Kristof: "È vero che le armi vengono occasionalmente usate per fermare atti di violenza. Ma contrariamente a quanto suggerisce la National Rifle Association, è raro. Uno studio del Violence Policy Center ha rilevato che nel 2012 vi sono stati 259 omicidi giustificabili da parte di cittadini privati che hanno utilizzato un'arma da fuoco".

Questa affermazione è sciatta e grossolana, facendo finta che le armi da fuoco contrastino la violenza solo quando sono usate per uccidere criminali. Come spiegato dalla National Academies of Sciences in un'analisi di oltre 300 pagine di studi sulle armi da fuoco: "L'uso di una pistola per difesa non deve per forza ferire o uccidere l'assalitore. Piuttosto, per valutare i benefici dell'autodifesa, è necessario misurare il crimine ed evitare ferimenti. Il risultato particolare per un trasgressore è di scarsa rilevanza".

Allo stesso modo, un documento del Journal of Criminal Law and Criminology del 1995 afferma: "Questo è un problema troppo serio per trarre conclusioni basandosi su statistiche stupide che mettono a confronto il numero di vite stroncate dalle armi con il numero di criminali uccisi dalle vittime. Uccidere un criminale non va a beneficio della vittima, ma piuttosto è un incubo che la tormenterà per anni".



Prevenzione del crimine

Lo scopo di avere un'arma per la difesa non è uccidere criminali, ma impedire loro di uccidere o danneggiare altri. Di conseguenza lo stesso documento del 1995 ha rilevato che "solo l'8%" di persone che usano un'arma per la difesa "riferisce di aver ferito un malvivente." Data la dimensione del campione dello studio, suddetta percentuale presenta un margine di errore di campionamento di ±4 punti percentuali. Gli autori concludono che "il tasso di ferimenti dell'8.3% è probabilmente troppo alto" e che gli usi delle armi per scopi difensivi "sono meno gravi nelle loro conseguenze di quanto suggeriscono i nostri dati".

In altre parole, le persone che usano un'arma per difesa raramente fanno del male (molto meno uccidono) i criminali. Questo perché i criminali spesso si allontanano quando scoprono che i loro bersagli sono armati. Un'indagine del 1982 su criminali di sesso maschile in 11 prigioni statali negli Stati Uniti ha rilevato che il 40% di loro aveva deciso di non commettere un crimine perché "sapeva o credeva che la vittima avesse una pistola".

Contrariamente all'affermazione ingannevole di Kristof, una serie di dati credibili ci dice che i civili usano le armi per fermare violenze più di 100,000 volte all'anno.

Ad esempio, il suddetto documento del 1995 si basava su un'indagine di 4,977 famiglie, secondo cui almeno lo 0.5% delle famiglie nei precedenti cinque anni aveva membri che avevano usato un'arma per difesa durante una situazione in cui pensavano che qualcuno "quasi certamente sarebbe stato ucciso" se "non avessero usato un'arma per protezione". Applicato alla popolazione degli Stati Uniti usando metodi scientifici standard, ciò equivale ad almeno 162,000 vite salvate all'anno, escludendo tutti "i militari, la polizia, o le guardie giurate".

Dato che questi dati risalgono agli anni '90 e si basano sulle opinioni soggettive della gente su cosa sarebbe successo se non avessero usato una pistola, dovrebbero essere prese con le pinze. Tuttavia la stessa ricerca ha rilevato che il numero di persone che utilizzavano un'arma per l'autodifesa era circa sei volte maggiore del numero che affermava che l'utilizzo di un'arma "quasi certamente" avrebbe salvato una vita. Ciò equivale ad almeno 1,029,615 usi delle armi all'anno, compresi quelli in cui sono state salvate vite e casi di minore entità.



Di fronte ai fatti

In particolare, il criminologo anti-armi Marvin E. Wolfgang ha elogiato sul Journal of Criminal Law and Criminology uno studio condotto dai ricercatori pro-armi Gary Kleck e Marc Gertz. Altri studi dimostrano che gli usi difensivi delle armi sono molto più comuni di quanto Kristof induca a credere i suoi lettori.

Il ricercatore anti-armi David McDowall e altri hanno condotto un'indagine importante sull'uso delle armi per scopi difensivi pubblicata sul Journal of Quantitative Criminology nel 2000. Gli autori non hanno portato i risultati dell'indagine alle loro conclusioni logiche usando la pratica comune di ponderarli per determinare quali sarebbero stati i risultati a livello nazionale. Ma quando si tiene conto di questo aspetto, i risultati implicano che gli statunitensi usano le armi per difendere loro e gli altri dai criminali almeno 990,000 volte l'anno. Questa cifra spiega solo i casi "chiari" di uso delle armi a scopo difensivo e si basa su una ponderazione progettata per minimizzare gli usi delle armi a scopo difensivo.

Allo stesso modo, un sondaggio del 1994 condotto dall'U.S. Centers for Disease Control and Prevention (CDC) ha scoperto che gli americani usano le armi per spaventare gli intrusi che irrompono nelle loro case circa 498,000 volte all'anno.

Nel 2013 il Presidente Obama ha ordinato al Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani e al CDC di "condurre o sponsorizzare ricerche sulle cause delle violenze armate e sui modi per prevenirle." In risposta il CDC ha chiesto all'Institute of Medicine and National Research Council di "convocare una commissione di esperti per sviluppare un programma di ricerca incentrato sugli aspetti di salute pubblica relativi alla violenza legata alle armi da fuoco..." Questa commissione ha studiato la questione e ha concluso:
L'uso delle armi per scopi difensivi da parte delle vittime di reati è un evento comune, anche se il numero esatto continua ad essere contestato...

Quasi tutte le stime dei sondaggi nazionali indicano che gli usi delle armi per scopi difensivi da parte delle vittime sono almeno tanto comuni quanto quelli offensivi dei criminali, con stime di usi annuali che vanno da circa 500,000 a più di 3 milioni...

Alcuni studiosi indicano una stima radicalmente inferiore, di soli 108,000 di usi difensivi annuali in base al National Crime Victimization Survey, ma questa stima di 108,000 è difficile da interpretare perché agli intervistati non è stato chiesto specificamente l'uso delle armi.

Gli studi che hanno valutato direttamente l'effetto degli usi delle armi per scopi difensivi (cioè, incidenti in cui un'arma è stata "usata" dalla vittima per attaccare o minacciare un criminale) hanno riscontrato tassi di ferimenti sempre più bassi tra le vittime utilizzanti un'arma rispetto alle vittime utilizzanti altre strategie di autodifesa...

In breve, la differenza tra i dati sull'uso delle armi per scopi difensivi e la cifra ingannevole di Kristof è enorme. Ingannando i suoi lettori facendo credere loro che raramente le armi sono usate per la difesa, lui ed i suoi redattori del Times potrebbero dissuadere persone che altrimenti potrebbero salvare vite grazie alle armi.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://francescosimoncelli.blogspot.it/


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