di David Stockman
Il grafico qui sotto riflette i robo-trader di Wall Street che si godono l'ultimo giro di bevute. Non pensiamo che questo particolare triangolo verrà rotto portando il trend di prezzo nella stratosfera finanziaria.
Quando il 26 gennaio l'indice S&P 500 ha raggiunto i 2873, c'erano 170 punti tra la 50-DMA e la 200-DMA.
Da allora il gap si è drasticamente ridotto. Dato che il mercato ha progressivamente perso il suo momentum, la 50-DMA (linea blu) è costantemente scesa, anche se il momento statistico della sua massima esplosione a gennaio ha portato la 200-DMA leggermente più in alto.
Quindi ora lo spread è di soli 67 punti, il che significa che i bambini stanno finendo lo spazio in cui giocare. E questo significa, a sua volta, che un attacco sibilante non può essere molto lontano.
La ragione è semplice: ciò che ha fatto salire il mercato azionario nella stratosfera della storia delle valutazioni, sta ora sbiadendo.
Per intenderci, la FED sta decisamente seguendo il QT (quantitative tightening) e prosciugherà enormi quantità di denaro dai bacini obbligazionari; e la narrativa ottimista sta raggiungendo rapidamente la sua data di scadenza, in quanto l'attuale espansione economica ottuagenaria sta esaurendo il tempo e l'energia.
Per quanto riguarda quest'ultimo punto, la natura fraudolenta di questa storia era di nuovo in mostra questa mattina con il rapporto mensile sul mondo del lavoro. Incorporati in esso c'erano due grafici che in teoria sono impossibili in base al modello macroeconomico della vasca da bagno della FED.
Da un lato, il rapporto del BLS ha affermato che il tasso di disoccupazione di aprile ha raggiunto il 3.9%. Questo è il punto più basso dal dicembre 2000 e rappresenta la piena occupazione secondo lo standard convenzionale.
Dall'altra parte, il tasso negli aumenti delle ore di lavoro per i dipendenti nella produzione è arrivato a solo il 2.6% su base annua.
È lo stesso livello a cui è stato per quattro anni consecutivi, anche se il tasso di disoccupazione è costantemente diminuito; ed è molto al di sotto degli aumenti salariali del 4-5% che hanno prevalso all'inizio del secolo, quando il tasso di disoccupazione U-3 aveva raggiunto l'ultima volta la soglia del 4%.
Inutile dire che se il tasso di disoccupazione U-3 misurasse la "fiacchezza" nel mondo del lavoro, i salari aumenterebbero prontamente.
Infatti esso misura poco più che il rumore statistico emanato dai modelli di occupazione profondamente sbagliati del BLS.
A dire il vero, le teste di legno non hanno avuto problemi a dire che si aspettavano suddetta mancanza nei salari, ma sono le stesse balle che hanno spacciato come minimo sin dal 2014, quando il tasso U-3 è sceso sotto il 6%, che nella sua saggezza Bernanke aveva definito la linea di confine della zona della piena occupazione.
Quindi, quello di cui ci stiamo occupando qui non è semplicemente una questione di grado: la narrativa del "tutto va bene" è costruita su menzogne istituzionalizzate che servono i bisogni di Wall Street e della FED.
Poi, quando le bolle finanziarie scoppiano inesorabilmente, le storie di razionalizzazione ex post sono fabbricate per spiegare il fallimento delle precedenti spiegazioni.
L'ultima volta è stato il "contagio" che presumibilmente ha sconvolto l'economia "goldilocks" della FED. Come mostrato nel secondo grafico qui sopra, la crisi si stava agitando lentamente nel nirvana keynesiano della piena occupazione già alla fine del 2007, e su un percorso praticamente identico a quello presente.
Ovviamente è evidente che Wall Street desidera disperatamente d'illudersi, ed è per questo che i robo-trader si scontreranno all'interno dei loro punti sui grafici e sulle medie mobili fino a quando non farà capolino un "evento imprevisto" a scombinare le carte in tavola.
Nel frattempo la narrativa del "tutto va bene" diventa più logora di mese in mese. Come ha osservato Jeff Snider nel suo commento sul rapporto del BLS, ad un certo punto diventa piuttosto difficile nascondere 16.6 milioni di lavoratori scomparsi.
Ciò che intende è che se il tasso di partecipazione alla forza lavoro non fosse precipitato da oltre il 67.0% al livello attuale del 62.8%, oggi ci sarebbero 16.6 milioni di persone in più nell'economia statunitense all'apparente tasso di disoccupazione del 3.9%.
I keynesiani respingono interamente il punto di Snider in base alla vaga teoria che i pensionamenti e l'invecchiamento demografico degli Stati Uniti spieghino gran parte del cambiamento nel tasso di partecipazione.
In realtà no. Inoltre il modello di segnalazione dell'occupazione/disoccupazione del BLS è essenzialmente un cumulo di spazzatura che potrebbe essere stato rilevante durante i tempi dei vostri nonni.
Cioè, si basa sulla nozione errata che gli input di lavoro possono essere misurati con precisione da un'unità chiamata "lavoro" e che una tendenza economica in movimento tende a rimanere in movimento.
Al contrario, nel mondo di oggi il lavoro è part-time, il che significa che contare le unità di "lavoro" equivale a sommare mele, arance e pere. L'indagine sulle famiglie, ad esempio, considererebbe ugualmente "occupata":
- un lavoratore a 10 ore settimanali senza benefici;
- un lavoratore con tre posti di lavoro part-time e che rappresentano meno di 36 ore settimanali con alcuni benefici;
- un lavoratore nella produzione a 50 ore settimanali (con straordinari) con un pacchetto di benefici completo.
Oltre a ciò, i sondaggi mensili sottostanti sono primitivi e del tutto privi di controllo di qualità tra gli intervistati. Di conseguenza gli statistici del BLS cercano di compensare questa superficialità con aggiustamenti ad hoc, stime approssimative (ad esempio il famigerato modello di nascita/morte) e modelli statistici che proiettano essenzialmente nel mese corrente la linea di tendenza statistica in corso.
In breve, la relazione mensile sui posti di lavoro non è un'istantanea empirica accurata di dove sia effettivamente il mondo del lavoro nel mondo reale; è una proiezione di dove dovrebbe essere.
Così quando Hampton Pearson (CNBC) riporta il numero come dovrebbe essere, le teste di legno discutono con entusiasmo dell'ennesimo rapporto "solido" nel mondo del lavoro.
E questo è anche il motivo per cui il rapporto del BLS è inutile nei punti di svolta del ciclo economico. Durante il crollo dell'occupazione nel periodo 2008-2009, ad esempio, superò il livello mensile di circa 500,000 posti di lavoro al mese.
Detto in modo diverso, la tendenza naturale di un'economia capitalista è quella di espandersi se la forza lavoro cresce e se lo stato non rallenta eccessivamente gli investimenti e la crescita della produttività.
Queste forze naturali di recupero sono entrate tiepidamente in scena dopo la correzione del 2008-2010. Rappresentano il recupero di circa 8.5 milioni di posti di lavoro persi durante la Grande Recessione ed i modesti aumenti che sono stati generati sin dal raggiungimento del breakeven nel 2014.
Ma ciò che è importante, è il tasso di crescita delle unità lavorative impiegate e la loro relazione con la potenziale forza lavoro disponibile, non il modello semplificato del BLS. Quest'ultimo, fondamentalmente, fluttua seguendo l'espansione del ciclo economico e consente al politburo monetario nell'Eccles Building di vantarsi per ciò che in realtà non è altro che un proxy statistico.
Inutile dire che pensiamo che esista un modo molto più perspicace e accurato per esaminare l'utilizzo della forza lavoro e valutare se sia stato raggiunto o meno un buon punto.
Nel dicembre 2000 (l'ultima volta che l'U-3 ha fatto registrare 3.9%), quello che consideriamo il tasso di disoccupazione complessivo era al 34.6%. Oggi si attesta al 40.0%.
Dall'inizio del secolo, quindi, c'è stato un enorme deterioramento nell'uso dell'offerta potenziale di lavoro da parte dell'economia americana. E mentre i baby-boomer invecchiano rapidamente e il carico del welfare state sale, questa è una cosa molto brutta.
Detto in altri termini, gli Stati Uniti non hanno utilizzato gli ultimi 9 anni della cosiddetta ripresa per tornare competitivi, come suggerito dal rapporto del BLS.
Invece hanno sprecato un decennio mentre è cresciuta l'ondata dei pensionamenti, continuando ad arretrare per quanto riguarda la capacità di crescita economica e l'aumento dei redditi reali. Questi ultimi sono assolutamente essenziali per pagare le tasse, le quali saranno necessarie per evitare che il welfare state degli Stati Uniti vada fiscalmente a gambe all'aria nei prossimi decenni.
E questo è estremamente rilevante anche per il mercato azionario.
Nulla nella logica o nella storia economica dice che si possono capitalizzare guadagni infinitamente crescenti (che è ciò che mostrano i profitti attuali al 24X) quando un'economia si sta dirigendo verso la linea piatta, o peggio verso una crisi fiscale generazionale che porterà al collasso il castello di carte da $69,000 miliardi di debiti su cui attualmente poggia l'economia statunitense.
In questo contesto, misuriamo la forza lavoro potenziale della popolazione statunitense tra i 20-69 anni e ipotizziamo che in teoria ogni adulto possa lavorare 2000 ore all'anno nel mercato del lavoro.
Ciò evita l'ovvio problema che ricorre nelle statistiche del BLS: infatti esso conta tre posti di lavoro in una famiglia di due genitori che assume una governante a tempo pieno, ma un solo lavoro per la stessa famiglia in cui un coniuge lavora, uno rimane a casa e nessuno dei due assume una terza persona per fare le faccende domestiche.
La stessa logica si applica al trentenne ancora in una scuola di specializzazione che vive coi prestiti dello zio Sam agli studenti; o l'ex-impiegato che vive dell'assegno della disabilità perché si è chinato troppo sulla macchina da scrivere; o il 60% dei beneficiari di buoni pasto che attualmente non hanno un posto di lavoro; o i milioni di millennial nello scantinato di mamma e papà che vendono bottiglie di birra vuote su eBay.
Molti fattori determinano se le potenziali ore di lavoro vengono dissipate nelle faccende domestiche, negli studi, nei servizi sociali, o nel seminterrato dei genitori. Ma il tasso d'interesse sui fondi overnight è sicuramente quello che c'entra di meno.
Tuttavia secondo le odierne circostanze demografiche e fiscali, il tasso di disoccupazione totale dovrebbe scendere affinché lo Zio Sam possa trovare le entrate fiscali necessarie per prevenire una guerra civile tra qualche anno.
Ma non sta succedendo. Nel dicembre 2000 c'erano 175.5 milioni di adulti tra i 20 ed i 69 anni, il che significa che la forza lavoro potenziale implicita ammontava a 351 miliardi di ore di lavoro all'anno. Durante lo stesso mese, il BLS misurava 229.5 miliardi di ore effettivamente impiegate nell'economia non agricola ad un tasso annuale.
Di conseguenza la disoccupazione ammontava a 121.5 miliardi di ore, o al 34.6% delle potenziali ore disponibili.
Al contrario la popolazione adulta tra i 20 ed i 69 anni ora è di 210.2 milioni e le ore disponibili ammontano a 420.5 miliardi all'anno. A fronte di ciò, la misura più recente del BLS mostra 252.5 miliardi di ore effettivamente impiegate, il che implica 168 miliardi di ore di lavoro disoccupate ed un tasso di disoccupazione complessivo del 40.0%.
Detto in modo diverso, tra le due volte in cui il tasso di disoccupazione U-3 è arrivato al 3.9% nel corso degli ultimi 18 anni, il livello del lavoro americano disoccupato è aumentato di 47 miliardi di ore l'anno.
Ancora più importante, il lavoro potenziale è cresciuto di 70 miliardi di ore, o dell'1.05% annuo in suddetto periodo, mentre le ore di lavoro effettivo sono aumentate solo di 23 miliardi, o dello 0.55% all'anno.
Per contro, durante i periodi di punta dal 1980 al 2000, la forza lavoro potenziale crebbe del 2.2% all'anno e le ore di lavoro effettivamente utilizzate aumentarono dell'1.9% all'anno.
Siamo quindi all'opposta del "tutto va bene". Nel 1980 i baby-boomer stavano iniziando ad invadere la forza lavoro, ed i tassi di partecipazione femminile nell'economia stavano aumentando rapidamente.
Al contrario, le ore del lavoro dipendente sono cresciute ad un quarto rispetto al tasso registrato sin dal dicembre 2000 e il tasso di disoccupazione è costantemente aumentato.
La ragione non è difficile da capire: la FED ha gravemente danneggiato l'economia di Main Street attraverso il suo massiccio incentivo inflazionistico ad inviare all'estero la produzione ed i posti di lavoro ad alto valore, trasformando nel frattempo i piani alti delle grandi aziende americane in tane predatorie di ingegneria finanziaria.
Allo stesso tempo, il welfare state ha drenato ulteriormente le risorse della manodopera con massicci aumenti di buoni pasto, pensioni di disabilità, Medicaid e altri programmi di assistenza sociale.
Il risultato sarà sicuramente molto diverso dal "tutto va bene" sventolato dai media generalisti.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://francescosimoncelli.blogspot.it/
=> Potete leggere la Parte 1 a questo indirizzo: https://francescosimoncelli.blogspot.com/2018/08/le-infezioni-della-pianificazione.html
=> Potete leggere la Parte 2 a questo indirizzo: https://francescosimoncelli.blogspot.com/2018/08/le-infezioni-della-pianificazione_14.html
=> Potete leggere la Parte 3 a questo indirizzo: https://francescosimoncelli.blogspot.com/2018/08/le-infezioni-della-pianificazione_16.html
=> Potete leggere la Parte 4 a questo indirizzo: https://francescosimoncelli.blogspot.com/2018/08/le-infezioni-della-pianificazione_17.html
Nessun commento:
Posta un commento