giovedì 16 agosto 2018
Le infezioni della pianificazione monetaria centrale, Parte #3
di David Stockman
Ora che l'economia statunitense ha raggiunto il secondo posto negli annali delle espansioni del ciclo economico, gli economisti keynesiani a Wall Street stanno iniziando a disquisire circa il secondo decimale nelle cifre mensili dell'inflazione. L'ultimo esempio è uno dei geni di Deutsche Bank, Torsten Slok.
C'è uno straccio di prova che la microscopica variazione tra l'1.9% e il 2.3% nelle cifre dell'inflazione in base al deflatore PCE, faccia una qualche differenza per le prestazioni e la prosperità dell'economia di Main Street? O per la FED affinché possa aggiustare la differenza in qualsiasi evento?
Niente di tutto ciò. L'intera narrativa sul targeting dell'inflazione, sia per le varianti lowflation che per l'inflazione in aumento, è una copertura istituzionale senza fondamento per la pianificazione monetaria centrale della FED e la risultante intrusione persistente e pesante nei mercati degli asset.
Mette in scena un teatro kabuki diretto dalla banca centrale per l'apparente scopo di mantenere le temperature inflazionistiche né troppo calde né troppo fredde, ma giuste.
Sì, dicono che il loro "mandato" del Congresso li giustifichi a percorrere questo cammino... ma per favore!
Lo potremmo definire una specie di peana per la maternità macroeconomica, che è così vaga e ambiziosa che può significare praticamente qualsiasi cosa. Per quanto riguarda l'obiettivo dell'inflazione, potrebbe essere altrettanto facilmente lo 0.0%, o 1.50%, o 2.35%. O potrebbe non essere affatto un numero, come è stato effettivamente il caso nelle procedure operative della FED tra il 1978 e il 2011.
L'obiettivo al 2.00% adottato nel 2012 è il lavoro di un paio di sciroccati monetari chiamati Ben Bernanke e Fred Mishkin. I loro scritti sarebbero stati poco noti e non sarebbero stati ricordati a lungo, ma la disgrazia ha voluto che fossero nominati nel politburo monetario da parte di sciroccati politici repubblicani al servizio di George Bush.
Il fatto che siamo tormentati dall'obiettivo d'inflazione targato Bernanke è la testimonianza stessa del punto più grande qui: lo statuto della Federal Reserve è uno degli atti più soggetti ad una libera interpretazione mai scritti.
Delega potere plenario alla FED di dominare direttamente quello che oggi è un mercato finanziario da $100,000 miliardi negli Stati Uniti; e, indirettamente, gli dà la sovranità sul resto di quelli nel sistema finanziario globale.
Di conseguenza non è un'esagerazione affermare che la FED è l'equivalente di un politburo monetario, il quale governa tutta la vita economica mediante teorie, dettami, fallacie e capricci che caratterizzano la sua ristretta cerchia di incaricati e burocrati, oltre ai trader di Wall Street e agli economisti mainstream che si nutrono delle sue azioni.
Il fulcro di questa organizzazione è la nozione screditata nota come Curva di Phillips, una sorta di compromesso tra inflazione e crescita/occupazione; e le dichiarazioni associate che l'economia statunitense è attualmente entrata nella zona di piena occupazione e sta operando vicino al suo PIL potenziale massimo.
Si ritiene, pertanto, che gli osservatori della FED debbano essere vigili per quei segnali di "surriscaldamento" attraverso i tassi d'inflazione misurati, i quali potrebbero puntare troppo lontano il magico 2.00%.
Da questa posizione di cautela, a sua volta, scaturisce un dibattito arcano ed esoterico su quanti punti decimali superiori al 2.00% possano essere tollerabili e per quanto tempo il FOMC debba inclinarsi ai venti dell'inflazione.
Ecco il punto: l'intero dibattito è costituito da spazzatura accademica. L'idea che i punti decimali nelle cifre dell'inflazione facciano la differenza e che la banca centrale sia capace di gestire un'equazione inesistente chiamata Curva di Phillips, è tanto assurda quanto i dibattiti medievali sul sesso degli angeli.
Vale a dire, a causa della storia moderna che ci ha preceduto, esiste un mercato globale per beni, servizi, capitali e soprattutto lavoro; e, a causa della fecondità della popolazione del pianeta negli ultimi decenni, c'è virtualmente una riserva illimitata di lavoro potenziale, almeno per i prossimi decenni, fino a quando le curve demografiche non inizieranno la loro discesa fatale.
Allo stesso modo, a causa della cattiva attività monetaria della FED e delle altre banche centrali in tutto il mondo, esiste ora un'alluvione simile di capacità produttiva in eccesso.
Cioè, dal momento che i banchieri centrali hanno reso il capitale troppo economico attraverso la massiccia stampa di denaro e una prolungata repressione finanziaria, la capacità di estrazione, produzione, spedizione, deposito e distribuzione nell'economia globale supera ampiamente l'attuale utilizzo redditizio.
Lo Schema Rosso di Ponzi, ad esempio, ora sfoggia 1.2 miliardi di tonnellate di capacità in acciaio, ma probabilmente non può utilizzare su base stabile ed a flusso continuo più acciaio pro-capite rispetto all'economia statunitense, la quale consuma circa 650 libbre all'anno per persona.
Ciò a cui ci riferiamo è la quantità di produzione annuale di cui avrà bisogno per scopi di sostituzione (automobili, frigoriferi, binari, edifici ecc.) quando vengono costruite città fantasma, industrie fantasma, ponti fantasma, aeroporti fantasma e ferrovie fantasma.
Ai livelli pro-capite degli Stati Uniti, il fabbisogno di flusso in regime stazionario ammonterebbe a soli 450 milioni di tonnellate per la Cina, ipotizzando che possa triplicare il proprio reddito pro-capite prima che crolli l'intero castello di carte. E significa anche che la Cina ha oltre 700 milioni di tonnellate di capacità in eccesso, o più delle industrie siderurgiche di Giappone, Corea del Sud, UE e Nord America messe insieme.
In breve, il lato dell'offerta dell'economia globale è strabordante, il che significa che una rottura inflazionistica nel prezzo delle merci non è affatto possibile al momento. Al contrario, il massiccio sbalzo nel mondo del lavoro e nella capacità produttiva funziona come un'ancora deflazionistica, e continuerà a farlo per qualche tempo a venire.
Nell'ultimo decennio, ad esempio, il prezzo dei beni durevoli è diminuito del 15%. E dopo la massima esplosione del prezzo del petrolio nel 2008, è stata messa in linea tanta capacità di produzione di energia, in particolare i giacimenti shale oil statunitensi, che l'indice globale dei prezzi dell'energia ha continuato a scendere su una base tendenziale nonostante il breve ciclo negli inventari estratti.
Né la predominanza dei prezzi cinesi per i beni in un'economia globale durerà molto. A causa delle odierne reti e tecnologie di informazione globali, sempre più servizi vengono sfruttati e commercializzati.
Ciò equivale ai prezzi indiani, dove gli investimenti in attrezzature sono stati alimentati da un capitale globale a buon mercato e abbondante, e dove la manodopera viene continuamente rifornita dall'enorme riserva indiana di lavoratori istruiti ma sottoccupati.
Ad esempio, dal 1993 l'occupazione di IBM in India è passata da zero a oltre 130,000.
Quindi, a livello globale, l'idea stessa di un rigido compromesso della Curva di Phillips è fasulla, perché l'offerta è altamente elastica e aperta nell'economia dei beni e dei servizi.
Inoltre, a meno che Trump non abbia successo nella costruzione di muri commerciali intorno all'economia statunitense e imponga un grado di autarchia adeguato alla sua visione mercantilista, che non pensiamo possa accadere, l'idea di una Curva di Phillips in Un Paese (ovvero gli Stati Uniti) non esiste né in cielo né in terra.
Dopotutto il turnover di beni e servizi degli Stati Uniti con il resto del mondo ammonta attualmente a poco meno di $6,000 miliardi all'anno. Si tratta di un'enorme quantità di cose, e significa che l'implicita economia della vasca da bagno della FED e la Curva di Phillips in un Solo Paese sono semplicemente un'assurdità.
Sicuramente la carenza di alcune categorie di manodopera, come i camionisti, non dimostra nulla, nonostante tutte le teorie keynesiane sulla Curva di Phillips.
Al contrario, troppo pochi guidatori di camion in un dato momento sono semplicemente una questione di prezzi del lavoro. I datori di lavoro pagheranno di più per assumere e formare camionisti e alla fine la presunta carenza sparirà; è una questione che sta al libero mercato risolvere, non al politburo monetario nell'Eccles Building.
Ancora più importante, nell'ambiente economico odierno c'è sempre un enorme serbatoio di lavoro addizionale disponibile, ad un certo prezzo.
Cioè, studenti, beneficiari di buoni pasto, pensionati, falsi disabili, lavoratori domestici non retribuiti e molti altri sono disponibili ad un certo prezzo di lavoro. Ciò è particolarmente vero in un'economia orientata ai concerti, dove i lavori part-time ed a progetto sono diventati un modus operandi consolidato; e dove le moderne tecnologie di collocamento la rendono altamente efficiente.
Come abbiamo spesso notato ci sono circa 210 milioni di adulti americani sotto i 68 anni che sono teoricamente utilizzabili nell'economia monetaria. In un normale anno lavorativo di 2,000 ore, stiamo parlando di 420 miliardi di potenziali ore lavorative rispetto a solo 250 miliardi di ore effettivamente utilizzate secondo il BLS.
Non diremo che il tasso di disoccupazione reale è quindi al 40%, ma insistiamo fermamente sul fatto che se queste 170 miliardi di potenziali ore di lavoro vengono utilizzate nell'economia commerciale o meno, non ha praticamente nulla a che fare con la FED ed i suoi tre o quattro rialzi dei tassi simbolici in un dato anno.
Ma l'idea che la vasca da bagno del PIL sia vicina ad essere riempita fino all'orlo e stia per innescare una svolta dell'inflazione in base alla Curva di Phillips, è solo una follia accademica; è una semplice foglia di fico per mantenere il FOMC occupato a sostenere i canyon di Wall Street.
La verità è che, a prescindere dalle assurdità della Curva di Phillips, non vi è alcun motivo per manipolare i tassi d'interesse e altri prezzi degli asset finanziari. Nel lungo periodo, tuttavia, l'inflazione sarà pari al 2.0% e durante i suoi intervalli a breve termine più caldi o freddi non vi è una stretta correlazione con le ondulazioni della crescita dell'output nell'economia nazionale.
Come mostrato di seguito, dal gennaio 2000 il tasso annualizzato di aumento dell'IPC è stato del 2.15% e il tasso di aumento cumulativo per il deflatore PCE (parametro preferito della FED) è stato dell'1.84%.
Finora in questo secolo, il primo parametro ha superato di 15 punti base all'anno il target e il secondo è stato di 16 punti base troppo basso, nonostante la lungimiranza dei nostri pianificatori monetari centrali.
E per tutto il tempo la linea verde (vendite finali reali), che è un ragionevole proxy per l'espansione economica, ha ondulato nel suo stesso canale, riflettendo il commercio mondiale ed i cicli di produzione ed i sottocicli come qualsiasi altra cosa.
Il problema dell'inflazione in America oggi non è nell'IPC o nella PCE; è nelle medie delle azioni.
E ciò che minaccia la prosperità di Main Street, sono le bolle a Wall Street. Sfortunatamente quando scoppieranno si innescheranno tentativi disperati nei piani alti delle grandi aziende per placare Wall Street gettando a mare lavoratori, beni e piani di ristrutturazione.
Ironia della sorte, quindi, in nome dell'inflazione intorno all'obiettivo infondato del 2.00% e della Curva di Phillips, la FED sta generando una massiccia inflazione degli asset finanziari e le crisi seriali e la recessione che inesorabilmente ne seguiranno.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://francescosimoncelli.blogspot.it/
=> Potete leggere la Parte 1 a questo indirizzo: https://francescosimoncelli.blogspot.com/2018/08/le-infezioni-della-pianificazione.html
=> Potete leggere la Parte 2 a questo indirizzo: https://francescosimoncelli.blogspot.com/2018/08/le-infezioni-della-pianificazione_14.html
=> Potete leggere la Parte 4 a questo indirizzo: https://francescosimoncelli.blogspot.com/2018/08/le-infezioni-della-pianificazione_17.html
=> Potete leggere la Parte 5 a questo indirizzo: https://francescosimoncelli.blogspot.com/2018/08/le-infezioni-della-pianificazione_20.html
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RispondiEliminaA proposito di clientelismo e politica monetaria