Bibliografia

giovedì 19 luglio 2018

Piuttosto che ripagare il debito, la Spagna sta spendendo ancora di più





di Philipp Bagus


Per la prima volta dopo la crisi finanziaria, il governo spagnolo ha raggiunto (quasi) il limite del 3% del PIL per i deficit pubblici come stabilito dal Patto di Stabilità. Il nuovo governo socialista ritiene che sia ora di cambiare rotta. Secondo la sua opinione, dopo lunghi anni di austerità, è ora di pensare all'aumento della spesa pubblica. Infatti il precedente governo aveva già annunciato un aumento delle pensioni pubbliche dell'1.6%. L'aumento delle pensioni è altamente problematico, perché i fattori demografici rendono insostenibile il sistema pensionistico pubblico nel lungo termine. Il nuovo governo vuole sostenere il sistema pensionistico pubblico aumentando in modo aggressivo le tasse. Inoltre vuole annullare e modificare alcune parti della riforma del mercato del lavoro del 2012, la quale ha consentito un sostanziale calo della disoccupazione. Prevede di aumentare il salario minimo.

La cosa più problematica è che in realtà non è vero che il governo è stato austero dopo la crisi finanziaria. Le finanze pubbliche non sono state stabilizzate.

Deficit del governo spagnolo in% del PIL. Fonte: Eurostat

Innanzitutto il Patto di Stabilità è stato affinato e sostituito dal Trattato di Stabilità Fiscale del 2012 (chiamato anche Fiscal Compact Europeo). Prima del Trattato di Stabilità Fiscale, i governi potevano avere deficit massimi del 3% durante i periodi di espansione economica. Quando sarebbe arrivata una recessione, un governo avrebbe potuto ricorrere all'aumento del deficit in circostanze avverse straordinarie. Infatti al culmine della crisi finanziaria, tutti gli stati membri della zona Euro hanno superato il limite del 3% del deficit. Pertanto l'idea del Trattato di Stabilità Fiscale è che i governi debbano avere un bilancio in pareggio nel corso del ciclo economico. I deficit possono salire al 3% in recessione, ma questi deficit devono essere compensati dalle eccedenze durante l'espansione economica. In tempi normali, il bilancio dovrebbe essere equilibrato. Il Trattato di Stabilità Fiscale ritiene che un bilancio pari a -0.5% sia equilibrato (o al -1% per i Paesi con un rapporto debito/PIL inferiore al 60%). Inoltre il Trattato di Stabilità Fiscale comporta un ripagamento del debito. Se un Paese ha un rapporto debito/PIL superiore al 60%, deve ridurre l'eccesso del 5% all'anno. Per la Spagna, ciò avrebbe dovuto comportare una riduzione del debito dell'1.9% (0.05*39) nel 2017, cosa che non è stato raggiunta perché il debito pubblico è sceso solo dello 0.7%.

Poiché la Spagna è una delle economie in più rapida crescita nell'Eurozona, sicuramente dovrebbe avere un surplus di bilancio secondo la legge. Pertanto il deficit del 3.1% non è né un grande risultato, né un pretesto per aumentare la spesa pubblica. Non aderendo rigorosamente alle regole e ricorrendo a scappatoie nel Trattato di Stabilità, esso è stato infranto e si rivelerà meno idoneo a limitare la spesa pubblica e il deficit in futuro. Perché gli altri governi dovrebbero conformarsi se la Spagna non adempie rigorosamente all'accordo?

Rapporto debito pubblico/PIL spagnolo. Fonte: Eurostat

In secondo luogo, la Spagna non ha ridotto il suo deficit a causa dell'austerità del governo. Infatti il governo spagnolo non è stato austero. Ha incrementato la spesa all'inizio della crisi e l'ha ridotta sostanzialmente solo nel 2013, quando i creditori dell'ESM lo hanno chiesto in cambio del suo salvataggio. Da allora la spesa pubblica è aumentata ed è ancora oggi al di sopra dei livelli insostenibili del 2008. È destinata ad aumentare ulteriormente.

La Spagna è arrivata al limite del 3% a causa di circostanze straordinarie al di fuori del suo controllo. Innanzitutto l'economia è cresciuta in modo robusto per 4 anni ormai. Negli ultimi tre anni la crescita reale si è attestata ad un solido 3%. Le entrate del governo sono aumentate e le spese sono diminuite, perché la disoccupazione è diminuita (anche a causa della nuova flessibilità del mercato del lavoro che il nuovo governo vuole eliminare). L'aumento delle vendite, dei salari e dei profitti ha comportato maggiori entrate fiscali.

I prezzi delle case e l'attività economica stanno aumentando di nuovo portando a maggiori entrate, che il governo è desideroso di spendere proprio come durante nell'ultima bolla. Inoltre il governo spagnolo ha ricevuto assistenza dalla BCE con la sua politica di tassi d'interesse a zero e il programma di quantitative easing. Se i tassi d'interesse tornassero a livelli più normali, il governo spagnolo finirà nei guai.

Spesa del governo spagnolo in milioni di euro. Fonte: Eurostat

Tasso di crescita reale, Spagna (in%). Fonte: Eurostat

Come sarebbero le finanze del governo spagnolo con tassi d'interesse più normali? Con un debito pubblico al 98.3% del PIL e ipotizzando tassi d'interesse medi sui titoli di stato superiori al 3% rispetto ad oggi, il deficit pubblico passerebbe dal 3.1% al 6%.

Se la Spagna ha raggiunto il limite del 3% sui deficit in un mondo con tassi d'interesse a zero e un'espansione economica che sembra sempre più un déjà-vu dell'ultima bolla, cosa succederà nella prossima recessione o quando i tassi aumenteranno?

Il deficit strutturale spagnolo è insostenibile. Il suo debito pubblico è prossimo al 100% del PIL ed è rimasto in questa zona nonostante l'espansione economica. Invece di pensare ai modi in cui spendere le crescenti entrate, il governo spagnolo dovrebbe sfruttare questa opportunità unica per mettere ordine nei conti e ridurre il suo debito pubblico. Invece di aumentare le spese e le tasse, il governo dovrebbe tagliarle per prepararsi alla prossima tempesta, che arriverà prima o poi.

Potrebbe essere l'ultima possibilità per il governo spagnolo di sostenere le sue finanze. Questa possibilità è stata acquisita grazie alla BCE ed a spese dei risparmiatori dell'Eurozona. È da irresponsabili sperperarla.

Ciò che vale per la Spagna, vale anche per altri Paesi dell'Eurozona sovraindebitati come Portogallo, Francia ed Italia. La riduzione del debito pubblico durante i tempi "buoni" richiederebbe che la BCE continui con la sua pericolosa politica monetaria, la quale pianterà i semi della prossima crisi finanziaria. Per sfuggire alla trappola della ZIRP, i livelli dei debiti pubblici devono essere ridotti rapidamente. Ora è il momento. Quando arriverà la prossima recessione, sarà troppo tardi.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://francescosimoncelli.blogspot.it/


2 commenti:

  1. Quindi noi Italiani secondo l'autore, avevamo ancora una piccola possibilità di sopravvivenza, qualora dall'esito elettorale fosse venuto fuori un esecutivo con chiare idee in materia di politica economica e fiscale, responsabile e liberale, cosa che non era nemmeno presente nell'offerta elettorale ed invece è venuto fuori l'esatto contrario. L'altra sera ascoltando il ministro del lavoro e delle attività produttive lanciarsi in monologhi di vuota retorica in un dibattito con il presidente dell'associazione degli industriali, giustamente e finalmente preoccupato in merito alla piega degli eventi, ho avuto la conferma che gli italiani, tutti non hanno la minima cognizione del disastro immane ormai alle porte, verso cui si stanno dirigendo.

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  2. Le ricette austriache funzionano in regime soundmoney.
    In regime fiatmoney sono impraticabili perché colpiscono principalmente le posizioni più deboli lungo la piramide delle rendite senza scardinare il sistema monetario.
    Meglio l'evoluzione autodistruttiva del sistema politicofinanziario fiatmoney con tutte le sue fasi e tutte le ovvie conseguenze.
    A da passa' a nuttata

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