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lunedì 30 luglio 2018
Le illusioni dello slogan Make America Great Again, Parte #1
di David Stockman
Donald si è vantato di recente assicurando ai contribuenti americani oppressi che tempi più felici stanno per arrivare. Infatti ha insinuato che lo slogan Make America Great Again (MAGA) non è solo uno slogan, a quanto pare stiamo già vivendo il sogno.
Quindi il nostro scopo in questa serie di articoli sarà quello di dimostrare il perché la pensiamo diversamente.
Donald non sta conducendo l'America verso la terra promessa. Invece la sta conducendo verso la guerra all'estero, la calamità fiscale e una crisi di governance che fa sembrare insignificante il Watergate.
Questi terribili risultati sarebbero stati un esito automatico quando Trump ha prestato giuramento 15 mesi fa, e non c'è mai stata alcuna ragione per pensare che potesse invertire la tendenza.
Il ruolo di Donald è quello di essere il Grande Sfasciatore, mettendo in ginocchio il sistema e facendo sì che il consenso maleficio di Washington/Wall Street si fratturi irrimediabilmente e venga screditato.
Ma non può assolutamente aggiustare nulla, perché non ha nessun programma, nessun mandato e nessuna capacità da leader.
Il suo programma interno si riduce a protezionismo, xenofobia e sprechi; la sua politica estera è una funzione di generali falliti e neoconservatori sanguinari; e la sua idea di leadership consiste in tempeste di tweet dalla East Wing Residence.
L'unica cosa che i media generalisti riconoscono come un "successo" è il taglio delle tasse alla vigilia di Natale, ma che presto si rivelerà l'azione di politica fiscale più controproducente e irresponsabile nella storia moderna.
Dopotutto, Donald ha ereditato un deficit da $700 miliardi per il prossimo anno fiscale (2019). Ma il Re del Debito non ne è turbato, scegliendo di incassare $300 miliardi di tagli di tasse ($285 miliardi di perdita di entrate più gli interessi) solo per il prossimo anno.
Poi ha firmato la proposta di legge sugli stanziamenti Horribus. Così facendo, ha scambiato $63 miliardi di maggiori spese interne e più di $100 miliardi di aiuti non finanziati in caso di calamità, per $80 miliardi di ulteriori fondi alla difesa.
Il GOP ha spinto il fabbisogno del bilancio federale del prossimo anno a $1,200 miliardi e ciò significa, a sua volta, che i mercati obbligazionari saranno inondati da $1,800 miliardi di cartaccia obbligazionaria del Tesoro USA che nessuno vuole, dopo aver contabilizzato anche i $600 miliardi del programma di dumping obbligazionario della FED.
Ecco il punto: nessuno ha mai provato, o addirittura previsto, un finanziamento del bilancio federale a $1,800 miliardi, o l'8.8% del PIL, al vertice di un ciclo economico che entrerà in territorio record (124 mesi) prima che l'anno fiscale 2019 sia finito.
Infatti l'idea stessa è pura follia e frantumerà l'intero ordine della Finanza delle Bolle prima di arrivare a quel punto.
A titolo di confronto storico, il deficit federale era di $160 miliardi, o l'1.1% del PIL, al picco dell'ultimo ciclo (anno fiscale 2007) e la FED stava ancora comprando il debito pubblico, non vendendolo.
Infatti quell'anno acquistò $15 miliardi di buoni del Tesoro USA, il che significa che l'onere netto nei mercati obbligazionari era di $145 miliardi, o l'1.0% del PIL.
Quindi quello che incombe sui mercati delle obbligazioni è un flusso di cartaccia governativa che sarà 9 volte più grande (rispetto al PIL) di quanto non fosse nell'ultimo picco del ciclo alla vigilia della crisi finanziaria.
Inoltre i cinesi stavano ancora comprando cartaccia del Tesoro USA a quei tempi. Al contrario, tra le molte guerre che Donald ha in mente, c'è la guerra commerciale con lo Schema Rosso di Ponzi che ora è andato in tilt. Non abbiamo modo di sapere se l'amico di Donald, Xi Jinping, scaricherà deliberatamente i suoi $1,500 miliardi di titoli del Tesoro statunitensi (senza contare quelli posseduti dai prestanome come le isole Cayman, il Belgio ecc.) come prossimo passo della guerra commerciale.
Ma in realtà non importa quale sia la motivazione o la strategia di Pechino nella guerra commerciale: le enormi probabilità sono che dovrà vendere, non acquistare o detenere, titoli del Tesoro USA negli anni a venire per contrastare la fuga di capitali.
Infatti, mentre Xi combatte con la sua bomba ad orologeria finanziaria da $40,000 miliardi tra debiti e torri di speculazione che si sono accumulati all'interno dello Schema Rosso di Ponzi, potrebbe benissimo passare a colmare le falle nei cambi e riempire le prigioni di "nemici del popolo".
Ma ciò non farà altro che motivare ulteriormente la fuga di capitali verso luoghi in cui l'Imperatore Rosso non potrà impossessarsene.
Lo stesso vale per la zona Euro. La BCE porrà fine al QE entro la fine di quest'anno e inizierà un programma di QT guidato dalla Germania entro la fine del 2019. Poiché i mercati dei titoli sovrani sono fungibili e sottoposti ad arbitraggio, questo avvicendamento di programmi ridurrà l'esposizione delle banche centrali nei confronti dei titoli di stato.
Infatti il paragone tra il bilancio della BCE al minimo del 2007 e il presente, è a dir poco sorprendente. Allora era di $1,500 miliardi e la BCE aveva un ampio spazio di manovra; oggi è di $5,500 miliardi e non ha nessun posto dove andare tranne in basso.
In altre parole, i $1,800 miliardi di cartaccia obbligazionaria del Tesoro USA che nessuno vuole non sono un'aberrazione e non sono nemmeno un caso isolato. Dopo la sbornia di stampa monetaria da parte delle banche centrali del mondo nell'ultimo decennio, la quale ha portato i loro bilanci complessivi a gonfiarsi da $5,000 miliardi a $22,000 miliardi, quella appena descritta è una condizione universale.
E questo ci porta al cuore del delirio MAGA. A Donald è stata venduta una legge farlocca sull'efficacia dei tagli fiscali (e questa è l'unica base della sua errata supposizione che l'economia americana si sta stabilizzando) da una combinazione eterogenea di ideologi supply side, politici repubblicani che fanno il tifo per la loro base di donatori e lobby di K-Street.
Tuttavia le riduzioni delle imposte non sono efficaci se sono finanziate a deficit alla fine di un ciclo economico e quindi provocano un'impennata dei rendimenti obbligazionari. Inoltre non sono efficaci se finanziano l'ingegneria finanziaria aziendale piuttosto che l'investimento in attività produttive, o se da un lato sono temporanee e vengono erogate principalmente attraverso crediti piuttosto che tagli marginali dei tassi.
Inutile dire che tutti i precedenti negativi si applicano al disegno di legge repubblicano sulle tasse. E soprattutto tra questi c'è lo "shock dei rendimenti" incombente.
Per come la vediamo noi, se l'economia degli Stati Uniti non si arrenderà prima (cioè precipitando in recessione), il rendimento del decennale supererà il 4.0% prima della fine dell'anno fiscale 2019. Infatti è difficile vedere altri risultati quando il tasso di risparmio delle famiglie negli Stati Uniti è ancora nel sottosuolo della storia.
Inoltre la caratteristica distintiva questa volta, a differenza del tonfo nel 2005-2007 mostrato nel grafico qui sotto, è che oggi vi è un fabbisogno federale di finanziamenti all'8.8% del PIL rispetto a solo l'1.0% di allora.
Di conseguenza, anche nel caso dell'attuale curva dei rendimenti piatta, il costo del servizio del debito per i mutuatari statunitensi (famiglie, imprese, istituzioni governative e finanziarie che devono collettivamente $68,000 miliardi) ammonterà a $900 miliardi annui, o all'incirca a 3X l'impatto del taglio delle tasse.
Sì, i pagamenti degli interessi sono circolari: qualcuno riceve i pagamenti degli interessi da coloro che li devono.
Ma questo non sarà di alcuna consolazione per l'80% delle famiglie statunitensi che sono già indebitate fino al collo; o per la maggior parte delle imprese degli Stati Uniti che si trascinano dietro $14,300 miliardi di debito rispetto ai soli $6,200 miliardi all'inizio di questo secolo.
E, soprattutto, significherà una brutta sorpresa per lo zio Sam. A causa della repressione finanziaria della FED e delle sue "rimesse di profitti" fasulle per $85 miliardi l'anno, il Tesoro americano ha pagato solo $300 miliardi di interessi quest'anno.
Ma mentre i rendimenti si muovono nettamente più in alto e la FED è costretta ad incassare massicce perdite mark-to-market sui suoi titoli del Tesoro USA e sulla sua cartaccia delle GSE, i costi sul debito pubblico saliranno alle stelle e le "rimesse di profitti" della FED al Tesoro USA scompariranno. Di conseguenza lo Zio Sam si troverà ad affrontare un onere annuale di $1,000 miliardi per quanto riguarda gli interessi, ben prima delle proiezioni del CBO.
Infatti lo shock dei rendimenti in arrivo genererà un bagno di sangue fiscale in grado di macellare lo slogan MAGA, anche se Donald sarà ancora in giro per testimoniarlo.
Ma come mostreremo nella Parte 2, pensiamo che ora si stia delineando uno scenario diverso: un pattern nei mercati obbligazionari che porterà a schiantarsi le medie delle azioni e il GOP alla ricerca del capro espiatorio.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://francescosimoncelli.blogspot.it/
=> Potete leggere la Parte 2 a questo indirizzo: https://francescosimoncelli.blogspot.com/2018/08/le-illusioni-dello-slogan-make-america.html
=> Potete leggere la Parte 3 a questo indirizzo: https://francescosimoncelli.blogspot.com/2018/08/le-illusioni-dello-slogan-make-america_6.html
=> Potete leggere la Parte 4 a questo indirizzo: https://francescosimoncelli.blogspot.com/2018/08/le-illusioni-dello-slogan-make-america_8.html
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