Bibliografia

venerdì 27 luglio 2018

Il cambiamento di paradigma non è imminente, è già qui





di Francesco Simoncelli & Marco Dal Prà


Bitcoin e le criptovalute rappresentano una grandissima innovazione che impatterà su tantissimi settori della vita moderna, una innovazione che lancia moltissime sfide soprattutto a chi è ancorato ai consueti sistemi di pagamento o di convalida dei passaggi di proprietà, i quali attualmente sono affidati ad enti fiduciari quali banche o notai. Ma la prima sfida che ci portano le ciptovalute è quella della "concorrenza" monetaria. È un termine che può far sorridere, ma a tutti gli effetti è una situazione che stiamo vivendo, con le valute emesse dai governi tramite le proprie banche centrali che si trovano in una situazione di concorrenza con le criptovalute. E dato che concorrenza è l'anima del commercio, avremo la possibilità di vedere ciò che prima non ci era concesso, ossia che le valute fiat hanno dei lati positivi ma anche dei lati negativi. Questo non significa che sapremo subito giudicare quale sia la migliore moneta, ma che abbiamo modo di fare dei confronti, confronti che avranno come punti di riferimento le peculiarità delle criptovalute. Peculiarità che apportano al modo comune di pensare dei concetti che l'umanità non ha mai sperimentato prima d'ora.


Il primo concetto che già ci mette in difficoltà è che le criptovalute sono monete private, un concetto che generalmente il nostro bagaglio di nozioni non ha, visto che siamo abituati al solo denaro stampato dalla banche centrali. È un qualcosa che per forma mentis l'uomo contemporaneo pone tra l'impossibile e l'inaccettabile. Invece ecco delle monete "virtuali" che sono semplicemente frutto di un libero accordo tra privati, frutto di una iniziativa tra individui senza la frapposizione di un qualsiasi ente pubblico. Alice e Bob si accordano nell'utilizzare un software che loro stessi hanno fabbricato, per scambiarsi un valore, tanto che non hanno bisogno né della banca né del denaro stampato dallo stato.

Questo nuovo modello, che primo è stato proposto da Bitcoin, affida la sicurezza contro la contraffazione del denaro alla matematica invece che ad un ente fiduciario ed alle persone che ci lavorano. Il modo è talmente trasparente e rigoroso che chiunque può controllare la veridicità dei trasferimenti, sia domani che tra 50 anni, semplicemente ripetendo gli stessi calcoli di oggi.
Non c'è il rischio di non riuscire a verificare un pagamento perché il direttore della banca è andato in pensione; è tutto sempre verificabile.

È una rivoluzione importante, che non intacca il settore di mutui e prestiti, ma tutta la sfera dei pagamenti, piccoli o grandi che siano, in uno schema dove la figura delle banche viene meno.

Naturalmente oggi ad usare il software delle critpovalute non sono solo i programmatori, ma chiunque, compreso l'edicolante del trentino, tanto per fare un esempio italiano. Per il resto i programmi restano alla luce del sole, aperti al contributo di chiunque (si trovano sul portale https://github.com/), rafforzando quel concetto di libera iniziativa tra cittadini.

Il secondo concetto che ci portano le criptovalute è molto più tecnico ma ha conseguenze ancora più forti del primo. È il fatto che le criptovalute sono talmente "blindate" dal punto di vista informatico da renderle né sequestrabili né confiscabili. Significa che non c'è nessun modo di requisire le criptovalute che possiede un individuo, a meno che non sia lui che decida volontariamente di darle a qualcun altro. È un concetto che l'umanità non ha mai sperimentato, una sorta di quintessenza della proprietà privata. E il motivo è semplice: un bitcoin è di chi ne possiede la chiave privata, il codice con il quale si impartiscono gli ordini di pagamento, e nessun altro. Non esiste infatti una banca o un "signor Bitcoin" al quale rivolgersi per accedere al quel "conto corrente", nemmeno se si smarrisce la chiave di accesso. Se questo accade, il bitcoin è smarrito per sempre, nel senso che nessuno potrà mai più muoverlo da quell'indirizzo sul quale è memorizzato.

La pentola d'oro che nella commedia di Plauto il vecchio Euclione trova sotto il focolare domestico, qui non può essere scoperta così facilmente: riuscire a trovare la chiave privata che accede ad un bitcoin infatti è questione molto molto più complessa. C'è in gioco infatti un numero di probabilità grande quanto il numero di atomi che compone l'universo, tanto che i calcoli necessari per forzare la crittografia che usano le criptovalute richiederebbe un tempo di elaborazione di gran lunga superiore alla durata dello stesso universo. Anche avendo un PC milione di volte più veloce, sarebbe comunque un tempo largamente incompatibile con il tempo che le nostre vite ci mettono a disposizione. Ecco perché si dice che Bitcoin è protetto dalla matematica.

Quindi se non è forzabile né da un criminale né da un governo, questo conto corrente contiene una moneta che rappresenta una proprietà privata assoluta, visto che non c'è la possibilità né di coercizione né di esproprio. La conseguenza di queste monete tecnologiche impatta su alcune basi fondamentali del diritto e sta dando già filo da torcere a giuristi, tribunali ed avvocati. Un oggetto che stato e magistratura non possono né sequestrare né confiscare costringerà questi istituti a rivedere alcune loro posizioni.

Soprattutto perché andrà ad intaccare la loro fonte di sostentamento: le tasse. È curioso infatti come la maggior parte delle persone si preoccupi con una certa spasmodicità del pagamento delle gabelle. Una delle cose straordinarie che portano alla luce le criptovalute è la natura predatoria dello stato e degli istituti ad esso collegato. Sprechi, inefficienze e violenza sono tutte caratteristiche che stanno venendo riconosciute sempre di più anche da quegli strenui difensori di un apparato centrale. Non ha più scampo. La sua inevitabile bancarotta lo sta esponendo per quello che è: un sistema in cui la coercizione viene usata per appropriarsi della ricchezza di persone che l'hanno guadagnata onestamente. E le tasse, avendo raggiunto un livello che sta progressivamente erodendo il bacino della ricchezza reale, stanno diventando sempre più un simbolo di oppressione piuttosto che un simbolo di civiltà. L'illusione che il denaro estorto potesse essere usato per scopi nobili sta lasciando il posto alla realtà insita nel pagamento di questi oneri: paura, terrore, punizione, violenza, assassinio (sebbene la neolingua voglia classificarli come suicidi).

Se lo stato si suppone debba proteggere come i truffatori, perché agisce come quest'ultimi? Perché agisce come la mafia che finché si paga il pizzo tutto va bene, ma quando non lo si paga ecco che partono roghi e minacce? La civiltà ci ha insegnato che se qualcuno non partecipa ad una determinata attività la pena è l'esclusione, non la reclusione e la punizione. Sarà difficile emanciparsi dalla schizofrenia che finora ha attanagliato le menti della maggior parte degli individui, ma la legittimità di cui ha goduto finora lo stato sta scemando. E le criptovalute rappresenteranno il suo epitaffio. Esse stanno mostrando cosa sia davvero la libertà, la volontarietà e la possibilità di scelta; mentre invece le istituzioni pubbliche rispondono seminando paura e terrore. Prendersi la responsabilità dei propri errori è la quintessenza dell'essere adulti, mentre il paternalismo dello stato s'incentra sul far rimanere quanto più bambini possibili gli individui. Per i bambini c'è sempre bisogno di una figura di riferimento che li guidi, gli adulti invece possono decidere da loro quale strada percorrere.

Lo stato paternalista è quella facciata che instilla negli individui quell'incentivo a rimanere adolescenti, privi di responsabilità. Il cosiddetto "effetto scarica barile" non è altro che l'eredità di ciò che lo stato ha insegnato: abbandonare le responsabilità. Nessun colpevole definito, solo un ammasso informe di nome "società" finisce sotto le dita puntate delle persone, e così tutti cercano un free ride a spese degli altri. Che importa se tali comportamenti danneggiano gli altri? Ci sarà sempre lo stato paternalista a mettere una pezza eventualmente. Ma le criptovalute ribaltano questa consuetudine, evidenziando quanto sia salutare avere nelle proprie mani la responsabilità di ciò che si fa e se si commettono errori bisogna prendersi la responsabilità di aver sbagliato. Nessuna autorità superiore a noi stessi a cui appellarsi. Abbiamo conosciuto il nemico, e siamo noi; senza il nostro avallo lo stato non avrebbe potere.

Gli stati andranno in default sulle pensioni e sul welfare state. Questo è statisticamente inevitabile. Quando ciò accadrà, gli stati perderanno la loro legittimità. Perderanno molto di quello spirito di cooperazione che persuade i cittadini ad obbedire. Ci sarà una perdita di fiducia nel governo centrale. Il denaro e quindi l'autorità si sposteranno verso altre soluzioni. Ciò eroderà qualsiasi stato di polizia si voglia imbastire. Ma non ci sarà alcuno stato di polizia da erodere, c'è solo un labirinto burocratico cieco e scoordinato. Quasi tutto si sta muovendo verso una maggiore decentralizzazione. Ci sono un miliardo di siti web. Facebook consente alle persone di condividere le loro idee con cittadini che la pensano allo stesso modo. Non c'era Internet nella Germania nazista o nell'URSS sotto Stalin. L'URSS è stata abbattuta nel 1991 grazie ai FAX.

Oggi lo stato e l'apparato tributario possono essere abbattuti grazie alle criptovalute. Come? Basta semplicemente fare scambi con le criptovalute, abbandonando definitivamente le valute fiat. Il privilegio di stampare la valuta di riserva mondiale ha permesso agli Stati Uniti di deviare enormi quantità di risorse economiche verso attività non produttive, comprese guerre evitabili che non hanno prodotto alcun vantaggio per i contribuenti che le finanziano, un establishment militare sovradimensionato anche in tempo di pace, un welfare state gigantesco che non può sopravvivere senza sovvenzioni crescenti, prestiti garantiti dal governo in settori industriali divenuti improduttivi e un debito federale impagabile da $21,000 miliardi.

Queste distorsioni economiche rappresentano una mega-bolla che alla fine scoppierà, proprio come tutte le altre in passato, ma i risultati saranno molto più catastrofici a causa della dimensione relativa dei problemi. Con i tassi dei fondi federali ancora al di sotto del 2% ed i segni di una correzione già in atto, potremmo essere di fronte alla peggiore recessione nella storia degli Stati Uniti.

Votate, quindi, col vostro denaro; è l'unico modo in cui il vostro voto conta davvero. Fortunatamente il libero mercato è sempre un passo avanti alla pianificazione centrale e le criptovalute lo dimostrano. Credo che una lezione strategica di bitcoin sia questa: se si vogliono fare passi avanti graduali ma concreti e realistici nella direzione della libertà (cioè della difesa del principio di non aggressione) e quindi nella direzione della prosperità sostenibile, con lo stato non si ragiona; con lo stato non si discute; con lo stato non si tratta; lo stato non lo si riforma; non lo si migliora. Settore per settore, pezzo per pezzo, lo stato lo si forka, sviluppando una struttura di incentivi economici per farlo e un modo per essere incensurabili.

Se nel 2009, al posto dell'invenzione di bitcoin, ci fosse stato il migliore tentativo di fornire per vie politiche un'alternativa di mercato sostenibile al denaro di stato, queste alternative oggi sarebbero lo stesse che erano nel 2008: zero. Nel tempo, dopo che vari pezzi saranno stati protetti dall'azione coercitiva dello stato, e quando molte persone si saranno abituate a veder prosperare lo spontaneo processo di mercato in sempre più settori in cui questo era impedito da quell'azione, lo stato stesso potrebbe collassare da sé, senza fare troppo rumore.

È un fenomeno che l'economista Milton Friedman, seppure molto anziano, aveva predetto durante una famosa intervista del 1999: la possibilità per i cittadini di scambiarsi del denaro via internet senza passare per le banche e senza usare le valute fiat dello stato. In pratica Friedman predisse bitcoin con 10 anni di anticipo, rendendosi anche conto che tale novità tecnologica sarebbe stata anche "un problema" per i governi.

Sara una materia sul quale si apriranno dibattiti dall'esito tutto da scoprire.


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