Bibliografia

venerdì 11 maggio 2018

Il vaso di Pandora





di Francesco Simoncelli


Non è esagerato dire che siamo sulla soglia di un cambiamento epocale all'interno della società così come la conosciamo. Man mano che le scoperte tecnologiche fanno il loro corso, l'umanità sta scoprendo che molti dei miti spacciati da pensatori presumibilmente lungimiranti, altro non sono stati che elucubrazioni di individui consciamente o inconsciamente inneggianti un deus-ex machina capace di direzionare verso lidi di prosperità gli attori di mercato. Nonostante suddetta entità uber alles abbia mostrato la sua natura vorace e parassitaria, più e più volte, c'è ancora un numero consistente di persone che rifiuta l'idea di una sua dipartita. Soprattutto perché la considera prematura. Lo è? Il meccanismo che si è instillato nella società adesso è spinto principalmente dalla paura. Paura di perdere il posto di lavoro, paura di perdere la pensione, paura di perdere il sussidio, ecc. Ma anche dall'avidità: vivere alle spalle degli altri senza sforzarsi più di tanto senza sopravvivere. Questi sentimenti hanno giocato e giocano un ruolo fondamentale nell'attuale pensiero generale che conferisce forma alla volontà di permettere ad un apparato apertamente truffaldino e criminale di farla franca. Cosa sarebbe lo stato però senza giustificazioni "scientifiche" a supporto della sua esistenza?

La politica non è mai stata giochi di potere e ars retorica al suo massimo splendore. Essa è servita a intorbidire quanto basta la realtà per permettere ad una oligarchia di individui di perseguire un unico fine: vivere al massimo col minimo sforzo. Il gioco degli specchi messo in campo serviva solamente a creare una realtà alternativa a quella reale in grado di veicolare un messaggio semplice: senza il supporto di un apparato centrale, la natura avrebbe fatto il suo corso. Seppur inconsciamente, il primo darwinista sociale è stato Thomas Hobbes ed è questo aspetto che più fa presa sulle masse: la paura della morte. Senza l'esistenza di un salvatore in grado di diradare le nubi dell'incertezza terrena, la necessità della maggior parte delle persone di trovare conforto nei momenti difficoltosi è tanto oppressiva da volerla scaricare. Non tutti sono in grado di sopportare un simile peso, per quanto effimero possa essere in realtà, quindi lo cedono ben volentieri al primo imbonitore capace di catturare la loro attenzione con tre semplici parole: ho la soluzione.

Davvero? Sottomettere il proprio giudizio a quello altrui non è la soluzione, è solo un modo per scrollarsi di dosso preoccupazioni e responsabilità. Nel caso dell'apparato statale si giustifica l'esistenza di una delega ad una gerarchia di persone presumibilmente dotate di un intelletto superiore in grado di diramare quelle incertezze che una persona "normale" impiegherebbe molto più tempo a risolvere. In questo modo si metterebbe a repentaglio la vita e il benessere di tutti, creando ingiustizie e sofferenza. Di conseguenza, meglio affidare l'incarico a chi ha una visione chiara di cosa metter in atto. Era a questo che il darwinismo sociale diceva di porre rimedio: lo spreco. Hobbes gettò le basi, Malthus si eresse a profeta di sventura e infine Darwin suggellò entrambe le posizioni. Cos'è l'adattamento al sopruso se non un riflesso condizionato da questa mentalità che invoca la sottomissione del giudizio personale?

Solo lo stato è in grado di eliminare gli sprechi non pianificati. Da dove arrivano? Nei processi naturali e nel libero mercato. Lasciare al caso la responsabilità di governare processi altamente importanti per la sopravvivenza umana? Ci serve pianificazione, ci serve un piano. Il libero scambio è enormemente dispendioso. Infatti, il libero scambio è l'archetipo di tutti i processi del libero mercato, e i difensori del libero mercato, da David Hume e Adam Smith a Spencer, avevano usato il libero commercio per difendere l'idea della libertà del mercato. Pertanto, concludono i pianificatori centrali, la libertà nel mercato è un grande male sociale. Sarebbe come lasciare l'avanzamento della società nelle mani di "inesperti". Meglio avere competenza. Ma chi la giudica? Le elezioni quinquennali? Pezzo dopo pezzo, il libero mercato è stato smontato dai teorici della pianificazione centrale andando a sovvertire quello che la società stessa persegue da tempo immemore. Meccanismi di successo come il sistema profitti/perdite sono stati sovvertiti dalla prosopopea di coloro adibiti ad essere i latori della prosperità economica. Con il darwinismo sociale imperante, la via verso il paese di Cuccagna non sembrava tanto un'illusione.

Lo scopo legittimo dell'interferenza dello stato sarebbe stata quella di rendere le attività non redditizie! Pensate ai servizi gestiti dallo stato, i quali offrono tassi inferiori a quelli delle imprese private. Alla gente è stato insegnato a guardare con sospetto a quelle industrie estremamente lucrative, dal momento che le loro condizioni finanziarie dimostrano che sono condotte troppo negli interessi di dirigenti e azionisti e troppo poco in quelli del pubblico. Questo è diventato il principio guida di burocrati e delle imprese gestite dallo stato: le perdite testimoniano l'efficienza. Capite il dualismo schizofrenico che abbiamo di fronte? Ma la vera domanda è: come riusciamo a conviverci?

Il primo passo è affermare il vantaggio che si ha ad avallare questo percorso: i pianificatori centrali stanno lavorando per tutti noi. Sono i veri altruisti. Come sottolineato poco sopra, sottomettere le proprie facoltà di giudizio per scrollarsi di dosso preoccupazioni soverchianti ed affidarle a chi in grado di portarle, è stato considerato il modo accettabile con cui evitare la fatalità del destino. Ciononostante non avremmo dovuto preoccuparci di questa disparità, perché grazie all'istruzione pubblica questa disparità sarebbe stata superata. L'istruzione pubblica avrebbe reso molto più facile questa distribuzione della conoscenza. In altre parole, i pianificatori centrali, meglio rappresentati da scienziati e insegnanti, avrebbero elevato il livello di conoscenza e coscienza posseduto dalle masse. I pianificatori avrebbero lavorato per produrre una nuova evoluzione, e alle masse sarebbe stato permesso di partecipare a questa elevazione. Non sarebbero perite in un salto evolutivo naturale. C'erano due modi per elevare l'uomo:
  1. propagazione scientifica degli esseri umani (selezione artificiale);
  2. il cambiamento razionale dell'ambiente, il che significa un aumento della conoscenza umana.

Le scuole pubbliche sono quindi fondamentali in questo processo evolutivo. Sono gli agenti del cambiamento nella nuova evoluzione. Questo vuol dire egalitarismo... alla fine della fiera. Davvero le masse avrebbero infine raggiunto l'apice della conoscenza e diventare all'altezza dei pianificatori centrali? Ovviamente no. Ecco la perenne ambivalenza della teoria sociale di questi "evoluzionisti": la società ha bisogno di pianificazione e direzione, e la "società" è composta principalmente dalle "masse". Hanno bisogno di direzione. Hanno bisogno di una guida. Non possono ricorrere ai propri piani e metterli in pratica mediante il libero mercato. Ciò che c'è in gioco è troppo importante per essere lasciato alle masse incompetenti, agendo come individui in un libero mercato. Le masse non sono abbastanza intelligenti ed Aldous Huxley lo capì molto bene quando scrisse Brave New World. In esso descriveva le tecniche utilizzate da certi stati futuri per rendere la mediocrità più confortevole: droga, religione orgiastica e controllo centrale totale. L'obiettivo dell'uguaglianza dell'istruzione totale è un mito. Allora perché tale enfasi sull'istruzione pubblica? Controllo! Non tanto su quello che viene insegnato, ma su quello che può essere escluso dall'insegnamento. Ciò fornisce un controllo a livello inconscio sulle masse.

In fin dei conti, viene ripetuto che i pianificatori centrali sono dalla loro parte. Era il compito dei credenti nella pianificazione statalista diffondere tale vangelo, mettendo a proprio agio i proletari, facendo credere loro che sarebbe esistito "un domani" un Eden tutto per loro, non appena si sarebbe avverato il salto evolutivo dell'essere sociale. Ecco perché Gary North definisce una "religione" il marxismo. Ecco perché definisco una religione la pianificazione centrale statalista. La divinizzazione delle sue azioni e la veicolazione dei suoi precetti attraverso una casta sacerdotale (es. stampa generalista, scuole, ecc.), offre ai credenti la salvezza attraverso l'evoluzione conoscitiva in grado di elevarli in futuro al rango di prescelti. Ma solo seguendo gli insegnamenti veicolati dalla pianificazione centrale, che per quanto l'evidenza empirica dimostri siano sbagliati in realtà sono "giusti". Questo è dispotismo. Il risultato, sotto i nostri occhi, adesso, è uno stato totalitario.

Nonostante ciò, il più grande punto di forza dello stato totalitario si sta rivelando la sua più grande debolezza. L'ossessione della pianificazione centrale per i diritti ha piantato i semi della sua stessa scomparsa. Perché? Perché si è appropriato di qualcosa che non ha inventato, di conseguenza non può averne controllo. I diritti inalienabili (vita, libertà e ricerca della felicità), ad esempio, sono "scoperte" della filosofia morale e non dettati da autorità, e quindi possono essere usati per valutare (e possibilmente rifiutare) figure di autorità e stati. Essi sono necessari per creare un vero consenso, mentre invece i diritti di proprietà sono il prodotto di accordi consensuali stessi. Il loro potere di vincolare è basato esclusivamente sul potere concesso loro dall'individuo. Questi diritti sono il prodotto di "regole" che devono essere concordate per entrare in una comunità, e possiamo immaginare molti diversi tipi di regole e strutture organizzative che sarebbero moralmente ineccepibili, anche se funzionalmente diverse. In altre parole, un diritto di proprietà obbliga gli altri membri di una società a rispettare determinate regole.

La loro assegnazione è in gran parte arbitraria. Prendiamo, ad esempio, la ripartizione dei diritti di proprietà tra allevatori di bestiame e agricoltori. L'allevatore di bestiame dovrebbe poter lasciare libero di pascolare il suo bestiame e gli agricoltori dovrebbero essere liberi di recintare la loro terra, o gli allevatori dovrebbero essere costretti a recintare il loro spazio entro cui pascola il bestiame? Entrambe le regole funzionerebbero, ma è importante che esse siano abbastanza chiare da consentire alle persone di formulare aspettative su come agiranno i loro vicini e su ciò che la comunità sarà in grado di imporre. Inoltre, una volta che le persone iniziano a fare affidamento sulle regole, come l'acquisto di terreni per uno scopo specifico, modifiche improvvise alle regole vengono percepite come una violazione del contratto e scatterebbe la necessità di venire risarciti.

I diritti socialmente definiti come i diritti di proprietà sono virtuali per natura. Se questo è vero, allora come facciamo a sapere chi possiede veramente cosa? Esistono una serie di meccanismi: per molti articoli di uso quotidiano, possedere un oggetto è l'unica indicazione di proprietà (ad esempio, non esiste un registro nazionale sulle penne che tiene traccia della proprietà e del trasferimento delle stesse). Per altri articoli esistono documenti formali ufficiali che possono essere utilizzati come prova di proprietà. Oppure la proprietà potrebbe essere registrata da un'autorità in un database centralizzato, come in un catasto. Malgrado ciò, i diritti di proprietà sono molto più che la proprietà di un oggetto; sono regole sull'uso e sull'accesso. Ad esempio, un proprietario di un appezzamento di terreno potrebbe vendere i diritti minerari (il diritto di accedere e rimuovere determinate risorse, come l'argento) pur mantenendo la proprietà del terreno. Il proprietario di un appartamento potrebbe affittarlo e rinunciare al proprio diritto di entrare e utilizzare l'appartamento per un certo periodo di tempo. Pertanto i diritti di proprietà non riguardano solo la registrazione dei titoli di proprietà; ci richiedono di registrare a chi è stato concesso l'accesso o l'utilizzo e in che modo.

Sono necessarie almeno tre cose per creare un sistema utilizzabile di diritti di proprietà:
  1. un modo per creare regole socialmente definite che siano abbastanza chiare da essere comprese da tutti e abbastanza coerenti da farvi affidamento;
  2. un modo per registrare tali regole e chi possiede quali diritti, in modo da verificare che vengano utilizzate come promesso;
  3. un modo per far rispettare le regole.

Le regole che costituiscono i diritti di proprietà devono corrispondere alle azioni intraprese nella vita reale. Non ha senso avere un insieme formale di regole se vengono ignorate. Devono essere compatibili con il modo in cui le persone organizzano le loro vite, poiché esistono abitudini locali e standard formali: un ambiente con set di regole completamente diverse sarà difficile da comprendere, mentre gli standard formali (che possono essere facilmente compresi dalla maggior parte delle persone) potrebbe non catturare le sfumature a livello locale. Come si può, quindi, estendere la disponibilità dei diritti di proprietà al resto del mondo? Esiste qualcosa in grado di aiutarci? Esiste: la blockchain. Ma cosa rende l'uso di una blockchain diverso dal semplice utilizzo di un database statale? C'è qualcosa in più nella tecnologia blockchain della semplice digitalizzazione dei dati?

La tecnologia blockchain può consentire il trasferimento sicuro dei titoli di proprietà senza l'uso di un'autorità centrale. Il trasferimento del titolo di proprietà può avvenire senza un intermediario, in modo completamente decentrato, con l'uso di semplici smart contract. Nessun dipendente statale deve archiviare e aggiornare i dati e la proprietà del titolo può essere facilmente verificata con le firme digitali. Questa è l'essenza per scardinare, una volta per tutte, quella ridicola affermazione risalente ad Hobbes secondo cui solo lo stato può rendere credibili e affidabili i contratti.

Gli smart contract sono un nuovo meccanismo per far rispettare le promesse, permettendoci di onorare impegni presi l'uno con l'altro su una blockchain, compresi gli impegni con estranei in altri Paesi. Gli smart contract sono attualmente applicati al di fuori della legge, al di fuori delle giurisdizioni legali, senza una loro applicazione da parte dello stato. Dato che le nostre giurisdizioni legali sono principalmente legate alla posizione geografica, e molti Paesi hanno istituzioni legali fragili o inaffidabili, questo rappresenta un enorme progresso sociale. Significa che, data una connessione Internet, qualcuno proveniente da uno dei Paesi più poveri del mondo può fare affari e stringere impegni credibili con qualcuno in Europa con la stessa facilità con cui gli europei avrebbero potuto fare con lui. Creando fiducia dove prima non c'era, il mondo sarà aperto come mai prima d'ora.

L'idea degli smart contract è nata a metà degli anni '90, quando Nick Szabo pubblicò una serie di articoli che spiegavano il loro potenziale. Come un distributore automatico, gli smart contract sono paragonabili a macchinari che distribuiscono l'applicazione di qualcosa. Invece di usare macchinari fisici, gli smart contract sono letteralmente codice informativo che gira su una blockchain, una specie di libro mastro aperto e distribuito sui computer di migliaia di utenti e che non ha autorità centrale. Contrariamente al loro nome, gli smart contract non hanno nulla a che fare con l'intelligenza artificiale. "Smart" si riferisce alla loro qualità di applicazione. Sono immutabili, il che significa che il codice di default non può essere modificato. Ai fini del contratto, questa è una buona cosa, poiché è impossibile rompere una promessa se non si ha la possibilità di farlo.

Tuttavia questa immutabilità rappresenta una sfida speciale per i programmatori. Tutto il codice ha dei bug e il codice che non può essere modificato deve essere scritto attentamente per cercare di minimizzare il numero di errori, poiché i bug non possono essere corretti a fatto avvenuto. Questo per dire che elaborare uno smart contract equivale a cercare di scrivere codice informatico per la NASA: la forma corretta è molto importante e le conseguenze del codice errato possono essere disastrose.

Uno smart contract potrebbe essere semplice come un trasferimento di denaro da un conto a un altro dopo un certo periodo di tempo, o potrebbe essere molto complicato. Tuttavia, una delle principali limitazioni è che gli smart contract possono trasferire solo le risorse digitali definite su una blockchain, come le criptovalute. Questo potrebbe sembrare un ostacolo dato che le criptovalute non sono ancora ampiamente accettate, ma trasferire denaro in base a determinate condizioni è tutto ciò che costituisce la maggior parte dei contratti oggi. Inoltre, anche i contratti che includono azioni con oggetti fisici possono potenzialmente essere applicati mettendo in atto obbligazioni che andranno perse se la promessa non viene mantenuta. Un altro limite è che gli smart contract non possono accedere a informazioni esterne a meno che non siano scritte sulla blockchain. Ad esempio, uno smart contract da solo non ha accesso ai dati meteorologici. Per creare un contratto sulla temperatura, ad esempio, deve esserci una terza parte che prelevi i dati da un'API meteo e li scriva sulla blockchain in un modo accessibile ad altri utenti.

Sebbene la tecnologia degli smart contract sia ancora in fase embrionale, ci permette di prendere impegni con altri individui senza la supervisione di un'entità terza (lo stato), qualcosa che molti, per centinaia di anni, hanno ritenuto impossibile. Nei prossimi decenni gli smart contract daranno alle persone di tutto il mondo il potere di stringere accordi tra loro e quindi di trasformare la vita di milioni di persone. Internet, che molti hanno inizialmente paragonato ad uno "stato di natura", è riuscito a generare rispettabilità ed affidabilità attraverso un processo evolutivo che sta premiando la libertà. Il darwinismo sociale è una bufala, lo è sempre stato. Le tesi di Hobbes sugli individui erano una bufala. L'uomo non si adatta, l'uomo trasforma ciò che lo circonda per cercare di vivere meglio. L'unico "adattamento" possibile è quello nei confronti di una trasformazione altrui; ma se poi tale condizione risulta nociva, è possibile lasciarla. Non si può avere controllo su ciò che non si è inventato in prima istanza, e la pianificazione centrale non ha inventato nulla. Ecco perché sta perdendo. Ecco perché alla fine prevarrà sempre la libera interazione.

Il vaso di Pandora è aperto, ma i guai sono tutti per la pianificazione statale.


10 commenti:

  1. Mi vengono.molti dubbi su alcuni paragrafi.
    Lo stesso liberalismo ha delle organizzazioni che pianificano le azzioni e i scambi, anche se non cosi grandi come lo stato.
    Se non ci fosse la scuola publica e la gente non puo accedere alla istruzione privata per raggioni economiche, che si fa? Gli lasciamo analfabeti le masse? Chi fa giustizia in caso di truffe, che non sono poche da parte dei lobby dei ricchi? Ho l'impressione che sarà un farwest. Molti per non dire la maggior parte dei ricchi sono ladri truffaldini e guerrafondai ( vedi Bush, Trump i bildenberg ecct. Sono solo individui come quelli che formano uno stato.Che aggiscono secondo piani firse molto più lunghi che un piano quinquennale e fato di nascosto. Secondo me sia il liberalismo che il centralismo aggiscono nello stesso modo, solo che anche se un una minima parte, il centralismo un po fa per le masse.
    Scusa la mia ignoranza in economia

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    1. Diana...lo stato deve fare il meno possibile...la scuola pubblica ormai deteriorata deve lasciare il passo alla unschooling, homeschooling,scuola parentale,alla naturale azione umana in tal senso...già sta accadendo.

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  2. Immagina una blockchain statale...
    Non sia mai!

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  3. Sono certo che all'ineluttabile collasso, risponderanno con ulteriori repressioni, che per eterogenesi dei fini non faranno altro che accelerarlo. In ogni caso si va verso il socialismo, purtroppo le masse non comprenderanno ancora una volta, le responsabilità dei "pianificatori", come li definisce il Dott. Simoncelli in questo splendido articolo.

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  4. Se mettevo i soldi in borsa non perdevo potere d acquisto....perché inutile dire che bisogna guardare quello e non il prezzo quando si compra oro a 1800 dollari l oncia si perde sia in potere d acquisto che valore nominale caxxo14 maggio 2018 alle ore 10:04

    Intanto la sentenza dell'agenzia delle entrate ha stabilito ieri che le criptovalute siano esenti iva, dunque non siamo sempre complottisti, se ci fosse stato un controllo socialista non si sarebbe raggiunta questa decisione....a volte essere troppo complottisti fa perdere molte occasioni...vedi chi in questi anni ha triplicato i propri risparmi o chi con i btp ha continuato a prendere cedole.....e chi ha comprato oro e argento? Siamo meno sognatori e piú pragmatici.....

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    1. Caro troll composto unicamente di nauseante materia organica marrone,

      Dato per assodato il vastissimo vuoto normativo attualmente in vigore nell'italica chiavica, l'agenzia delle entrate - il cui acronimo non a caso riecheggia il regno dei morti dell'antica Grecia - può solo emettere pareri vincolati da richiesta per tramite di interpello.
      In altre parole quello che l'agenzia funebre delle tasse esprime riguarda, al momento, esclusivamente il soggetto che si sia volontariamente prestato alla sodom... richiesta di informazioni.

      Qui nessuno è complottista: semplicemente si prende nota che da una parte si ha un potere menzognero e omicida fin dal principio, dall'altra una massa di materia organica come quella su descritta che non sa cosa fare della propria inutile vita.

      Nel mezzo qualcuno, in verità pochi, che cerca di fare chiarezza.

      R.G.

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  5. Cosa garantisce il rispetto dei termini del contratto quando , per qualsivoglia ragione, vengono elusi, male-interpretati, collusi, non implementati ? Posso comprare metalli preziosi e pagarli in Cripto-currency, ma cosa accade quando affitto un time share , e quando vado lo trovo occupato ? mi rendono la cripto currency impiegata per il pagamento, benissimo , e il costo di essere andati li' a vuoto ?

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    1. Può sovvenzionare quei progetti che si interessano a migliorare questi aspetti (e ce ne sono) invece di chiedere lumi ad una singola persona che, ovviamente, a livello tecnico è incapace di rispondere a tali quesiti.

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