giovedì 5 aprile 2018

Come l'Estonia è diventata uno dei Paesi più ricchi dell'Europa orientale





di Luis Pablo de la Horra


La domanda sul perché alcuni Paesi sono ricchi e prosperi, mentre altri sembrano condannati al flagello della povertà, è vecchia di secoli. Molti fattori sono stati ritenuti determinanti per quanto riguarda la prosperità: geografia, cultura, storia, ecc.

Sin dalla pubblicazione nel 1776 de La ricchezza delle nazioni, sappiamo che le istituzioni politiche ed economiche svolgono un ruolo decisivo in questo senso. Il libero commercio, un quadro giuridico affidabile che protegge la proprietà privata ed i contratti, e il denaro sonante sono condizioni necessarie affinché i Paesi possano prosperare.

L'emergere e il consolidamento di istituzioni che stimolano la crescita ha impiegato centinaia di anni in Paesi come il Regno Unito e gli Stati Uniti. Tuttavia, negli ultimi decenni abbiamo visto che le politiche giuste possono accelerare significativamente lo sviluppo economico.

L'Estonia è un esempio paradigmatico.



La storia dell'Estonia

Il 20 agosto 1991, l'Estonia ha ottenuto la sua indipendenza dopo 51 anni sotto il giogo del comunismo. Il Paese fu dapprima occupato dall'esercito rosso nel giugno 1940 sotto l'egida del patto di non aggressione tedesco/sovietico, in base al quale i due stati totalitari dividevano l'Europa orientale in sfere d'influenza. Un anno dopo, l'esercito nazista invase l'Unione Sovietica, occupando l'Estonia fino al 1944, quando i sovietici riconquistarono il Paese. L'instabilità politica in Unione Sovietica durante i primi anni '90 ha accelerato il ripristino della democrazia nel Paese baltico.

Sin dal primo giorno il nuovo governo si è impegnato in riforme orientate al mercato, le quali hanno gettato le basi per una transizione dal socialismo al capitalismo. L'agenda politica comprendeva la riforma monetaria, la creazione di una zona di libero scambio, un bilancio in pareggio, la privatizzazione delle società statali e l'introduzione di una tassa piatta sul reddito.

Uno degli architetti di questo programma pro-mercato è stato Mart Laar, primo ministro estone per due periodi: 1992-1994 e 1999-2002. Laar ha sostenuto che si è ispirato al bestseller di Milton Friedman, Free to Choose, per attuare il suo ambizioso piano di riforma di libero mercato.



Queste riforme hanno aperto la strada all'incredibile aumento del tenore di vita che l'Estonia ha vissuto dopo l'indipendenza. Oggi l'Estonia è considerata un Paese ad alto reddito dalla Banca Mondiale ed è membro dell'Unione Europea e dell'Eurozona. Il potere d'acquisto degli estoni è aumentato del 400% negli ultimi due decenni, nonostante il grave impatto che la crisi finanziaria del 2008 ha avuto sulle economie del Baltico. Inoltre l'aspettativa di vita si è spostata da 66 anni nel 1994 a 77 anni nel 2016.

L'Estonia è tra i primi Paesi in termini di libertà economica. Le finanze pubbliche sono buone, come dimostrato dal fatto che il debito pubblico è solo il 9.5% del PIL. In termini di mercato del lavoro, l'Estonia ha un tasso di disoccupazione del 5.3%, ben al di sotto della media UE. Infine l'efficiente ed attraente sistema fiscale aziendale (i profitti non distribuiti non sono tassati) ha reso l'Estonia un centro mondiale per le società high-tech, aumentando gli investimenti esteri e la crescita economica.



Rispetto alle altre ex-repubbliche sovietiche, i progressi dell'Estonia sono ancora più sorprendenti. In termini di reddito aggiustato al PPP, l'Estonia è al primo posto rispetto a Paesi come la Russia o la Lettonia, e ben al di sopra del reddito medio. Lo stesso dicasi per altri indicatori come l'aspettativa di vita o il tasso di mortalità infantile, in cui l'Estonia dimostra che il progresso economico ha un impatto reale sugli standard di vita delle persone.

L'Estonia è l'esempio vivente del fatto che il progresso umano è strettamente legato alla libertà economica. Tuttavia, ce ne sono molti altri. I Paesi che non molto tempo fa erano estremamente poveri stanno abbandonando il fango del sottosviluppo e stanno abbracciando la prosperità grazie al capitalismo. Le ricette per la crescita economica e il progresso sono note. L'unica cosa che possiamo fare è spargere la voce in modo che tutti i Paesi abbiano l'opportunità di migliorare i loro standard di vita come l'Estonia ha fatto nei primi anni '90.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://francescosimoncelli.blogspot.it/


1 commento:

  1. Bellissima testimonianza. Peccato però che in certi Paesi (Italia in primis) le sole parole "capitalismo", "libero mercato", "libertà economica", "privatizzazione" ecc... siano considerate non solo parolacce, ma dei veri e propri crimini. Chi le pronuncia è destinato a subire la gogna mediatica in brevissimo tempo. Persino tra persone comuni, tra amici e conoscenti, chi fa discorsi del genere viene deriso e umiliato.

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