venerdì 23 marzo 2018
Il canto del cigno delle banche centrali, Parte 3
di David Stockman
I dati in entrata hanno mostrato a gennaio un tasso annualizzato dell'IPC al 6.7% e un -3.1% su base annua per le vendite al dettaglio.
Se non è stagflazione questa...!
Infatti anche se non si fa riferimento ai dati mensili mal aggiustati, è difficile sostenere la tesi di una ripresa economica anche su base annua.
Le vendite al dettaglio nominali a gennaio sono aumentate del 3.0% su base annua, mentre l'IPC è arrivato al 2.1%. Quindi, se i consumatori sono l'essenza della prosperità keynesiana, dove sono?
Certamente il misero aumento dello 0.9% nella spesa reale al dettaglio da gennaio 2017 ci ricorda la loro assenza.
Inutile dire che le tendenze sottostanti non si adattano minimamente alla narrativa mainstream ottimista. Come accennato alcuni giorni fa, la crescita dei salari orari per l'80% della forza lavoro considerata come "dipendenti di produzione e non-supervisori" è cresciuta solo del 2.4% a gennaio, mentre l'IPC è arrivato al 2.1%.
Quindi, con il tasso di risparmio delle famiglie che è ora precipitato a solo il 2.4%, al minimo storico, come si ottiene un boom delle spese per i consumi con una crescita dei salari annui dello 0.3%?
Come fa il nuovo presidente della FED a giustificare l'operato della Yellen (e anche quello di Bernanke), a definirlo uno splendido lavoro nel ripristino della prosperità e della piena occupazione, e che queste politiche devono essere proseguite in futuro?
Il grafico qui sotto, ovviamente, raffredda tutta questa euforia mainstream. Negli ultimi 17 anni, i guadagni settimanali medi reali della forza lavoro di base – uomini di 25 anni e oltre – non sono aumentati di un solo centesimo (in realtà sono in calo da $407 a $406 a settimana in dollari costanti del 1982).
Anche se il bilancio della FED è salito alle stelle e il valore degli asset finanziari delle famiglie è quasi triplicato sin dal 1997, gli stipendi dei lavoratori sono rimasti al palo.
Quindi non siamo inclini a definire ottimistica la seguente immagine, o una misura del successo della banca centrale. Invece indica le fondamenta in putrefazione di un'economia capitalista un tempo prospera, la quale è stata distrutta dalla finanziarizzazione e dalla speculazione senza freni – gli unici prodotti del sistema bancario keynesiano.
Ciononostante, la trasformazione orwelliana di Powell dell'insuccesso in un successo non è semplicemente un colpo di stato da parte dell'Eccles Building: tutta Wall Street ci crede, e le eclatanti bolle finanziarie della FED si basano su questa retorica.
Ma questa gente è praticamente cieca di fronte a queste evidenze, perché fanno cherry-picking dei dati e non analizzano le tendenze sottostanti e i livelli economici assoluti. Ad esempio, ci sono stati numerosi episodi di presunta "accelerazione della crescita dei salari" dal picco delle dotcom, ma erano ovviamente tutti rumori transitori, a significare solo $1 a settimana di guadagni reali.
Non solo: i principi finanziari fondamentali sono stati gettati nella pattumiera della storia molto tempo fa, a favore degli applausi per qualsiasi politica insensata di Washington che potrebbe dare il via a diversi "dati in entrata" apparentemente ottimisti per alcuni mesi o trimestri; e senza alcun riguardo per le conseguenze negative a lungo termine della stampa dilagante di denaro e dell'eccesso fiscale.
Dopo tutto, chi sano di mente penserebbe che la politica fiscale più asinina nella storia moderna – una gigantesca riduzione delle tasse e un aumento della spesa che porterà il deficit nell'anno fiscale 2019 a quasi il 6.0% del PIL – possa far bene all'economia e al mercato azionario?
Questo è soprattutto vero quando si pensa al modo in cui tale politica è stata messa in atto. Riflette l'irrazionale slancio legislativo di una banda di parlamentari del Congresso che hanno tradito ogni parvenza di rettitudine fiscale nel cosiddetto partito conservatore, al fine di isolarsi politicamente dall'inquilino nello Studio Ovale.
Inoltre hanno ucciso (politicamente) gli ultimi falchi tra le loro fila – Rand Paul e il Freedom Caucus.
Detto in altri termini, il settore bancario centrale keynesiano ha generato ciò che equivale al culto fanatico del mercato azionario e una risultante cultura finanziaria corrotta.
Così, durante l'ultima iterazione di ottimismo nel 2007, i capi della FED e le teste di legno di Wall Street si espressero con enfasi sui "forti" dati in entrata e sull'assenza di squilibri economici che avrebbero potuto interrompere la festa. E se pensate ai tassi di cambiamento mensili e trimestrali senza contesto, tutto stava davvero andando alla grande.
A metà del 2007, il PIL reale era ancora in aumento ad un ritmo del 2.3% su base annua e la crescita dell'occupazione era rimasta costante, con un aumento annuale dall'1.2% all'1.6%.
Tranne che suddetta situazione non era sostenibile e l'immagine qui sopra non aveva importanza. Infatti tale grafico riflette più o meno la condizione normale di un'economia capitalista. I salari crescono costantemente grazie agli aumenti della popolazione, al miglioramento della produttività e agli impulsi di ricerca della ricchezza integrati nel libero mercato.
Ma la crescita capitalista deve inevitabilmente essere interrotta quando la politica statale crea bolle finanziarie insostenibili, eruzioni economiche artificiali ed investimenti in perdita. E, inutile dirlo, era esattamente quello che stava succedendo durante la baldoria di Wall Street a metà 2007.
Il fatto è che i salari, il debito delle famiglie e i prezzi delle case erano insostenibili. A giugno 2007, le retribuzioni orarie nominali erano aumentate solo del 26% dal gennaio 2000. Per contro, l'indice dei prezzi immobiliari Case-Shiller era aumentato dell'81% e il debito delle famiglie era esploso di quasi il 110% in appena sette anni.
In una parola, le tendenze nel grafico qui sotto erano infinitamente più importanti dei delta a breve termine insiti nell'ottimismo del grafico sopra. È insostenibile un debito che cresce 4 volte più velocemente del reddito.
Ahimè, la bolla immobiliare e del debito raggiunsero il loro asintoto pochi mesi dopo e il castello di carte della FED crollò. In breve tempo, l'ottimismo economico della metà del 2007 si trasformò nella disastrosa immagine qui sotto.
Eppure né la FED né Wall Street lo videro arrivare. Le dichiarazioni della FED subito dopo il crollo della Lehman nel settembre 2008, ad esempio, avevano seri dubbi sul fatto che fosse persino iniziata una recessione.
Questo ci riporta al difetto fondamentale nel settore bancario centrale keynesiano: ora che le famiglie hanno raggiunto il Picco del Debito e i piani alti delle grandi aziende americane sono state trasformati in giunti dell'ingegneria finanziaria, la sua formula brevettata di falsificazione del costo del denaro e del debito non funziona più su Main Street; essa gonfia solo i prezzi degli asset finanziari e alimenta la speculazione implacabile e l'invenzione di bombe ad orologeria finanziarie – come gli ETF doppiamente short e le operazioni a parità di rischio per i vari Ray Dalio del mondo.
Alla fine le bolle e le bombe ad orologeria finanziarie – che non hanno alcun valore economico aggiunto e non emergeranno mai in un libero mercato – scoppieranno. Questo ciclo inesorabile, a sua volta, innescherà il panico tra i piani alti delle gandi aziende affinché riducano i prezzi delle azioni e salvino i valori delle stock option mediante ampie "azioni di ristrutturazione" (liquidazione massiccia di posti di lavoro, scorte, asset a reddito fisso e operazioni di fusione & acquisizione).
Inutile dire che è esattamente dove siamo ora. La finanziarizzazione dell'economia statunitense ha continuato ad intensificarsi e ora ha raggiunto proporzioni orribili. Considerando che il valore totale del debito e del capitale netto del settore finanziario (banche, broker, GSE, compagnie assicurative, fondi comuni d'investimento, REIT ecc.) era tradizionalmente pari a 1.5-2.0X il PIL, e aveva raggiunto il 3.5X alla vigilia della crisi finanziaria, ora ammonta a oltre $100,000 miliardi e supera il PIL del 5X.
Di conseguenza, il settore finanziario equivale ad un pericoloso e grasso tricheco economico in attesa di cadere sull'economia di Main Street.
La tempesta perfetta si sta avvicinando: (1) l'esplosione di enormi deficit fiscali durante la fase finale di un ciclo economico; (2) un massiccio QT (quantitative tightening) da parte di banchieri centrali keynesiani ipnotizzati dalla loro stessa propaganda e dall'illusione dell'ottimismo economico; e (3) più di tre decenni di deterioramento strutturale di Main Street che ha portato il tasso di risparmio nazionale netto quasi a zero.
In una parola, l'abbandono generalizzato della responsabilità fiscale da parte di Washington non poteva arrivare in un momento peggiore. Ha ammazzato il tasso di risparmio nazionale, il quale si sta rapidamente dirigendo verso territori negativi.
E questa è una condizione che è storicamente fuori dagli schemi e che è ancora meno sostenibile rispetto al prezzo delle abitazioni e al boom del debito che ha preceduto la Grande Crisi Finanziaria.
Due decenni fa (1997), il tasso di risparmio delle famiglie era ancora ad un rispettabile 7.0% del reddito personale disponibile, e ammontava a $366 miliardi in dollari nominali. Allo stesso modo, i risparmi netti delle imprese ammontavano a $279 miliardi, mentre il disavanzo (deficit) del governo era di appena $105 miliardi o il -1.0% del PIL.
Di conseguenza, il risparmio nazionale netto era di $540 miliardi, pari al 6.7% del reddito nazionale. Al contrario, sia i risparmi delle famiglie sia i risparmi delle imprese oggi sono diminuiti drasticamente rispetto al reddito nazionale, mentre il "non risparmio" pubblico ha totalizzato $806 miliardi o il 4.2% del reddito nazionale.
Inoltre, quando il disavanzo federale salirà a $1,200 miliardi l'anno prossimo e si sommeranno i deficit statali e locali al totale, i $1,500 miliardi risultanti non potranno essere compensati da imprese e famiglie. Anche se i risparmi delle famiglie non si deteriorassero ulteriormente (il che rappresenterebbe una magra copertura per la spesa per consumi), il risparmio congiunto di famiglie ed imprese ammonterebbe a soli $1,200 miliardi.
Inutile dire che ci sarà solo un modo per colmare il divario: i rendimenti aumenteranno al fine di ottenere maggiori risparmi e scoraggiare gli investimenti lordi.
A dire il vero, è abbastanza certo che Powell non ha idea di cosa abbia in serbo per lui il tasso di risparmio nazionale. Egli è incantato dall'ottimismo economico ed insieme ai suoi servi è deciso a rimpolpare le opzioni a disposizione della FED e a ridurre il suo bilancio elefantiaco.
Infine il QT rafforzerà il dollaro rispetto alle altre principali valute, le cui banche centrali stanno adottando lo stesso sentiero della FED.
Detto in modo diverso, le altre banche centrali e le autorità sovrane potrebbero vendere dollari, direttamente o indirettamente, per evitare che le loro valute crollino. Di conseguenza, come affronteremo nella Parte 4, anche il finanziamento off-shore dell'economia statunitense raggiungerà probabilmente la sua data di scadenza.
Proprio alla vigilia della crisi finanziaria, l'economia statunitense ha preso in prestito $6,000 miliardi dall'estero. E questa è sicuramente un'altra insostenibilità in agguato sotto la placida superficie dell'ottimismo economico 2.0.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://francescosimoncelli.blogspot.it/
=> Cliccate il seguente link per leggere la Parte 1: https://francescosimoncelli.blogspot.it/2018/03/il-canto-del-cigno-delle-banche.html
=> Cliccate il seguente link per leggere la Parte 2: https://francescosimoncelli.blogspot.it/2018/03/il-canto-del-cigno-delle-banche_21.html
=> Cliccate il seguente link per leggere la Parte 4: https://francescosimoncelli.blogspot.it/2018/03/il-canto-del-cigno-delle-banche_26.html
=> Cliccate il seguente link per leggere la Parte 5: https://francescosimoncelli.blogspot.it/2018/03/il-canto-del-cigno-delle-banche_28.html
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