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mercoledì 21 febbraio 2018
Sprecare tempo e denaro: nessuno comprerà lo tsunami di bond in arrivo
di David Stockman
L'economia americana sta vacillando non tanto per una bassa spesa in infrastrutture, quanto per il debito eccessivo -- $67,000 miliardi tra debito pubblico e privato totale, per essere precisi. Sembra quindi che i bond vigilantes stiano tornando dopo 24 anni di letargo proprio nel momento giusto.
Come se l'imminente collisione per l'anno fiscale 2019 tra $1,200 miliardi di nuovi debiti del Tesoro USA e la campagna obbligazionaria (QT) da $600 miliardi della FED il prossimo ottobre non fossero sufficienti, ora si dice che la prossima State of the Union (SOTU) esporrà un piano infrastrutturale di spesa da $1,700 miliardi.
Con oltre $1,000+ miliardi di deficit che già rimbombano nelle sale di Capitol Hill, l'idea stessa di un massiccio prestito finanziato dal debito e spese per 104 mesi durante un'espansione del ciclo economico è pura follia.
E non credeteci sulla parola. Con il breakout di questa mattina al 2.72% sul decennale USA, è molto probabile che sia iniziata la fuga precipitosa dalle obbligazioni.
Per esempio, il più grande trade mai inventato finora è stato il front-running coi pronti contro termine (cioè, il 95% del denaro preso in prestito) per scendere in campo nella massiccia campagna di acquisti obbligazionari ordita dalle banche centrali: il costo di carry era gratuito, il prezzo delle obbligazioni era sicuro che salisse, i segnali della politica delle banche centrali erano chiari e attraverso di essi tutti i trader di obbligazioni hanno dormito sonni tranquilli.
Vale a dire, oltre ai $20,000 miliardi dell'offerta di obbligazioni che le banche centrali hanno eliminato dal mercato con crediti creati dal nulla sin dal 1995, migliaia di miliardi di più sono stati assorbiti dagli speculatori con una leva finanziaria con cui compravano oggi ciò che le banche centrali avrebbero comprato domani.
Inutile dire che la doppia levitazione del prezzo delle obbligazioni è finita. Con le banche centrali che liquidano rapidamente i loro acquisti di obbligazioni, gli smart money stanno per fare la loro mossa. Cioè, vendere ciò che le banche centrali keynesiane venderanno, mentre queste ultime si disperano per rimpicciolire i loro bilanci e cercano di creare spazio di manovra per combattere la prossima recessione.
A tal fine, val la pena di notare che il rendimento del decennale è ora raddoppiato dal suo minimo di chiusura di tutti i tempi registrato il 5 luglio 2016. Dopo essere passati da un rendimento del 15.86% a settembre 1981 a uno dell'1.36%, possiamo dire questo: un calo del rendimento del 92% in 37 anni ha definito un'era aberrante che ha praticamente distrutto una determinazione onesta dei prezzi nei mercati obbligazionari.
Né gli algoritmi di trading né i venditori di fumo di Wall Street hanno finora mai conosciuto un periodo prolungato di aumento dei rendimenti.
Hanno operato per tutta la vita in mercati dove massicci e costanti acquisti di obbligazioni da parte delle banche centrali hanno deformato qualsiasi dinamica ordinaria nei fondamentali della domanda e dell'offerta. Di conseguenza gli abitanti delle odierne bische clandestine non conoscono una "determinazione onesta dei prezzi" e non possono immaginare uno scenario in cui le banche centrali non coprono loro le spalle.
Ma questo è esattamente il motivo per cui uno "shock dei rendimenti" è imminente. Infatti arriverà un cosiddetto cigno nero con una tonalità di arancione però; Il SOTU di Trump potrebbe essere l'ago che l'attuale bolla finanziaria sta cercando dall'8 novembre 2016.
Nell'attuale scenario irreale, non ci vorrà molto per innescare una svendita nel mercato delle obbligazioni che infine farà crollare l'intero castello di carte alimentato dal debito.
In questo contesto, abbiamo anche scommesso sul fatto che il grafico qui sotto non è mai stato visto all'interno della Casa Bianca. A differenza delle fantasie che vengono messe in campo da vecchi dinosauri come Steve Forbes e Stephen Moore, questo grafico parla della vera economia del nostro tempo.
A gennaio 2017 le principali banche centrali stavano risucchiando i titoli dall'offerta delle obbligazioni ad un ritmo annuo di $2,100 miliardi, iniettando uno tsunami di denaro nei casinò azionari che poi è finito in titoli societari, obbligazioni spazzatura, ETF, short vol trade e speculazioni ancora più rischiose.
Ma con la FED che ora sta scaricando il suo bilancio a $20 miliardi al mese, il ritmo di acquisto delle obbligazioni da parte della banca centrale è già sceso a $1,500 miliardi l'anno. Inoltre entro la fine dell'anno questi ultimi diventeranno a malapena $300 miliardi su base annua, dato che la FED aumenta la sua vendita di obbligazioni di $10 miliardi al mese ogni trimestre e, come confermato da un membro di spicco del consiglio della BCE questo fine settimana, la zona Euro la farà finita col QE entro settembre.
In breve, tra un anno il bilancio collettivo delle banche centrali del pianeta si ridurrà per la prima volta nella storia moderna.
Infatti le cattive notizie per le obbligazioni continuano ad arrivare a frotte. L'esuberanza della spesa natalizia da parte delle famiglie statunitensi è stata finanziata al margine da prestiti. Di conseguenza il tasso di risparmio personale segnalato per dicembre era il tasso mensile più basso in 13 anni, e tra i più deboli mai registrati.
Quindi se non saranno le famiglie americane, la FED, la BCE, o anche la PBOC, chi comprerà tutto il debito che il tesoro americano emetterà nel momento in cui le banche centrali smetteranno di schiacciare il loro pulsante "comprare"?
Scommetteremmo su nessuno, soprattutto nessuno sano di mente, o almeno non su un rendimento vicino al 2.72% sul decennale
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/
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