Bibliografia

venerdì 23 febbraio 2018

La rinascita del denaro sonante





di Francesco Simoncelli


A seguito dell'articolo intitolato "Il tramonto del denaro fiat", vorrei sviluppare ulteriormente le tesi esposte in precedenza in modo da fornire un quadro teorico completo per permettere al lettore di avere ben chiaro il passato del sistema monetario e quello che il futuro potrà portarci. Oltre a poterne trarre profitto, soprattutto per non commettere gli stessi errori. La confusione riguardo questi temi è talmente grande da non permettere un discernimento chiaro di quale siano le truffe annidate dietro agli attuali sistemi economici e finanziari, i quali ci suggeriscono: "Fidatevi di noi, siamo l'autorità". Concessa da chi? Non si sa, ma la maggior parte la teme. E quando questa autorità rimarrà a corto i opzioni per mantenere le sue promesse e soprattutto di soldi? Chi pagherà? Non si sa. Il migliore inganno, diceva Orwell, è quello che viene posto davanti il proprio naso e ci vuole un grande sforzo di volontà per comprenderne la natura truffaldina. Infatti una delle bugie più grandi degli ultimi due secoli è stata la natura assistenziale dello stato. Un predatore mascherato da buon samaritano che subdolamente si è infilato tra le fila del tessuto sociale e mano mano l'ha sfilacciato, ricucendo alcune parti a sua immagine.

L'arazzo della società, oggi, è una rappresentazione cacofonica, dissonante e sminuzzata di quello che un tempo era un'immagine armoniosa e integrata. Serpeggiando con la propaganda, l'apparato statale ha nel tempo conquistato la fiducia delle persone attraverso le sue promesse paternalistiche, riducendo quelli che dovrebbero essere degli adulti ad un branco di adolescenti capricciosi. I comportamenti schizofrenici e incomprensibili protagonisti della società di oggi, sono dovuti ad una mancanza di libertà in primo luogo ed in secondo luogo ad un annichilimento della responsabilità individuale. La delega delle proprie azioni viene ceduta a terzi, credendo in questo modo all'esistenza di una figura paternalistica onnipresente in grado di risolvere quei problemi che per gli individui costa "troppa fatica" risolvere. Ma non è questo quello che fanno gli adulti? Risolvere i problemi e prendersi la responsabilità dei propri fallimenti? È precisamente questa deresponsabilizzazione progressiva che ha generato le storture sociali a cui assistiamo oggi, generando quel caos pianificato di cui Mises parlava nei suoi libri.

La mancanza di valori e del senso della famiglia sono essenzialmente il frutto di una distruzione pianificata da parte dello stato per assicurarsi un ruolo di primo piano agli occhi degli individui. Per non parlare dell'ondata di violenza dilagante a cui assistiamo oggigiorno. Se nostro "padre" ci insegna che il ricorso alla violenza è legittimo, cresceremo con un dogma apparentemente aprioristico secondo cui aggredire il prossimo rappresenta un modo per primeggiare e trovarsi meglio.

[...] Si è soliti chiamare il punto di vista dei sostenitori dello stato sociale il punto di vista "sociale", come distinto dal punto di vista "individualista" ed "egoista" dei campioni dello stato di diritto. In realtà, però, i sostenitori dello stato sociale sono dei fanatici del tutto antisociali ed intolleranti. Poiché la loro ideologia implica tacitamente che il governo effettuerà esattamente ciò che essi stessi ritengono giusto e benefico. Scartano del tutto la possibilità che potrebbero sorgere disaccordi per quanto riguarda la questione di cosa è giusto e opportuno e cosa no. Sostengono il dispotismo illuminato, ma sono convinti che il despota illuminato sarà conforme in ogni dettaglio alla loro opinione sulle misure da adottare. Favoriscono la pianificazione, ma quello che hanno in mente è esclusivamente un piano personale, non quello di altre persone. Vogliono sterminare tutti gli avversari, cioè, tutti coloro che sono in disaccordo con loro. Sono assolutamente intolleranti e non sono disposti ad acconsentire a qualsiasi discussione. Ogni sostenitore dello stato sociale e della pianificazione è un potenziale dittatore. Quello che ha in mente è di privare tutti gli altri uomini di tutti i loro diritti, e di stabilire un'onnipotenza senza restrizioni sua e dei suoi amici. Si rifiuta di convincere i suoi concittadini. Preferisce "liquidarli". Disprezza la società "borghese", la quale adora la legge e la procedura legale. Lui stesso adora la violenza e lo spargimento di sangue.[1]



IL SISTEMA PENSIONISTICO

Questo gigantesco apparato di controllo non avrebbe potuto funzionare senza fondi a supporto. Ma come incamerarli senza destare sospetti tra la popolazione? Ricordiamo che lo stato è quell'istituzione incapace di generare risorse patrimoniali, proprio perché incapace di operare un calcolo economico in accordo con le forze di mercato. Se fosse stato capace non avrebbe avuto bisogno di riscuotere tasse ed imbastire un enorme sistema fiscale con cui derubare le persone. Sarebbe stato in grado di pagare le proprie spese attraverso i fondi incassati dalle sue attività. Invece, in virtù dei suoi scopi clientelari, stimola incentivi negativi tra la popolazione affinché gruppi privilegiati possano sfruttare il resto delle persone. La promessa dello stato che fa gola: l'avvicendamento ciclico di questi gruppi privilegiati al potere. Come diceva Bastiat, lo stato è quell'illusione dove tutti credono di poter vivere sulle spalle di tutti.

Infatti, è proprio un'illusione.

Lo stato è un'istituzione stupida, perché prende in prestito a lungo termine e spende nel breve termine. Detto in modo diverso, esige tributi costantemente ma li spende immediatamente in progetti che in futuro non avranno resa. La maggior parte di essi, se non tutti, risultano alla fine cattedrali nel deserto. L'unico vantaggio di questa pratica è quello di poter godere di beni oggi a determinati prezzi, prima che essi aumentino inevitabilmente a causa della svalutazione monetaria operata dal suo braccio destro, la banca centrale, per tentare di rendere sostenibile attraverso l'inflazione monetaria il debito pubblico. Quello che abbiamo qui, quindi, è un doppio furto: uno alla luce del sole mediante la tassazione; l'altro nascosto, attraverso l'inflazione dei prezzi. Ecco l'illusione più grande che al momento fa stare tranquilla la maggior parte della popolazione: alla fine della propria carriera lavorativa, si avrà diritto ad una rendita garantita dallo stato. Questa rendita sarà in grado di comprare domani le stesse cose che si comprerebbero oggi con quell'ammontare di denaro che si riceverà? No.

Qualunque sia quell'ammontare, non sarà mai in grado di stare dietro alle manipolazioni dei mercati da parte dei pianificatori centrali, le quali andranno ad erodere sempre più il bacino dei risparmi reali. Prima di parlare di questo aspetto, però, vediamo perché il sistema pensionistico è una truffa. In parole povere, il sistema pensionistico è uno schema di Ponzi: i nuovi entrati ripagano i vecchi. Infatti le prestazioni pensionistiche sono adempiute mediante i contributi di coloro che entrano nella forza lavoro. Questo schema può andare avanti finché il bacino di lavoratori è in crescita e gli investimenti dei fondi pensione ottengono un rendimento decente.

Dieci anni fa, a novembre 2007, il Bureau of Labor Statistics calcolava che 146 milioni di americani stavano lavorando. Oggi tale cifra è di 153 milioni, un aumento del 4.8% negli ultimi dieci anni. La previdenza sociale, dall'altra parte, pagava benefici a 34.4 milioni di americani a novembre 2007, rispetto ai 44.2 milioni di oggi, un aumento del 28.5%. Queste sono statistiche del governo federale e i numeri mostrano chiaramente una tendenza stratificata: non ci sono abbastanza lavoratori per pagare i pensionati. Per non parlare dell'invecchiamento generale.




L'agenzia di rating Moody's stima che le pensioni statali, federali e locali siano a corto di fondi per un ammontare di $7,000 miliardi. Uno dei principali fattori alla base di questa tendenza è che i rendimenti sugli investimenti sono troppo bassi. I fondi pensione devono investire in attività sicure e stabili (come i titoli di stato), ma devono raggiungere rendimenti di circa il 7% all'anno per rimanere solvibili. Ma oggi, con i titoli di stato che rendono il 3% o meno (e in alcuni casi i rendimenti obbligazionari sono negativi), non raggiungono i loro obiettivi. Uno o due anni con rendimenti sub-ottimali non sono catastrofici... ma un intero decennio è tutt'altra cosa.

L'ironia dietro questa storia è che l'attuale panorama economico in cui il lavoro è sempre più convogliato nel part-time ed i rendimenti decenti diventano sempre più un miraggio, è il risultato della campagna delle banche centrali del mondo di salvare lo status quo: banche commerciali denominate troppo grandi per fallire e stati in bancarotta. Più affondano le mani nell'interventismo rampante, più si auto-distruggono. Un po' come i coyote quando spinti dai morsi della fame, iniziano a rosicchiarsi le zampe; attutiscono temporaneamente la fame, ma fanno del male a loro stessi. La pianificazione centrale sta seguendo lo stesso cammino: l'ingessamento del mondo del lavoro è il risultato di anni di crowding out sulle imprese a causa di tasse e spesa pubblica crescenti (oltre a privilegi lavorativi impossibili da scardinare); l'appiattimento dei rendimenti nel panorama economico è il risultato di ingerenze crescenti delle banche centrali nei mercati degli asset, distruggendo così una determinazione onesta dei prezzi e la ponderazione del rischio.

Non c'è da sorprendersi, quindi, se la maggior parte dei fondi pensione è sotto-capitalizzata.




Questa gigantesca bomba ad orologeria finanziaria esploderà alla fine, lasciando dietro di sé una scia di sogni infranti. Ma ecco che arriva il doppio smacco per coloro che ancora credono all'illusione: è impossibile accantonare risparmi. La svalutazione monetaria erode costantemente e progressivamente il potere d'acquisto del denaro fiat, oltre a ridurre la capacità delle aziende di sfornare prodotti in linea con una domanda genuina di mercato. Prestiti a buon mercato e altri trucchi dell'ingegneria finanziaria permettono ai pachidermi obsoleti di spodestare eventuali industrie innovative che potrebbero minacciare la loro posizione, facendo languire la produzione in una condizione stagnante e sfornando beni/servizi che in realtà nessuno praticamente vuole. Gli investimenti improduttivi possono continuare a drenare risorse economiche reali a scapito del resto della popolazione, favorendo un panorama economico decadente. In questo contesto è arduo riuscire a risparmiare per il futuro, anche se si volesse scegliere la via di fondi pensione privati.

Come sottolinea succintamente il Wall Street Journal, la maggior pare delle classi di asset sono sopravvalutate ed i fondi pensione, sia pubblici che privati, stanno ricorrendo a titoli molto rischiosi per tentare di mantenere decenti le proprie finanze.



STAVOLTA È DIVERSO: NIENTE RISPARMI, NESSUN ASSET "SICURO"

La creatività di Ben Bernanke ha ispirato una generazione di economisti e banchieri centrali. QE, ZIRP e NIRP hanno stabilito una nuova economia che è matematicamente plausibile, ma in pratica è disastrosa. Miliardi di dollari sono stati trasferiti dai risparmiatori agli investitori, ma i maghi dell'econometria hanno dimenticato che per tutto esiste un prezzo da pagare. In questo caso, è la formazione di una crisi nei fondi pensione che minaccia milioni di pensionati in tutto il mondo. Nessuno dei modelli econometrici fornisce una soluzione per il divario crescente nel finanziamento delle pensioni, diverso dall'accumulo insostenibile di ulteriore debito.

La "creatività", comunque, non è mancata ai gestori dei fondi pensione. Alla disperata ricerca di rendimenti decenti, hanno aumentato l'esposizione al finanziamento di progetti infrastrutturali. Rendimenti apparentemente più elevati, lungo orizzonte di investimento e protezione dell'inflazione lo hanno reso allettante, ma i gestori dei fondi pensione si sbagliavano di grosso. I rischi reali sono stati ampiamente sottostimati. Ad esempio, la Banca Europea per gli Investimenti (BEI) ha deciso di cavalcare l'onda del finanziamento di progetti infrastrutturali e ha sprecato il denaro dei contribuenti in prestiti che la BEI non poteva sostenere. Ha ignorato il fatto che già un decennio fa negli Stati Uniti tali finanziamenti sono risultati un fallimento e quando la bolla è scoppiata gli investitori hanno pagato un caro prezzo.

La BEI non ha trovato posto migliore per avviare il suo programma che in Spagna, un Paese con un notevole record di progetti per infrastrutture falliti e oltre 30 aeroporti fantasma in bancarotta. I burocrati della BEI hanno investito €1.4 miliardi nella Castor Gas Storage, un sistema che immagazzina un terzo del consumo di gas in Spagna. Peccato che ci fosse un piccolo problema: l'utilizzo della struttura provocava terremoti. In meno di un anno, è stato chiuso definitivamente e la BEI ha lasciato sul groppone del governo spagnolo un ulteriore miliardo di euro da pagare. Nel frattempo i pensionati continuano a sopportare le conseguenze della "creatività" di banchieri centrali, gestori di fondi pensione e burocrati, perché infatti la fame di rendimenti decenti non si ferma qui. Questa è solo l'ultima notizia dietro le tante già snocciolate in passato.

È già da tempo che anche i fondi pensione stessero accumulando obbligazioni spazzatura per far quadrare i propri conti, soprattutto quelle provenienti dai Paesi emergenti. Non è un caso quindi se questi ultimi abbiano incrementato, e di molto, l'emissione di obbligazioni spazzatura negli ultimi anni. La follia di questa bolla finanziaria ha portato i rendimenti di questo pattume a raggiungere un minimo storico, mentre l'emissione cumulata ha raggiunto un record di $75 miliardi. E come si sottolinea nell'articolo del Financial Times, possedere un bond del Tajikistan sarebbe ottimo per quei fondi pensione che hanno bisogno di un rendimento annuale del 7% sui loro fondi. Ovviamente non è un caso.




Capite la gravità questa volta? Stiamo parlando di fondi che dovrebbero garantire quel futuro per cui la maggior parte delle persone china la testa e permette ai soprusi di essere portati a compimento, sperando di poter lasciare quanto prima possibile la forza lavoro e ritirarsi nella propria casa coltivando i propri hobby. L'azzeramento artificiale del rischio condurrà al macello tutte quelle realtà che finora hanno gozzovigliato con la leva finanziaria e l'ingegneria finanziaria. L'interconnessione del sistema del sistema economico mondiale è talmente intricata che ormai le passività di uno sono l'attivo di un altro. Non stiamo parlando di una singola LTCM come nel 1998 o di due fondi immobiliari nel 2007 salvati da Bear Stearns, stiamo parlando della maggior parte dei fondi presenti sul pianeta. Ora che le banche centrali stanno tirando i remi in barca, terrorizzate dal non avere spazio di manovra durante la prossima recessione, l'anestetico con cui le banche centrali avevano intontito i mercati sta svanendo e con esso la fiducia che le azioni sarebbero cresciute all'infinito e che le obbligazioni avrebbero sempre avuto un compratore.




Nessuno vuole azioni di industrie con flussi di cassa perennemente negativi e nessuno vuole obbligazioni di stati in bancarotta incapaci di ripagare i propri debiti. Ecco perché in tutta Europa e negli USA, ad esempio, i rendimenti dei vari decennali sovrani stanno aumentando, mentre si prova a trovare un primo rifugio nel denaro fiat (dollari ed euro). Ma attenzione però, perché accumulare denaro non vuol dire creare "risparmi". Il risparmio in quanto tale non ha nulla a che fare con il denaro, proprio perché esso rappresenta la quantità di beni di consumo finali prodotti in eccesso rispetto al consumo attuale. I produttori di beni di consumo finali possono scambiare beni risparmiati tra di loro, oppure usarli per entrare in possesso di beni intermedi. I beni risparmiati supportano tutte le fasi della produzione, ovvero, questi risparmi consentono a tutti questi produttori di sopravvivere mentre sono impegnati a produrre beni più sofisticati. La creazione di questi ultimi andrebbe ad ampliare il bacino dei risparmi reali ed aumenterebbe la capacità di produrre una maggiore varietà di beni di consumo.

Le persone non risparmiano denaro, ma piuttosto lo scambiano per beni e servizi. Il denaro può essere considerato come una ricevuta così come è stato ricevuto dai produttori di beni di consumo finali. Quando un produttore di un bene di consumo finale scambia i suoi soldi per altri beni di consumo finali, egli li ha già pagati con i beni che precedentemente ha prodotto e risparmiato. Il denaro rappresenta un credito sui risparmi reali e, quindi, non è risparmio in quanto tale.

Una volta che i risparmi reali vengono scambiati col denaro, non ha alcuna importanza ciò che il possessore ne farà. Sia che lo usi immediatamente in cambio di altri beni o lo metta sotto il materasso, questa scelta non altererà il bacino dei risparmi reali. Il modo in cui le persone decidono di impiegare i loro soldi altererà solamente la loro domanda di denaro, ma questo non ha nulla a che fare col risparmio. Gli individui possono esercitare la loro domanda di denaro o lasciandolo nei portafogli, o depositandolo in una banca. Ogni volta che un individuo presta parte del suo denaro, trasferisce le sue rivendicazioni sui beni di consumo ad un mutuatario. Prestando denaro, gli individui ne riducono la domanda. Ancora una volta il prestito non altera il bacino dei risparmi reali. Allo stesso modo, se il proprietario del denaro decide di acquistare un bene finanziario come un titolo azionario, trasferisce il suo "credito" sui risparmi reali al venditore del titolo.

I problemi emergono ogni volta che la banca centrale intraprende politiche monetarie accomodanti. Dal momento che la massa monetaria espansa viene creata dal nulla, non è supportata da beni di consumo. Quando tali soldi vengono scambiati per beni di consumo, ciò equivale ad un consumo non supportato dalla produzione. La stampa di denaro non può comportare maggiori risparmi, ma al contrario li indebolisce. Poiché il denaro non è altro che un "credito" sui risparmi reali, dopo un pompaggio monetario avremo più denaro a caccia di una quantità di beni invariata. Un individuo che ha prodotto una ricchezza reale e che vuole esercitare la sua rivendicazione sui beni, scopre di non poter recuperare il valore equivalente di tutti i beni che aveva precedentemente prodotto e scambiato per denaro.

Scopre che il suo potere d'acquisto di denaro è diminuito. In altre parole, è stato derubato furtivamente  per mezzo di una politica monetaria allentata. La stampa di denaro indebolisce la fiducia nel valore del denaro stesso. Non c'è modo di aggirare questo fatto, così come non si può negare che l'inflazione monetaria condurrà inevitabilmente ad un'inflazione dei prezzi. Nell'attuale ciclo, essendo il canale di trasmissione della politica monetaria rotto a causa del Picco del Debito raggiunto da Main Street, questo esito è stato palesemente visibile nel prezzo degli asset e nella fame di rendimenti decenti da parte delle istituzioni finanziarie.

Ecco dove ci troviamo ora. In Europa non c'è volontà di cambiare l'ambiente fiscale e normativo, mentre la BCE sta flirtando con una perdita di fiducia tra i trader di obbligazioni e gli investitori istituzionali che considerano tutti i debiti sovrani europei come sopravvalutati, specialmente da quando i tassi negli Stati Uniti hanno iniziato a salire. L'ambiente economico sarà in grado di assorbire l'impatto di tassi d'interesse più alti ancora per un po'. I fondi pensione pieni di asset inutili saranno salvati rimandando la resa dei conti... per poco.

E così facendo, i tassi più alti negli Stati Uniti stanno spingendo in su i tassi in Europa. Un euro troppo forte sta schiacciando qualsiasi speranza di ripresa economica nella periferia dell'area Euro, come l'Italia. Il carico del debito in Italia, ad esempio, è aumentato del 20% sin dalla fine del 2016 rispetto alla produzione nazionale. La BCE corre un grave rischio, in conclusione: una perdita di fiducia quando le banche italiane inizieranno a fallire, il deficit di bilancio italiani riprenderanno ad espandersi e gli euroscettici vinceranno le elezioni a marzo.

Questo è il messaggio che i mercati obbligazionari ci vogliono recapitare: non c'è scampo stavolta.





LA RINASCITA DEL DENARO SONANTE

Quando F. A. Hayek scrisse, Denationalisation of Money, pochi si aspettavano che sarebbe arrivato un momento nella storia economica in cui le transazioni sarebbero state effettuate senza la necessità di una valuta creata a livello centrale. In suddetto libro Hayek sostiene che il monopolio statale sul denaro deve essere eliminato affinché si possano fermare i cicli ricorrenti di boom/bust. Invece di una valuta gestita dallo stato dovrebbe esserci una concorrenza di libero mercato e dovrebbe essere il consumatore a determinare la migliore opzione possibile.

Molti esperti dubitavano che la visione di Hayek sarebbe mai diventata realtà. Con la nascita di bitcoin nel 2009, gli aspetti teorici della visione di Hayek sono diventati realtà, nonostante non avesse mai conosciuto Internet. Si potrebbe sostenere che il 2017 sia stato un anno cruciale per le criptovalute, o almeno per la più famosa tra di esse: il valore di bitcoin è aumentato di oltre il 700%, da $968,23 all'inizio del 2017 a ben oltre $19,000 alla fine. Anche la sua capitalizzazione di mercato è salita alle stelle. Tuttavia bitcoin si è evoluto da una semplice opportunità di investimento ad una riserva di valore promettente.

Uno dei principali punti a favore delle criptovalute è stato il fatto che hanno reso obsolete le barriere tradizionali alle transazioni, come la mediazione di terze parti e lo scambio di valute. E questo tratto vantaggioso di bitcoin viene sfruttato al meglio, soprattutto in Paesi in difficoltà. La fluidità delle transazioni e la piccolezza delle commissioni associate alle criptovalute hanno permesso un finanziamento più facile ed attività umanitarie più estese. Individui provenienti da tutto il mondo che sarebbero stati altrimenti esclusi dal sistema bancario canonico, sono ora affascinati da quello che il futuro potrà portare loro grazie alle criptovalute.

Un eccellente esempio di Bitcoin che sostiene gli sforzi umanitari è Sean's Outpost (una struttura a Pensacola, in Florida, che fornisce cibo e servizi essenziali come rifugio e acqua ai senzatetto della città). I suoi finanziamenti arrivano da utenti casuali in oltre 43 Paesi e vengono donati bitcoin per promuovere la causa dell'organizzazione. In appena un anno, Sean's Outpost ha potuto offrire ai senzatetto oltre 30,000 pasti. In Zimbabwe una pagnotta di pane costa dieci milioni di dollari in valuta locale, e in un tipico giorno di mercato bisognerebbe letteralmente portarsi dietro un sacco pieno di soldi per fare la spesa. Per gli individui alla ricerca di una riserva di valore che sia prontamente disponibile e immune all'incubo inflazionistico, l'unica opzione è bitcoin. Infatti lo Zimbabwe ospita una fiorente comunità interessata alle criptovalute e gli exchange locali di bitcoin, come Bitmari e Bitfinance, stanno attualmente fornendo l'infrastruttura necessaria per sostenere questo ecosistema.

Oggi la visione di Hayek non solo ha reso il mondo un posto migliore, ma ha anche sistematicamente fatto capire alle persone che le valute possono essere decentralizzate, integranti la pricavy e prive di regolamentazione statale. In molti Paesi in via di sviluppo in cui il sistema bancario centrale ha combinato disastri e la ricchezza delle persone è diminuita in pochi giorni, bitcoin e altre criptovalute sono diventati uno strumento che consente a molti di sopravvivere alle difficoltà che affrontano ogni giorno.

Ma non è mancata occasione in cui questa tecnologia è stata fraintesa e addirittura siè urlato alla bolla. Le valute, a differenza delle azioni, non producono reddito. Il prezzo è determinato dalla domanda e dall'offerta, rendendo quasi impossibile proiezioni di prezzo a lungo termine. Questo è ciò che rende le criptovalute fondamentalmente diverse dagli altri investimenti. Quando acquistate azioni in un'azienda, ciò non influisce sul flusso di cassa dell'azienda in questione, quindi il valore della società è lo stesso sia che le acquistiate o meno. Invece più persone accettano bitcoin e le criptovalute, più acquisiscono valore.

Per molte persone l'idea di una valuta che non sia sostenuta da uno stato è difficile da accettare. Tuttavia non è passato molto tempo da quando la fiducia nello stato non era abbastanza e tutte le valute erano sostenute dall'oro. Ma se ancora non siete convinti ecco un esempio per permettervi di capire. Per anni i dirigenti di Blockbuster hanno ignorato i cambiamenti che avvenivano nel loro modello di business, mentre Netflix acquisiva sempre più quote di mercato. Blockbuster ebbe l'opportunità di acquistare Netflix per $50 milioni nei primi anni 2000, ma rifiutò perché il prezzo era troppo alto. Netflix ha di recente raggiunto una capitalizzazione di mercato di $80 miliardi.

Questo per dire che esistono le opportunità e le criptovalute ci stanno offrendo la possibilità di liberarci di tutti quegli errori che nel tempo si sono sedimentati alla base del sistema economico. È un nuovo mondo, ricco di occasioni in grado di avvantaggiare coloro che vedranno prima degli altri quelle potenzialità che in futuro andranno a cambiare il modo di vivere. Bitcoin non è una bolla, è invece l'evoluzione naturale del libero mercato che piano piano si lascia alle spalle la staticità della pianificazione centrale. Quest'ultima si sta suicidando e tale aspetto è incarnato dall'implosione inevitabile dei fondi pensione insieme al resto dei pachidermi che per decenni hanno goduto di privilegi artificiali di monopolio. Speriamo che questa rinascita del denaro sonante, controllato dalle semplici scelte collettive degli individui, apra gli occhi di quelli che ancora si aggrappano tenacemente all'illusione di una salvezza attraverso lo stato. Speriamo invece che leggano Hayek.



CONCLUSIONE

Ad ogni modo, buona parte dell'opinione pubblica americana ritiene che questo Paese sia indietro nelle questioni essenziali, poiché, come invece hanno fatto i russi, non ha ancora spazzato via il profitto dalla produzione e non ha ancora raggiunto la stabilità. Praticamente nessuno pensa di poter imparare qualcosa di importante su questi problemi trattando seriamente l'economia. I dogmi dell'irreversibilità delle tendenze prevalenti e dei loro benefici rendono tali studi superflui. Le tendenze possono cambiare. Le tendenze evolutive possono cambiare, e fino ad ora sono quasi sempre cambiate. Ma sono cambiate solo perché hanno incontrato una ferma opposizione. La tendenza prevalente verso ciò che Hilaire Belloc chiamava lo stato servile non sarà certamente invertita se nessuno avrà il coraggio di attaccare i suoi dogmi.[2]

Il sistema pensionistico, l'ultimo baluardo del dogma statale, perirà sotto i colpi di quelle istituzioni che si supponevano dovessero salvaguardarlo. Perché? Perché la pianificazione centrale ha l'eterno istinto ed immancabile a suicidarsi. Stavolta non è affatto diverso. Sebbene la nostra fosse un'economia mista, l'inevitabile tendenza ad assolutizzare il controllo manipolando settore dell'economia dopo settore dell'economia conduce infine lungo la stessa strada: socialismo. Mises lo sapeva e scrisse due straordinari libri per informarci dell'ascesa e del declino del socialismo "mascherato": Planned Chaos e Planning for Freedom.

Quell'inversione di tendenza tanto auspicata da Mises è arrivata nel 2009 con la nascita di bitcoin e si è radicata con la nascita delle altre criptovalute. In questo modo si colpisce il cuore del sistema truffaldino che fino ad oggi ha tenuto il pugno serrato nei confronti di qualsiasi tentativo di fuga. Hayek lo sapeva bene, ecco perché scrisse Denationalisation of Money e A Choice in Currency.

I manuali per emanciparsi dalla schiavitù sono questi. Ora abbiamo la possibilità concreta di metterli in pratica.



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Note

[1] Ludwig von Mises, Planned Chaos, Capitolo VI: La liberazione dei demoni, LvMI (1947).

[2] Ludwig von Mises, Planning for Freedom, Chapter XII: Trends Can Change, LvMI (1952).

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3 commenti:

  1. Molto interessante ed il concetto sicuramente giusto, pero' da profano ho qualche dubbio sul bitcoin...il primo e' sulla conservazione dei bitcoins visto che i computer non sono un posto che ho mai considerato sicuro. Infondo possono essere rubati o andare perduti credo. Secondo problema e' la libera accettazione, finche' ci sono stati sovrani i bitcoin rischiano di essere messi fuori legge o comunque non ci sono garanzie sulla loro libera circolazione ne futura accettazzione. Spero mi spiegherai Francesco, saluti

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    1. Salve Anonimo.

      Risponderò in ordine alle sue domande.

      1) Sto preparando alcuni articoli appositi affinché gli utenti possano massimizzare la sicurezza delle loro macchine e cosnervare senza patemi d'animo le loro criptovalute. Verranno pubblicati a breve. Al momento, comunque, uno dei migliori wallet che conosco è Melis.

      2) Gli stati possono mettere i bastoni tra le ruote agli exchange, ma non alle criptovalute in quanto tali. Problema bypassabile, tra l'altro, con l'avvento degli exchange decentralizzati (es Bisq).

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