di Frank Shostak
Nella maggior parte delle culture, il profitto è visto come il risultato dello sfruttamento di alcuni individui da parte di altri individui.
Quindi, chiunque tenti di fare profitti è considerato un nemico della società e deve essere fermato.
Il profitto, tuttavia, non ha nulla a che fare con lo sfruttamento: si tratta dell'uso più efficiente dei finanziamenti reali, o dei risparmi reali.
Il profitto in quanto tale dovrebbe essere visto come un indicatore, per così dire: i risparmi reali sono impiegati nel miglior modo possibile per quanto riguarda la promozione della vita e del benessere delle persone.
Se l'impiego dei risparmi reali si traduce nell'espansione del bacino dei risparmi reali stesso, ciò potrebbe essere considerato indicativo del fatto che questo impiego è stato svolto in modo redditizio.
Viceversa, se vi è un calo nel bacino dei risparmi reali a seguito delle particolari azioni dei singoli, questo potrebbe essere considerato indicativo di una perdita. Queste azioni hanno causato lo sperpero di risparmi reali.
Ovviamente un'espansione del bacino dei risparmi reali, che è il cuore della crescita economica e si manifesta attraverso i profitti, dovrebbe essere considerata il fattore chiave per elevare gli standard di vita delle persone.
Piuttosto che essere condannati, gli individui che sono essenziali all'espansione del bacino della ricchezza reale, che si manifesta attraverso i profitti, dovrebbero essere lodati.
Perché sono queste persone a contribuire ad elevare gli standard di vita tra la popolazione nel suo complesso.
Se qualcuno è responsabile per l'abbassamento del tenore di vita, sono quegli individui che hanno sperperato i risparmi reali indebolendone il processo di formazione, con conseguente indebolimento della formazione dei profitti ed emersione di perdite nette.
L'utile o la perdita possono essere accertati solo in un'economia di mercato in cui i prezzi delle merci e dei vari fattori di produzione possono essere stabiliti in modo genuino. Inutile dire che l'esistenza del denaro è la chiave per stabilire i prezzi dei beni e dei fattori di produzione. Il tasso di cambio dei vari beni e fattori è espresso in termini di denaro, ovvero, la quantità di denaro per unità di un bene o unità di un fattore di produzione.
Il profitto emerge una volta che un imprenditore scopre che i prezzi di determinati fattori sono sottovalutati rispetto al valore potenziale dei prodotti che questi fattori, una volta impiegati, potrebbero generare.
Riconoscendo la discrepanza e agendo su di essa, un imprenditore la rimuove, cioè, elimina il potenziale per ulteriori profitti.
Secondo Murray N. Rothbard, ogni imprenditore investe in un processo perché si aspetta di realizzare un profitto, cioè, perché crede che il mercato abbia sottovalutato e sottocapitalizzato i fattori in relazione ai propri ritorni futuri.[1]
Affinché un imprenditore realizzi profitti, deve impegnarsi nella pianificazione e anticipare le preferenze dei consumatori. Di conseguenza realizzeranno profitti quegli imprenditori che eccellono nella previsione delle preferenze future dei consumatori.
Attraverso una previsione accurata delle esigenze future dei consumatori, le imprese destinano risparmi reali alla creazione di quella infrastruttura che consenta di soddisfare le esigenze future dei consumatori.
Tuttavia, la pianificazione e la ricerca non possono mai garantire che i profitti siano in un certo senso sicuri; vari eventi imprevisti possono sconvolgere le previsioni imprenditoriali.
Gli errori, che portano a perdite nell'economia di mercato, sono una parte essenziale degli strumenti di navigazione, i quali orientano il processo di allocazione delle risorse in un ambiente incerto, in linea con quanto dettato dai consumatori. L'incertezza fa parte dell'ambiente umano e costringe le persone ad adottare posizioni attive.
Alcuni commentatori considerano il profitto come una ricompensa per l'assunzione di rischi. Nelle parole di Ludwig von Mises, tuttavia:
Un errore comune è quello di considerare il profitto imprenditoriale come una ricompensa per l'assunzione di rischi. L'imprenditore viene considerato come un giocatore d'azzardo che investe in una lotteria dopo aver soppesato le possibilità favorevoli di vincere un premio contro quelle sfavorevoli. Questa opinione si manifesta più chiaramente nella descrizione delle transazioni di borsa, come una sorta di gioco d'azzardo.
Mises suggerisce quindi:
Ogni parola in questo ragionamento è falsa. Il proprietario del capitale non sceglie tra investimenti più rischiosi, meno rischiosi e sicuri. È costretto, proprio per il funzionamento dell'economia di mercato, ad investire i suoi fondi in modo tale da soddisfare al meglio le esigenze più urgenti dei consumatori.
Poi aggiunge:
Un capitalista non sceglie mai quell'investimento in cui, secondo la sua comprensione del futuro, il pericolo di perdere il suo contributo è il più piccolo. Sceglie quell'investimento in cui si aspetta di realizzare i profitti più alti possibili.[2]
Ancora una volta, per un imprenditore il criterio ultimo per investire il suo capitale è quello di impiegarlo in quelle attività che produrranno quei beni e servizi ritenuti dai consumatori ad alta priorità. È questo tentativo di soddisfare i bisogni più urgenti dei consumatori ciò che dà vita ai profitti.
A parità di altre condizioni, il profitto è la manifestazione dell'espansione del bacino della ricchezza reale e quindi del bacino dei risparmi reali.
Inoltre i profitti e le perdite sono gli strumenti attraverso i quali i consumatori passano la direzione delle attività di produzione nelle mani di coloro che sono più adatti a servirli. Pertanto le politiche intraprese per ridurre o confiscare i profitti compromettono questa funzione.
In un contesto di interferenze da parte di stati e banche centrali, la conseguente distorsione dei prezzi rende più difficile stabilire se le imprese realizzano profitti. Di conseguenza diventa un compito arduo separare le attività creatrici di ricchezza da quella che la sprecano.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/
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Note
[1] Murray N. Rothbard, Man, Economy, and State (Los Angeles: Nash), vol. 2, p.466.
[2] Mises, Human Action, pp. 809-10.
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https://www.zerohedge.com/news/2018-01-10/bill-blain-moment-weve-been-waiting
RispondiEliminaSta per scoppiare la megamaxibolla obbligazionaria?
Per rubare una battuta, mi sa che toccherà ribattezzare quast'anno il 20118.
EliminaR.G.