Bibliografia

martedì 23 gennaio 2018

Mentre le posizioni short su bitcoin aumentano, è imminente uno short squeeze?





da Zerohedge


Due settimane fa, quando bitcoin era trattato nel range dei $15,000, abbiamo pubblicato quello che col senno del poi s'è rivelato un avvertimento per gli investitori in bitcoin, sottolineando che i trader nei suoi futures stavano accumulando silenziosamente posizioni nettamente short. Come abbiamo scritto il 7 gennaio, i dati del CFTC per i fondi a leva - che consistono in gran parte da hedge fund e vari money manager - mostravano posizioni short per circa $14 milioni, o circa un quarto per l'open interest totale. "In altre parole", come abbiamo riassunto, "gli investitori-speculatori hanno usato i contratti futures per posizionarsi short nei confronti di bitcoin".

Pochi giorni dopo, a seguito di quella che col senno del poi sembra essere stata una notizia mal interpretata, ovvero, la Corea del Sud che stava preparando una proposta di legge per vietare gli exchange di bitcoin (qualcosa che è stato negato sin da allora), oltre ai nervi tesi per la chiusura della piattaforma di scambio fraudolenta BitConnect, quelle posizioni short sono state generosamente ricompensate poiché fruttanti circa un guadagno del 40% quando bitcoin è sceso a $9,000 la scorsa settimana, per poi rimbalzare modestamente sin da allora.

Il declino dei prezzi in tutto lo spazio delle criptovalute è stato generale, con la capitalizzazione totale di mercato delle criptovalute scesa del 35% da un picco di circa $800 miliardi il 6 gennaio a circa $520 miliardi il 16 gennaio. Le criptovalute hanno recuperato il 18 gennaio sebbene la ripresa in bitcoin è stata più modesta, conducendo ad un declino del 30% di quest'ultimo nella capitalizzazione totale del mercato.




E mentre alcuni avevano già considerato spacciati i futures su bitcoin un mese dopo il loro lancio a causa della mancanza di volumi e di partecipazione da parte dei trader, i recenti movimenti frenetici nei prezzi delle criptovalute hanno visto un rimbalzo dei volumi di trading tra le tre criptovalute più importanti, come mostra il seguente grafico di JP Morgan.




I volumi di trading sui futures di bitcoin sia al CME sia al CBOE sono aumentati significativamente, a $180 milioni e $165 milioni rispettivamente, toccando quasi i massimi di $190 milioni del 23 dicembre, rispetto ai volumi giornalieri medi di circa $80 milioni e $70 milioni rispettivamente tra questi due picchi.




Mentre i volumi sono saliti, la partecipazione totale nei mercati dei futures è rimasta debole, con l'open interest al CME a circa $80-90 milioni, ampiamente coerente con la media sin dall'inizio dell'anno. Invece i contratti CBOE hanno visto un declino significativo a $20 milioni nell'open interest rispetto alla sua media di circa $60 milioni, sebbene ciò sia molto probabilmente legato alla maturazione dei contratti CBOE il 17 gennaio piuttosto che alla vendita diffusa delle criptovalute il giorno precedente.




Il fatto che meno della metà dell'open interest dei contratti di gennaio sia stata investita di nuovo in contratti successivi, ci suggerisce che i contratti futures del CBOE sono stati usati, almeno finora, per impostare posizioni speculative short.

Infine diamo un'occhiata al posizionamento netto, il quale rivela che il trend emerso due settimane fa è diventato sempre più marcato col passare del tempo, con i dati recenti del CFTC che mostrano che le posizioni nette short possedute da speculatori non commerciali erano pari a $30 milioni il 9 gennaio, o circa il 40% dell'open interest. Questa "volontà" di coloro posizionati short si è concretizzata solo la settimana successiva, il 16 gennaio, mentre bitcoin soffriva il suo peggior crash dopo anni. La continua pressione convogliata da coloro posizionati short è mostrata nel grafico qui sotto, il quale, nonostante mostri solo i dati delle ultime cinque settimane, dimostra che le posizioni short su bitcoin sono diventate sempre più aggressive col passare delle settimane.




E mentre le posizioni short crescono nel tempo, ci si può chiedere quanto ci possa volere prima che uno short squeeze – a causa di un possibile catalizzatore rialzista a lungo atteso o per qualche altro motivo – imperversi nel mondo dei futures di bitcoin, riversandosi immediatamente nel mercato spot ed innescando potenzialmente il prossimo movimento in alto nel mondo delle criptovalute.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


1 commento:

  1. Bitcoin è una vera rivoluzione con uno scopo preciso: restituire la sovranità monetaria all'individuo.
    Funziona da riserva di valore, da bene rifugio contro la svalutazione del fiatmoney, è un nuovo oro digitale, cioè, un nuovo soundmoney. Ma soprattutto è un asset decentralizzato.
    Gli sviluppatori di Bitcoin sono considerati i più seri e preparati perché lo sviluppo di Bitcoin è molto difficile, ma il più promettente. Tutti operano affinché lo scopo per cui è stato ideato venga preservato, vista la portata delle conseguenze.
    La blockchain, che piace tanto ad aziende, banche e governi, sarà sicuramente sempre più presente nelle nostre vite, ma probabilmente saranno, per lo più, blockchain centralizzate.
    Quindi, Bitcoin è una rivoluzione politica, economica e sociale verso maggiore libertà, la blockchain è un progresso tecnologico che nasce neutrale, ma può assumere finalità disparate.
    Gli strumenti finanziari possono influenzare il prezzo dei bitcoin in fiatmoney, ma ciò che conta è e sarà possedere bitcoin, perché un bitcoin varrà sempre un bitcoin e non potrà mai valere meno del fiatmoney.

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