Bibliografia

venerdì 8 dicembre 2017

Una prospettiva Austriaca sullo scambio pre-monetario





di Francesco Simoncelli


Come abbiamo visto in un precedente articolo, tutti gli esseri viventi hanno in comune il desiderio di vivere ed essere felici. Quello che distingue l’uomo, è la sua capacità di imparare ad interagire con il mondo e con i suoi simili per raggiungere questo fine. Il baratto è nato proprio per soddisfare il desiderio degli individui di migliorare la loro vita. E con il baratto è nata la divisione dei ruoli, la diversificazione delle azioni e delle produzioni. In altre parole è cominciato il cammino verso la civiltà.

L’uomo primitivo si trovava ad interagire con un mondo ostile e pericoloso. La raccolta del cibo era una necessità fondamentale che richiedeva molto tempo e molta energia, così, poco alla volta, gli uomini si resero conto che, se uno doveva essere completamente autosufficiente, non avrebbe mai potuto migliorare la sua vita perché andare a caccia, raccogliere i frutti selvatici, ottenere lance e coltelli scheggiando la pietra (un lavoro che richiedeva perizia e tempo), modellare il vasellame, raccogliere le legna per il fuoco, conciare le pelli per avere i vestiti richiedeva troppo sforzo. Una sola famiglia faticava a fare tutto questo e soprattutto a farlo in maniera eccellente. E, spesso, dall’eccellenza del lavoro dipendeva anche la sopravvivenza. Così cominciarono a diversificare il lavoro. Ad esempio Gorm faceva le punte di freccia e Yup cacciava. Yup per cacciare aveva bisogno delle punte di freccia, così andava da Gorm e gli dava della selvaggina (di cui Gorm aveva bisogno perché non andava a caccia) in cambio delle frecce. In questo modo Gorm, che non doveva occuparsi di altro, poteva diventare un artigiano sempre più abile (cosa che andava a vantaggio di tutti i suoi “clienti” e, in generale, del villaggio) e Yup poteva dedicarsi completamente alla caccia perfezionando la sua tecnica.

Cosa ha spinto Gorm e Yup  a creare una prima forma rudimentale di contratto (per tre punte di freccia io ti dò un coniglio)? Il desiderio di stare meglio, il desiderio di incrementare il benessere e la sicurezza delle loro famiglie e dell’intero clan. Tutti e due, sia Gorm che Yup si aspettavano dei benefici dallo scambio. Entrambi pensavano che l’oggetto che l’altro possedeva fosse di maggior valore di quello posseduto, Yup pensava che le tre frecce di Gorm valevano più del suo coniglio, e Gorm pensava che il coniglio di Yup valesse di più delle sue tre frecce. Quindi cominciarono a concludere dei “contratti di vendita”. In qualche modo avevano ragione tutti e due, sul valore degli oggetti scambiati. Gorm senza il coniglio non avrebbe mangiato e Yup senza le frecce non avrebbe potuto cacciare. Quindi lo scambio tra i due non era “uno scambio a somma zero” perché tutti e due gli uomini guadagnavano qualche cosa.

E non solo, con la loro interazione i due uomini avevano creato una situazione che permetteva loro di unire le forze per sopravvivere alle avversità della natura. Le loro possibilità di successo erano improvvisamente raddoppiate. Da lì in poi il cammino era ormai tracciato, la società si sarebbe sempre più evoluta grazie alla diversificazione dei ruoli e alla cooperazione.



I LIMITI DEL BARATTO

L’economia primitiva non era altro che il prototipo grezzo, arcaico, di quella che è l’economia contemporanea. Allora come oggi l’idea che troviamo in qualsiasi aspetto dell’economia è: “Tu hai una cosa, io ne ho un’altra: facciamo un affare e, per farlo, definiamo prezzo e condizioni.” Naturalmente, in un’economia arcaica i sistemi di scambio erano non erano sofisticati come oggi e così, trovare un accordo richiedeva tanto tempo ed energia (che sono risorse preziose dell’essere umano). Così inesorabilmente, naturalmente, le società si sono evolute in modo da rendere sempre più semplice, veloce ed efficace lo scambio.

Abbiamo visto come, nel villaggio di Gorm e Yup, per migliorare la qualità della loro vita, la gente ha cominciato a scambiarsi i beni con il baratto. In una società estremamente semplice il baratto è attuabile. Ma, mano a mano che la diversificazione dei ruoli e della produzione, resi possibili dal baratto, rendono la società più complessa, lo sforzo e il tempo richiesto per continuare a scambiare oggetti o lavori in questo modo diventa sempre più oneroso.

Dalla semplice ripartizione dei “ruoli economici” dei nostri due amici, la società continuò ad evolversi. Nacque il laboratorio del vasaio, del concia pelli... , si cominciarono ad allevare gli animali, poi la vita divenne stanziale, non più nomade e così comparvero anche i contadini e così via. Finché, con l’evolversi della società, il baratto diventò poco pratico.

I problemi che poneva il baratto ad una società in evoluzione erano diversi. Ad esempio la conservabilità. Se io, contadino, riesco a produrre tantissima frutta in estate, ma non posso conservarla fino all’inverno, devo barattarla subito. Come posso però acquisire le cose che mi serviranno (come la carne o le pelli del nostro amico Yup) durante l’inverno, quando non ho nulla da barattare? 

E anche l’indivisibilità. Se io voglio scambiare un bisonte che ho cacciato  e mi servono 3 vasi di terracotta sono nei pasticci! Il bisonte vale molto più di tre vasi di terracotta, come posso fare? O peggio ancora. Se io sono un allevatore di mucche e voglio comperare tre vasi di terracotta, non posso uccidere una delle mie mucche incinte (che mi danno latte e vitelli) per avere tre vasi, la mucca non solo vale più dei vasi, ma uccidendola avrei una perdita enorme (il latte e i vitelli). Quindi per quanto teoricamente benestante (posseggo delle mucche) resterei col problema di come fare ad ottenere i vasi perché quello che è in mio possesso non è divisibile!

Ma il problema principale, cardine, del baratto, è che chi desidera ottenere un determinato oggetto, deve possedere esattamente la cosa che il proprietario dell’oggetto desidera. E gli oggetti da scambiare, almeno agli occhi dei loro rispettivi proprietari, nel momento in cui vengono scambiati, devono dare un guadagno. Cosa significa? Immaginiamo che il bis-bis-nipote di Gorm, Dedè (è passato del tempo e il villaggio si è evoluto), sia un boscaiolo. Nel villaggio passa un gruppo di  teatranti ambulanti che dà uno spettacolo e Dedè desidera tantissimo andare a vedere lo spettacolo. Ma l’unica cosa che può usare per ottenere l’ingresso nel teatro è la legna.

Ora, ai teatranti girovaghi la legna non serve. Mangiano alla locanda del paese e non devono cucinare. Non serve loro nemmeno per scaldarsi, visto che vivono in carri (che non hanno stufe o caminetti). Così Dedè deve ingegnarsi per trovare una soluzione. Scopre che una sedia del teatro mobile si è rotta, quindi va dal falegname. In cambio della sua legna riceve dal falegname una sedia, che corre ad offrire al capo comico per avere il biglietto per lo spettacolo. Stanco, ma contento, Dedè alla sera potrà godersi lo spettacolo.

L’azione complessa che abbiamo appena descritto di chiama “doppia coincidenza dei desideri”. E rappresenta il nodo, la difficoltà principale per il funzionamento del baratto. I due “attori economici”, in questo caso Dedè e il capo comico, devono desiderare contemporaneamente di ottenere quello che  l’altro possiede per poter concludere il contratto. In caso contrario (il capo comico non ha bisogno della legna di Dedè) uno dei due dovrà darsi da fare ed impegnarsi in una serie di scambi per poter concludere l’affare. Dedè è stato fortunato, gli è bastato portare la legna al falegname e quindi, ottenuta la sedia, ha potuto assistere allo spettacolo. Ma non sempre è possibile trovare una soluzione ad un problema di questo tipo. Se il capo comico non avesse avuto bisogno della sedia, Dedè avrebbe dovuto cercare un’altra soluzione e non è detto che l’avrebbe trovata.

Questo blocco del sistema di scambio attraverso il baratto, la necessaria coincidenza dei desideri o dei bisogni di persone diverse, a lungo andare avrebbe portato ad una stagnazione della società. Quando l’azione economica di una società si blocca o rallenta, la società entra in stagnazione: si bloccano la creatività, la crescita economica, l’evoluzione sociale. Non ci sono risorse da investire, o se ci sono sono ferme e tutto si ferma con loro. Così gli esseri umani cercarono una soluzione al problema del baratto. C’era bisogno di un qualche cosa che poteva conservare il valore nel tempo, che non era deperibile, che era suddivisibile e che poteva essere scambiato facilmente, incontrando contemporaneamente il bisogno di tutti: un mezzo di scambio universale . Il denaro nacque così, dal bisogno degli esseri umani.

Il denaro non è che un’espressione dei bisogni dall’uomo, della sua necessità di ottenere delle risorse per poter vivere ed eventualmente per migliorare la propria vita e proteggersi dalle incertezze del futuro. Per questo è importantissimo che il denaro mantenga il potere di acquisto e non sia soggetto a manipolazioni, perché è la nostra certezza di essere in grado di interagire economicamente con gli altri, di progettare il nostro futuro e di difendere quelli che amiamo.



COS'È E COME NASCE IL DENARO

Il baratto, come abbiamo visto nella sezione precedente, aveva i suoi limiti e nonostante avesse consentito al genere umano di emanciparsi  dallo stato selvaggio ancora poneva ceppi fastidiosi alla vita degli uomini. A questo punto il libero mercato, cioè la somma delle scelte volontarie di tutti gli attori economici (= la gente, le famiglie, le comunità), era pronto per trovare un nuovo modo per migliorare la situazione degli scambi e quindi della società.

Nell’economia primitiva esistevano oggetti che venivano scambiati con maggiore frequenza di altri. Erano oggetti non deperibili, divisibili, facilmente trasportabili e conservavano valore nel tempo grazie al fatto che la gente non smetteva di desiderarli (o di averne bisogno) e che quindi davano alle persone una certa fiducia di fronte alla difficoltà e mutevolezza dell’esistenza.

Un esempio classico è il sale. Il sale era ed è un elemento essenziale per una corretta alimentazione. Non solo, era prezioso come conservante per i cibi, cosa importantissima in tempi ancora molto lontani dall’avvento di frigoriferi e scatolette. Per questi motivi veniva scambiato con estrema facilità e quindi, per chi era in possesso di sale, ottenere gli oggetti di cui aveva bisogno era piuttosto facile. Se possedevi del sale avevi una merce che tutti desideravano, che durava nel tempo ( e non marciva come le mele del contadino amico di Gorm) e che a differenza delle mucche dell’allevatore del villaggio era divisibile (quanti grammi di sale vuoi per quel vestito?).

L’affermarsi di merci, come il sale, ad alta frequenza di scambio, portò naturalmente le società del baratto (società a scambio diretto) a trasformarsi in società a scambio indiretto. Nel nostro esempio il sale permetteva a chi lo possedeva di fare tutti gli scambi che desiderava senza impazzire cercando di scoprire cosa poteva scambiare per ottenere gli oggetti da lui desiderati. In questo modo gli scambi divennero molto più facili, le transazioni più veloci e questo determinò un ulteriore balzo in avanti nell’efficenza della società. Perché la gente si trovò ad avere più tempo e più energia per migliorare il proprio tenore di vita. Senza dire che si sentiva anche più tranquilla rispetto al proprio avvenire e quindi più propensa a sperimentare, a tentare nuove strade e nuovi affari; in questo modo è stata possibile anche una maggiore specializzazione per andare incontro alle esigenze di una società che andava evolvendosi.

Nel nostro esempio (storicamente corretto) cosa rappresenta il sale? Il sale è il denaro. Così, invertendo i termini possiamo chiederci: cos’è il denaro?

Il denaro è una merce che emerge dagli scambi in un mercato libero e che diventa denaro perché, gradualmente, viene accettata da tutti in qualsiasi momento come merce di scambio. Nessuna interferenza dall'esterno ha guidato questo processo decisionale, nessun accordo scritto scaturito da una conferenza o dal rapporto di una commissione, nessuna "invenzione" partorita da una singola mente brillante o illuminata. Semplicemente il desiderio delle persone, degli esseri umani, di risparmiare tempo e fatica, cioè il desiderio di massimizzare l’efficienza degli scambi ha portato ad adottare lo scambio indiretto come strategia vincente. Come espressione della più antica arma di sopravvivenza del genere umano: la cooperazione.

Gli esseri umani desiderano naturalmente ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo. Così l’individuazione della merce adatta a diventare “denaro” si manifestò seguendo questa tendenza. Nel corso dei millenni vennero sperimentate diverse soluzioni a questo problema. La merce che, come denaro, è durata più di tutte ed ancora oggi è la migliore in assoluto, è l’oro.



LO SCAMBIO INDIRETTO STIMOLA L'IMPRENDITORIA

Cos’è un imprenditore, cosa fa? E’ una persona che, partendo da sue valutazioni soggettive, decide di rischiare investendo delle risorse per produrre oggetti o per dare servizi che ritiene siano richiesti dai consumatori. Che posto occupa l’imprenditore in una società libera? Perché ne parliamo in dettaglio? Perché con le sue capacità e rischiando i suoi beni, creerà lavoro per altre persone e beni o servizi per la gente. Quindi contribuirà in modo sostanziale all’evoluzione della società.

Il nostro vecchio amico Yup era, a modo suo, un proto- imprenditore. Rischiava la sua vita andando a caccia e investiva i suoi beni nel suo lavoro. Come? Scambiando pellicce e carne (i suoi beni) con punte di freccia (attrezzi per lavorare). Il suo lavoro era importante per la sua famiglia, perché permetteva a loro di vivere e per il villaggio perché forniva carne e pelli. Ma il mondo in cui Yup operava, pur essendo pericoloso, era estremamente semplice. Quindi, da parte sua, non erano necessari grandi calcoli economici. Bastava che stesse attento agli animali pericolosi, ai movimenti stagionali della selvaggina ed a non rimanere senza punte di freccia affilate.

Un imprenditore che lavora in una società complessa deve prestare molta attenzione ad investimenti, profitti e perdite, deve fare un attento calcolo economico o finirà per dover chiudere la sua azienda.
Lo stimolo più grande che il passaggio  dal baratto al denaro diede agli imprenditori, fu la semplificazione nell'operare il calcolo economico, cioè capire se stavano guadagnando o erano in perdita. Con la nascita del denaro chi si cimentava nel business (che fosse produzione di beni, servizi o commercio) poteva finalmente contare su un valido alleato per tenere sana la propria attività: grazie al denaro poteva calcolare i profitti e le perdite.

Provate ad immaginare un mercante che parte con la sua carovana per andare a vendere le sue mercanzie. Sa esattamente il valore in monete d’oro del suo carico. Quando avrà venduto tutto e avrà pagato tutte le spese, potrà calcolare molto velocemente se in questa spedizione ha perso od ha guadagnato. Potrà, anche vedere quali merci gli hanno reso di più e quali meno e decidere, in base a questo, cosa portare in quella città la prossima volta.

Se invece lo scambio fosse avvenuto con il baratto, per il mercante capire se ha perso o guadagnato sarebbe molto più complesso, se non addirittura impossibile: “Vediamo, per quella pezza di seta, che a casa ho avuto in cambio di un barile di vino, qui mi hanno dato una cassa di datteri. Ci ho perso o guadagnato?” E chi lo sa? Bisogna vedere se al paese del mercante la gente ama i datteri, cosa è disposta a scambiare e così via...ma per essere davvero sicuri del guadagno bisognerebbe riconvertire i datteri in vino...che mal di testa!

Il commercio basato sul baratto, rendeva praticamente impossibile fare i bilanci. E quindi la società faticava a rinnovarsi, a crescere a diversificarsi. Perché era molto difficile capire quali investimenti rendevano.

Quando un imprenditore decide cosa produrre e come produrlo, investe tempo e risorse nel suo progetto, ma saprà se funziona davvero solo quando avrà ottenuto la risposta del mercato, della gente.  Steve Jobs credeva nel pc, ha seguito la sua visione. Nel momento in cui il prodotto di Steve Jobs, il pc Apple, è apparso sul mercato e la gente ha cominciato a comperarlo, Jobs ha potuto vedere che la sua azienda era produttiva, che lo faceva guadagnare. Ma come avrebbe potuto quantificare il suo successo di imprenditore senza poterlo calcolare in denaro? E come avrebbe potuto decidere che investimenti fare, senza questo mezzo, il denaro, che gli consentiva di calcolare i profitti?

Jobs ha rischiato ed ha vinto. Ma quanti altri non hanno avuto il suo successo? Quanti hanno perso tutto rischiando sulla loro idea? Il mestiere dell’imprenditore è pieno di rischi. Per questo è importante che gli imprenditori abbiano almeno un mezzo per monitorare la loro impresa: il denaro.

Ogni volta che qualcuno decide di  fondare un’azienda, di diventare un imprenditore, questa persona affronta l’ignoto. Il calcolo economico, cioè il bilancio dell’azienda è l’unico strumento che il nostro ha per capire se la sua attività sta guadagnando o perdendo, quindi per capire il trend del mercato (= i desideri dei consumatori). Il calcolo economico gli può suggerire se aumentare o diminuire gli investimenti, se sta battendo la strada giusta o se deve cambiare i suoi piani.

Il calcolo economico è la linfa vitale dell’economia, grazie ad esso le persone possono riuscire a districarsi in quell’incertezza del futuro che tanto spaventa. Attraverso questa “semplice” azione, le persone possono in parte diradare  le ombre che non permettono loro di vedere oltre i dati presenti.
Questo calcolo è estremamente delicato e non può essere distorto da entità esterne, pena lo squilibrio dei conti e la probabilità crescente di errori. Per questo il calcolo economico ha bisogno di requisiti fondamentali che non possono mancare: certezza dei diritti della proprietà privata e denaro sonante (=non manipolabile). In questo panorama, i beni possono essere scambiati correttamente ed i prezzi possono formarsi in maniera sana, senza interventi esterni. Gli imprenditori hanno a loro disposizione questo importante segnale di mercato che indica, attraverso il sistema profitti/perdite, come procede la loro attività.

Più il nostro imprenditore si sentirà tranquillo riguardo la sua situazione, più si sentirà disposto ad investire o a consumare. Se invece si sentirà insicuro riguardo al futuro, tenderà, come qualsiasi altra persona, ad accumulare danaro, in modo da premunirsi per periodi avversi.



I FLUSSI DEL DENARO

Il denaro non è una cosa strana, come molti vorrebbero farci credere. Non è né cattivo, né buono. E’ solo un mezzo che hanno gli uomini per interagire. Ma è un mezzo molto potente, strettamente connesso con la possibilità di sopravvivenza. Per questo è importante imparare a conoscerlo: per imparare a difendersi dalle distorsioni del suo valore che i potenti hanno, da sempre, la tentazione di creare per mantenere e rinforzare il proprio potere. Perché chi distorce il denaro, chi controlla il mercato, distorce e controlla anche le nostre vite.

Il denaro fluisce nella società come un’energia vitale. Da una parte dà, dall’altra toglie, fa crescere, sposta i piatti della bilancia del mondo, ma alla fine va sempre in pareggio. Il il motore che lo fa muovere, in una situazione di libero mercato, è la gente. In situazioni di pericolo il flusso del denaro (e con lui la crescita e l’evoluzione della società) tende a fermarsi, a ristagnare. In situazioni di stabilità riprende a scorrere, rivitalizzando gli scambi, le ricerche, l’arte...insomma, il mondo degli uomini.

Questo accade perché in un epoca abbastanza stabile, le persone, sentendosi più sicure, tenderanno a non accumulare il danaro, ma ad investirlo in beni di consumo o nei propri affari, nelle proprie aziende, per migliorarle o ingrandirle. Per fare ricerca, innovazione. Per creare bellezza. E’ una fase di energia di espansione. Ma in un mondo difficile, in crisi, privo di certezze, la gente avrà paura per il proprio futuro, per quello dei propri cari e quindi desidererà qualche cosa per assicurarsi una certa tranquillità e lo farà cercando di aumentare la propria riserva di denaro, quello che si definisce il “saldo di cassa, la liquidità”. E quindi avremo una fase di energia in contrazione.

Il denaro è il mezzo di scambio che, in un futuro che vedo incerto, so di poter usare per soddisfare le mie esigenze di sopravvivenza. Mentre quando mi sento al sicuro mi permette di scoprire, inventare, accrescere. Per questo è importante che il denaro, nel tempo, mantenga il suo valore. Per assicurarci che potremo avere un futuro. Cerchiamo di capire meglio. In un periodo di instabilità sociale o di difficoltà personale, il sig. Jones decide che è più sicuro aumentare la sua riserva di denaro (saldo di cassa). Questo succede perché, considerati i tempi, il sig Jones ritiene che avere più denaro e meno beni (quelli che ha smesso di comperare o sta vendendo) sia una garanzia di sicurezza.

Quando Jones si sentirà più tranquillo ricomincerà a spendere ed a investire in beni o attività. Nel momento in cui molte persone, non solo il sig Jones cominceranno a comportarsi come lui, cioè a comperare meno o a vendere di più, la conseguenza sarà una diminuzione del valore delle merci.
Se molte persone compereranno, ad esempio, meno scarpe, il prezzo delle scarpe scenderà, così se molte persone metteranno in vendita tantissime tende, anche questo avrà come effetto la discesa dei prezzi delle tende.

In un mondo con “sound money” in circolazione, una situazione di questo genere (una crescente richiesta di liquidità) porterà non ad un aumento di denaro in circolazione (quello che c’è c’è), ma ad un aumento del valore del denaro, un aumento del suo potere di acquisto. Così i nostri signori Jones, in cerca di sicurezza in un periodo turbolento del mondo, durante il quale cercano di assicurarsi un futuro risparmiando (o vendendo), aumentando quindi il saldo di cassa, non si troveranno ad avere più soldi. Ma avranno gli stessi soldi con un valore aumentato. Che è la stessa cosa. La naturale bilancia dell’economia libera sarà ancora e sempre in pareggio e i signori Jones si potranno sentire relativamente tranquilli riguardo al loro futuro.

Da qui si capisce come il denaro, anche quando viene semplicemente tenuto da parte, ha un ruolo nella vita delle persone, serve a dare tranquillità verso un futuro incerto.

4 commenti:

  1. Quando il denaro diventa debito, la propria esistenza non è più propria.
    Questo vale per i singoli individui e per le comunità.

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  2. Non sono sicuro che sia proponibile la narrazione del baratto in testa alla questione della nascita del denaro.

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