Bibliografia

martedì 19 dicembre 2017

Deflazione, denaro fiat e cicli boom/bust





di Frank Shostak


Secondo il presidente della Federal Reserve di St. Louis, James Bullard, l'attuale livello dei prezzi statunitensi è notevolmente inferiore rispetto a quello che sarebbe stato se la Federal Reserve avesse raggiunto il suo obiettivo d'inflazione al 2%, definendo tale tendenza "preoccupante". Il tasso di crescita dell'indice dei prezzi al consumo (IPC) è diminuito dal 2.4% a marzo al 2.2% ad aprile.

Molti economisti sostengono che una diminuzione dei prezzi generi aspettative per un ulteriore calo dei prezzi. Di conseguenza, si sostiene, i consumatori ritarderanno il loro acquisto di beni in quanto si aspettano di acquistarli a prezzi più bassi in futuro. Per la maggior parte degli economisti e dei vari commentatori, un calo del tasso di crescita dell'IPC aumenta la probabilità di un declino generale dei prezzi, cosa che viene definita deflazione e viene considerata una cosa terribile.

Di conseguenza questo indebolisce il flusso globale della spesa e a sua volta indebolisce l'economia. Un calo delle spese al consumo non solo indebolisce l'attività economica globale, ma pone anche ulteriori pressioni sui prezzi. O almeno così si dice. Da notare che secondo questo ragionamento la deflazione mette in moto un declino a spirale dell'attività economica.

Ma è vero che un calo dei prezzi dovrebbe sempre essere una cattiva notizia per l'economia? Prendiamo ad esempio un caso in cui si è verificato una calo generale dei prezzi a seguito di un'espansione nella produzione di beni e servizi. Perché questa dovrebbe essere classificata come una cattiva notizia? Al contrario, ogni possessore di denaro potrebbe ora entrare in possesso di una maggior quantità di beni e servizi, vale a dire, il livello di vita della gente aumenta — quindi qual è il problema?



Rallentamenti generali nei prezzi e nell'offerta di denaro

Un calo generale dei prezzi può anche emergere come conseguenza di un crollo dello stock monetario. Una causa importante è un calo dei prestiti a riserva frazionaria. L'esistenza della banca centrale e la riserva frazionata permettono alle banche commerciali di generare crediti che non sono coperti da un risparmio reale. Una volta creato credito scoperto, esso crea attività che il libero mercato non avrebbe mai approvato. Cioè queste attività consumano e non producono ricchezza reale. Finché il bacino dei risparmi reali è in espansione e le banche sono desiderose di espandere il credito, diverse false attività continuano a prosperare.

Ogni qualvolta la creazione del credito "dal nulla" permette al ritmo del consumo di ricchezza reale di scavalcare il ritmo della produzione di ricchezza reale, il bacino dei risparmi reali viene indebolito. Di conseguenza le prestazioni delle varie attività iniziano a peggiorare ed iniziano ad aumentare i crediti deteriorati delle banche. In risposta a tutto ciò, le banche riducono i loro prestiti non rinnovando quelli che giungono a maturazione e questo a sua volta mette in moto un calo dello stock monetario.

Bisogna comprendere che solo i prestiti bancari non sono sostenuti da risparmi adeguati (riserva frazionaria) possono scomparire, causando così il calo dello stock monetario. Il denaro pienamente coperto dai risparmi, una volta rimborsato dal mutuatario alla banca, ritorna al prestatore originale e quindi non può scomparire a meno che il creditore originale decida di distruggerlo fisicamente. Da ciò possiamo concludere che quanto più è alta la percentuale di credito "dal nulla" rispetto al credito complessivo, maggiore sarà il rischio di un forte calo dello stock monetario quando il bacino dei risparmi reali comincerà a scendere.

Il punto che va sottolineato qui è che il calo nello stock monetario che precede la deflazione dei prezzi e una crisi economica, è in realtà innescato da politiche monetarie allentate precedenti e non dalla liquidazione del debito.

È una politica monetaria allentata che fornisce sostegno alla creazione di credito scoperto. (Senza questo supporto le banche avrebbero difficoltà a praticare prestiti a riserva frazionaria.) Il credito scoperto a sua volta porta alla riorganizzazione dei risparmi reali dai creatori di ricchezza a coloro che la sprecano. Ciò, a sua volta, indebolisce la capacità di coltivare il bacino dei risparmi reali e, a sua volta, indebolisce la crescita economica.

Molti commentatori sono del parere che una diminuzione dei prezzi aumenta l'onere del debito e costringe i consumatori a rimborsare i loro debiti molto più velocemente. (Invece di utilizzare i soldi in loro possesso per acquistare beni e servizi, i consumatori utilizzano una quota più elevata del loro denaro per rimborsare il loro debito.)

Secondo questo modo di pensare una liquidazione del debito potrebbe mettere una forte pressione sullo stock monetario e, a sua volta, sulla domanda delle famiglie per beni e servizi. Tutto ciò, si dice, potrebbe portare ad un declino prolungato del livello dei prezzi. Un calo del livello dei prezzi a sua volta aumenta l'onere del debito e porta ad un rafforzamento del processo di liquidazione del debito. Quindi, per evitare questa spirale verso il basso, viene raccomandato un pompaggio monetario aggressivo da parte della banca centrale.

La liquidazione del debito e la deflazione dei prezzi non sono le cause del crollo economico, ma il risultato delle precedenti politiche monetarie allentate della FED che hanno indebolito il bacino dei risparmi reali. Si noti inoltre che non è un calo dei prezzi in quanto tale che aumenta l'onere del debito e intensifica la deflazione dei prezzi, ma il declino dei reali risparmi. Tale bacino in declino indebolisce il processo di generazione di ricchezza reale e, a sua volta, indebolisce la capacità dei mutuatari di ripagare il debito.

Allo stesso modo, non è un aumento dei tassi d'interesse reali, come suggerito da molti commentatori, ma una riduzione dei risparmi reali che indebolisce la crescita economica. Al contrario, l'aumento dei tassi d'interesse reali mette le cose in una prospettiva corretta e arresta lo spreco dei risparmi reali aiutando così l'economia reale.

Se il bacino dei risparmi reali è in calo, anche se la FED avesse successo nell'aumentare l'offerta monetaria e quindi il livello dei prezzi, vale a dire contrastare la deflazione, l'economia farebbe lo stesso registrare un declino dei risparmi reali.

Contrariamente al punto di vista popolare, più soldi la FED spinge nell'economia, peggio diventeranno le condizioni economiche. La ragione di ciò è che più soldi indeboliscono solamente il processo di creazione di ricchezza stimolando un consumo non produttivo (consumo che non è preceduto da produzione di ricchezza reale).


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


1 commento:

  1. ovviamente tutto corretto, il principio e la distinzione tra deflazione da produzione e de debiti è stato sviscerato piu volte. ma non comprendo come si faccia a distinguere denaro coperto da risparmi reali e quello non coperto in un contesto fiat 100%. ogni distinzione al proposito mi pare arbitraria, di qui l idea del 2%, replica della crescita della quantita d oro, però sull inflazione dei prezzi, il che è tutta un altra cosa. ma nella attuale realta ogni denaro emesso, dopo l estinzione del mutuo, viene distrutto. se tutti pagassero i debiti non ci sarebbe piu denaro. ovviamente non è possibile che tutti paghino i debiti perche il denaro è il doppio dei debiti: debiti e crediti

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