mercoledì 27 dicembre 2017

Come lemming giù da una rupe





di David Stockman


I lemming sono ora in piena fuga verso le scogliere. Potete letteralmente sentire le acque fredde che si agitano, schiumano e si rifrangono sui massi più in basso.

Da Amazon, ai fondamentali finanziari, al Russell 2000 e quasi tutto il resto, i casinò non digeriscono alcuna informazione tranne l'azione dei prezzi e salgono inesorabilmente solo grazie al momentum.

Sicuramente gli utili non hanno nulla a che fare con questo. Il Russell 2000, ad esempio, è stato trattato a 112X gli utili annuali segnalati.

Allo stesso modo, i rapporti del terzo trimestre di quest'anno ci dicono che gli utili annuali segnalati per l'indice S&P 500 sono stati di $107 per azione. Ciò è di importanza fondamentale, perché 36 mesi fa gli utili dell'indice S&P per il periodo annuale di settembre 2014 erano di $106 per azione.

Proprio così. Tre anni e $1 di guadagno. Le teste di legno della stampa mainstream parlano di "forti guadagni" solo perché pensano che siamo nati ieri.

Nel frattempo il petrolio, le materie prime e la deflazione industriale dopo il luglio 2014 hanno portato gli utili ad un minimo di $86.44 per azione nel periodo annuale di marzo 2016.

Dopodiché è arrivata l'onda opposta: il massiccio stimolo dopo l'incoronazione di Xi in Cina. Il nuovo Imperatore Rosso ed i suoi servi hanno pompato un'incredibile onda da $6,000 miliardi in nuovo credito, stimolando così un rimbalzo globale ed una ripresa dei profitti fino a dove s'era fermata tre anni prima.

La differenza, naturalmente, è che i $106 di utili allora erano prezzati ad un valore già alto (secondo gli standard storici) di 18.6X, mentre i $107 di oggi sono valutati ad un folle 24.6X.

Dopotutto, un crollo degli utili viene segnalato da un ciclo economico nelle sue fasi finali, un raffreddamento dello Schema Rosso di Ponzi, un epocale spostamento verso il QT (quantitative tightening) ed un Baratro Fiscale per Washington. Ognuno di questi venti contrari è evidente e hanno fatto conoscere la loro presenza con una forte sferzata negli ultimi giorni.

Siamo ora 36 mesi più vicini alla prossima recessione in un ciclo economico che a 101 mesi si sta già avvicinando al record degli anni '90 di 118 mesi. Primo fra tutti c'è la svolta senza precedenti, ma inevitabile, delle banche centrali -- dopo due decenni di espansione incessante -- verso la normalizzazione dei tassi d'interesse, il QT (quantitative tightening) e la vendita di migliaia di miliardi di titoli di debito e altri (demonetizzazione o contrazione del bilancio).

Janet Yellen l'ha reso perfettamente chiaro ieri:

Powell ha dichiarato di aspettarsi che il bilancio si riduca tra circa $2,500 miliardi e $3,000 miliardi nei prossimi tre o quattro anni [...]. Riguardo i tassi d'interesse, Powell ha dichiarato: "Penso che un rialzo dei tassi d'interesse al nostro prossimo incontro sarà una certezza".

In realtà, il processo di contrazione del bilancio promesso salirà rapidamente dalle attuali vendite da $10 miliardi al mese di obbligazioni federali, a $30 miliardi entro la prossima primavera e $50 miliardi entro il prossimo ottobre. Ciò equivale ad un ritmo annuale di $600 miliardi; e quando la BCE e le altre banche si uniranno alla festa della "normalizzazione" nel 2019 e oltre, le vendite totali di obbligazioni da parte delle banche centrali supereranno i mille miliardi all'anno.

E questo è un grosso problema, perché la legge della domanda e dell'offerta non è stata ancora abolita, il che significa che i prezzi e i rendimenti nel mercato obbligazionario globale subiranno una grossa correzione. Ad esempio, se il decennale USA si normalizza ad un rendimento del 4.0%, il suo prezzo diminuirà di oltre il 40% rispetto ai livelli attuali (2.35%).

Inutile dire che l'intero mercato degli asset rischiosi, compresi titoli azionari, obbligazioni spazzatura, società e immobili, si basa sugli attuali rendimenti ultra bassi e sulla leva storicamente senza precedenti. Quindi se si distrugge il prezzo del bond di riferimento del 40%, avremo una cascata di aggiustamenti al ribasso nelle altre valutazioni.

Ma non è tutto. Il diciannovesimo congresso del partito è finito, ma i Suzerain Rossi di Pechino non hanno perso tempo a soffocare la bolla del credito cinese e il mercato immobiliare arroventato. Il grafico qui sotto è la pistola fumante, e smaschera la bugia di Wall Street secondo cui l'economia mondiale è nel bel mezzo di un'esplosione di "crescita sincronizzata".

In realtà è tutto riconducibile ad una vera e propria isteria edilizia durante la corsa verso il 19° Congresso del Partito cinese, che ha visto salire l'emissione di mutui di quasi il 60% nel 2016.

Ora il giro di vite di Pechino sta mostrando a tutti la dura realtà. Nel periodo più recente, la crescita dei mutui su base annua è diventata negativa, il che significa che il gigantesco complesso dei materiali da costruzione e per l'edilizia della Cina si sta raffreddando rapidamente.




Inutile dire che ciò che accade nello Schema Rosso di Ponzi non rimane nello Schema Rosso di Ponzi. I recenti dati globali moderatamente buoni per la produzione industriale, il commercio e il PIL, hanno alimentato il massiccio impulso di credito evidente nella linea rossa qui sotto.

Quando gli utili dell'indice S&P avevano raggiunto un picco a settembre 2014, la crescita totale del credito della Cina da tutte le fonti -- compreso il suo sistema bancario ombra da $15,000 miliardi -- è rallentata fino al 15% annuo, ma poi è stata aumentata fino al 30% durante il boom dell'incoronazione di Xi dall'inizio del 2016 in poi.

Ma ora che le idee di Xi sono state incastonate nella costituzione del partito comunista -- culo e camicia con la saggezza del Grande Timoniere, Mao Zedong -- la crescita del credito sta precipitando. Persino il nuovo Imperatore Rosso della Cina riconosce che $40,000 miliardi di debito per una presunta economia da $12,000 miliardi (in realtà molto più bassi quando si tolgono i massicci investimenti improduttivi dai "flussi" del PIL) è una ricetta per il collasso.

Xi Jinping è un illuso se crede che i burocrati possano domare e stabilizzare il più grande Schema di Ponzi della storia composto da costruzioni inutili, prestiti, spese e speculazioni. Ma il suo obiettivo è un terzo mandato nel 2022 e nel frattempo intende liquidare la febbre cinese.

Di conseguenza il ciclo globale delle materie prime e delle spese in conto capitale si indebolirà rapidamente quando la linea rossa nel grafico qui sotto diventerà piatta. Poi le teste di legno della stampa mainstream non saranno più tanto positive sulla crescita globale sincronizzata.




Ma ciò di cui parleranno presto sarà il Baratro Fiscale statunitense. Ora sembra che i politici del GOP abbiano escogitato così tanti espedienti fiscali che potrebbero effettivamente accumulare 51 voti al Senato.

Infatti tra il 2018 e il 2024 il "compromesso" al Senato genererebbe $1,400 miliardi di nuovo debito compresi gli interessi sui prestiti aggiuntivi. Questo perché la legge fiscale del Senato si aspetta già un picco tra le perdite delle entrate nel range dei $250 miliardi nel 2020 e successivamente una costante diminuzione a $145 miliardi nel 2025, e poi un leggero surplus nel 2027.

Di conseguenza il debito pubblico si accumulerà rapidamente nei primi anni, molto prima che qualsiasi crescita aggiuntiva possa eventualmente spostare l'ago.

Ma basti dire che il massiccio indebitamento incorporato nella legge fiscale del Senato si sovrapporrà ai $6,100 miliardi già incorporati nella prospettiva di base del CBO per il periodo 2018-2024 e ad altri $1,000 miliardi che saranno necessari per i soccorsi in caso di calamità e per le operazioni militari globali.

In una parola, non penso si possano finanziare $8,500 miliardi di nuovo debito federale in un contesto in cui la FED e il suo convoglio di banche centrali stanno vendendo bond. Cioè, senza innescare un effetto "spiazzamento" che è stato assente sin dal momento in cui Greenspan ha arroventato la stampante monetaria dell'Eccles Building dopo il crollo del mercato azionario nell'ottobre 1987.

L'ironia è che il GOP sta creando una barricata fiscale che supererà i $1,000 miliardi all'anno di nuovi prestiti già nel 2020 ($775 miliardi di base, oltre a $225 miliardi di perdite tra entrate mancanti a causa del taglio delle tasse e interessi) sulla base dell'erronea visione che la crescita economica interna è stentata a causa delle tasse alte sulle grandi imprese.

Il grafico seguente dovrebbe smentire questa menzogna una volta per tutte. Il tax rate sulle grandi imprese è in declino da decenni, ciononostante il tasso tendenziale di crescita economica è in costante calo.

Malgrado il misero bip di oggi nei numeri del PIL, le vendite reali sono cresciute solo dell'1.2% all'anno nell'ultimo decennio o solo di un terzo rispetto al ritmo esistente quando il tax rate sulle grandi imprese era più del doppio dell'attuale livello.




Quindi i lemming di oggi stanno marciando verso un Baratro Fiscale -- ignari del significato delle manovre al Senato. Ma per definizione, al culmine del boom di una grande bolla finanziaria, i mercati sono ignari di tutto tranne che dell'azione dei prezzi.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


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