Bibliografia

giovedì 30 novembre 2017

Avvertimenti dal “China Beige Book”





di James Rickards


Leland Miller, un mio caro amico, è il fondatore e titolare di un servizio di ricerca economica chiamato "China Beige Book".

Il nome "beige book" è preso in prestito dalle indagini condotte dalle banche regionali Federal Reserve sulle condizioni economiche nelle loro regioni. (Nei giorni precedenti Internet, la FED rilasciava opuscoli con copertine di vario colore in base all'oggetto analizzato. Il libretto delle condizioni economiche aveva una copertina beige.)

Leland fa con la Cina ciò che la FED fa nelle sue regioni, tranne che lui copre l'intero Paese. Ha una rete diversificata di oltre 3,000 aziende e imprenditori in tutti i settori di attività. Ottiene le sue informazioni direttamente alla fonte e bypassa i canali del governo centrale. È come un servizio di intelligence privato.

Infatti, la rete di Leland è migliore di quella della CIA quando si tratta di dati economici; infatti la CIA si rivolge a lui per consigli e suggerimenti.

Il servizio di ricerca dettagliato costa circa $100,000 all'anno per un abbonamento. Ma Leland pubblica sintesi su base trimestrale e sono liberamente disponibili. Il suo ultimo sommario non dipinge un bel quadro.

Il China Beige Book, CBB, dice che la Cina ha nascosto i problemi legati alla debole crescita e al debito eccessivo per apparire calma davanti al mondo durante il Congresso Nazionale del Partito Comunista Cinese, avuto luogo il mese scorso.

Il CBB chiarisce anche che non è avvenuto il fantomatico "ribilanciamento" dell'economia cinese da investimenti e produzione a consumi e spesa. Invece la Cina ha raddoppiato l'eccesso di capacità per quanto riguarda carbone, acciaio e produzione manifatturiera generale e ha continuato la sua politica di investimenti improduttivi alimentati da debiti impagabili.

È evidente, quindi, che iniziano a comparire le prime crepe nella Grande Muraglia del debito cinese.

La baldoria di debito cinese degli ultimi 10 anni è una storia ben nota. Le società cinesi hanno contratto debiti in dollari per centinaia di miliardi di dollari, la maggior parte dei quali non sono pagabili senza sovvenzioni da Pechino.

Il rapporto debito/capitale della Cina è superiore al 300%, peggio di quello americano (anch'esso pericolosamente alto) e paragonabile a quello del Giappone e di altri grandi debitori. Il mercato cinese della gestione del patrimonio (WMP) è fondamentalmente uno schema di Ponzi.

Nuovi WMP sono utilizzati per riscattare i WMP maturanti, mentre la maggior parte dei prodotti in questo mercato viene semplicemente rinnovata perché i progetti immobiliari e infrastrutturali sottostanti non possono rimborsare i loro debiti.

Un sacco di prestiti aziendali si riduce semplicemente ad un'azienda che presta ad un'altra, che a sua volta presta ad un'altra ancora, dando l'impressione che ogni azienda detiene buone risorse, ma in realtà nessuna può effettivamente pagare i suoi creditori. È un gioco contabile senza soldi veri e nessuna possibilità di rimborso.

Tutto questo è ben noto.

Ciò che non è noto, è il quando finirà. Quando scomparirà la fiducia in modo tale che l'intero castello di carte cada a terra? Quando uno shock geopolitico o una catastrofe naturale innescheranno una perdita di fiducia e accenderanno un panico finanziario?

C'è stata una scarsa prospettiva di un evento simile nell'ultimo anno, perché il presidente Xi Jinping stava mantenendo un coperchio sui guai che ribollivano in patria prima del Congresso Nazionale del Partito Comunista Cinese.

Con questo evento alle spalle, Xi è pronto ad intraprendere la riforma del sistema finanziario, il che significa chiudere le società e le banche insolventi. Ora sono cominciati a comparire i primi fallimenti.

Dandong Port Group, che fa affari nella zona calda vicino alla Corea del Nord, è appena andata in default per il suo debito. Questo può rappresentare il fallimento d'apertura di una grande ondata di bancarotte. La questione è se il presidente Xi possa attuare le sue riforme pianificate e gestire l'insolvenza delle imprese senza trasformare il processo in qualcosa di più pericoloso che può andare fuori controllo.

I primi segnali ci dicono che questo processo di ristrutturazione sarà più difficile di quanto si aspetta Xi e che il potenziale di panico è davvero alto.

Il CBB prevede che o la Cina avrà un rallentamento significativo nel 2018, che a sua volta si ripercuoterà sulla crescita mondiale, oppure dovrà affrontare un debacle ancora più grande. Entrambi i risultati sono notizie negative per l'economia globale.

Saluti,


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


4 commenti:

  1. Per fortuna che l'economia mondiale è solida, si basa sul risparmio reale, sul denaro onesto, sulle leggi apodittiche del mercato libero e volontario, sull'assenza di interventi politici, sull'assenza di gestori centralizzati della moneta, sul rispetto sacro dei diritti di proprietà e di riservatezza, sul rispetto sacro dei contratti, sugli scambi effettuati in contanti, sulla scelta libera del mezzo di scambio e del modo di pagamento, ecc ecc ecc...
    Insomma, di cosa dobbiamo preoccuparci?

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    1. di nulla. è il momento in cui finalmente si puo dire: "stampiamo un poco cosi invertiamo il ciclo"

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    2. Ma questi hanno sempre il ciclo? Spiegherebbe tante cose.

      Oro o mai più.

      R.G.

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  2. Tra la padella e la brace, c'è solo l'imbarazzo della scelta...

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