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lunedì 18 settembre 2017

Come la FED ha permesso ai pezzi grossi delle grandi imprese di fare miliardi





di David Stockman


Durante gli ultimi 6,000 giorni di negoziazione (sin dai primi anni '90), l'indice VIX è rimasto sotto i 10 punti in 26 occasioni; e 16 occasioni di suddette 26 si sono manifestate negli ultimi tre mesi!

Eppure questa calma rialzista sta accadendo anche se Wall Street è in preda a orde di speculazioni a leva. Sin dal 2010 le aziende di private equity hanno emesso $91 miliardi in junk bond e prestiti a leva.

Inutile dire che la FED, falsificando drasticamente i prezzi del debito per stimolare l'investimento immobiliare e altri tipi d'investimento, non aveva idea degli effetti collaterali che la sua intrusione massiccia e persistente avrebbe avuto nel delicato orologio dei prezzi dei mercati dei capitali.

Così quando Janet Yellen & Co. professano di non vedere bolle, dimostrano la loro chiara incompetenza. Pensano realmente che tutto questo accadrebbe in un mercato libero con denaro onesto e tassi d'interesse non manipolati?

È una domanda retorica ovviamente.

Inutile dire che i cosiddetti "investitori" si sono accatastati per comprare titoli di dubbia qualità, perché erano affamati di rendimenti decenti. Nei mercati a reddito fisso i $3,500 miliardi di acquisti di obbligazioni sovrane e altri titoli da parte della FED dopo il settembre 2008, hanno talmente abbassato i tassi d'interesse reali da costringere i money manager ad inerpicarsi sulla curva del rischio per raccogliere rendimenti minimi interessanti.

Quale investitore istituzionale se non i fondi pensione statali potevano investire in operazioni così dubbie?

C'è da dire però che gli investitori istituzionali sono stati completamente corrotti dal gioco d'azzardo scaturito da tre decenni di Finanza delle Bolle. Nel ricercare il rendimento, le istituzioni sono state indotte ad abbracciare trattative che sarebbero state evitate in un mercato onesto.

Ad esempio, Payless Inc., un rivenditore di scarpe con 22,000 dipendenti e 4,000 negozi, è fallito ad aprile; meno di cinque anni dopo il suo LBO da $670 milioni nel 2012. Ma non c'era niente di sorprendente, nonostante il fallimento di Payless venne considerato una questione di sfortuna e di tempistica.

Non credo. Le due aziende che effettuarono l'LBO — Golden Gate Capital e Blum Capital Partners — incarnano l'essenza del capitalismo clientelare.

Queste considerazioni fanno emergere una domanda ovvia: perché ci sono stati così tanti LBO nel settore della vendita al dettaglio negli ultimi anni quando tutti potevano vedere che Amazon avrebbe avuto la meglio?

Dopo tutto, non è un segreto che negli ultimi decenni le sue vendite siano cresciute del 1,100% e che abbia asfaltato la concorrenza nel settore della vendita al dettaglio.




La risposta è che i mercati dei capitali sono stati profondamente, e forse irrimediabilmente, compromessi dalla massiccia falsificazione dei prezzi degli asset finanziari. Non c'è modo di conciliare questo boom finanziario con la proiezione corrente secondo cui quasi 30,000 negozi al dettaglio chiuderanno nei prossimi tre anni.

E non è un caso che accada tutto ciò, perché era ampiamente prevedibile — la conseguenza della repressione finanziaria sistemica da parte delle banche centrali.

Inoltre tutta questa ingegneria finanziaria ha affamato l'economia di Main Street nei confronti degli investimenti di capitale — anche se i flussi di cassa tornati a Wall Street hanno inondato gli operatori fast money con enormi profitti imprevisti.

Il grafico qui sotto non è una conseguenza dei tagli fiscali Reagan/GOP. Misura la distribuzione pre-tributaria del reddito statunitense e la monumentale "ascesa" del cosiddetto 1% delle famiglie, il tutto opera dell'Eccles Building.




Alla fine il settore della vendita al dettaglio è stato colpito da un triplo smacco a causa della pianificazione monetaria centrale. In primo luogo, Amazon non è uno strumento di "distruzione creativa". È un gigantesco motore di prezzi predatori ed investimenti improduttivi alimentato da un casinò che valuta in modo assurdo le sue entrate nette al 190X.

In secondo luogo, la conseguente perdita economica è stata aggravata da decenni di sovrainvestimento nei centri commerciali e negli altri punti vendita. Di fronte a enormi costi operativi e di debito fisso, la collisione tra Amazon e il mondo della vendita al dettaglio reale sta spingendo i prezzi al dettaglio a livelli sub-economici.

Ciò significa che i flussi di cassa negativi stanno indicando la necessità di uno tsunami di fallimenti, licenziamenti e liquidazioni di magazzini che supereranno significativamente i fondamentali del settore.

Infine, la fame per rendimenti decenti tra i money manager ha favorito la liquidazione finanziaria del patrimonio del settore della vendita al dettaglio al solo scopo di ridistribuire profitti imprevisti in cima alla scala economica.

Malgrado tutto ciò, i keynesiani come il vice-presidente della FED, Fischer, stanno ancora chiedendosi perché la crescita economica sia sprofondata nel sottosuolo della storia e perché siano eletti politici che vogliono interrompere il nirvana della piena occupazione.

Ciononostante i robo-trader continuano a comprare durante i ribassi, visto che ciò "ha funzionato" negli ultimi 100 mesi. In un sistema monetario onesto e determinazione dei prezzi onesta, il ruolo del mercato azionario sarebbe quello di scontare il ​​futuro. Non c'è un futuro plausibile che valga 24 volte il valore dell'indice S&P 500, o 96 volte il Russell 2000.

Sicuramente il boom dei guadagni che gli artisti di Wall Street hanno proiettato l'anno scorso, non è affatto plausibile. Con l'84% dei risultati per il secondo trimestre riguardo l'indice S&P 500, i profitti annuali sono ancora dell'1.3% al di sotto di quelli del settembre 2014.

Negli ultimi tre anni non è accaduto nulla alle entrate aziendali, eccetto la deflazione nei settori dell'energia, dei materiali e dei settori industriali. Dopo aver raggiunto i $106 per azione a settembre 2014, il ciclo di deflazione globale li ha portati a $86.44 per azione a marzo 2016 in risposta ai prezzi del petrolio a $30 al barile. Sin da allora quest'ultimo ha recuperato fino a $50 – portando i ricavi dell'indice S&P 500 a $104.61 durante il trimestre attuale.

Rimane una domanda però: come fanno un ciclo economico ormai alle battute finali e immensi venti contrari globali a giustificare l'aspettativa di profitti enormi durante i prossimi 18 mesi? Eppure è quello che sta succedendo a Wall Street. Abbiamo raggiunto quasi $133 per azione secondo la contabilità GAAP (e $145 secondo le opinioni dei giocatori d'azzardo a Wall Street) per il periodo annuale terminante a dicembre 2018, il che significa un aumento prospettico del 27%.

Anche se si da credito all'approccio di Wall Street sui guadagni operativi, la storia è la stessa. Perché l'eventuale esito del 2018 dovrebbe essere diverso da quello degli ultimi tre anni?




Per come stanno le cose adesso, le aspettative per il 2018 sembrano proprio fuori luogo.

La crescita stimata dei profitti per il 2018 sarebbe superiore del 23% rispetto a quella registrata negli ultimi dieci anni!

A giugno 2007 i profitti annuali per l'indice S&P 500 erano di $85 per azione. Ciò significa che i profitti sono cresciuti ad un tasso lento del 2.1% all'anno negli ultimi 10 anni; e in dollari nominali.

Togliete l'inflazione ed il riacquisto di azioni proprie, e sostanzialmente non c'è alcun profitto.

È la deformazione che si ottiene quando i meccanismi normali di disciplina del mercato, come lo short selling e il prezzo economico delle opzioni e delle coperture, vengono distrutti dagli effetti ricchezza basati sulla pianificazione centrale.

È l'estrema vulnerabilità di Wall Street a crash violenti che sopraggiungono quando i mercati a due vie vengono distrutti per truffare chi crede d'essere più ricco di quanto effettivamente sia. La bolla raggiunge il suo picco e poi scoppia, perché i prezzi delle azioni vengono disaccoppiati dai fondamentali economici e dal profitto.




La verità finanziaria rimane la solita: niente sale per sempre, nemmeno l'indice Dow. Le crepe stanno già comparendo; soprattutto se consideriamo come ci si stia rifugiando in una manciata di aziende a grossa capitalizzazione.

Dal 25 luglio la maggior parte del mercato ha continuato a scendere. Mentre il Dow è aumentato del 2.2%, il settore dei trasporti è sceso del 2.8% e il Russell 2000 è sceso del 2.6%. L'indice S&P 500 è sceso dello 0.8% e anche il NASDAQ 100 è sceso dello 0.5% al ​​di sotto del livello del 25 luglio.

Il margin debt ha raggiunto un massimo di tutti i tempi a $550 miliardi. Il grafico che segue lascia poco all'immaginazione. Dopo il picco del 2000, il margin debt è crollato del 50% in quanto le azioni vennero liquidate violentemente per soddisfare le margin call. Nel 2008 la riduzione del margin debt è stata ancor più grande – quasi il 60%. Questa volta, tuttavia, un simile restringimento causerebbe un calo di $325 miliardi nei margin balance; questo significa un sacco di azioni in svendita.




Il casinò alla fine crollerà sotto il proprio peso, man mano che continueranno ad apparire fratture e divergenze.

Entro 4-5 settimane Trump sarà impalato sul tetto del debito e una crisi di risoluzione continua che succhierà tutte le energie dal governo di Washington.

L'unica cosa che accadrà entro la fine di quest'anno a Capitol Hill, è una sconfitta per l'abrogazione dell'ObamaCare (invece ci sarà un salvataggio delle compagnie di assicurazione in cambio di piccoli cambiamenti nei mandati assicurativi dell'ObamaCare). Inoltre aspettatevi ripetute soluzioni di breve termine riguardo il tetto del debito.

Dubito seriamente che Trump sopravviverà politicamente al crash dei mercati che probabilmente sarà scatenato dall'inatteso bagno di sangue fiscale proprio dietro l'angolo. In quel momento maledirà il giorno in cui ha lasciato Janet Yellen alla FED piuttosto che licenziarla a gennaio e far scoppiare la bolla.

Ora che Trump e i suoi surrogati hanno preso possesso di un mercato azionario orribilmente sopravvalutato, non c'è dubbio che il prossimo crash sarà quello definitivo.

Anche l'elezione di Tricky Dick nel 1972 venne salutata con un crollo dei mercati del 15%.




Nixon sembrava essere particolarmente invincibile nel gennaio 1973, soprattutto perché aveva trascorso 27 anni nel circuito del GOP. Ciononostante la bolla di Nixon evaporò lentamente e costantemente.

Ora sembra probabile che lo scoppio della bolla di Trump sarà molto più veloce, più profondo e più violento. Un Evento Imprevedibile Arancione è quello che adesso sta volando sopra i mercati, come una Spada dei Damocles. La domanda è solo quando, non se, il casinò andrà a gambe all'aria.

Saluti,


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


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