Bibliografia

giovedì 27 luglio 2017

Ecco il Doom Index





di Bill Bonner


GUALFIN, ARGENTINA – Oggi vediamo cosa sta succedendo in Venezuela. Per divertimento e per istruzioni sul futuro.

Come i lettori di lungo termine sanno, siamo intenditori dei disastri finanziari. Pensiamo di vedere un'annata particolarmente buona da questo punto di vista in Venezuela.

Ma prima di arrivarci, introduciamo il nostro Doom Index.

L'idea è quella di provare a misurare la tensione nel sistema... e avere un'idea migliore sul quando le cose possano andare a rotoli.

Il nostro reparto di ricerca, guidato da Nick Rokke, ha esaminato 11 indicatori che – quando aggregati – hanno coinciso con gli ultimi due grandi crash:

  1. Crescita del prestito bancario
  2. Declassamenti
  3. Prezzi delle obbligazioni
  4. Valutazioni del mercato azionario
  5. Margin debt
  6. Sentiment degli investitori (indicatore contrario)
  7. Sentiment della produzione
  8. Traffico ferroviario
  9. Libri paga non agricoli
  10. Debito delle famiglie/reddito disponibile
  11. Permessi di costruzione trimestrali

Siamo rimasti sorpresi dai risultati. Come si può vedere dal grafico qui sotto, nonostante tutte le nostre fatiche su queste pagine, il nostro indice mostra che non siamo ancora nella zona di pericolo.




Ulteriori informazioni sul Doom Index sono disponibili qui.

Ma torniamo ad un'economia il cui fallimento è già in atto: Venezuela.

Le azioni hanno conseguenze. Nella politica pubblica, è impossibile dire quali saranno le conseguenze. Ci sono troppe illusioni e troppo fumo.

Prendete, ad esempio, un decreto che ordina di uccidere i ratti in città. Il suo vero scopo è quello di premiare un grande ammanicato con la politica che possiede una ditta di controllo dei parassiti. Finisce per uccidere i piccioni.

Spesso i decreti con scopi chiari ed evidenti finiscono per produrre risultati completamente in contrasto con gli obiettivi dichiarati.

Il proibizionismo, ad esempio, ha aumentato il numero di ubriachi. La Guerra contro le Droghe ha ingrassato i profitti dei rivenditori di droga.

La Guerra alla Povertà ha reso la povertà rispettabile... anche attraente... agli occhi delle persone povere.

La Guerra al Terrorismo ha portato un milione di musulmani, altrimenti sani di mente, a voler farsi esplodere ogni volta che vedono una bandiera degli Stati Uniti.

Più spesso, questi risultati non sono esattamente delle sorprese. Guardate più da vicino e troverete spesso, nascosta dietro le promesse... una ditta di controllo dei parassiti!

Le ultime notizie, ad esempio, ci dicono che i commercianti americani di armi stanno per ottenere $110 miliardi. Il presidente Trump ha annunciato un accordo con i Sauditi – il più grande della storia.

Anche se le conseguenze esatte delle politiche pubbliche sono oscure, i modelli sono familiari.

Come abbiamo già esplorato, gli accordi "win-lose" riducono sempre la soddisfazione umana totale.

Gli accordi "win-lose" – a meno che non siano imposti da piccoli criminali o da bulli locali – richiedono l'insistenza dello stato. Altrimenti nessuno finirebbe dal lato dei perdenti.

Quindi più stato c'è... più è attivo, ambizioso e sprezzante... più accordi "win-lose" sottraggono alla somma della felicità umana.

Un mese fa, ben un milione di queste persone deluse hanno manifestato contro il governo di Nicolás Maduro in Venezuela. Era la "Madre di tutte le proteste", dicevano.

Qual era il motivo?

L'inflazione è al 700% l'anno. L'anno scorso il PIL è sceso del 19%. Le scorte di cibo – fagioli, riso, pane – stanno scomparendo. Le famiglie varcano il confine in Colombia per acquistare la carta igienica.

Gli ospedali non hanno alcuna medicina, nessuna apparecchiatura, nemmeno i guanti di gomma ed i disinfettanti. A volte non hanno elettricità. Le morti di bambini prematuri sono aumentate del 10,000% negli ultimi cinque anni.

Come ha fatto un paese tale a finire nel caos?

In un certo senso, il Paese è stato vittima della propria buona fortuna... e poi una vittima del suo cattivo giudizio.

La buona fortuna è avvenuta nel 1914 quando fu trivellato il primo campo petrolifero, facendo scorrere il denaro.

Negli anni '50, con un governo fondamentalmente orientato al mercato, il Venezuela è diventato il paese più ricco del mondo in termini di PIL pro-capite.

Oggi il Paese ha le più grandi riserve petrolifere del mondo – 297 miliardi di barili di petrolio rispetto ai 267 miliardi di barili in Arabia Saudita.

Ma la buona fortuna può trasformarsi in cattivi giudizi. Con la ricchezza petrolifera Hugo Chávez – che si è definito un trotskista due giorni prima del suo insediamento come presidente nel 2007 – poteva imporre offerte "win-lose" su tutta l'economia.

Le industrie chiave sono state nazionalizzate. Sono stati messi in atto controlli sui prezzi. La ricchezza è stata ridistribuita.

Gli accordi "win-lose" possono ridistribuire la ricchezza, ma solo nella misura in cui essa venga creata in primo luogo. Senza gli accordi "win-win", la ricchezza presto scompare... come accaduto a Cuba e in Unione Sovietica.

Ora anche il serbatoio petrolifero è vuoto in Venezuela.

Non importa come lo chiamiate – lo stato è sempre un mezzo affinché i pochi possano sfruttare i molti.

I pochi utilizzano ogni risorsa a loro disposizione per perpetuare la truffa, con particolare attenzione alla manipolazione della folla credulona.

Il cittadino tipico raramente ha idea di quello che sta succedendo ... e non ha molta curiosità. Finché ha credito per un nuovo pickup e un campione che promette di colpire i suoi nemici, l'uomo comune andrà avanti credendo quasi a tutto.

Ma l'industria automobilistica venezuelana è stata rovinata. E non c'è credito disponibile. Quindi ci sono pochi pickup per le strade e gran parte della popolazione si è rivoltata contro il governo.

Non sorprende se le politiche che hanno distrutto il Venezuela siano state accolte con favore dagli economisti e dai politici statunitensi – impazienti di imporre i propri accordi "win-lose".

Nel 2007 l'economista Joseph Stiglitz ha elogiato le "politiche positive" in materia di salute e istruzione del governo Chávez.

E nel 2011 Bernie Sanders ha scritto:

Oggi il sogno americano ha più probabilità d'essere realizzato in Sud America, in luoghi come l'Ecuador, il Venezuela e l'Argentina, dove i redditi sono più uguali di quelli nella terra di Horatio Alger. Chi è una repubblica delle banane?

Sanders non aveva idea di che cosa stesse succedendo in Venezuela. Ma aveva ragione su quello che stava succedendo negli Stati Uniti. Stava per diventare una repubblica delle banane.

Solo senza banane. E neanche repubblica.

Saluti,


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


3 commenti:

  1. Anche questo articolo è brutalmente corretto.
    Non si dimentichi, però, che il potentissimo vicino ha dato una bella accelerata al crollo del sistema insostenibile win-lose venezuelano. E quel vicino quando vuole qualcosa se la prende. Ha qualche difficoltà solo con i suoi antagonisti paritetici.
    Su Sanders e compagni e su tutti quelli che lo appoggiano ancora, preferisco stendere un velo di pietoso silenzio.

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    1. Un suggerimento interessante sulla geopolitica contemporanea.

      http://www.controinformazione.info/il-vero-fine-della-russia/

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  2. Molto interessante il grafico del Doom-Index.
    E' ancora calmo, sta lasciando salire alle stelle altri indici.
    Così il botto, quando sarà il momento, sarà ancora più grande.

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