venerdì 7 luglio 2017
Caccia all'ottobre rosso
di Francesco Simoncelli
Ciò che va su alla fine scende giù. A maggior ragione, ciò che va artificialmente su, alla fine sprofonda. La maggior parte delle nazioni del mondo ha seguito la stessa formula sin dal panico del 2008: gonfiare la propria economia attraverso dosi massicce di credito facile. Si sperava che ciò avesse dapprima sostenuto quei settori dell'economia che erano in difficoltà e poi, a cascata, avrebbero aiutato il resto dell'economia. Non è andata così. Nei numeri sì, ma non nella realtà.
Gli indici azionari hanno sfoggiato performance strabilianti, portando l'intellighenzia finanziaria a ritenere che tutti i malanni partoriti durante la Grande Recessione fossero stati puliti. La maggior parte degli americani, nel caso particolare, possiede come asset di riserva case e denaro. Solo le famiglie facoltose hanno la propria ricchezza investita in azioni e asset finanziari analoghi. Quindi la maggior parte del denaro creato ex novo dalla banca centrale è rimasto confinato nel circuito finanziario, mentre Main Street ha subito la stretta creditizia oltre a dover ripianare i debiti contratti sulle case possedute. Sembrava un business infinito. Non lo era. Lo stesso sta accadendo in Cina.
Quest'ultima, infatti, ha prosperato negli anni '90 perché gli americani (principalmente) sono diventati i principali fruitori delle merci a basso costo sfornate dalla Cina. La liberalizzazione del mondo agricolo da parte di Deng ha permesso una rapida industrializzazione del Paese, portando alla ribalta sulla scena mondiale un potenziale produttivo esplosivo. Inutile sottolineare come la Cina fosse una locomotiva lanciata a tutta velocità, la quale era più che felice di soddisfare i desideri di americani desiderosi di comprare tanto con un dollaro più forte. I pianificatori monetari cinesi, per impedire che lo yuan si apprezzasse a seguito di questo flusso di merci, hanno dato pieno sfogo alla stampante monetaria della PBOC, inducendo nell'ambiente economico cinese la crescita di bolle economiche distruttive.
Finché gli Stati Uniti pungolavano i propri consumatori a prendere in prestito denaro, facendo diventare le loro case dei veri e propri bancomat attraverso l'accensione di ipoteche su ipoteche, sembrava davvero di vivere in un mondo senza fine. Poi è arrivato il duro risveglio. Avendo esaurito il proprio bacino di clienti, la Cina ha deciso di seguire fino in fondo il manuale mercantilista: saturare tutti quei bilanci ancora puliti per permettere al boom di continuare. Ma le scelte hanno le proprie conseguenze. Nel nostro caso, hanno anche un prezzo.
Infatti, dopo il bust del 2008, la Cina ha guardato all'interno spingendo la popolazione a diventare la nuova generazione di pseudo-trader. Emissioni di credito facile, prestiti spazzatura, prodotti finanziari tossici e un mercato immobiliare surriscaldato, hanno gettato le basi per la più grande bolla in una singolo Paese mai vista prima d'ora. Ciò si è espanso alla catena di approvvigionamento che ha fornito materie prime alla Cina, come Vietnam, Corea del Sud e Australia. La Cina s'è trasformata in un buco nero che ha risucchiato ferro, cemento, petrolio, ecc. e ha sfornato prodotti finiti che nessuno voleva. Un esempio calzante è l'industria cinese dell'acciaio che sta vomitando nel mondo quantità esorbitanti di questa lega tanto da abbattere i profitti delle altre industrie nel mondo dello stesso settore. Nel contempo, però, i costi rimangono costanti oppure aumentano.
Quindi capite benissimo che il PIL è una misura fuorviante della crescita economica, poiché può essere facilmente manipolata attraverso l'emissione di credito facile e produzione di cose che nessuno vuole. Le città fantasma della Cina sono un esempio calzante. Per non parlare delle infrastrutture create a debito: finanziamenti concessi per la loro costruzione su ordine dello stato. Infatti sono investimenti improduttivi e, nel caso particolare della mobilità, i biglietti sono sovvenzionati dallo stato. Impossibile poter ripagare tali debiti. Tra l'altro, le banche finanziano i prestiti attraverso la vendita dei cosiddetti WMP (wealth management product), prodotti finanziari tossici tanto quanto i CDO di Lehman.
Quando i potenziali clienti di una banca entrano in una sua filiale, viene proposto loro di depositare il denaro in un conto fruttante il 2% oppure di investire in WMP fruttanti il 9%. Inutile sottolineare come la maggior parte delle persone decida di investire in WMP e raccogliere i margini di profitti, convinta che questi prodotti finanziari siano coperti dalla banca e dal governo. Purtroppo per loro sono titoli scoperti. Credete siano degli sciocchi? Pensate agli investitori di Banca Marche. Ma non finisce qui, perché i proventi della vendita di WMP sono utilizzati dalle banche per investire in progetti sponsorizzati dallo stato e altri investimenti altamente rischiosi. E quando i clienti vogliono incassare i loro WMP e uscire? La banca ne emette un altro per ripagare quelli vecchi. In poche parole, siamo di fronte ad uno schema di Ponzi.
Peggio ancora le cifre del debito ufficiale non riportano la quantità di questi prodotti finanziari tossici, i quali vengono considerati come investimenti fuori bilancio. Aggiungeteci anche le obbligazioni provinciali emesse dai governi locali per finanziare le loro opere, ed avremo che il debito totale della Cina è come minimo il doppio di quello riportato. Infatti la baracca cinese, oltre ad essere sostenuta dal credito facile, riesce ad andare avanti dall'emissione continua di nuovo debito ed una falsa contabilità.
Ma come ripeto spesso, le leggi dell'economia possono essere aggirate ma non violate. Questo per dire che la Cina sta soffocando sotto una montagna impagabile di debiti e per tenere questo teatrino ancora funzionante deve creare una mole superiore di crediti e debiti. Ma più ne crea, più la produttività delle imprese cala e con essa la capacità di ripagare i debiti. La strada che perseguirà la Cina, a questo punto, sarà quella di una svalutazione dello yuan portando molto probabilmente la valuta cinese ad un rapporto di 8:1 rispetto al dollaro. In questo modo si attenuerà temporaneamente la fuga di capitali in atto in Cina a seguito delle condizioni economiche esplosive emerse sulle spalle delle bolle sopraccitate ed i crediti deteriorati all'interno delle banche.
E sono fondamentalmente questi crediti deteriorati che rappresentano la vera bomba ad orologeria all'interno dell'economia cinese, perché l'abuso del credito facile al fine di finanziarie porgetti improduttivi porta inevitabilmente all'erosione del bacino della ricchezza reale. La legge dei rendimenti decrescenti, quindi, decreterà la fine di ogni manipolazione a favore di una recessione purgativa. Se guardiamo, ad esempio, gli anni precedenti al 2008, l'incremental capital output ratio è stato tra il 2 e il 4. Questo significa che tra i 2 e 4 yuan investiti in asset a rendimento fissi, creavano uno yuan in PIL. Il credito facile, per sostenere l'economia cinese dopo la Grande Recessione, ha incentivato il gozzovigliare negli asset a rendimento fisso, facendo aumentare di circa il 4X l'incremental capital output ratio; al tempo stesso la crescita reale del PIL s'è dimezzata. C'è una crescente urgenza di ridirezionare le risorse verso attività produttive, invece di essere canalizzate in investimenti improduttivi.
A questo proposito potrebbe essere proficuo shortare lo yuan come ha consigliato spesso Kyle Bass. Come per ogni trade, infatti, la tempistica è fondamentale. Sono convinto che il prossimo autunno sarà molto caldo per la Cina, quindi è opportuno monitorare l'andamento dell'economia cinese e del mercato FX da ottobre in poi, perché è all'orizzonte una nuova massiccia svalutazione dello yuan.
Ma questa è solo la metà della storia. Infatti durante le piccole svalutazioni dell'agosto e dicembre 2015, le ripercussioni non furono confinate alla Cina: le azioni statunitensi scesero del 10% in entrambe le occasioni. Se ci possiamo aspettare una svalutazione maggiore dello yuan a questo giro, a causa delle condizioni economiche cinesi peggiorate, allora suddetta correzione potrebbe essere più aspra. Nonostante zia Janet abbia dichiarato "missione compiuta" à la Bush, l'attuale percorso di restringimento creditizio messo in campo dalla FED è solo un modo per avere abbastanza spazio di manovra per tagliare i tassi ulteriormente durante la prossima recessione. Anche perché è davvero ridicolo che la Yellen continui a recitare questa menzogna quando la produzione industriale non ha mostrato nessun miglioramento sin dal 2007, i lavori da capofamiglia non hanno mostrato alcun miglioramento sin dal 2001 ed i redditi delle famiglie medie non hanno mostrato alcun miglioramento sin dal 1989.
Senza contare che adesso la FED ha intenzione di ridurre il proprio bilancio di circa $2,000 miliardi. Ma se la legge della domanda/offerta è vera, e lo è, questa mossa avrà l'effetto inverso del QE il quale ha inondato i canyon di Wall Street e ha trasformato i bond vigilantes in front-runner del pattume obbligazionario dello zio Sam facendone scendere i rendimenti più di 100 punti base. In altre parole, lo scopo del QE era quello di creare un carry trade nelle obbligazioni statunitensi affinché i trader si trasformassero in giocatori d'azzardo sovvenzionati direttamente dall'Eccles Building. Un cosiddetto "free ride" per sopprimere il termometro della malattia dei conti dello zio Sam e rimandare il problema alla base nel futuro.
E rimandato è il verbo giusto, perché la FED attraverso le sue scelte sta motivando i front-runner a trasformarsi di nuovo in bond vigilantes ed invertire suddetto carry trade. Questo significa una salita dei rendimenti obbligazionari statunitensi nel range dei 100-300 punti base. Ciò a sua volta, oltre a far esplodere la bolla obbligazionaria sovrana, si porterà dietro tutti quei settori finanziari che sono stati gonfiati artificialmente dall'illusione del credito facile.
In questo contesto è stato interessante osservare come, a seguito dell'ultimo "rialzo" dei tassi da parte della FED, il prezzo di bitcoin sia rimbalzato in meno di 18 ore. Questo a dimostrazione che non esistono altri asset di riserva tanto attraenti da meritare le attenzioni degli investitori. Non solo, ma in tutto il mondo l'uso della criptovalute sta soverchiando la follia centralizzante dei pianificatori centrali. Dal Venezuela all'India, gli individui ricercano il modo migliore per proteggere i loro risparmi dall'inflazione delle banche centrali. Ma questo non riguarda esclusivamente il bitcoin, bensì l'ampio spettro di criptovalute che fanno parte di questo nuovo universo. Shortare i mercati canonici ha assunto tutto un nuovo significato.
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Nel frattempo si prospetta un autunno molto caldo sui mercati, con la Cina in procinto di svalutare nuovamente lo yuan e stavolta in modo più marcato. Seguiranno onde d'urto in tutto il globo, compresi gli Stati Uniti e l'Europa. Entrambe queste nazioni si portano dietro problemi economici irrisolti sin dall'ultima crisi finanziaria e da allora non hanno fatto che acuirsi. I tassi d'interesse negativi, la demonetizzazione del denaro contante, i prestiti non performanti, il settore bancario commerciale strabordante passività impagabili e bolle degli asset esplosive, hanno reso le criptovalute un elemento prezioso con cui diversificare i propri investimenti.
In fin dei conti, oltre a pulire l'ambiente economico dagli errori economici precedentemente accumulati, le recessioni servono anche a far emergere quelle occasioni attraverso le quali gli investitori lungimiranti verranno ricompensati dei loro sforzi. In questo senso sarà molto interessante osservare come si comporteranno bitcoin e le altre criptovalute durante la prossima recessione.
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In tutto questo non va mai dimenticato il distacco del franco svizzero dal suo fittizio rapporto con l'euro di inizio 2015.
RispondiEliminaHo idea che il riverbero di quella frustata debba ancora palesarsi.
R.G.
Un grafico per riassumere quanto sia esplosiva la situazione finanziaria all'interno del drago rosso: Numero di WMP emessi dalle banche cinesi.
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