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giovedì 8 giugno 2017
Sette anni e 2,000 flussi di conoscenza
di Francesco Simoncelli
Oggi otto giugno 2017 è il settimo anno di vita di questo spazio virtuale. È un progetto nato nel 2007 in realtà, quando ancora scrivevo su Windows Blog. Ma non era quella l'onda del futuro, non era quello il modo in cui eventuali lettori si sarebbero avvicinati ai contenuti che avrei voluto offrire loro. Il caricamento delle pagine richiedeva troppo tempo e la mole spropositata di widget che poteva essere implementata rendeva l'esperienza letterale davvero ardua da sostenere. Non avrei fatto breccia nella curiosità della maggior parte dei fruitori del mio servizio. Quindi mi guardai intorno, alla ricerca di una piattaforma tanto agile quanto intuitiva da utilizzare. Blogspot ha soddisfatto entrambe queste necessità.
Non volevo niente dal vecchio sito. Quello spazio virtuale sarebbe morto insieme a tutta l'inefficacia che si portava dietro, nonché le idee economicamente e politicamente confuse che mi ottenebravano la testa. Da questo punto di vista, iniziai ad avere le idee chiare nel 2008 quando oltre a leggere il materiale presente su siti come Usemlab e Movimento Libertario, approfondii le mie conoscenze su blog indipendenti di utenti come Ashoka (Marco Bollettino), Paxtibi (Flavio Tibaldi) e Linucs. La voracità di apprendere mi portò a divorare libri e saggi di economia, a seguire i corsi di formazione del Mises Institute e a formare un corpo teorico personale incentrato sugli insegnamenti della Scuola Austriaca.
Nel 2010 i tempi erano maturi affinché io potessi iniziare la mia avventura sulla scena pubblica e diffondere attraverso la mia opera quel sapere che avevo accumulato nel corso del tempo. Scrivere non è facile. Catturare l'attenzione non è facile. Tenere alta la curiosità nei confronti del proprio lavoro non è facile. Serve qualcosa, un'idea, che possa fungere da collante per tutte queste cose e determinare l'effettiva riuscita del progetto. Le traduzioni avrebbero reso il mio blog un appuntamento quotidiano per quei lettori affamati di informazioni e gli articoli personali sarebbero stati un approfondimento focalizzato sui temi del momento.
Se le informazioni fossero state utili per curiosi ed investitori, allora avrei potuto creare un valore attraverso il quale portare benefici sia agli altri che a me stesso. Le informazioni, infatti, sono il più delle volte una merce qualitativamente superiore al denaro. L'ambiente economico è come un gigantesco mondo crittografato: tutti noi possiamo accedere alla chiave per trarvi profitto, ma dobbiamo scegliere quella giusta. La conoscenza imprenditoriale posseduta da ognuno di noi è il frutto dell'esperienza e di quelle informazioni con cui veniamo a contatto. L'interpretazione di quest'ultime, però, decreta vincitori e vinti nelle sessioni di scambio. Più sono accurate le informazioni, più possiamo affinare la nostra conoscenza e trarvi profitto.
Basta poco per essere tratti in inganno. Non è un caso, ad esempio, che parecchi individui siano adesso attratti da un mercato azionario ai massimi. Sono convinti, in base alle informazioni che recepiscono, che questo sia un mondo senza fine. Che debbano saltare sul treno dei vincitori finché sono in tempo, perché hanno perso quello precedente. Non capiscono come il mercato azionario non sia affatto un mercato adatto a tutti. Non solo non sono pronti a perdere, ma ignorano il fatto che c'è bisogno di costanza e sacrificio per staccare profitti ingenti in tale mercato. La maggior parte delle persone è focalizzata sui propri affari quotidiani. Preferisce delegare a qualcun altro la creazione della propria fortuna. È davvero così? Non credo, altrimenti ci sarebbe un Warren Buffett in ogni casa del mondo.
Il mercato azionario decreta i propri vincitori in base alla quantità d'ignoranza finanziaria presente nelle sue sale. Sono i cosiddetti "sciocchi più sciocchi" che fanno salire i mercato, e quando si esauriscono finisce al il momentum dei titoli azionari. Questa verità è preponderante anche oggi con banche centrali a corto di polvere da sparo asciutta. Nei primi mesi di quest'anno hanno acquistato un totale di $1,000 miliardi in asset finanziari, mentre nel periodo 2011-2016 il totale s'è fermato a $7,000 miliardi.
Senza i salvataggi centrali e le infusioni di credito da parte delle banche centrali, le bolle che infestano l'attuale panorama economico sarebbero scoppiate già da un bel pezzo. E infatti la fantomatica ripresa economica è solo nei numeri, non nella realtà. Considerate le seguenti due notizie. La prima riguarda la progressiva impagabilità di prestiti concessi ad una categoria di individui che non avrà sbocchi lavorativi per quello che ha studiato e si vedrà aumentare il fardello di debito (senza la capacità di poter andare in default). La seconda, strettamente connessa a quest'ultima, riguarda i continui raid del governo federale nei fondi della previdenza sociale per ripagare il condono di parte dei debiti studenteschi.
Abbiamo quindi di fronte il caso eclatante in cui il coyote inizia a mangiarsi da solo non trovando più niente da mangiare. E questo è soprattutto vero se consideriamo come nel corso del tempo gli interventi centrali statali e la pianificazione monetaria centrale abbiano abbattuto la produzione di ricchezza reale. Ora aggiungiamoci il fatto che circa 1/3 della popolazione americana è sulle spalle dello stato sociale, mentre l'altro terzo è composto da pensionati, lavoratori part-time nonché da disoccupati. Rimane il restante terzo della popolazione americana che sorregge tutta la baracca ed ha un lavoro a tempo pieno. Ricapitolando, quindi: con un debito pubblico da $20,000 miliardi, un debito privato da $40,000 miliardi, un mercato del lavoro ingessato e senza sbocchi concreti, pensionati che vedranno aumentare le loro fila, denaro per le prestazioni sociali usato invece per ripianare il fiume d'inchiostro rosso dei conti statali, banche centrali che hanno stampato vagonate di denaro fiat e ora sono all'angolo, capite benissimo che la fantomatica ripresa economica è solo nei numeri ma non nei fatti.
E nemmeno da quest'altro lato dell'oceano va bene. Volete sapere cari lettori dove è finita la ripresa economica sventolata dallo zio Mario? Esattamente in questo grafico: i junk bond europei. Dopo aver rastrellato le obbligazioni sovrane dell'area Euro attraverso il quantitative easing, è stata creata una fame per rendimenti decenti tra gli investitori retail, mentre i vecchi bond vigilantes sono stati trasformati in front runner della BCE. Ciò ha annullato una determinazione onesta dei prezzi e del rischio, canalizzando sempre più pecore nel tritacarne delle obbligazioni spazzatura per arrivare a fine anno ad una parvenza di profitto. Inutile dire che lo zio Mario ha disseminato l'ambiente di mercato di talmente tanta polvere da sparo finanziaria, che il rendimento ridicolo segnato in questo grafico dovrebbe essere un monito allarmante per tutti.
La persistente intromissione dei pianificatori centrali nel tessuto economico e la successiva distorsione dei tassi d'interesse e di altri asset finanziari, ha causa una gigantesca misallocation di capitale e risorse economiche scarse verso attività che li hanno sprecati. Il prezzo dell'aver ritardato il giorno della resa dei conti è tutto raffigurato in questi grafici, i quali rappresentano la spada di Damocle sulle teste dei pianificatori monetari centrali. Ecco perché, ad esempio, si sente molto parlare dello Stimolo Targato Trump e della sua strategia keynesiana del pump priming. Ovvero, sostituire lo stimolo monetario della FED con quello fiscale del governo federale in modo da far sembrare che tutto sia rose e fiori. Ma un taglio di tasse richiede per forza di cose un taglio della spesa anche, se non si vuole precipitare nel burrone della bancarotta. E secondo le proiezioni del CBO stiamo parlando di circa $10,000-$15,000 miliardi nel prossimo decennio.
E non è nemmeno vera la storiella secondo cui sarà uno stimolo che si "ripagherà da solo" attraverso la crescita del PIL, visto che siamo immersi nella presunta ripresa economica più fiacca di sempre. Senza parlare del debito delle famiglie tornato a salire fino al picco a cui si trovava durante la Grande Recessione del 2008. Proprio così, quel poco di deleveraging a cui abbiamo assistito è stato completamente riassorbito dalla bolla per prestiti studenteschi e per automobili.
Negli ultimi 12 anni le principali banche centrali del mondo hanno comprato circa $11,000 miliardi in asset finanziari, gonfiandone il prezzo e cercando di salvare i protetti dal loro cartello. Speravano di innescare un "effetto ricchezza a cascata" che avrebbe permesso all'economia di ripagare, almeno in parte, questo ammontare di distorsioni e permettere all'attuale sistema di godere di un cosiddetto free ride. Non è andata così. Questo perché le banche centrali non controllano nulla, bensì influenzano solamente l'ambiente di mercato. Ciò che resta è un'economia distrutta dal debito ed asset finanziari inflazionati oltremodo. Il debito ha saturato praticamente ogni settore e non esiste bilancio pulito che possa essere sfruttato alla vecchia maniera e fungere da deposito per tutti questo pattume finanziario. Quelle poche aziende che sono riuscite a sopravvivere l'hanno fatto attingendo all'ingegneria finanziaria, sottraendo da usi veramente produttivi capitale umano e materiale.
L'insostenibilità di questa situazione sta iniziando ad essere riconosciuta dagli ambienti mainstream.
Questo perché il ciclo economico non è stato bandito dai numeri e dalle riunioni dei pianificatori monetari centrali, e a quasi 100 mesi l'attuale ripresa economica è la più lunga mai registrata. Come dicevo prima, la qualità delle informazioni determina la comprensione e la conoscenza di determinati eventi economici, e in base a ciò possiamo posizionarci di conseguenza. La Scuola Austriaca, nel nostro caso, permette di accedere ad un ventaglio di informazioni molto più variegato rispetto al resto delle altre scuole. Perché? Perché spiega essenzialmente "come" e "perché" in modo chiaro e semplice senza dover ricorrere a formule elaborate. L'essenza del messaggio parla direttamente alle persone comuni, non è un messaggio destinato alle élite. È in questo modo che può raccogliere nuovi sostenitori laddove ce ne sarà più bisogno, lanciando una nuova era nel mondo economico caratterizzata da un sostanziale cambiamento di paradigma. Sarà un nuovo 1936 per l'economia, stavolta, però, sarà la pianificazione centrale che finirà sul banco degli imputati. Non trionferà.
S'è presa i meriti dell'attuale pseudo-ripresa economica e adesso ne pagherà dazio quando arriverà la prossima recessione. Le persone cercheranno qualcuno a cui dare la colpa. Non c'è dubbio a chi verrà affibbiata. Ciononostante chi riuscirà prima ad accedere ad un bacino non torbido di informazioni, allora avrà la possibilità di proteggersi. Fondamentalmente è sempre stata questa la missione di questo spazio virtuale: fornire armi intellettuali, ovvero, informazioni, a chi le cercasse. Ho cercato di farlo aggiornando costantemente il blog. Ho cercato di farlo attraverso la pubblicazione di vari video. Ho cercato di farlo attraverso la pubblicazione di due ebook. Continuo a farlo con la pubblicazione futura di libri cartacei. Continuo a farlo vagliando le varie opportunità che possono interessare i lettori affinché possano salvaguardare la loro ricchezza. Ecco un esempio.
Questo video fornisce, per l'ennesima volta, come il mercato dei metalli preziosi sia altamente temuto dai pianificatori monetari centrali, ed un suo spike di prezzo potrebbe catalizzare troppe attenzioni non volute. Ciononostante essi continuano a ricoprire il ruolo di hedging asset per eccellenza, in un mondo in cui più solo le bandiere che si riescono a piazzare più possibilità si hanno di schermare i propri risparmi dai raid di uno stato famelico. Ciò comprende anche l'acquisto di ETF inversi e put option riguardo titoli in particolare, i quali rappresenteranno i cavalieri dell'apocalisse durante la prossima recessione. Ma al giorno d'oggi il barometro reale sono le criptovalute, le quali rappresentano l'asset privilegiato in questa fase di mercato a segnalazione che c'è qualcosa che non va con le politiche non convenzionali dei pianificatori monetari centrali. Come esse abbiano praticamente esaurito tutti i trucchi monetari nel loro cappello e siano ormai all'angolo.
Non sprecate questa conoscenza. Alimentatela invece.
Infatti, cari lettori, il mio blog, Francesco Simoncelli's Freedonia, esiste grazie al lavoro che ogni giorno vi dedico, impiegando una parte preziosa del mio tempo per promuovere e diffondere il messaggio di libertà. Affinché possa continuare ad estendere questo messaggio, potete dimostrare il vostro apprezzamento lasciando un contributo al seguente link: paypal.me/FrancescoSimoncelli
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Auguri!
RispondiEliminaPerò a 8 anni è ancora presto per bere birra: oddio, è sempre meglio dell'olio di ricino tra qualche anno.
R.G.
Primo: Bravo! Ben fatto!
RispondiEliminaSecondo: Tanti auguri e buon lavoro.
Terzo: GRAZIE! Non sono più quello di prima.
Grazie a voi tutti lettori di Freedonia. Attraverso la vostra linfa critica e riflessiva, nonché attraverso la vostra generosità, mantenete vivo questo spazio virtuale di confronto e divulgazione. Finché resteranno in piedi queste prerogative, allora l'opera stessa rimarrà in piedi.
RispondiEliminaIn partucolare, grazie a gdb, dna e Riccardo, i quali alimentano l'interesse nei confronti degli articoli pubblicati grazie al loro piglio arguto, brillante e vivace. Soprattutto quando il titolare viene impossibilitato a commentare :-)