di Ryan McMaken
Nel 2012 Robert Higgs ha analizzato il ruolo della spesa pubblica nel calcolo del PIL e ha suggerito che una lettura più affidabile del prodotto interno lordo dovrebbe escludere la spesa pubblica.
Higgs ha spiegato che — mentre la spesa pubblica è fondamentalmente diversa dalla spesa del settore privato — per i keynesiani includere la spesa pubblica nei calcoli della crescita economica, è ormai diventata la norma:
Sin dalla seconda guerra mondiale, generazioni di studenti di economia hanno imparato che il prodotto interno lordo è definito come PIL = C + I + G + (X - M).
Cioè, il PIL per un determinato periodo, di solito un anno, è la somma della spesa per beni e servizi finali da parte dei consumatori interni, investimenti privati interni e statali a tutti i livelli, più la differenza tra le esportazioni degli Stati Uniti e le importazioni.
Questo tipo di conto fornisce il quadro di base per i modelli keynesiani che hanno caratterizzato l'economia negli anni '40 e '50, da cui venne tratta una conclusione politica chiave — lo stato può variare la sua spesa per compensare carenze o eccessi di spesa privata e quindi stabilizzare la crescita dell'economia, pur mantenendo "la piena occupazione." Fin dall'inizio la parte più enfatizzata di questa conclusione è stata che gli aumenti della spesa pubblica possono compensare un calo dei consumi privati e, quindi, prevenire o alleviare le contrazioni macroeconomiche.
Questo, tuttavia, è un errore. Higgs scrive:
Perché il prodotto statale dovrebbe essere escluso? In primo luogo, le attività dello stato possono essere viste come una fonte di prodotti intermedi piuttosto che finali, anche se lo stato fornisse servizi preziosi come l'applicazione dei diritti legati alla proprietà privata e la risoluzione delle controversie. In secondo luogo, visto che la maggior parte dei servizi pubblici non sono venduti nei mercati, non hanno prezzi determinati dal mercato affinché siano utilizzati nel calcolo del loro valore totale da parte di coloro che ne beneficiano. In terzo luogo, visto che molti servizi pubblici derivano da motivazioni ed istituzioni politiche piuttosto che economiche, alcuni di essi possono avere scarso o nessun valore. Infatti alcuni commentatori sono arrivati ad affermare che alcuni servizi pubblici hanno un valore negativo: data una scelta, la gente vittima di questi "servizi" sarebbe disposta a pagare per liberarsene.
Higgs osserva che non tutta la spesa pubblica è inclusa nel PIL. I trasferimenti sociali, come i pagamenti della previdenza sociale, non sono inclusi. Tuttavia restano ancora inclusi molti miliardi di spesa pubblica. Ciò significa che nei periodi in cui, per esempio, aumentano rapidamente le spese militari e per le infrastrutture, potremmo scoprire che questa spesa pubblica fa sì che il PIL sia sopravvalutato.
Higgs ha proposto un metodo di base per tentare di guardare il PIL escludendo la spesa pubblica. Ha usato i dati della tabella 1.1.6 del BEA, utilizzando i dati del PIL e i dati d'acquisto dello stato, per costruire una misura chiamata "prodotto interno lordo privato" (PILP) in cui la spesa pubblica viene esclusa.
Nel seguente grafico ho messo a confronto il PILP di Higgs ed il PIL normale:
La crescita del PILP sta rallentando
Dal 2012 il PILP ha continuato a crescere e ha ormai superato il picco precedente di $11,900 miliardi. A partire dal 2016 il PILP è aumentato del 14.9% rispetto al picco del 2007, in aumento a $13,700 miliardi. Il PIL era superiore, naturalmente, e nel 2016, per esempio, il PIL totale era di $16,600 miliardi.
Ma questo di per sé non ci dice molto.
Per fare un confronto utile, Higgs guarda alla crescita del PILP dopo il 2000 e lo mette a confronto con la tendenza a lungo termine della crescita del PILP stesso. Higgs rileva che tra il 2000 e il 2012 il PILP è cresciuto solo circa la metà rispetto al suo tasso medio di lungo periodo. (Una situazione simile vale per i numeri del PIL).
Dal 1950 al 1999 il PILP è aumentato ad un tasso medio annuo del 3.9%. Dal 2000 è aumentato a solo il 2.1% ogni anno, in media.
Le cose stanno rallentando:
Se il PILP fosse cresciuto seguendo il suo tasso a lungo termine del 3.9% dopo il 2000, nel 2016 sarebbe stato più di $17,000 miliardi, invece degli attuali $13,700 miliardi.
Se guardiamo ai cambiamenti anno/anno del PILP nel corso del tempo, possiamo vedere un graduale rallentamento, soprattutto dopo il bust delle dot-com nel 2001. Ho incluso i numeri del PIL anche qui, e anche loro stanno rallentando.
Il divario PIL-PILP può dirci qualcosa riguardo ai cicli boom/bust?
Ci possono essere alcune osservazioni utili che possiamo trarre da questa analisi.
Nel terzo grafico qui sopra, vediamo che il PILP spesso aumenta, anno/anno, ad un tasso maggiore del PIL. Questo è particolarmente vero quando la crescita nella spesa pubblica deriva da trasferimenti e non dagli acquisti governativi di beni finali. (I trasferimenti sociali, ad esempio la previdenza sociale e lo stato sociale regolare, non tiene conto del PIL sotto la categoria "governo". La spesa di un destinatario della previdenza sociale viene misurata come spesa "privata".)
Tuttavia nei periodi che precedono le recessioni e le crisi finanziarie (ad esempio 1987, 1991, 2001, 2008), il PILP è sceso più del PIL. Infatti quando scompare il divario tra PILP e PIL — come accaduto nel 2001 e nel 2007 — può essere l'indicazione di una crisi imminente. Questo è quello che è successo nel 2016, anche se è difficile dire se continuerà così. In ogni caso i numeri del 2016 non ispirano fiducia.
Il fatto che il PILP tenda a scendere più del PIL nei periodi di crisi non dovrebbe sorprenderci. Quando l'economia reale rallenta, lo stato spesso continua a spendere liberamente per progetti militari costosi e altri programmi che comprendono acquisti statali di considerevoli dimensioni. Dal momento che il PILP è calcolato senza questi acquisti, è più sensibile alla recessione economica rispetto al PIL. E, come Higgs ha notato, attraverso questo meccanismo la spesa pubblica può mascherare gli effetti reali di una crisi finanziaria o di una recessione.
Se guardiamo a questo confronto su base trimestrale — al posto dei numeri annuali che abbiamo considerato sopra — vediamo ancora di più questa relazione.
Come per i dati annuali, vediamo che sia la crescita del PIL sia la crescita del PILP diviene sempre più piccola. Mentre la crescita del PILP era di routine il quattro o il cinque per cento negli anni '90, nell'ultimo decennio non ha superato il quattro per cento.
Vediamo anche che il divario tra la crescita del PILP e la crescita del PIL è scomparso nel 2006, 2001, 1991 e 1982. In quei periodi, il PILP scendeva più velocemente del PIL. Abbiamo anche visto che il divario è scomparso alla fine del 2015 e all'inizio del 2016. Ma il PILP ha leggermente superato il PIL a fine 2016.
Come sempre, utilizzare il trend watching con metodi quantitativi è tanto utile quanto la teoria economica con cui possiamo spiegare i numeri, e continua ad essere difficile identificare la tempistica di qualsiasi perturbazione economica. Vedremo una recessione nei prossimi anni, o la crescita del PIL e del PILP continuerà semplicemente a tendere lentamente verso il basso fino ad arrivare sotto il tre per cento o anche il due per cento?
L'analisi del PILP di Higgs può essere uno strumento utile da aggiornare in futuro.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/
Si tratta pur sempre di dati aggregati. Ed a me non piace far parte di un gregge. E preferisco la non collaborazione con chi mi opprime millantando il mio bene.
RispondiEliminaPeraltro, vedrete che pil e pilp non ci aiuteranno ad essere più liberi e prosperi. Immagino che resterà da farci solo una pipp.
Ciao dna.
EliminaIl seguente è un contentino per i detrattori della teoria Austriaca. Un po' come l'AMS alla fine.