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mercoledì 28 giugno 2017
Il passo successivo nell'esperimento europeo dei tassi d'interesse negativi
di Thorsten Polleit
La Banca Centrale Europea (BCE) ha spinto il tasso di deposito a -0.4% nell'aprile del 2016. Da allora le banche dell'area Euro devono pagare lo 0.4% l'anno sulle loro riserve in eccesso detenute presso la BCE. Questo, a sua volta, ha conseguenze di grande portata. Tanto per cominciare, le banche cercano di evadere questa "penalità" acquistando soprattutto obbligazioni sovrane.
Ciò spinge inevitabilmente i prezzi di tali obbligazioni e ne riduce i rendimenti. Inoltre la BCE continua a monetizzare anche il debito pubblico. Il risultato è una tremenda pressione al ribasso su tutta la sfera dei rendimenti. Ad esempio, il rendimento reale (aggiustato all'inflazione) dei titoli tedeschi a breve termine è attualmente pari al -2.5% annuo.
I tassi d'interesse negativi (sia in termini nominali che in termini reali) contribuiscono a ridurre l'onere del debito degli stati e delle banche. Infatti i tassi d'interesse negativi costringono il rapporto tra il debito residuo e il prodotto interno lordo a ridursi. Tale politica monetaria va a beneficio dei mutuatari ed a scapito dei creditori. Questi ultimi devono pagare il conto.
Allo stesso tempo, tuttavia, le attività delle banche della zona Euro soffrono della politica dei tassi d'interesse negativi della BCE. Da un lato trovano sempre più difficoltà a rimanere redditizie in un contesto di tassi d'interesse estremamente soppressi. Dall'altro lato, le banche devono sopportare costi più elevati a causa di un tasso di deposito negativo presso la BCE (ed i costi continuano ad aumentare in quanto la BCE crea sempre più riserve in eccesso nel sistema bancario).
Le banche sono sotto pressione poiché si trovano ad imporre tassi negativi sui conti dei clienti. Tenuto conto dei tassi di deposito negativi, i clienti molto probabilmente ritireranno (almeno parte dei) loro depositi in contanti e le banche potrebbero sperimentare un drenaggio (enorme) di denaro, causando un gap nei finanziamenti. Pertanto è probabile che spingeranno sempre di più la BCE affinché ponga fine alla sua politica di costringere il tasso di deposito in territorio negativo.
Un nuovo esperimento
Se la BCE cederà a queste pressioni (ed è probabile che lo faccia), porterebbe il tasso di deposito a zero. Questo, a sua volta, farebbe salire tutti i rendimenti obbligazionari, sopra la linea dello zero. Per evitare che il tasso d'interesse aumenti troppo, la BCE dovrebbe continuare a manipolare i rendimenti obbligazionari a lungo termine. Può farlo mediante continui acquisti di obbligazioni sovrane.
La BCE può impostare i rendimenti a lungo termine a livelli politicamente desiderati, dichiarando semplicemente un certo prezzo minimo per tali obbligazioni. I prezzi di mercato delle obbligazioni convergeranno verso il prezzo minimo e non scenderanno al di sotto di tale livello. Nel monetizzare il debito, la BCE espande la quantità di denaro esistente, facendo aumentare contemporaneamente l'inflazione.
La nuova situazione sarà probabilmente la seguente: i rendimenti obbligazionari dell'Eurozona saliranno leggermente in termini nominali. Anche l'inflazione salirà, raggiungendo, o addirittura superando, i livelli nominali di rendimento. Questo, a sua volta, forzerà i rendimenti reali (cioè, i rendimenti nominali meno l'inflazione) in territorio negativo. Se l'inflazione non aumenterà troppo, ci si può aspettare che la maggior parte dei depositanti e degli investitori conserverà le proprie partecipazioni in titoli a reddito fisso.
La nuova situazione dei tassi d'interesse sarebbe davvero positiva per le banche dell'area Euro: la curva dei rendimenti rimarrebbe sufficientemente ripida, cosa che dovrebbe risultare vantaggiosa per le banche in termini di prestiti. Allo stesso tempo, i tassi d'interesse a breve termine negativi aiuteranno a ridurre le loro passività nei confronti dei depositanti e degli investitori. Infatti la politica della BCE rappresenterebbe un gigantesco programma di salvataggio bancario.
Alla luce del desiderio politico di mantenere in piedi il progetto dell'euro, è probabile che l'industria bancaria dell'Eurozona sarà salvata dalla BCE. Sembra pertanto probabile che la BCE concluderà presto la sua politica di tassi di deposito negativi a favore di un'inflazione crescente. Tale politica comporterà una svalutazione continua dei risparmi delle persone nei depositi bancari e nelle obbligazioni denominate in euro.
Questa è la verità scomoda dell'esperimento monetario europeo. Le persone dell'area Euro apprenderanno una vecchia lezione: i soldi di carta scoperti non possono essere affidabili. Oppure, come disse Thomas Paine: "Il denaro di carta a prima vista sembra proprio un grande affare, o meglio, pare non costare nulla; ma è il denaro più caro."
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/
Inflazione in arrivo?
RispondiEliminaMa magari!!!!
Almeno cambia lo scenario...
Poi si vedrà...