giovedì 4 maggio 2017

Dieci leggi fondamentali dell'economia





di Antony P. Mueller


In mezzo a tanti errori economici, può essere utile tornare ad alcune delle più elementari leggi dell'economia. Qui ce ne sono dieci che val la pena ripetere più e più volte.


1. La produzione precede il consumo

Anche se è ovvio che per consumare qualcosa esso deve prima esistere, persiste lo stesso l'idea di stimolare i consumi per espandere la produzione. Tuttavia i beni di consumo non cadono dal cielo. Invece sono il prodotto finale di una lunga catena di processi produttivi intrecciati, chiamata "struttura di produzione." Anche la produzione di un elemento apparentemente semplice, come una matita per esempio, richiede una complessa rete di processi produttivi che si estendono nel tempo e coinvolgono tutti i paesi e continenti.


2. Il consumo è l'obiettivo finale della produzione

Il consumo è l'obiettivo dell'attività economica e la produzione è il suo mezzo. I sostenitori della piena occupazione vìolano questa idea. I programmi per l'occupazione trasformano la produzione stessa nell'obiettivo. La valutazione dei beni di consumo da parte dei consumatori determina il valore dei beni di produzione. Il consumo attuale è conseguenza del processo di produzione che si estende al passato, ma il valore di questa struttura produttiva dipende dalla valutazione presente da parte dei consumatori e dal futuro atteso. Pertanto i consumatori sono i proprietari ultimi dell'apparato di produzione in un'economia capitalista.


3. La produzione ha costi

Non esiste una cosa come un pasto gratis. Ottenere qualcosa di apparentemente gratis significa solo che la paga qualche altra persona. Dietro ogni assegno dello stato sociale e ogni borsa di ricerca, ci sono i soldi delle tasse di persone reali. Mentre i contribuenti vedono che lo stato confisca parte del loro reddito, non sanno a chi va questo denaro; e mentre i destinatari della spesa pubblica vedono che lo stato dà loro i soldi, non sanno da chi li ha tolti.


4. Il valore è soggettivo

La valutazione è soggettiva e varia in base alla situazione di un individuo. Lo stesso bene fisico ha valori diversi per persone diverse. L'utilità è soggettiva, individuale, situazionale e marginale. Non esiste una cosa come un consumo collettivo. Anche la temperatura nella stessa stanza viene percepita diversamente da persone diverse. La stessa partita di calcio ha un valore soggettivo diverso per ogni spettatore, come si può facilmente vedere nel momento in cui una squadra segna.


5. La produttività determina il salario

La produzione oraria determina il salario orario del lavoratore. In un libero mercato del lavoro, le imprese potranno assumere lavoratori aggiuntivi purché la loro produttività marginale sia superiore al saggio salariale. La concorrenza tra le imprese guiderà il salario al punto in cui esso corrisponderà alla produttività. Il potere dei sindacati può cambiare la distribuzione dei salari tra i diversi gruppi di lavoratori, ma i sindacati non possono cambiare il livello salariale complessivo, il quale dipende dalla produttività del lavoro.


6. Le spese includono reddito e costi

La spesa non include solo il reddito, ma rappresenta anche i costi. La spesa rappresenta un costo per l'acquirente e reddito per il venditore. Il meccanismo del moltiplicatore fiscale implica che i costi aumentino con il reddito. Nella misura in cui si moltiplica il reddito, anche i costi si moltiplicano. Il modello del moltiplicatore fiscale keynesiano ignora l'effetto dei costi. Gli errori di politica emergono quando le politiche statali puntano sull'effetto reddito della spesa pubblica, ma ignorano l'effetto dei costi.


7. Il denaro non è ricchezza

Il valore del denaro consiste nel suo potere d'acquisto. Il denaro serve come strumento di scambio. La ricchezza di una persona esiste se ha accesso a beni e servizi che desidera. La nazione nel suo complesso non può aumentare la ricchezza aumentando il suo stock di denaro. Il principio che solo il potere d'acquisto significa ricchezza, vuol dire che Robinson Crusoe non sarebbe affatto più ricco se avesse trovato una miniera d'oro sulla sua isola o una cesta piena di banconote.


8. Il lavoro non crea valore

Il lavoro, in combinazione con altri fattori di produzione, crea prodotti, ma il valore del prodotto dipende dalla sua utilità. Quest'ultima dipende dalla valutazione individuale soggettiva. L'occupazione fine a sé stessa non ha senso economico. Quello che conta è la creazione di valore. Per essere utile, un prodotto deve creare vantaggi per il consumatore. Il valore di un bene esiste indipendentemente dallo sforzo di produrlo. I maratoneti professionisti non guadagnano più denaro rispetto ai velocisti perché correre la maratona richiede più tempo e sforzo.


9. Il profitto è il bonus imprenditoriale

Nel capitalismo competitivo, il profitto economico è il bonus in più che le imprese guadagnano per correggere gli errori nell'allocazione delle risorse. In un'economia uniformemente rotativa senza nessun cambiamento, non ci sarebbe né profitto né perdite e tutte le società guadagnerebbero lo stesso tasso d'interesse. In un'economia in crescita, invece, c'è il cambiamento ed anticipare i cambiamenti è la fonte dei profitti economici. Prevedere quanto più possibile la domanda futura significa alti tassi di profitto e crescita imprenditoriale, mentre quegli imprenditori che non riescono ad anticipare i bisogni dei consumatori subiscono perdite e, infine, scompaiono dalla scena del mercato.


10. Tutte le leggi dell'economia sono leggi logiche

Le leggi economiche si basano su un ragionamento a priori. Non si possono falsificare tali leggi empiricamente, perché sono vere in quanto tali. Quindi le leggi economiche fondamentali non richiedono una verifica empirica. Il riferimento a fatti empirici serve soltanto per presentare esempi, non costituiscono la rappresentazione di principi. Le leggi fondamentali dell'economia possono essere ignorate e violate, ma non si possono cambiare. Le società se la passano meglio quando la gente e il governo riconoscono e rispettano queste leggi economiche fondamentali e le usano a loro vantaggio.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


2 commenti:

  1. Nel tempo dell'inganno universale, l'universo è pregato di uscire da casa mia.

    Riccardo Giuliani

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  2. 11. Se sei un disonesto potente puoi fregartene del tutto finché hai il potere.

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