Bibliografia

lunedì 13 febbraio 2017

L'ansia tedesca per l'inflazione potrebbe portare ad uno shock elettorale nel 2017





di Brendan Brown


Il mantra della BCE, che imposta la sua linea di politica in base all'unione monetaria nel suo complesso e non per il suo grande membro (Germania), potrebbe far comparire un evento imprevedibile — sotto forma di shock politico tedesco il prossimo autunno. I funzionari politici con sede a Francoforte stanno ignorando le osservazioni dell'economista premio Nobel Robert Mundell: le banche centrali dei vari stati membri non sono attente ai sintomi d'instabilità monetaria che affliggono i loro membri economici dominanti — per esempio: Ontario in Canada e New South Wales in Australia. (La California, che copre circa il 13% dell'economia degli Stati Uniti, non si qualifica come "dominante".)

L'economia tedesca sta ora emettendo segnali di forti disturbi monetari, sebbene vengano soffocati dalle varie medie statistiche in tutta l'area dell'euro registrate dalle burocrazie monetarie di Francoforte. Il cancelliere Merkel, la moderna Metternich e disperatamente in lotta per sostenere lo status quo europeo, a quanto pare non sente e non vede uno qualsiasi di questi segnali d'allarme. Tra questi, un tasso d'inflazione in salita (già all'1.7% anno/anno a dicembre — pari al 2.5% se, come negli Stati Uniti, venissero inclusi i fitti imputati delle abitazioni occupate dai proprietari — e probabilmente superiore nei prossimi trimestri). Degno di nota è anche un mercato surriscaldato nel settore immobiliare residenziale ed un surplus commerciale enorme (a circa l'8% del PIL) alimentato da una moneta ultra-economica.



Sacrificare i consumatori tedeschi per salvare il progetto europeo

L'apparente insensibilità del cancelliere tedesco deriva dal suo bisogno che Mario Draghi "faccia tutto il necessario" per salvare il progetto europeo. E Draghi ha bisogno della Merkel per salvare la stabilità finanziaria italiana. Alle prossime elezioni per il Bundestag, gli elettori tedeschi avranno la possibilità di respingere questa coppia. Le fonti di malcontento economico sono i risparmiatori su cui vertono tassi reali profondamente negativi, gli aspiranti proprietari di case, gli affittuari preoccupati circa la convenienza degli affitti e quegli individui che lottano per provvedere alla loro vecchiaia. E chi lo sa, potrebbe scoppiare una guerra commerciale USA/Europa, il cui catalizzatore sarebbe l'enorme surplus commerciale tedesco e l'euro a buon mercato. Ci sarebbero una miriade di potenziali vittime.

Anche così, non sarà facile per questi elettori insoddisfatti rovesciare lo status quo, dato che si confronteranno 7 partiti. Il meglio che possiamo sperare è una situazione di stallo. Ciò potrebbe verificarsi se vi sarà sufficiente reazione contro le "élite" di Berlino e Francoforte, le quali hanno promesso ai loro concittadini una protezione totale contro il pericolo economico dopo l'abbandono del Marco tedesco. Infatti è stato il leader della Bundesbank (il professor Otmar Issing), che Berlino ha mandato alla BCE, che ha formulato un quadro politico d'inflazione permanente (l'obiettivo d'inflazione al 2%) e che non si è opposto alla consuetudine dei policymaker di ignorare i sintomi monetari provenienti dai membri dominanti.

Molti cittadini tedeschi, soprattutto i lettori accaniti del Bild, mettono in discussione le motivazioni della BCE, sospettando che Mario Draghi abbia sottoposto il risparmio tedesco a tassi d'interesse reali fortemente negativi per salvare il governo italiano e le banche italiane. Professori di spicco provenienti da istituti di ricerca, sono d'accordo sul fatto che la BCE stia perseguendo una politica inflazionistica in modo da alleviare la crisi del debito nell'Europa meridionale.

Questo è l'incubo che temevano i pionieri tedeschi dell'Unione Monetaria Europea. E infatti l'attuale capo della Bundesbank lo scorso anno ha difeso la BCE contro gli attacchi di politici tedeschi (tra cui il ministro delle finanze Schaeuble) e della stampa riguardanti il gigantesco trasferimento di risparmio tedesco nell'Europa meridionale tramite la BCE.

Sia la BCE sia i capi della Bundesbank sembrano concordare che a volte la Germania debba accettare condizioni d'inflazione simili per il bene della stabilità monetaria. (Negherebbero che l'aumento dei prezzi sia sintomatico di un'inflazione monetaria, data la loro fissazione per le medie della zona Euro.) In particolare, sono del parere che prezzi e salari tedeschi dovrebbero essere elevati al di sopra del trend per un certo periodo di tempo in modo da ridurre il calo di quelli altrove, praticamente un modo per arrivare ad una sorta di "ri-equilibrio".



Segnali di pericolo economico ed un possibile contraccolpo politico

Non ci vuole granché per capire che i segni dell'inflazione monetaria si trovano sia nel cuore dell'Europa (Germania) sia nella periferia. Ciò comprende bassi spread di credito e gigantesche operazioni di carry trade che si sono formate in valute (fuori dai tassi negativi europei e dentro le valute estere), credito (fuori dal rischio di credito basso e dentro il rischio di credito alto) e premi di termine (fuori dai titoli di stato a breve maturità e dentro quelli a lunga maturità).

Qualsiasi inversione dei carry trade nel bel mezzo di un calo dei mercati finanziari globali, renderebbe vulnerabile l'élite tedesca, compresa l'Unione Cristiano-Democratica, il Partito Socialdemocratico e la Bundesbank, alla rabbia popolare in un periodo antecedente le elezioni. Senza una tale inversione vi sarebbe il rischio di una salita dell'inflazione, altro anatema per tanti elettori tedeschi, specialmente nel contesto di tassi nominali a zero o negativi. Il voto più forte contro l'élite è un voto per il partito Alternative per la Germania (AFD), oppure il Partito della Sinistra. Non c'è dubbio che i partiti principali cercheranno tutti di propagandare la santità delle scelte della BCE.

Prendere in considerazione l'esito di un voto anti-élite nei mercati della Germania significherà probabilmente prendere sul serio uno scenario in cui la grande coalizione (CDU/Unione Cristiano Sociale/SDP) perde la propria maggioranza parlamentare; l'SDP e l'AfD potrebbero arrivare a parimerito per il secondo posto (15-20% ciascuno del voto popolare) e la Sinistra in un range del 10-15%. Quindi potrebbe essere possibile che non esca nessuna coalizione di governo funzionale, innescando nuove elezioni.

CDU/CSU, per riconquistare il sostegno dell'AfD, potrebbero scaricare Angela Merkel e trovare un nuovo candidato cancelliere che allevi le rimostranze tedesche per quanto riguarda l'unione monetaria (e, naturalmente, l'immigrazione). Tanti voti per CDU/CSU in questa potenziale seconda elezione potrebbero significare la formazione di un governo con partner (forse FDP e Verdi) che stringerebbero un accordo di coalizione a patto di una revisione delle clausole monetarie nel Trattato di Maastricht. L'obiettivo sarebbe quello di invertire la "erosione costituzionale" dei primi due decenni delll'UME che hanno reso la Germania altamente vulnerabile all'inflazione ed ai trasferimenti fiscali indiretti.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


5 commenti:

  1. Cmq il decentramento è in itinere...
    Poi che sia un vantaggio per tutti, sicuramente no.
    L'Italia, per esempio, rischia davvero la sudamericanizzazione autoritaria. O forse una forma di decentramento ci sarà anche qui?
    Stiamo a vedere.

    P.s.: esilarante la definizione di Scuola di Pescaracas data da Carbone dei sovranisti monetari nostrani.

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    1. Ciao dna, cosa intendi per decentramento? Temo per l'Italia una svolta autoritaria, soprattutto qualora la rinomata scuola di pescaracas come dice il grande Francesco Carbone, dovesse prendere il sopravvento! Non vedo come si possa gestire diversamente un cambio di valuta così traumatico, ci vogliono i carri armati.

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    2. Ma la cosa più ridicola dei sovranisti, è questa sicumera tanto ostentata nell'esposizione delle loro teorie sull'uscita dall'euro, che sarebbe a loro dire del tutto priva di rischi e sul fatto che un paese debole debba auto infliggersi una moneta debole! Questa è gente ridicola, salita alla ribalta da anonime e probabilmente mediocri carriere universitarie e svariati anni di muffa dietro scrivanie della pubblica amministrazione, l'euro possa essere simpatico o antipatico, ma attualmente per l'Italia rappresenta il male minore, chi se ne frega della sovranità monetaria, del resto com'è stato ribadito nel podcast da una persona altamente competente quale il Dott. Carbone, l'unica che conta di sovranità è quella individuale!

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    3. "Ma la cosa più ridicola dei sovranisti, è questa sicumera tanto ostentata nell'esposizione delle loro teorie sull'uscita dall'euro, che sarebbe a loro dire del tutto priva di rischi e sul fatto che un paese debole debba auto infliggersi una moneta debole! Questa è gente ridicola"

      http://www.ilgrandebluff.info/2017/02/ma-daiii-il-no-euro-duro-claudio-borghi.html?m=1

      Dicevi Dino? È gente ridicola?
      Magari!

      Riccardo Giuliani

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  2. Quando si dice: "Attenzione a quello che si desidera, perché lo si potrebbe ottenere". Il tasso d'inflazione in Germania ha raggiunto il 2.2%. Ma attenzione, perché anche in Italia iniziamo a vedere effetti simili. A quanto pare è finito l'effetto dei prezzi bassi del petrolio sulla maggior parte dei beni di consumo. Adesso arriva il momento in cui resterà in gioco un solo parametro: il denaro creato ex novo dalla BCE inizierà ad inondare lentamente l'economia più ampia. Sebbene la maggior parte sia rimasta confianta nel circuito finanziaria, esso, in un modo o nell'altro, troverà la sua strada verso l'economia più ampia. Questi sono solo i primi effetti. Lo zio Mario tirerà il freno della stampante monetaria a seguito di questi sviluppi inflazionistici nei prezzi? Se lo farà la prima a capitolare sarà l'Italia, e torneranno i fantomatici short-seller tanto amati dalla Consob. Il cadavere finanziario italiano dipende più che mai dall'acquisto continuato di obbligazioni da parte della BCE, soprattutto ora che sono resuscitati i bond vigilantes. Aspettatevi, quindi, una maggiore torsione delle "regole" europee e scuse funamboliche da parte dello zio Mario per non rallentare il QE.

    Adesso è più chiaro perché la BuBa ha accelerato il suo rimpatrio d'oro da NYFED e Francia: https://twitter.com/Freedonia85/status/834838867274510337.

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